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Copie della
pubblicazione sono disponibili rivolgendosi direttamente
all'autore Maurizio Cignacco di Orsaria o al parroco di
Premariacco don Pietro Moratto |
Premessa
Dire cose
originali è già di per se stesso esercizio complicato; dirne di
originali e nuove sulla storia della Chiesa parrocchiale
intitolata a S.Ulderico è addirittura arduo.
Nonostante questa doverosa premessa, il Consiglio Pastorale
pensò di sfidare il rischio di dire banalità e nel corso di una
riunione del febbraio 2005, affidò al sottoscritto il compito di
produrre uno scritto in occasione della ricorrenza dei 100 anni
dalla fine del grande ampliamento e ristrutturazione cui fu
sottoposta la Chiesa parrocchiale di S.Ulderico in Orsaria.
Perciò, nel presente breve lavoro, oltre a riproporre quanto già
scritto da altri, ho cercato di sviluppare alcuni aspetti
storici forse non noti ai più.
Esso è comunque solo un pallido accenno di ciò che potrebbe
essere studiato e scritto circa le secolari vicende
storico-religiose della nostra Parrocchia nonché dei suoi
edifici di culto.
Rimando pertanto ad altra occasione una più ampia ed esaustiva
trattazione di questo, per me, affascinante argomento.
Infine auspico che i benevoli lettori, sfogliando queste pagine,
trovino un qualche diletto ed allo stesso tempo non guardino con
occhio eccessivamente severo le inevitabili lacune o mancanze.
Ringrazio il parroco pro-tempore della Parrocchia di Orsaria,
Don Pietro Moratto ed il Consiglio Pastorale in carica per la
fiducia ed il sostegno accordatomi.
Grazie al Prof. Sergio Tomat per l’assistenza nella ricerca
d’archivio.
Da ultimo, ma non per questo meno importante, un grazie di cuore
a Don Edoardo Scubla per avermi cortesemente fornito consulenze
storiche, religiose e linguistiche.
Maurizio Cignacco
- Orsaria, novembre 2005
Le fonti
Nel 1918 veniva dato alle stampe, dall’ex-cappellano di
Orsaria Don Paolino Urtovic, profugo di guerra in terra Toscana,
un opuscolo intitolato “Una parrocchia friulana”, in cui
venivano esposte una breve storia della comunità orsariese e le
sue vicende religiose dagli albori fino al 1911.
Nel 1976 Don Mario Toller riproponeva integralmente il lavoro di
Don Urtovic, aggiungendovi di suo una consistente appendice.
L’opera veniva intitolata semplicemente “Orsaria”.
A tale testo si possono rivolgere tutti coloro che intendono
farsi un’idea delle vicende religiose, civili e militari che
hanno interessato la nostra comunità fino agli anni settanta del
secolo XX°. Anch’io, per la stesura del presente contributo, ho
abbondantemente attinto a questa fonte.
Mi sono avvalso inoltre di informazioni e dati ricavati, oltre
che dall’Archivio Parrocchiale di Orsaria, anche da autorevoli
studi storici relativi al nostro territorio, ovviamente per la
sola parte di pertinenza. L’elenco dei testi e degli studi
consultati e/o citati si trova in calce al presente libretto.
Cosa c’era anticamente sul colle della Chiesa: ipotesi.
Di certo sappiamo che la zona ove sorge attualmente la
Chiesa parrocchiale è stata oggetto di frequentazione umana da
diversi secoli. Reperti del periodo Neolitico (da 5 a 2 mila
anni a.C.) furono ritrovati non distanti dal colle su cui sorge
la Chiesa. “A sud dell’abitato, sulla sponda destra del Natisone,
sono stati rinvenuti alcuni manufatti litici in una zona
abbastanza vasta (...) Il poco materiale raccolto consiste in
una lama ritoccata di grandi dimensioni, rara nelle ns. zone...”
(I.P.T.U.).
Gli storici e studiosi che a vario titolo e in momenti diversi
si sono interessati alla storia locale (Tellini, Quarina,
Càssola Guida, De Gasperi...) sono concordi nel ritenere che l’aggere
(terrapieno) su cui sorge la Chiesa (e ora anche la canonica),
facesse parte di un Castelliere.
