CORMONS sta tra Gorizia e Udine. Alle sue spalle il Collio,
ricco di vigneti e frutteti, punteggiato di chiese e ville, con
boschi che si estendono al di là del vicinissimo confine con la
Jugoslavia. Le origini sono antiche e gloriose: già sede dei
patriarchi d'Aquileia, dominio dei conti di Gorizia e poi degli
Asburgo fino alla prima guerra mondiale. In quella che è oggi la
piazza centrale della cittadina, sorge il santuario di Rosa
Mistica.
Rosa Mistica è il nome dato a una piccola statua prodigiosa di
Maria, incastonata come perla preziosa nel grande altare policromo
della chiesa. La sua è una storia gentile che ebbe inizio verso il
1710. Scultore fu un certo Francesco Regola, cormonese, non grande
artista, ma uomo di spirito. La statuina in legno e cartapesta,
che la nobile Orsola de Grotta gli aveva ordinato per le sue
alunne di catechismo, non era riuscita bene. Ma egli fu pronto a
scusarsi con un profetico:, «La si quieti, signorina, vedrà che la
mia statua, con tutti i difetti che le vuole trovare, non andrà
molto che farà miracoli».
Nel 1714 alcune giovani, per iniziativa di Orsola, formano una
piccola comunità. Il loro nome "Sorelle della Carità della
Dottrina Cristiana". Il loro conventino "Casa di Carità". La loro
missione "insegnare alle 'putte' la dottrina cristiana" tutti i
giorni, gratuitamente, nella propria casa. I Domenicani di Cormons
curano la loro formazione spirituale, mentre la contessa Sulpizia
di Strassoldo promette il sostegno economico. Dalla casa paterna
Orsola porta con sé la sua Madonnina e la colloca su un
modestissimo altarino nella poverissima casa. Nel 1718 le Sorelle
si trasferiscono nel vecchio convento acquistato dai Domenicani e
la Madonnina è con loro.
Nel 1723
madre Orsola porta provvisoriamente la piccola statua nella Casa
Carità aperta a Romans, minacciata da avversar! potenti. Nel
frattempo lei si reca a Vienna per chiedere la protezione perpetua
all'imperatore Carlo VI, e a Roma per ottenere dal Papa Benedetto
XIII il riconoscimento del suo sodalizio e l'approvazione delle
costituzioni. Ottiene tutto ciò che le sta a cuore e anche di più.
La Madonnina, che non vuole essere da meno dell'imperatore e del
Papa, esprime anche Lei la propria benevolenza alle buone Sorelle
in modo impensato: dall'oratorio dove è stata collocata fa udire
una melodia divina che si diffonde per la casa, tre giorni di
seguito. Eppure la spinetta è chiusa e nell'oratorio non c'è
nessuno. I testimoni del prodigio sono meritevoli di fiducia. La
gente dei paesi accorre per vedere, per pregare, e, se possibile,
anche per sentire.
Martedì, 15 gennaio 1737. Questa volta la Madonnina, riportata
a Cormons, si fa "personalmente" viva. La giornata è fredda;
soffia un vento gelido di tramontana, narrano le Cronache. Alcune
fanciulle, le più mattiniere, stanno pregando davanti all'altarino
prima delle lezioni. Improvviso un grido, un ripetuto e insistente
chiamare la maestra: «Suor Giulia, venga, venga a vedere...».
Quando arriva la maestra, restia a muoversi, vede anche lei una
cosa meravigliosa: dal braccio destro della statua e dalla mano
escono fittissime gocce, come di sudore, e sono così grosse che si
possono contare, e sono tante che ne resta bagnato il velo e
persino il vestito. Cominciano ad accorrere suore, sacerdoti,
popolo. In breve la casa ne è invasa. Mons. Sertorio barone Del
Mestri in qualità di superiore delle Sorelle e arcidiacono di
Gorizia, massima autorità religiosa in quel tempo, nomina subito
una commissione che esamini il fenomeno. Egli è il primo e il più
attento scrutatore, devoto e rispettoso. Per più di 15 giorni la
statua continua a "sudare". Sorelle e sacerdoti asciugano quella
preziosissima rugiada con panni di lino, che vengono conservati
come reliquie. Dopo accurati e rigorosi esami, costatata la
oggettiva realtà dei fatti e la loro inspiegabilità, e prese in
considerazione le prime strepitose guarigioni, la dichiarazione:
qui è la mano di Dio.
