Tratto da "PLÊF
DI GUART"
di Prè Lurinč Dentesan e Prè
Sef Gjargnel
UNA PIEVE IN UN PATRIARCATO
" ... Tra tutte le chiese principali e vetuste che sono onore ed
ornamento della nostra Sede (Arcivescovile) vi è quella che si chiama
Pieve di S. Maria di Gorto, nella provincia della Carnia e che viene
riconosciuta come matrice di tutte le parrocchie del Canale e del
Distretto di Gorto e precisamente: San Giorgio di Comeljáns, San
Canziano di Prato, San Giacomo di Rigolato, San Giovanni Battista di
Sigilletto, San Matteo di Monài, Santa Margherita di Sappada e San
Martino di Cercivento. Talepieve, all'atto difondazione del Monastero di
San Gallo di Moggio, da parte del nostro predecessore Federico,
Patriarca di Aquileja, nell'anno 1072, fu associata a quel monastero.
... Soppressa ora l'Abbazia di Moggio... perché questa pieve insigne
venga onorata con un titolo adeguato... stabiliamo e dichiariamo che il
Vicario di questa pieve... porti il titolo di Preposito della chiesa di
S. Maria di Gorto... ".
Il documento citato (anno 1781) dell'Arcivescovo di Udine, Gerolamo
Gradenigo, ci suggerisce di iniziare la conoscenza della Pieve di Gorto,
nel contesto della storia della Chiesa Locale e della diffusione del
Cristianesimo tra la nostra gente. Nei primi secoli dell'era cristiana,
si forma, nel cuore d'Europa, un'immensa circoscrizione ecclesiastica in
cui i vescovi, che sono più di una ventina, ricordando il ruolo
preminente svolto dalla città di Aquileja nell'attività missionaria,
riconoscono in essa la Chiesa Madre e nel suo vescovo il loro Patriarca.
Tale circoscrizione che dalla Padania raggiunge la Carmola (Slovenja)
salendo poi fino al Danubio e alla Baviera, prende il nome di
Partiarcato di Aquileja: l'unico patriarcato dell'Occidente, assieme a
Roma. Nell'ambito di tale ordinamento, anche Juliurn Camicum (Zuglio)
diviene sede vescovile, ma perde ben presto il suo vescovo, a causa
della distruzione subita da parte dei barbari (sec. VII).
LE PIEVI DELLA CARNIA
Per rendere possibile la gestione della vastissima Diocesi Metropolitica
di Aquilej a, questa viene ripartita in arcidiaconati, con forti
competenze decentrate. Uno di questi è l'Arcidiaconato della Carnia,
che raggruppa i territori di undici pievi: la Carnia odierna, fino a
Sappada.
Il piviere (= territorio plebanale) della nostra Pieve di Gorto,
comprende tutta la parte centrale dell'alta Carnia, includendo
Cercivento, nel Canale di S. Pietro.
La pieve deve essere considerata la struttura di base dell'ordinamento
ecclesiastico, nonché della diffusione capillare del cristianesimo
delle origini: una circoscrizione non troppo vasta, che possa
raggruppare una popolazione omogenea (plebs) su un territorio che
permette gli incontri e gli scambi economici, anche in epoche a economia
chiusa. La comunicazione fra i vari vicus del piviere fa sì che la
chiesa della pieve rivesta, accanto alla funzione prettamente religiosa,
una valenza socio-economico-culturale, come punto di riferimento e come
centro di aggregazione, specialmente in tempi in cui viene a mancare
l'ordinamento statale.
LA "ECCLESIA PLEBIS"
Tutto il piviere aveva un'unica chiesa plebanale, a cui si conveniva per
ricevere i sacramenti - specialmente il Battesimo - e si tornava per la
sepultura...
La chiesa di S. Maria di Gorto viene citata dai documenti scritti solo
nel 1299, però la, sua origine è molto più remota, come molti fatti
attestano.
Osserviamo infatti che:
-
l. Essa esisteva all'atto di fondazione
dell'Abbazia di Moggio, poiché il piviere di Gorto, che in tale
occasione fu aggregato a quel monastero, aveva certamente una sua
chiesa, sulla cui ubicazione sul Colle di Gorto nessuno avanzò mai
dubbi.
-
2. Durante gli ultimi restauri, gli scavi sotto
il pavimento hanno restituito tracce di edifici cultuali cristiani
riferibili all'alto Medioevo.
-
3. La tipologia della chiesa, almeno come ci
viene descritta dai documenti antichi, richiama precedenti
longobardi;
-
4. Il titolo di "S. Maria" senza altre
specificazioni, è tipico di età molto antiche, se non addirittura
paleocristiane (il Biasutti pensa al sec. V).
La "Kirchenfamillie"
Merita un cenno il fatto che sul Colle di Pieve esistevano, accanto
alla chiesa matrice, almeno fino al sec. XVII, altre tre chiese:
- S. Giovanni Battista
- Ss. Giuseppe, Vincenzo, Giovanni e Paolo
- Ss. Michele ed Elena
Forse si deve indicare in quest'ultima l'antico
ossario dove secondo un'usanza riscontrabile in tutta l'area
celto-alpina (cfr. Zuglio, Hallstatt. ..) si custodivano i crani dei
defunti, che venivano recuperati alcuni anni dopo l'inumazione.
Lo strano assembramento di chiese, raro da noi, ma usuale in Austria e
zone germaniche, prende la denominazione di Kircherifamilie, ossia:
'famiglia di chiese". |