Lo storico e scienziato friulano Lodovico Quarina, nel suo
studio pubblicato negli anni 1938-40, ce ne dà la definizione
generica :”...quando si trovano sopra rialzi naturali o sulla
sponda di un corso d’acqua (...) allora la forma del castelliere
è obbligata dalla conformazione del terreno su cui sorge e
l’argine (aggere) è limitato ordinariamente alla sola parte
aperta, mentre la difesa lungo i corsi d’acqua si riduce a
piccoli argini e forse solo a palizzate che dovevano circuire
tutt’intorno l’intero castelliere”; nella sua genericità non ci
è comunque difficile trovare in questa descrizione parecchie
analogie con la zona della Chiesa.
Citiamo inoltre Paola Càssola Guida (da Castelli del Friuli vol.5°)
“...più a sud, sulla riva destra del Natisone, un’altra
fortificazione a terrapieno poteva essere nel sito dove oggi
sorge la Chiesa di Orsaria (...) esso (il castelliere) poteva
ben appartenere al formidabile sistema difensivo del Natisone,
che proteggeva dagli attacchi nemici una delle principali vie di
accesso alla pianura friulana...”.
Da ultimo riportiamo un decreto del 13 febbraio 1969 emesso
dalla Direzione Generale delle Antichità, allora dipendente dal
“Ministero per la Pubblica Istruzione”. Esso recita: “...l’immobile
[il terreno nda] confinante a Nord con l’area della Chiesa
Parrocchiale [...] in parte comprende i resti di un Castelliere
ad argine di terra di epoca protostorica [...]” (APO).
Varie ipotesi sono state formulate circa l’epoca di appartenenza
dei castellieri rilevati sul territorio friulano. Dai
ritrovamenti si deduce che la loro costruzione ed utilizzazione
data dalla fine dell’età del Bronzo al principio dell’età del
Ferro (perciò grossomodo fra il 2000 e il 1000 a.C.)
Possiamo quindi supporre che i nostri antenati già circa 3000
anni fa abitarono ed utilizzarono il colle su cui sorge
attualmente la Chiesa. Ma non solo! Ci sono testimonianze
archeologiche (non relative ad Orsaria per il vero) che
dimostrano come tali strutture furono utilizzate anche in epoca
romana (il Castelliere di Firmano, parzialmente riutilizzato
come necropoli in epoca tardo-antica; il Castelliere di Doberdò
del lago (GO), o medioevale (il Castelliere di Udine).
Orsaria viene menzionata per la prima volta su un documento
ufficiale il 24 novembre 1192 con una bolla di papa Celestino
III (è definita “Ecclesiam de Ursaria”).
Non sappiamo con certezza se la prima Chiesa di Orsaria fosse
ubicata nel sito attuale, ma ciò comunque non lo possiamo
neppure escludere. Anzi ci sono tutti gli elementi per
suffragare tale ipotesi: posizione elevata e quindi ben visibile
e difendibile; luogo di sicura antica frequentazione umana
ecc...
L’ipotesi avanzata da taluni (“Orsaria” pag.48) che la chiesetta
detta di S.Martino (ora ridotta a rudere) posta a SUD
dell’abitato, fosse l’antica Chiesa parrocchiale, non ha trovato
sinora riscontri oggettivi.
Ci piace pensare che i nostri antenati del IV°-V° secolo d.C.,
abbracciata definitivamente la “nuova” religione cristiana,
irradiatasi anche nel nostro territorio dalla non lontana
Aquileia, abbiano per così dire “riconvertito” un preesistente
sacello pagano in un luogo di culto aderente alla mutata realtà
religiosa. Non esistono prove archeologiche di ciò sul colle
della Chiesa, ma come possono provare altri esempi in località
friulane, (Chiesa del Castello di S.Daniele; Chiesa di S.Giusto
a Premariacco; Chiesa di S.Lorenzo a Leproso; la stessa Chiesa
di S.Martino ad Orsaria) questa è stata una probabile naturale
evoluzione del “paesaggio religioso” da pagano a cristiano.
Il luogo di culto ha convissuto nel tempo con altre strutture di
carattere probabilmente militare. Infatti già nel XIV sec.,
durante la guerra civile fra Udine e Cividale, si accennava ad
una “bastita” (fortezza; apprestamento difensivo) in costruzione
sul colle della Chiesa di Orsaria (Bianchi, Diplomatario n.4968).
