Basilica B.V. delle Grazie
(Udine), 8 Dicembre 2004
Il Santuario di S. Maria delle Grazie
www.bvgrazie.it è tra i più celebri e frequentati della regione. Dove ora sorge la
grande basilica già nel XII-XIV secolo esisteva una chiesetta dal titolo
di San Gervasio. Si deve ai frati Servi di Maria, giunti nel 1479 a
Udine, l'ampliamento della chiesa e la costruzione del convento: si ha
notizia infatti di innumerevoli lavori compiuti nel XVI e XVII secolo.
CAMPANE
La chiesa attuale, tuttavia, ad aula ampia
ed alta con coro sopraelevato e con pronao di Valentino Presani (1851),
risente soprattutto dell'intervento di Giorgio Massari (1730) che
ripeté qui lo schema dei Gesuiti di Venezia. La basilica conserva
qualche opera d'arte di pregio. La più famosa è forse la Madonna con
Bambino e Santi, nell'altar maggiore, che Luca Monverde dipinse
nel 1522 in modo tanto egregio da far dire al Vasari che "se più
lungamente fusse vissuto, sarebbe stato eccellentissimo". Ancora vanno
viste due buone tele di Giuseppe Diziani nella cappella della
Vergine: Ester dinanzi ad Assuero e Giuditta con la testa di Oloferne;
qualche quadro di pittore secentesco locale (Vincenzo Lugaro, Eugenio
Pini) o di Domenico Tintoretto; affreschi di Gaspare Negro
(1518) nella vecchia cappella della Vergine e decorazione del soffitto
della navata di Lorenzo Bianchini (episodi della storia del Santuario,
fine Ottocento).
CANTI
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L'altare e
l'immagine della B. V. delle Grazie |
Per la
natura stessa del luogo, le opere più interessanti sono però
quelle legate alla devozione popolare: il culto della Madonna
delle Grazie è legato alla venerata immagine, una tavoletta
probabilmente trecentesca che, si dice, il luogotenente Giovanni
Emo, che era stato "console generale" a Costantinopoli, aveva
avuto in dono dal sultano Mehemed II ed aveva portato con sé ad
Udine nel 1479.
Alla pietà mariana si accompagna l'offerta, tra l'altro, di exvoto:
la raccolta di ex-voto in pittura e in oreficeria che il convento
possiede è la più importante della regione, nonostante vendite,
furti, normale deperimento l'abbiano decimata soprattutto per
quanto riguarda gli oggetti più antichi.
Particolarmente caratteristica la così detta maschera del diavolo,
quattrocentesca armatura di molto pregio, legata ad una curiosa
leggenda popolare.
Informazioni tratte da:
GUIDA ARTISTICA DEL FRIULI VENEZIA GIULIA
(a cura di Giuseppe Bergamini
)
dell'Associazione fra le Pro Loco del Friuli-Venezia Giulia
http://www.prolocoregionefvg.org
Origine del Santuario
Il
santuario della Beata Vergine delle Grazie di Udine è sorto
per custodire un'immagine miracolosa della Madonna.
Dal XII secolo esisteva, dove oggi sorge il Santuario, una
chiesa con annesso convento dedicata ai Santi Gervasio e
Protasio. Gli atti del comune di Udine citano un'elargizione
del 1347 per la sua consacrazione. Forse questo convento fu
fondato dai Benedettini, fu poi retto dai Celestini. Questi
accettarono una donazione di un terreno adiacente a San
Gervasio, nel 1348 anno della loro massima espansione. In
questo periodo è presente a Udine anche il loro provinciale
fra Omobono, il quale, pensando ad una stabile presenza,
riesce ad ottenere dal patriarca la vicina chiesa. L'atto di
consegna avviene il 28 ottobre 1349 in San Gervasio con il
consenso del capitolo dei canonici. La comunità era piccola
e la lista parziale dei priori ci indica che la loro
provenienza era disparata.
I Celestini ressero il convento per poco più di un secolo
con alterne vicende, ma, infine, la popolazione non era
contenta del loro ufficio. A quell'epoca il Friuli,
appartenente alla diocesi di Aquileia, era sotto il dominio
della Repubblica Veneta.
Nel gennaio del 1479 fu nominato luogotenente della
repubblica il cavaliere Giovanni Emo. Fu lui che, su
incarico del consiglio comunale, chiamò a Udine i Servi di
Maria, con intento riformatore sia dei costumi monacali
udinesi che del monastero esistente. Il 28 luglio di quell'anno
ci fu una solenne processione dalla cattedrale al convento
per celebrare l'insediamento dei frati. Essi furono
accettati in prova e confermati definitivamente nel 1491.
L'icona miracolosa
Giovanni Emo conservava nel castello, residenza dei
luogotenenti, un quadro della Vergine che avrebbe ricevuto
in dono dal sultano di Costantinopoli Maometto II, durante
una sua ambasciata.
La
cappella della Vergine
L'icona miracolosa della Vergine venne collocata in una
cappella a se stante. Questa cappella, più tardi dedicata al
beato Bonaventura da Forlì, ora custodisce il crocifisso
ligneo trecentesco lasciato in dono dalle monache Clarisse.
Nel sec. XVIII, si pensò di costruire anche una nuova
cappella che fu completata per la fine del 1769 a spese del
comune di Udine. A pianta quadrata, essa è sormontata da una
cupola e variamente decorata. L'immagine, di stile
bizantineggiante, raffigura la Vergine Maria con il volto
leggermente inclinato verso il figlio; in alto si leggono
due sigle che significano: "Madre di Dio". L'icona quindi si
rifà agli insegnamenti del concilio di Efeso. Come segno del
legame nella carne e nel sangue della Madre con il figlio di
Dio, il bambino è presentato nell'arte di poppare.
Testimonianza di un fecondo rapporto di fede tra il
Santuario e il Friuli, sono i numerosissimi "ex voto", che
costituiscono un fondamentale elemento per la lettura di
come si è sviluppata l'azione spirituale e la devozione
popolare verso la Madonna delle Grazie.
(Tratto da
www.bvgrazie.it) |
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