Tricesimo, 7 Aprile 2002
TRICESIMO (Ud) -199 metri s.l.m. - 17,57 km2
- 7.140 abitanti - C.a.p.: 33019
Frazioni/Località: Adorgnano - Ara Grande - Ara Piccola - Felettano - Fraelacco - Laipacco - Leonacco
Informazioni turistiche: Pro Loco Tricesimo, v. Driulini, Fraelacco, tei. 0432-881478
Biblioteche: Biblioteca Civica Luigi Ciceri, v.le Europa Unita 9 (apre da lu. a ve. dalle 14,30 alle 19 - sa. dalle 8,30 alle 12,30)
Escursioni: Borgo Monastetto - Cuei di Paret - Borgobello
I fedeli all'interno del
Duomo di Tricesimo
TRICESIMO Principali monumenti e opere d'arte La Chiesa parrocchiale, della cui esistenza rimangono memorie addirittura duecentesche, risale alla fine del Settecento: nel 1770 fu discusso e approvato il progetto stesso dell'architetto tolmezzino Domenico Schiavi e di lì a pochi anni i lavori (che iniziarono con il rifacimento del presbiterio e della sagrestia) furono completati (1784); la chiesa venne consacrata il 6 luglio 1789. La facciata, che rielabora il modulo massariano adattandolo alle esigenze specifiche del tempo, ricorda quella della chiesa udinese di S. Antonio abate. Di tipo neoclassico, è scandita da quattro lesene composite articolate a due a due, tra le quali è stata ricavata una nicchia contenente una statua, mentre al centro si apre il portale con arco ribassato; a conclusione del prospetto, un frontone triangolare dentellato. L'interno, a navata unica con tré cappelle ai lati, grazie al gioco chiaroscurale degli elementi aggettanti, assume un notevole senso di vivacità e movimento. Sul fianco destro, accanto al campanile, è stata collocata la cinquecentesca porta maggiore eseguita da Bernardino da Bissone tra il 1498 ed il 1505 (le due statue dell'Annunciazione sono state messe nelle nicchie in facciata): capolavoro dell'artista per l'esuberante fantasia, per la finezza dell'intaglio, per la ricchezza dei motivi ornamentali antropomorfi o vegetali è, nel genere, il prodotto più alto uscito dalla scuola dei lapicidi lombardi in Friuli. Accanto al portale è stata sistemata anche una statua del Salvatore dello stesso Bernardino (1505); poco discosto un architrave con una celebre scritta del 1477 (con motivo figurato di poco conto) che ricorda contemporaneamente una invasione di cavallette ed una di Turchi che dopo aver passato l'Isonzo devastarono e bruciarono la terra friulana. Delle opere d'arte pittorica conservate nella parrocchiale, le più conosciute sono la pala con la Presentazione di Gesù al Tempio firmata da Giacomo Palma il Giovane (1544-1628); una Crocifissione con Santi attribuita a Sebastiano Bombelli (1635-1719); due tele con Ester e Assuero e Giuditta e Oloferne, oltre ai Misteri del Rosario (olio su rame), di Giovanni BattistaTosolini, tricesimano (1739-1792); il Martirio di S. Filomena di Filippo Giuseppini di Udine (1811-1872), un S. Emidio (ca. 1927) di Giovanni Battista Gori di Nimis. L'altare maggiore, fine Settecento, è opera di Luigi Pischiutti di Gemona; le due statue laterali sono di Bartolomeo Ferrari (secolo XIX), seguace del Canova; la lignea Madonna del Rosario con Bambino e due angeli (1898) di Valentino Panciera detto il Besarel, la statua di S. Luigi (1928) di Giovanni Rampogna. Bella la traforata copertura in rame (1610) del fonte battesimale. Delle altre chiese del Comune, la Chiesa parrocchiale di Ara è stata ricostruita intorno al 1930 su progetto dell'architetto Cesare Miani di Udine. Nella Chiesa di S. Vito a Fraelacco, statua lignea di S. Vito attribuita a Giovanni Antonio Agostini (inizio secolo XVIII), altarolo in pietra contenente in altorilievo la Madonna con Bambino (metà secolo XVI): lapicida Giovanni Antonio da Meduno), acquasantiera del 1527 di Pietro di Marco da Milano abitante a Tricesimo. A Leonacco la Chiesetta di S. Martino, con campanile a vela, preceduta da un piccolo portico, conserva un'acquasantiera la cui vasca porta rozzamente scolpite alcune facce: pare opera pre o protogotica, ma l'estrema rozzezza dell'intaglio impedisce una datazione sicura. Affreschi malandati ed attardati (1560) di Lorenzo da Marano sono riapparsi nel presbiterio in seguito ai lavori del dopo terremoto. Nella Chiesa di S. Pelagio ad Adorgnano il ciclo d'affreschi che copre l'intero presbiterio e l'arco trionfale è dovuto (1535) a Gian Paolo Thanner, qui in uno dei suoi più felici momenti, come mostrano alcuni riquadri (ad esempio l'Adorazioni? dei Magi) o qualche figura più robusta del solito. Voltare ligneo, con tre statue raffiguranti i Ss. Pelagici, Agostino e Daniele, è della fine del XVI secolo e può essere attribuito a Giovanni Antonio Agostini. Nella Chiesa della Natività a Felettano bei dipinto di Odorico Politi (Madonna con Bambino, secolo XIX), nella Chiesa di S. Giuseppe a Laipacco, accanto alla monumentale Villa Folli-Tacelli-Orgnani, il più significativo ciclo d'affreschi di Gian Paolo Thanner (1524) che oltre a dipingere sacre raffigurazioni nel coro e nell'arco trionfale, eseguì i ritratti del cameraro Jacum de Michel e di una quindicina di popolani in costume friulano del Cinquecento, lasciandoci in tal modo un importantissimo documento visivo di vita quotidiana. La Chiesetta di S. Vita martire a Luseriacco ha una delle più antiche acquasantiere (fine secolo XIII) del Friuli, con rilievi nella vasca attribuiti a lapicidi gemonesi. Le vele del coro sono coperte da affreschi della seconda metà del Quattrocento raffiguranti i simboli degli Evangelisti entro tondi sostenuti da angeli; nella Chiesetta di S. Michele a Monastetto uno dei pochi dipinti conosciuti di don Antonio Facci (Madonna con Bambino, S. Michele e S. Sebastiano, 1789). A breve distanza dall'abitato di Tricesimo, sulla cresta di un colle, domina su larga parte della pianura friulana il bel complesso del Castello cinquecentesco, cappella gentilizia e cinta muraria munita di torri agli angoli e lungo i lati. Le prime notizie risalgono al 1253; assedi e occupazioni si susseguono durante tutto il XIV secolo; fu semidistrutto nel 1511, fu riedificato nel 1521, anno in cui lo acquistarono i Conti di Maniago. Passò infine nel 1627 ai Valentinis che ne furono proprietari fino al 1943, quando il castello fu ceduto all'Azione Cattolica Udinese e adibito a luogo di ritiro per esercizi spirituali. La costruzione di un Santuario alla sommità del colle e le modifiche apportate al vetusto castello per le nuove esigenze hanno in qualche modo mutato l'affascinante fisionomia del luogo. La Chiesetta gentilizia annessa fu affrescata nel Cinquecento dall'Amalteo: oggi purtroppo i dipinti, così come quelli della cripta sottostante, risultano in parte illeggibili.
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