Anche le cronache relative alla costruzione dell’attuale Chiesa
riferiscono che “...negli scavi per le fondamenta della Chiesa,
furono trovate precisamente tracce di muraglioni in diverse
direzioni, che evidentemente non potevano appartenere che ad una
fortezza” (“Orsaria” pag.14). Non avendo nessun altro elemento
per poter valutare la natura di tali muraglie possiamo pensare
che fossero effettivamente relative ad apprestamenti difensivi
oppure, perché no, anche al sacello pagano sopra citato.
Comunque, al di là di ogni ipotesi (per quanto suggestiva) sulla
frequentazione antica
del sito e su un’ eventuale esistenza in passato di costruzioni
ora scomparse, una minor incertezza potrebbe essere espressa
solo dopo delle accurate ricerche archeologiche.
La Chiesa parrocchiale di Orsaria dal XVII al XIX secolo
Ammesso e non concesso che ci sia stato un utilizzo del
colle per scopi diciamo prevalentemente religiosi o di culto
fino al XVI sec., successivamente è testimoniata sul colle la
presenza certa di una Chiesa.
Per gli abitanti di Orsaria (e per i parroci), decidere il luogo
su cui costruire e/o riedificare la Chiesa parrocchiale nel
corso dei secoli, non deve essere stata impresa di tutto riposo!
Bisogna senz’altro di nuovo ammettere che il luogo su cui sorge
la nostra Chiesa è quanto di meglio si possa sperare dal punto
di vista paesaggistico: amenissima posizione sulla sponda destra
del Natisone che le fa da naturale e pittoresco contrafforte
verso Est; leggera elevazione rispetto al territorio
circostante, il che la rende visibile da lungi da tutti i punti
cardinali. Fate una prova: sia da Nord, cioè da Premariacco, sia
da Sud, da Buttrio, o da Est come da Ovest, la nostra
parrocchiale svettante sul colle è il “faro” che indica quale
direzione prendere per arrivare ad Orsaria a colpo sicuro. Non
di meno si deve riconoscere che trovarsi appunto sulla sponda
del fiume ha avuto, nel corso dei secoli, per così dire, anche
degli “effetti collaterali” indesiderati.
La tradizione orale locale voleva che il terrapieno ove sorge la
Chiesa fosse più vasto verso levante; addirittura si indicava
che, “dietro la Chiesa (quindi fra la stessa ed il Natisone nda),
passava la strada maestra che conduceva ad Aquileja” (“Orsaria”
pag.11). Tralasciando il discorso della strada, privo per quanto
ne sappiamo di ogni fondamento storico, documentale o
archeologico, ci soffermiamo sul terrapieno.
Certamente esso doveva essere più ampio rispetto all’attuale.
Come per tutte le parrocchiali situate nei centri abitati, anche
intorno alla Chiesa parrocchiale di Orsaria esisteva il cimitero
(sui lati NORD, SUD, EST). A causa dell’azione erosiva delle
acque del Natisone si verificarono nel tempo vari cedimenti del
terreno che coinvolsero anche parte del cimitero.
Infatti, il primo gennaio dell’anno del 1816, l’allora parroco
De Narda annotava che “...è caduto il terrapieno del Cimitero
che girava dietro la Chiesa parrocchiale con il suo antemurale
giù nel Natisone...”. Nel 1859 si lamenta la caduta del nuovo
cimitero attorno alla Chiesa (“Orsaria” pag.35-36). Come si vede
il pericolo di crollo è sempre stato incombente e l’instabilità
del terreno ha minacciato seriamente più volte la staticità
stessa dell’edificio cultuale. Nel 1820, in un inventario dei
mobili della Chiesa, redatto sempre dal parroco De Narda, si fa
menzione dell’altare maggiore che “...era stato levato dal suo
posto per il continuo pericolo di un crollo fatale”.
Per riparare i danni causati dai crolli e per arginare future
simili minacce, furono eseguiti negli anni diversi interventi di
riparazione e consolidamento sia del muraglione di riparo sia
nella Chiesa stessa. Ma evidentemente il pericolo di crollo
rimaneva sempre incombente.
Il citato parroco De Narda e Don Gio Batta Zorzenone prima di
lui , non certo senza una buona dose di pragmatismo e di
coraggio, proposero agli orsariesi di costruire una nuova
Chiesa, non sull’antico colle, bensì nel centro del paese, per
evitare così i rischi legati all’erosione delle acque e per
ottenere una Chiesa parrocchiale la quale “...deve attrarre
tutta la planimetria del paese dove si trova...” (“Orsaria” pag.36).
