Valvasone (PN), 30 Maggio 2004
Il comune di Valvasone comprende le località CASAMATTA, POZZO DIPINTO,
PONTE TAGLIAMENTO e TORRICELLA.
Primo pregio turistico di Valvasone è lo stato di conservazione del
nucleo storico, con numerose dimore signorili dei secoli dal XIV al
XVII che ne fanno uno degli angoli più belli dell'intero Friuli.
Di origine romana, Valvasone assunse notevole
importanza durante il Medioevo per il suo guado sul Tagliamento,
L'attuale castello (eretto nel 1218 e modificato nel 1518) è un
edificio di notevole interesse: Napoleone vi tenne il suo quartier
generale; ci visse e poetò quell' "Erasmo di Valvason" che, con il
poema "La caccia" e altre opere, occupa un posto non trascurabile
nella letteratura minore del Rinascimento.
L'ospedale, divenuto grande convento dei Serviti ed in
seguito dei Domenicani, è scomparso lasciando un ricordo nella
canonica e nell'oratorio di San Pietro , con due altari lignei (XVII
secolo), uno marmoreo (XVIII secolo) e con gli affreschi di Pietro da
Vicenza (XVI secolo).
Il guado sul fiume fu all'origine di molti eventi: nel
1499 ottocento contadini, che tentavano di arginare l'avanzata dei
Turchi, furono uccisi; negli anni 1797, 1805, 1809 qui si affrontarono
Francesi e Austriaci (Napoleone, Murat, Bernadotte, Masséna,
Beauharnais, etc..., e gli arciduchi Carlo e Giovanni D'Asburgo);
drammatica fu l'ultima resistenza nel novembre 1917 durante la
ritirata di Caporetto.
Poco lontano dallo storico guado, è stata eretta una
bella riproduzione della Grotta di Lourdes, con statua di L. De Paoli.
Da segnalare i concerti che con precise impostazioni
tematiche, si tengono a settembre.
Informazioni: Biblioteca Civica - vc. Monte Grappa, 6 -
33098 Valvasone (Pn) Tel. 0434.899377
CAMPANE
Organo
veneziano Vincenzo Colombi (1532-1535)
Lo strumento fu
commissionato nel 1532 dai nobili di Valvason a Vincenzo Colombi,
celebre organaro originario di Casale Monferrato e operante a Venezia.
Nel 1535 furono ordinate al "marangon" Stefano di Venezia la
costruzione della cassa e della cantoria; Girolamo da Venezia venne
incaricato di eseguire gli intagli e il pittore Giovanni Antonio da
Pordenone le portelle; nel 1538, Tommaso da Udine completò la stupenda
cassa con la doratura . Morto nel 1539 il Pordenone, le portelle
vennero successivamente concluse da Pomponio Amalteo (1544). Il
pittore sanvitese, tra il 1551 ed il 1552, dipinse anche le formelle
della cantoria, i due fregi ad affresco ed i fianchi del cassa. Più
volte riformato nei secoli e ridotto al silenzio dopo la prima guerra
mondiale, l'organo nel 1974 è stato rimesso in efficienza dall'organaro
padovano Alfredo Piccinelli. Nel 1999 venne definitivamente
ripristinato da Francesco Zanin di Codroipo secondo criteri filologici
e approfonditi studi scientifici.
Alcune immagini sugli
altari laterali ed all'interno della chiesa durante la celebrazione
della Messa...
...accompagnata dal coro
parrocchiale, durante la quale i protagonisti principali sono stati i
ragazzi del corso di catechismo...
CANTI
...ma l'attenzione era
concentrata sul piccolo Davide, che durante la celebrazione
dell'Eucaristia, ha ricevuto il Sacramento del Battesimo...
...nelle foto, il
battesimo con l'acqua, l'olio ed infine...
...la foto ricordo con
mamma, papà ed i nonni...
Principali monumenti e opere d'arte
Il Centro storico di
Valvasone è senza dubbio uno dei più caratteristici e suggestivi del
Friuli: case porticate, antiche abitazioni lo rendono ricco di storia
e d'arte.
La Chiesa parrocchiale, rimaneggiata in stile
neogotico tra il 1889 ed il 1901 (con uso esasperato, alla toscana, di
materiali dicromi orizzontalmente disposti sia all'esterno che
all'interno) custodisce un autentico gioiello: l'unico organo del
Cinquecento veneziano esistente in Italia.