Il 21 marzo dello stesso anno ancora un segno prodigioso,
l'ultimo. Protagonista è Mariannina Cipriani, una fanciulla di
nove anni, che la "Cronaca" definisce "schietta e ingenua,
semplice e di costumi angelici, devotissima di Maria". Davanti a
lei in preghiera la piccola statua di Maria s'illumina, "il volto
diventa più splendido del sole... dagli occhi escono come sprazzi
di vivissima luce". Mariannina è inondata di dolcezza: la Vergine
la guarda e le sorride! Così per due volte. "Alla fine lo
splendore cesso e la statua della Vergine tomo qual era da
principio".
Due i fatti significativi che cambiano la storia del
sodalizio. Quella sera stessa del 15 gennaio, la Madonna ridona la
salute a Leonardo Cochar, di 79 anni, che lascia ai piedi della
Vergine le sue grucce, per sempre. Accanto a quelle, un mendicante
depone un soldino, chiesto lì per lì in elemosina a una signora;
il suo gesto inatteso è seguito da tutti i presenti. Da questo
momento grazie e offerte saranno continue. Le Sorelle ricevono
l'ordine dell'arcidiacono Mons. Sertorio Del Mestri di annotare
tutto scrupolosamente.
Dalla "Memoria Storica" stralciamo solo alcuni titoli delle
numerosissime grazie concesse dalla Beata Vergine di Cormons. "1.
Donna liberata da un ulcere che incancheriva. 2. Storpio delle
gambe e de' piedi risanato subitamente. 3. Incapace di muoversi
per caduta mortale risanato. 4. Vista perduta recuperata. 5.
Fanciulla mutola e perduta de' piedi sanata. 6. Giovane pazzo
rimesso in cervello, 7. Donna liberata da tentazioni gagliarde; un
suo figliolo discolo rimesso sulla strada della salute. 8. Signora
liberata da intollerabili dolori" (pochi minuti dopo es-sersi
applicata una particella del lino imbevuto del prodigioso sudore).
L'autore afferma di aver scelto questi pochi racconti dalla
"Cronaca", badando alla varietà più che al numero, ma di grazie
descritte e autenticate ce ne sarebbero tante da compilarne un
volumetto, anche se troppe non furono mai registrate. Scrive don
Ottavio Lionelli su questo argomento: «Attesto con mio giuramento
che essendo io continuamente in confessionario nella chiesa delle
consorelle, da diversi paesi concorrevano persone in grandissimo
numero, distanti centinaia e centinaia di miglia, a render grazie
a detta Beata Vergine per le grazie ricevute, e continuamente ne
ricevono ed appendono voti, come si vedono esposti nella medesima
chiesa".
24 novembre 1739. Solenne benedizione di una cappella,
costruita in comunicazione con la chiesina e dedicata a "Rosa
Mistica". Questo è il nome dato alla piccola statua, d'accordo con
l'autorità ecclesiastica. Per esprimere meglio il nome, la
Madonnina tiene in mano una bellissima rosa d'oro ricavata dalla
fusione degli ori offertile dai suoi figli. Ogni sera, al richiamo
della campanella, la cappella si riempie per la recita del
rosario. Le messe sono continue. I fedeli si accostano in numero
stragrande ai sacramenti, frequentano le funzioni liturgiche
sempre molto devote, sono avidi di ascoltare le lezioni di
catechismo delle Sorelle. La vita cristiana rifiorisce. Le
immagini di Rosa Mistica, fatte stampare a migliaia, trovano nelle
case il posto d'onore. Così silenziosamente Rosa Mistica si
costruisce il suo primo piccolo santuario in Cormons, che allora
faceva parte del patriarcato d'Aquileia.
Prima
immagine di Rosa Mistica stampata a Gratz nel 1738
Nel 1743 la prima incoronazione di Rosa Mistica e del Bambino,
in forma del tutto privata. Le due corone d'argento di finissima
fattura sono dono dell'imperatrice Maria Teresa e delle sue dame
di corte, consegnate personalmente a madre Orsola nel suo ultimo
viaggio a Vienna. La piccola statua ora sembra completa.
Appropriata quindi l'iscrizione posta sulle immagini: "Rosa
Mistica, Madre della Provvidenza, Dispensatrice di grazie, prega
per noi". Quel "Madre della Provvidenza" rivelerà nel 1866 il suo
significato recondito.
30 aprile 1779. Solenne benedizione della nuova chiesa che le
Sorelle sono riuscite a far costruire grazie alla vendita degli
ori votivi della Madonna e ai 12.000 fiorini ottenuti dalla
benevolenza dell'imperatrice. Ma non a Rosa Mistica è dedicata la
bella chiesa che s'affaccia sulla piazza, bensì a s. Caterina da
Siena, patrona delle Sorelle. Per la Madonna soltanto la cappella
di sinistra, che ben presto diventa un gioiello, tanta è la
profusione degli ori che rivestono la statua e l'arca dorata che
la racchiude. Dalla parte opposta un altare con una delicata tela
di s. Teresa d'Avila, protettrice di Maria Teresa d'Austria.
