Principali monumenti e opere
d'arte
La bella Parrocchiale, dedicata al SS. Nome di Maria, rifatta nel
1882 su progetto dell'arch. Ruggero Berlam, ha un fonte battesimale
del 1569 ed una serie notevole di altari barocchi.
Quello maggiore, che ha subito qualche rimaneggiamento nel 1927 (ad
esempio le due parti laterali - con nicchie con statue - che
l'affiancavano), datato 1691, è composto di marmi pregiati ed ha
elementi figurati nella nicchia centrale (Madonna con Bambino
splendidamente scolpita, attorniata dalle figure di Cristo,
dell'Eterno Padre e di due angioletti su nubi) e nel paliotto al
centro del quale - dentro un clipeo ovale verde cupo - è applicata la
figurina in marmo bianco della Madonna Assunta. Pare opera di
maestranza goriziana.
Gli altri altari sono dedicati a S. Anna (1679, contiene una pala
raffigurante la Madonna e S. Anna della pittrice Emma Galli, vissuta
tra il 1893 ed il 1982), a S. Michele (XVIII secolo con una pala -
eseguita intorno al 1930 da Emma Galli - nella quale si vedono le
figure di S. Michele Arcangelo in alto e dei Ss. Giovanni Evangelista
e Stefano in basso), al Sacro Cuore (1765: un tempo dedicata a S.
Giovanni Nepomuceno; contiene una pala del 1944 con la figura di
Cristo opera di Emma Galli) e alla Beata Vergine del Rosario (1703,
come i precedenti in marmi policromi). Al centro, una statua con la
Madonna del Rosario di bottega gardenese, XX secolo. Gli affreschi del
soffitto sono stati dipinti all'inizio del secolo (1900-1903).
Nella Chiesetta della SS. Trinità (vulgo S. Giuseppe),
cinquecentesca, si conservano due insolite opere d'arte: un Ecce Homo
che pare di cera, scolpito dallo scultore Edmondo Furlan (XX secolo)
che riprende nelle sembianze del volto il celebre Cristo in trincea
scolpito nel 1916 per la Basilica di Aquileia ed un altare maggiore
molto elaborato con una pala marmorea nella quale - in bassorilievo,
ma anche con parti intarsiate e applicate in marmi diversi - è
scolpita la Natività con l'Adorazione dei pastori. Alcune
particolarità iconografiche, come la figura dell'Etemo Padre che
sostiene la croce, mostrano un certo nordicismo nell'opera, ma
l'attribuzione a bottega goriziana della fine del Seicento (meglio
ancora a Leonardo Pacassi) potrebbe non essere errata. Del XVIII
secolo è Vallare di S. Giuseppe con fastoso drappo di granito nero
sostenuto da puttini e pala d'altare (Transito di S. Giuseppe) che
copia una tela del Trevisani ed altra analoga conservata in S. Antonio
a Gorizia. L'altare di destra, in stile neoclassico e dedicato
all'Assunzione di Maria Vergine, è del 1867.
In territorio comunale, oltre all'antico fortilizio (o meglio, a ciò
che resta) a Russiz Superiore in bella posizione panoramica, va
ricordato il Castello di Spessa maniero la cui costruzione risale a
qualche secolo fa, ricostruito (o rifatto) all'inizio del secolo
dall'architetto triestino Ruggero Berlam (1854-1920) in stile
eclettico, con toni fiabeschi e richiami al gusto romantico. Ai piedi
del Castello, nel corso di alcune recenti campagne di scavo, sono
venuti alla luce i resti di una fornace romana del I secolo a. C.,
attiva probabilmente fino al III secolo d. C.