Cavazzo Carnico (UD), 14 Agosto
2005
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CAP: 33020 -
Altitudine (s.l.m.): m. 280
Abitanti: 1.132 - Superficie: Kmq. 38,69 |
Località carnica (affacciata sul omonimo lago) posta lungo la strada
romana che da Gemona conduceva a Zuglio, Cavazzo era una delle tre
Pievi assegnate all'Abbazia di Moggio fin dalla fine del XI secolo. Al
1212 risale il primo documento ufficiale, con il quale il Patriarca
Volchero concedette l'investitura del lago di Cavazzo a Ottone di
Gemona, a condizione che questi fornisse di pesci le mense
patriarcali.
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CAMPANE
La Messa non è stata celebrata nella
parrocchiale, ma in località "cret da la Madone", in uno spiazzo dal
quali se sente scrosciare le limpide e fresche acque del "Rio
Faeit" e a pochi metri dalla strada dove si affaccia la piccola grotta
con la statua della Madonna.
IL CRET DE MADONE
BENVENUTO
LETTURE PREGHIERE E CANTI
FINALE
Dopo la Messa si è svolto un
piccolo "mercatino" a scopo benefico,
con i prodotti che sono andati a ruba in pochi minuti.
CAVAZZO CARNICO - Arte e Cultura
La Chiesa di S. Daniele a Cavazzo Carnico è edificio in
stile settecentesco nei modi di Domenico Schiavi, di semplice fattura,
con alta facciata timpanata ed adiacente campanile (1890) con cella
campanaria ottagonale.
Nel grande vano interno, altare maggiore in marmo della
metà del Settecento (Antonio Cuzzi di Peonis) con bella paletta di
Pier Antonio Novelli (Resurrezione, fine secolo XVIII); in un altro
altare invece, secentesco ed acquistato a Venezia all'inizio
dell'Ottocento da un non identificato edificio sacro, è posta la bella
pala con la Natività della Vergine, del primo quarto del XVII secolo,
pure proveniente da Venezia (nel 1839, dalla Chiesa di S. Daniele in
Castello), opera del veneziano Domenico Tintoretto. Un'altra tela
della chiesa proviene da Venezia (fine del secolo scorso) ed è quella
eseguita da Francesco Bassano (1549 ca. - 1592) con la Fuga in Egitto.
In entrambi i dipinti si evidenziano le capacità coloristiche,
impaginative ed inventive dei due grandi maestri veneti. Friulana,
invece, dovuta al sandanielese Giuseppe Buzzi è la pala di S. Antonio
(La Vergine con il Bambino, S. Giuseppe, S. Antonio da Padova e S.
Antonio Abate, 1717), così come friulani sono gli affreschi (in parte
mutili) del soffitto della navata (Resurrezione, S. Daniele nella
fossa dei leoni, la Vergine con i Santi Rocco Antonio), eseguiti in
maniera mediocre da Carlo Boldi di Tarcento (1798) che nella lunetta
con la Pietà riuscì a creare immagini altrettanto sgrammaticate ma più
potenti e dignitose.
Nella Chiesetta di S. Rocco a Cavazzo, altar maggiore
settecentesco in legno intagliato attribuito a Girolamo Comuzzo: i
dipinti laterali sono di Giuseppe Buzzi (secolo XVIII), quello
centrale (Madonna con Bambino e Santi) di un qualche Comuzzo (secolo
XVII). Distrutta dal terremoto la Chiesa di S. Valentino a Somplago
con altare ligneo barocco e dipinti sei-settecenteschi, gravemente
lesionata quella di S. Leonardo a Mena con ricco altare ligneo
secentesco (nei lavori di restauro è apparsa una bella Annunciazione a
fresco della fine del Quattrocento); distrutta - ma in fase di
ricostruzione quasi ultimata - anche la Pieve di Cesclans che
dall'alto dominava i paesi del lago di Cavazzo: rimangono - a ricordo
- il campanile ricostruito ed alcuni muri sbrecciati tra i quali è
posto un Crocifisso ligneo.
Salvata, ma altrove, la bella pala che nel 1536 per la
chiesa di Mena aveva dipinto Bernardino Blaceo con la Vergine tra i
Ss. Stefano e Giovanni Battista.
Informazioni tratte da:
GUIDA ARTISTICA DEL FRIULI VENEZIA GIULIA
(a cura di Giuseppe Bergamini
)
dell'Associazione fra le Pro Loco del Friuli-Venezia Giulia
http://www.prolocoregionefvg.org
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