Sull'altare maggiore la pala di s. Caterina, con s. Giuseppe e s.
Gaetano, e sulla volta della chiesa un delizioso affresco che
rappresenta le mistiche nozze di Caterina con Gesù. Non poteva
mancare il sarcofago della contessa Sulpizia che fece incidere, in
latino, sulla lapide queste parole: "Sulpizia di Strassoldo,
contessa del S.I.R. /prima insigne benefattnce / delle sacre
vergini del cenobio cormonese /preparo a sé quest'urna sepolcrale
/... /per vivere eternamente nelle anime di quelle/i cui cuori
vincolò in un cuor solo /" 14 giugno 1727.
1812. Dopo tanto splendore, la fine. Per l'applicazione delle
leggi napoleoniche anche le Sorelle della Dottrina Cristiana sono
soppresse, i loro beni confiscati e messi all'asta, compresa la
chiesa. La Madonna sacrilegamente derubata. La chiesa ridotta allo
squallore, privata persino dei lasciti per le messe. Eppure, per
volontà dei cormonesi, rimane sempre aperta. Narra l'autore della
"Memoria Storica" che "sia i cormonesi, sia i forestieri nelle
luttuosissime vicende del loro paese, nelle disgrazie, nei
pericoli onde in generale e in particolare furono allora
minacciati e poscia inesorabilmente colpiti, trovarono rifugio e
scampo ai piedi della statua prodigiosa di Maria". E conclude:
"Bisogna ben credere che la Vergine benignissima confortasse della
sua materna protezione e ricoprisse col suo manto i suoi devoti,
quando tutto congiurava a tenerli lontani da quella chiesa e da
quell'altare ad essi tanto cari". Tuttavia un po' alla volta di
Rosa Mistica si dimentica tutto, storia e nome. La gente la chiama
semplicemente "la Madonute da lis muinis", cioè "la Madonnina
delle monache". Un lumicino ad olio continua ad ardere davanti a
Lei, rimasta ormai spoglia e insignificante così come quando era
uscita dalle mani del mediocre scultore. Sembra scendere
inesorabile la notte anche su Rosa Mistica. Ma non è così. La
Provvidenza ha le sue vie e il suo tempo. Bisogna saper attendere.
Nel 1866 si cominciano a intravvedere le prime luci di un
giorno nuovo. Da Udine arrivano, accompagnate dal loro fondatore
padre Luigi Scrosoppi, le prime Suore della Provvidenza. Hanno
acquistato parte del vecchio convento delle Sorelle, hanno aperto
una scuola popolare per le fanciulle, hanno ricevuto
"graziosamente" in dono dall'imperatore Francesco Giuseppe la
chiesa di s. Caterina, con l'obbligo di tenerla sempre aperta a
proprie spese. Qui, alla fine, trasferiscono la casa generalizia
per mettersi al sicuro dalle leggi soppressive del Regno d'Italia.
Da questo momento comincia la rinascita della chiesa e della
devozione a Rosa Mistica.
La chiesa di s. Caterina. Era stata progettata dal carmelitano
Carlo Corbellini di Brescia, famoso facciatista ai suoi tempi.
Bella la facciata, piena di eleganza con le sue curve e
controcurve, ma fondamentalmente lineare e vagamente
neoclassicistica. Sui campanili ottagonali, dal coronamento "a
cipolla" tipicamente asburgico, svettano due bandierine metalliche
che portano intagliate date importanti per la storia della chiesa:
"1778", la chiesa è terminata; "1879", le Suore della Provvidenza
cominciano i grandi lavori di restauro. Sono urgenti dopo oltre
mezzo secolo di abbandono. Enormi i sacrifici per le suore, ma
invincibile la loro fede nella Provvidenza.
Il gesuita padre Giuseppe Rossi di Modena, è l'uomo della
Provvidenza per quella chiesa, di cui è cappellano. È lui, con la
sua ansia di storico, a scoprire negli archivi manomessi della
parrocchia docu-menti che riguardano le soppresse Sorelle e la
storia meravigliosa della piccola statua. Una scoperta che
entusiasmò tutti. Nel 1882 pubblica la "Memoria Storica della
Statua prodigiosa di Maria Santissima - sotto il titolo di Rosa
Mistica - venerata nella chiesa di santa Caterina delle RR. Suore
della Provvidenza di Cormons". Con questo libretto "la Madonnina
delle monache" esce dall'anonimato e riprende la sua identità. Le
suore, che ora si rendono conto del tesoro che la Provvidenza ha
loro affidato, decidono di riportare la chiesa e Rosa Mistica
all'antico splendore.
