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Campoformido, 21 Marzo 2004

CAMPOFORMIDO (Ud)
79 m s.l.m. - 21,98 km2 - 6.589 ab. - C.a.p.: 33030 - Prefisso telefonico: 0432

Frazioni e località: Basaldella del Cormor - Bressa
Associazioni: Associazione corale Car Bus, v. San Sebastiano, Basaldella - Circolo culturale La proposta, c/o Municipio (mostre, concerti) - Circolo fotografico Grandangolo - Filarmonica di Bressa, Bressa
Sport e tempo libero: Campi per pallacanestro e pallavolo (presso Scuole Elementari di Campoformido e Basaldella) - Palestra comunale, v. C. Percolo - Sporting Villa Primavera (piscine coperte e scoperte, campi da tennis) - Tennis Campoformido via Zorutti

Il nome di Campoformido è diventato famoso nel mondo per il trattato di pace tra Napoleone Bonaparte e l’Austria che mise fine alla Repubblica di Venezia il 17 ottobre del 1797, ma la storia della località è molto più antica, ne abbiamo una prima testimonianza in documenti del XIII secolo relativi ad un parlamento che si teneva davanti alla chiesetta di San Canciano con il compito di approvare nuove leggi e di amministrare la giustizia. La stessa etimologia del nome, secondo alcuni studiosi, risale all’epoca longobarda nella parola kampf o kampg che significava duello, combattimento. Pare infatti che l’area quadrangolare situata nei pressi della chiesa fosse un luogo di raduno dove si svolgevano le monomachie, cioè duelli giudiziari imposti dalle leggi longobarde. Altri studiosi, tra cui Gianfranco Ellero, sono più favorevoli all’interpretazione latina di campus formidus, come prato caldo, assolato che richiama l’immagine del paesaggio aperto e privo di alberi caratteristico di questa parte della pianura friulana, che per le sue stesse caratteristiche territoriali vide nascere, durante la prima guerra mondiale, l’aviazione da caccia italiana. Il Comune comprende Campoformido, Bressa e Basaldella.


 CAMPANE

 Foto da fondo della chiesa e sui due altari laterali

 Un flash sui fedeli e sul gruppo giovanile che ha accompagnato la Santa Messa

 Particolari del nuovo altare e del pulpito

Principali monumenti e opere d'arte
    
La Chiesa parrocchiale di Campoformido, riedificata nel 1908 su disegno di Girolamo D'Aronco, con forme basilicali di stile neoromanico, fu consacrata nel 1913. L'altare maggiore, in marmo, del XVIII secolo, conserva nell'ovato centrale un vecchio dipinto raffigurante la Madonna con Bambino (secolo XVI); nel paliotto, bassorilievo con due putti con spighe e grappoli d'uva.
Addossati al presbiterio, due altari barocchi, uno dei quali con i quindici tondi dipinti dei Misteri del Rosario. Della precedente parrocchiale fanno parte anche l'acquasantiera del 1613, il pulpito in legno laccato di bianco, con intagli a bassorilievo (gradevole quello raffigurante la Pesca Miracolosa), un lacerto d'affresco dell'inizio del Cinquecento (due Santi, nella facciata interna) ed un dipinto fine Settecento con i Santi Michele Arcangelo, Martino e Canciano.
     A Bressa, Parrocchiale neogotica, costruita tra il 1877 ed il 1888 su progetto di Girolamo D'Aronco, cui si deve anche lo slanciato campanile (1900-1907). Nella facciata, un mosaico con il Buon Pastore del 1934 (Gino Avon di Spilimbergo).
All'interno, tutto è in stile, dagli altari alla Via Crucis, dagli stalli al pulpito (opere di artisti quali Giuseppe Gregorutti, Antonio Brusconi, Leonardo Rigo, Daniele De Giorgio, ecc.).  A Bressa si trova anche la Cappella dedicata a Nostra Signora di Lourdes, nata da un voto fatto l'8 dicembre 1917, sorta su progetto dell'architetto Torres di Venezia, completata nel 1924 e divenuta Monumento ai Caduti (altare di Bartolomeo Rizzotti di Artegna, dipinti di Ernesto Bergagna, di Bressa, formatosi artisticamente alla scuola "Beato Angelico" di Milano).
     A Basaldella, la Parrocchiale dedicata a S. Martino (mosaico nella lunetta del portale, opera di V. Parussini e V. Mirolo, 1980) è neoromanica (XIX e XX secolo), con facciata a salienti che già all'esterno indica la divisione dell'interno in tre navate.
Bell'altare maggiore barocco, di ampio respiro, con statue laterali dei Ss. Martino e Nicolò e due altari laterali dello stesso periodo, più modesti nella forma. Due vecchie tele con il Martirio di S. Eurosia (secolo XVIII, molto interessante per l'iconografia) con il Redentore e Sante (XVII secolo?) di discreta fattura.
     Nella Chiesetta votiva di S. Sebastiano, già campestre ed ora in un crocevia frequentatissimo, loggetta anteriore sorretta da arcate. Il presbiterio poligonale ha la volta a doppia crociera con costoloni; nella parete destra modesto affresco dell'inizio del Cinquecento con la Madonna tra i Ss. Sebastiano e Rocco.
     A Campoformido una casa nella via centrale viene indicata come quella in cui si firmò il trattato di Campoformido del 17 ottobre 1797; vi è murata una lapide in onore di "Napoleo Magnus" accanto a tracce di un vecchio affresco devozionale con la Madonna con Bambino.
     Nella chiesetta medioevale di S. Caterina, i restauri attualmente in corso stanno mettendo in luce affreschi di grande interesse storico artistico per la loro vetustà e la loro bellezza.