Le proposte non furono accolte favorevolmente dai compaesani:
tutt’altro! Il parroco Zorzenone, accusato dai suoi parrocchiani
di voler edificare la Chiesa in luogo diverso dal tradizionale,
dovette comparire a giustificarsi con ben 4 missive davanti al
“Notajo di Cividale” e il parroco De Narda lasciò Orsaria
probabilmente perché risentito verso il paese che gli moveva le
medesime accuse (“Orsaria” pag. 22 e 36). Ma tant’è: il popolo
diceva “i vecchi l’hanno fabbricata lì; è sempre stata lì e
tanto basta”.
La costruzione della Chiesa attuale
Nella fase di raccolta dei dati per la preparazione di
questa pubblicazione, con l’autorizzazione del parroco don
Pietro Moratto e con l’assistenza del prof. Sergio Tomat,
accedevo all’archivio parrocchiale, con la speranza di reperire
quella fonte che, se trovata, di sicuro avrebbe consentito di
ottenere una mole di informazioni preziosissime sulla vicenda
costruttiva della attuale Chiesa: il cosiddetto “fascicolo della
fabbrica della Chiesa”. La ricerca non dava purtroppo i frutti
sperati; infatti non è stato trovato un tale fascicolo,
carteggio o documentazione che si riferisse univocamente
all’evento considerato.
Come testimoniato dalle fonti documentali, disegni ed i progetti
esistevano (“Orsaria” pag.43 nota 1), ma presumibilmente sono,
per così dire, finiti altrove. Allo stesso modo, i documenti di
spesa (che pure dovevano esserci) si saranno probabilmente
confusi e mischiati con le altre spese ordinarie della
parrocchia oppure anche loro nel corso degli anni, hanno preso
altre strade.
Naturalmente può essere che la ricerca non sia stata fatta con
la dovuta attenzione; in tal caso chiedo venia e lascio il
compito ad altri più solerti ricercatori di tentare in futuro,
se lo riterranno, di risolvere questo “mistero”.
L’iniziativa di dotare Orsaria di una nuova Chiesa fu di Don
Francesco Grillo (1870 – 1949). Egli assunse ufficialmente la
cura della parrocchia di Orsaria dal 25 ottobre 1900, ma già dal
settembre 1899 operava come aiutante del parroco Sante
Maestrutti, che versava gravemente malato.
L’intraprendente sacerdote, fin dai primi giorni della sua
permanenza ad Orsaria notò che la Chiesa parrocchiale era
fatiscente e poco capace rispetto alle esigenze religiose della
comunità.
Già nel 1865 (si era allora sotto il Regno Lombardo-Veneto)
risulta fosse stata indirizzata una lettera, firmata dall’allora
parroco Mesaglio e dalla Fabbriceria, a Maria Anna d’Austria
[moglie dell’ex-imperatore Ferdinando I° d’Austria nda], nella
quale si chiedeva un sussidio per ampliare la Chiesa
parrocchiale, la quale era insufficiente per contenere tutti i
fedeli.
Don Grillo chiamò a raccolta i capifamiglia di Orsaria. Con essi
discusse sulla situazione strutturale della Chiesa parrocchiale
e sulla possibilità di costruirne una nuova. (Cosa avrebbero
deciso i nostri antenati se solo avessero immaginato che la
Chiesa, voluta così grande e maestosa per contenere tutti i
fedeli, ai giorni nostri è ahimé spesso semivuota?). Non abbiamo
reperito nella documentazione parrocchiale la delibera
specifica, ma immaginiamo che la maggioranza dei capi famiglia
fosse stata d’accordo con
Don Grillo. Probabilmente vennero fatti redigere diversi
progetti; la scelta cadde su quello elaborato dall’allora
parroco di Cassacco, Mons. Angelo Noacco e quindi, ottenute le
necessarie autorizzazioni, si diede inizio all’opera.
Don Grillo “...si improvvisò autorevolmente nelle mansioni di
ingegnere, di direttore dei lavori, e di...operaio...” (Il Prete
friulano). Utilissimi consigli di carattere tecnico gli vennero
forniti dal fratello geom.Vittore.
Naturalmente i parrocchiani ebbero una parte insostituibile
nella realizzazione dell’impresa.
Contribuirono infatti con donazioni di denaro, generi alimentari
e simili, ma soprattutto fornendo copiosa manodopera gratuita.