Una data da non dimenticare. Non risulta che le Sorelle della
Dottrina Cristiana avessero mai commemorato l'anniversario del
prodigioso "sudore" e neppure che fossero solite chiamare la
Madonna con il suo nome di "Rosa Mistica". Nei loro manoscritti
preferiscono parlare della statua della "Beata Vergine". Strano,
ma è così. Saranno le Suore della Provvidenza della comunità di
Porgine, nel Trentino, a celebrare il 15 gennaio del 1885,
privatamente, la prima festa di Rosa Mistica, a far stampare le
nuove immagini, a preparare il primo libro di preghiere e a far
musicare la prima canzoncina. Era il primo passo. La superiora
generale, madre Cecilia Piacentini, cormonese, ne è entusiasta e
dispone nell'anno seguente che la festa sia estesa all'intera
congregazione e sia preceduta da una novena per celebrarla meglio.
E così si arriva alle solenni celebrazioni per il 150°
anniversario del prodigioso sudore, il 15 gennaio 1887. Festosa la
processione delle fanciulle biancovestite. Si da l'annuncio in
chiesa che d'ora in poi ogni sera ci sarà la recita del rosario
come ai tempi delle Sorelle. Però appena nel 1890 la Curia di
Gorizia concede la autorizzazione a celebrare pubblicamente la
festa di Rosa Mistica.
Per un voto particolare - in seguito alla guarigione
miracolosa di madre Giuseppina Doljak, superiora della casa,
ottenuta per intercessione di Rosa Mistica -madre Cecilia fa
precedere la festa da un triduo di predicazione al popolo e questo
per 7 anni. Di fatto, il voto è destinato a diventare tradizione;
non solo, ma alla fine della prima guerra mondiale il triduo
diventerà ottavario per ringraziare la Vergine della protezione
ottenuta.
Nello stesso anno 1890, madre Cecilia da inizio alla "cassa di
Rosa Mistica" in vista delle spese per l'incoronazione della
Madonna, grande sogno di tutte le suore. Vi confluiranno i
risparmi e le offerte delle comunità assieme al ricavato dei
lavori di ricamo e di pittura, alla confezione dei fiori in seta e
di piccoli oggetti artistici, in uso a quei tempi e nei quali le
suore erano particolarmeme abili. Intanto la piccola statua
comincia ad abbellirsi di gioielli in cambio delle grazie che Rosa
Mistica concede. Stupenda è la rosa d'oro con brillante, che le è
stata messa in mano da una donna riconoscente per aver ricevuto la
grazia di una bambina insperata, nel 1898.
Il 15 settembre 1899 c'è l'improvvisa visita del patriarca di
Venezia, il card. Giuseppe Sarto che, fatto Papa, manderà per le
corone due lucenti ametiste. Nel gennaio del 1905, a conclusione
del triduo, si presenta una buona occasione per far cesellare le
corone da un abilissimo orefice di Milano, con i gioielli che
erano stati delle suore alla loro entrata in convento.
Risulteranno magnifiche, tutte oro e perle preziose, con una
fascia interna dove sta inciso rispettivamente "A Maria Rosa
Mistica" e. "Le Suore della Provvidenza - 1906". Se le corone sono
pronte, l'incoronazione è ancora lontana.
Il 20 settembre 1931, l'incoronazione. Appena il
Capitolo Vaticano ebbe concesso la facoltà della solenne
incoronazione, la chiesa è rimessa a nuovo. Nuovo e imponente
l'altare maggiore, ricco di marmi pregiati, che sosterrà d'ora in
poi l'arca della Madonna. Nuovi gli angeli osannanti che popolano
il catino dell'abside e sostengono il monogramma di Maria, tra gli
Evangelisti su sfondo in foglia d'oro zecchino. Ma sono i cuori i
primi a rinnovarsi, contagiati dall'ardore mariano di madre
Adeodata Rizzi, superiora della casa e prima animatrice e
promotrice del grande evento. Ed ecco il grande giorno. Nel duomo,
alla presenza di 5 vescovi e un'infinità di clero e di popolo, la
piccola statua di Rosa Mistica è incoronata per mano
dell'arcivescovo di Gorizia, mons. Sedej. Un'ovazione
interminabile! Poi processionalmente, da Regina, Rosa Mistica
attraversa le vie di Cormons pavesate a festa, entra nel suo
santuario, prende posto sul suo altare come su un trono. Quaggiù,
felici le Suore della Provvidenza; lassù, le Sorelle della
Dottrina cristiana.
Indirizzo: Santuario
Rosa Mistica - Piazza Libertà
34071 Cormòns (GO) Tel: 0481 61881 - Fax: 0481 61571 |