Madona
di Saleta
Per
salire la scalinata che conduce alla chiesetta della
"Madonna de La Salette", ho dovuto fare due o tre
soste per riprendere fiato, e per celare le mie difficoltà ho
colto l'occasione per scattare qualche foto. Non avrei dovuto
avere tutte quelle accortezze, perchè tutti i giovani presenti,
erano indaffarati con bandierine a fiori di carta per gli
ultimi addobbi all'esterno della chiesetta.
Anche se convivo da sempre con i miei
problemi fisici, mi ricordo che cinquant'anni fa, sono salito su
quei gradini di pietra diverse volte senza tante difficoltà.
Era consuetudine per noi di Leproso, andare in pellegrinaggio a
"Madonna de La Salette, per un Voto che i nostri antenati
avevano fatto nel 1878, durante una grave pestilenza che aveva
colpito le nostre zone, e che aveva causato la morte di numerosi
bambini sotto i dieci anni. Al centro, si vede il quadro che la
comunità di Ipplis ha dedicato alla Madonna quale
ringraziamento per lo scampato pericolo. Con la miseria che a
quei tempi imperversava nelle nostre contrade, al massimo gli
abitanti di Leproso avranno potuto dedicare uno dei tantissimi
quadri appesi alle pareti, con la sola scritta PGR (Per Grazia
Ricevuta.
Per
bambini e ragazzi andare a "Madona di Saletta" era
un'occasione di grande festa, anche perchè cadeva nel periodo dei
festeggiamenti di San Martino e sulla piazza del mercato c'erano
le giostre li attendevano. Ricordo che per una volta,
anch'io ho percorso a piedi i cinque kilometri arrivare fino a
Cividale, ma ricordo anche l'enorme fatica rientrando a casa.
Ci cono stato ancora diverse volte, ma accompagnando o seguendo
la processione con la bicicletta.
Ricordo che per accorciare la strada, alla periferia di Rualis
si imboccava un sentiero che costeggiava una vecchia muraglia
(forse di un cimitero) e si arrivava direttamente di fronte alla
scalinata. Arrivati in chiesa, si iniziavano i preparativi per
la celebrazione della Santa Messa. L'immagine della Madonna e
dei due pastorelli, che si vede nella foto di sinistra, mi è
molto familiare, ma non ricordo di avere visto una Madonna
dalle vesti preziose, che si vede nella foto di destra.
Sicuramente è stata realizzata molto di recente.
Dopo la Messa, i pellegrini si disperdevano nella città per far
provviste, ma poi si ritrovavano in due osterie localizzate
nelle due vie laterali dubito dopo il Ponte del Diavolo.
Nella via di destra, presso la Taverna era la meta delle
"autorità" costituita dal capelan, muini e fabrisîr,
che si pagavano il pranzo attingendo dalla cassa della chiesa. I
pellegrini di condizioni più modeste invece, subito dopo il
ponte giravano a sinistra ed invadevano l'osteria di "Duminisìn".
Ricordo che dopo aver ordinato un quarto di "Puglia",
un vino nero dolce e molto forte, estraevo dalla borsa alcune pagnotte di pane fresco appena levate dal
fôr di Albin e srotolavo l'involucro con le fette di mortadella grandi come
lenzuola, che emanava un odore che solo al pensarci mi viene
l'acquolina in bocca. Dopo una mezz'oretta si avevano i primi
effetti della "Puglia", ed iniziavano i canti.
Purtroppo, quando i festeggiamenti cominciavano a prendere
quota, era già arrivata l'ora del ritorno, ed a malincuore ci
si doveva incamminare verso il luogo del raduno presso
"Madona di Saleta". Immancabilmente c'era il gruppo
dei ritardatari, che mandava fuori dai gangheri il "fabrisîr",
carica che a quei tempi era coperta da Gjro Cosean, ma alla fine
si poteva iniziare la faticosa strada del ritorno.
Alla
partenza la processione era molto composta e le preghiere erano
recitate ad alta voce, per fare una buona impressione
transitando nei pressi di quelle quattro case che a quei tempi
rappresentavano la periferia di Cividale, ma imboccata la strada sterrata
per Firmano, le preghiere cessavano e si proseguiva parlando del
più e del meno. Una sgranata alla corona del Rosario
nell'attraversamento di Firmano e di nuovo parole in libertà.
Un pò per la stanchezza, ma sopratutto per gli effetti di quel
vino corposo pugliese(???), l'incaricato portava la croce in
spalla, come quando Gesù Cristo saliva sul Calvario. Un'altro
sforzo all'entrata di Leproso, per arrivare finalmente in
chiesa, e dopo un'ultimo canto tutti a casa, stanchi ma felici e
contenti.
Da
diverse decine d'anni, il Voto è stato sciolto e da Leproso non
si vedono partire le processioni in direzione di Cividale,
incuranti della fresca brezza mattutina che spira da Castelmonte.
Facciamo ancora i voti, ma sulle schede elettorali... ora
abbiamo l'automobile, la televisione, il cellulare ed abbiamo
l'internet... non abbiamo più bisogno della Madonna...
A.T. |