Mi sono state riferite a tal proposito, le testimonianze fornite
anni fa da due nostre anziane compaesane, le quali all’epoca
della ricostruzione della Chiesa erano poco più che bambine:
Erminia Pittioni in Orgnacco (classe 1900) e Maria Quaiattini in
Basso (classe 1897).
Esse narravano che, insieme a tanti altri bambini e adolescenti,
dopo l’orario scolastico o dopo le funzioni religiose,
contribuivano alla fabbrica della Chiesa portando sassi, sabbia
ecc. dal letto del Natisone fin su al cantiere.
Un altro gustoso aneddoto del tempo narra che anche le massaie
di Orsaria dettero un loro originale contributo. Infatti
settimanalmente passavano di casa in casa per raccogliere le
uova che poi rivendevano, donando il ricavato alla Chiesa. I
soliti burloni non persero l’occasione per notare che la nuova
costruzione si erigeva anche grazie “...alla sollecita
collaborazione delle
galline!!!”.
Il cantiere lavorò a pieno ritmo dal 1902 al 1905. Il vecchio
edificio di culto venne completamente inglobato nella nuova
costruzione. Di esso si conservarono soltanto alcuni tratti dei
muri perimetrali. Nel 1905 la ristrutturazione e ampliamento
della nuova Chiesa poteva dirsi quasi completata nelle sue
strutture principali. L’edificio di culto restava sempre
intitolato, come i precedenti, al patrono del paese, S.Ulderico
Vescovo di Augsburg. Sul frontone che sovrasta il portone
centrale, venne posta la seguente iscrizione:
“D.O.M. • IN • HON
• S • ULDARICI • EP • 1905”
(A Dio Ottimo Massimo. In onore di S. Ulderico Vescovo - 1905).
Don Francesco
Grillo, nel 1910, fu chiamato dai superiori al delicato ufficio
di Arciprete di San Daniele del Friuli. Egli lasciò quindi la
cura della parrocchia di Orsaria che aveva
retto per circa 10 anni, non prima comunque di aver disposto
anche l’intonacatura delle pareti, la decorazione e pittura del
coro. I lavori di completamento ed abbellimento della nuova
Chiesa proseguirono tra alti e bassi sotto la direzione del
nuovo parroco Don Massimo Pozzi. Subirono peraltro un ulteriore
rallentamento a causa del primo conflitto mondiale che distolse
ingenti risorse umane e finanziarie dal progetto.
La consacrazione e dedicazione ufficiale del luogo di culto,
officiata dall’Arcivescovo udinese Antonio Anastasio Rossi, ebbe
luogo finalmente, il 23 febbraio 1924.
Così recita la dedicazione riportata sulla parete di raccordo
tra la navata destra ed il presbiterio a ricordo di tale
avvenimento:
D.O.M.
IN HON. S. ULDARICI EP.C.
FUNDITUS EXTRUCTUM INCOLARUM OPERA
ET IMPENSIS QUO LOCO VETUS IAM ARCTUM
PAGO IN DIES EXCRESCENTE SURGEBAT
ILLMUSS ANT. A. ROSSI ARCHIEP. UTIN.
SOLEMNITER DICAVIT DIE XXIII FEBR. MCMXXIV
(A Dio Ottimo
Massimo; In onore di San Ulderico Vescovo, l’opera, fondata
nello stesso antico luogo di quella smantellata, con il concorso
degli abitanti faticosamente eretta, l’Illustrissimo Antonio
Anastasio Rossi, Arcivescovo udinese, solennemente dedicava il
23 Febbraio 1924).
Testi,
documenti, ecc. consultati e/o citati:
- Archivio Parrocchiale Orsaria (APO)
- Candussio Aldo, INSEDIAMENTI PREISTORICI DEL TERRITORIO UDINESE
(IPTU), in Preistoria nell’Udinese - 1981
- Càssola Guida Paola, I CASTELLIERI, in Castelli del Friuli Vol.
5° di Tito Miotti
- Miotti Tito, LE GIURISDIZIONI DEL FRIULI ORIENTALE E LA CONTEA
DI GORIZIA, in Castelli del Friuli Vol.3
- Quarina Lodovico, CASTELLIERI E TOMBE A TUMULO IN PROVINCIA DI
UDINE, in Ce Fastu? del 1943
- Toller Mario - FRANCESCO GRILLO, IL PRETE FRIULANO, Udine 1967
- Urtovic Paolino- Toller Mario, ORSARIA, Udine 1976 |