Autore ne fu un grande costruttore, Vincenzo Colombo (o
de Columbis) di Casale Monferrato ma operante a Venezia, dove appunto,
nel 1532, iniziò il lavoro dell'organo per Valvasone terminato nel
1538. Lo strumento, che è ancora perfettamente funzionante (è stato
ovviamente più volte restaurato) è contenuto in uno splendido cassone
ligneo intagliato; le portelle (che rappresentano, chiuse, il Miracolo
della Manna, aperte, il Sacrificio di Isacco ed il Sacrificio di
Melchisedech) e la cantoria, con Scene sacre, sono pregevole lavoro
affidato a Giovanni Antonio Pordenone, che steso il contratto nel
1535, già nel 1537 era giunto a metà dell'opera: che non ultimò,
tuttavia, forse per la sopravvenuta morte (1539), così che nel 1549 il
genero Pomponio Amalteo venne incaricato di portare a termine il
dipinto.
La stesura larga e "facile", l'uso di colori talvolta
smorzati, fanno in un primo momento pensare che la maggior parte
all'esecuzione sia dovuta all'Amalteo. Ma la forza dei personaggi, la
loro robustezza, il dettato magniloquente che si avverte come
sottofondo della composizione, inducono a ritenere che almeno nelle
linee essenziali tutte le pitture siano state concepite dal Pordenone.
Ancora alcune pale d'altare di qualche pregio (pala
della S. Croce, 1605, di Angelo da Portogruaro; pala di S. Caterina,
1701, del comasco Giulio Quaglio, una delle poche opere di
"cavalletto" che gli si conoscono in Friuli; pala del veneziano Matteo
Luigi Canonici, 1791, nell'altare di S. Nicolò); Crocifisso ligneo di
Pomponio Amalteo e bottega (1557).
Di particolare bellezza il paliotto dell'altare di S.
Caterina d'Alessandria nel quale sono raffigurati in bassorilievo
l'Adorazione degli idoli, il Giudizio ed il Martirio di S. Caterina
d'Alessandria: opera probabile di Francesco Penso detto il Cabianca
(1665-1737) che qui evidenzia la sua particolare capacità tecnica e la
dolcezza del modellato; più descrittivo, ma ugualmente interessante,
il paliotto dell'altare di S. Giacomo, con bassorilievo raffigurante
il Martirio del Santo.
La Chiesa dei Ss. Pietro e Paolo conserva importanti
affreschi del primo Cinquecento attribuibili a Pietro da Vicenza.
Raffigurano la Trinità affiancata da quattro gruppi di due Santi o
Sante (tutti sotto finte arcate abilmente scorciate e divise l'una
dall'altra da colonnine marmoree dipinte), i Ss. Cristoforo e
Girolamo, la Madonna con Bambino tra i Ss. Sebastiano e Rocco,
Leonardo e Giobbe (divisi fra loro da pilastrini rudentati). Sono
databili al 1510 circa. Ad altro artista, ad altra epoca (XV secolo)
appartiene la Crocifissione a fresco nella parete di fondo, l'altare
maggiore ligneo (con mediocre pala ottocentesca), è datato 1642 ed è
in parte dorato, così come quello della Visitazione.
Nelle vicinanze di questa chiesa spicca la
bellissima Casa Fortuni, rinascimentale, con pozzo trecentesco.
Monumento insigne di Valvasone è l'importante
Castello, circondato dal fossato e dall'antica cinta muraria.
Edificato in età medioevale e una prima volta distrutto da un incendio
nel 1363, il castello - in cui nacque il poeta Erasmo di Valvalsone e
nel quale dimorò Napoleone Buonaparte - subì nei secoli numerosi
rifacimenti; quella che oggi si vede è la sua struttura
cinquecentesca.
Monumento nazionale, conserva due camere con stucchi, un teatrino
settecentesco, una ricca quadreria.
Nei pressi è pure interessante vedere il Palazzo del
conte Eugenio, cui si affianca una abitazione trecentesca di
recentissima ristrutturazione.
Informazioni tratte da:
GUIDA ARTISTICA DEL FRIULI VENEZIA GIULIA
(a cura di Giuseppe Bergamini
)
dell'Associazione fra le Pro Loco del Friuli-Venezia Giulia
http://www.prolocoregionefvg.org
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