Frazioni/Località: Orgnese
Informazioni turistiche: Pro loco Pro Fratellanza
Biblioteche: Biblioteca Comunale Caterina e Angelo
Tramontin, v. XI Febbraio, tel. 0427- 77014 (apre i pomeriggi di ma. e sa.)
Principali monumenti e opere d'arte
Costruita nel XVI secolo, ma in seguito più
volte rimaneggiata, come d'uso, e praticamente rifatta nel secolo XVIII, la
Chiesa parrocchiale di S. Remigio è stata gravemente lesionata dal terremoto
del 1976. In tale occasione è stato operato lo stacco dell'opera d'arte più
famosa: la decorazione del soffitto della navata dovuta al pittore padovano
Andrea Urbani (1711-1798). Questi, che aveva già molto operato in Friuli,
venne chiamato dalla chiesa di Cavasso a dipingere le seguenti scene:
Annunciazione della Madonna nello scomparto centrale, Emblemi degli
Evangelisti nei riquadri di forma tondeggiante che lo circondano: grandiosa ed
ariosa la scena sacra, con un turbinìo di angeli e di nubi, particolarmente
gradevoli le quadrature che lo incorniciano. La data di esecuzione, 1783,
compare, insieme al monogramma di Andrea Urbani, sul libro tenuto aperto
dall'angelo simbolo di S. Matteo.
Anche la volta del presbiterio era stata affrescata
dall'Urbani con pitture illusionistiche, balaustre decorate e costoloni
arricchiti da profilature e motivi decorativi che conducevano all'ovato
centrale in cui era raffigurata la SS. Trinità con il mistico Agnello. Il
fonte battesimale, cinquecentesco, scolpito tra 1517 e 1520 dal lapicida
Francesco da Meduno, ha avuto una copertura lignea da Pietro Antonio Billia di
Latisana nel 1765.
Al pittore veneziano residente a Serravalle Francesco
Mattiazzi, secolo XVIII, si deve un buon dipinto, il Battesimo e Consacrazione
di Clodoveo da parte di S. Remigio, composizione affollata ma interessante per
l'iconografia, per la ricca e varia disposizione dei personaggi raffigurati,
per la tavolozza brillante e luminosa.
All'ingresso della sacrestia, bassorilievo in legno
dello scultore udinese Max Piccini ( 1890-1974) allegorico dell''Emigrazione.
Proviene dalla distrutta chiesetta di S. Antonio il
dipinto - ora in canonica - raffigurante la Visitazione e i Ss. Antonio da
Padova, Giovanni Battista e Nicolo, dovuto al carnico Nicola Grassi
(1682-1748) che qui si mostra convenzionale nella delineazione delle figure e
piuttosto spento nel colore, ma nuovo nell'ideazione (il dipinto presenta -
quadro nel quadro – la Visitazione incorniciata).
Particolarmente interessante il così detto «Palacat»,
cioè il Palazzo Polcenigo Fanna dalla imponente struttura architettonica, a
mezza strada tra castello e palazzo, con torrioni angolari e largo uso del
bugnato a riquadrare portali e finestre.
I recenti restauri cui l'edificio è stato sottoposto
hanno permesso di recuperare in parte la decorazione di alcune stanze (ad
esempio quella del piccolo salone a piano terra, con temi mitologici, trofei,
nature morte) ma non quella che nel 1802 il conte Elia Polcenigo affidò al
pennello del bolognese Antonio Basoli, ed una serie di affreschi mitologici
del XVIII secolo.
Accanto al
palazzo sorge un altro edificio, il Palazzo Ardit, che fu residenza del conte
Giorgio Polcenigo nel XVIII secolo. In cattivo stato di conservazione, mostra
ancora tracce di un'elegante decorazione ottocentesca.
...altre
informazioni...
1 - Il
quadro dell'altare è attribuito a Francesco Matteazzi e
rappresenta il battesimo e la consacrazione di Clodoveo da parte
di S. Remigio; è stato datato alla prima metà del 1600.
2 - L'esistenza di questa sede
religiosa pare attribuirsi al XII secolo, in riferimento alla
data della bolla pontificia ottenuta dal vescovo di Concordia,
Gionata, da papa Urbano II nel 1184. In questa bolla, oltre
ad altre chiese concordiesi, viene elevata anche la "plebs"
di Cavasso. La prima consacrazione documentata di questo luogo
sacro ebbe luogo il 5 maggio 1525, dall'antistite di Concordia
Giovanni Argentino. Naturalmente la chiesa qui esisteva già da
tempo. Si constata infatti la posizione anomala del campanile,
le cui campane vennero consacrate il 16 agosto 1612 da Benedetto
Benedetti, vescovo di Caorle. Sulla volta della chiesa si
può ammirare un significativo affresco di Andrea Urbani (1711 -
1798) datato 1783 raffigurante l'Assunzione della Vergine ed i
simboli dei quattro evangelisti.
|