 Informazioni tratte da: 
 GUIDA ARTISTICA DEL FRIULI VENEZIA GIULIA 
(
a cura di Giuseppe Bergamini )
dell'Associazione fra le Pro Loco del Friuli-Venezia Giulia
http://www.prolocoregionefvg.org

Piazza del Trattato

     Piazza del Trattato fa parte del nucleo originario del Comune di Campoformido. L’insediamento sorse come villaggio agricolo in epoca molto antica. Abbiamo notizie della sua appartenenza alla pieve di Udine e del fatto che sia divenuta successivamente parrocchia autonoma bel 1474.
     La piazza, ai margini della quale si affaccia chiesa, interrompe l’asse viario principale ed una cortina edilizia compatta.
     Nella parte sud si possono ancora visitare gli edifici di cui tipologia rurale testimonia la presenza di un compendio di insediamenti antichi. Gli archi ribassati dei quali si accede alle corti interne sono elementi architettonici comuni all’intera pianura friulana.
     Documenti iconografici custoditi presso il Museo Civico di Udine testimoniano la presenza, in un periodo antico, di uno stagno detto sfuei posto nel mezzo della “piazza della pace”, il vecchio toponimo che designava questo sito.
     Le maggiori informazioni sulle trasformazioni edilize dei secoli scorsi ci provengono dallo studio degli atti notarili; un documento del 1684 del notaio Giusto Cristian registra un atto di locazione dell’osteria oggi denominata “Osteria del Trattato” in ricordo del suo coinvolgimento nelle vicende relative alla stipula del trattato di pace fra Napoleone e l’Austria del 1797 come ricorda la lapide in pietra collocata sopra l’entrata.
     La mappa del catasto napoleonico indica cha la saturazione del fronte strada che si affaccia sulla piazza era già avvenuta nel XIX secolo e ci dà la possibilità di tracciare una radiografia del Comune si dai primi alle dell’Ottocento.
     Poiché, ancora oggi, Piazza del Trattato rappresenta l’elemento più significativo di Campoformido, nella ricorrenza del bicentenario dello storico trattato, è stato realizzato il progetto per la sistemazione definitiva della piazza. Nell’area centrale, oltre agli elementi naturali del verde e dell’acqua, si trova la copia della Statua delle Pace, attualmente situata in Piazza Libertà a Udine, ma originariamente destinata a Campoformido per ricordare l’importante evento per cui il paese è famoso in tutto il mondo.

STORIA DELL'ACROBAZIA AEREA
http://www.comune.campoformido.ud.it

     Il monumento realizzato dall’arch. Antonio Guarnieri e dedicato alla Scuola di Acrobazia Aerea Collettiva di Campoformido è un aereo FIAT G91 PAN. E’ stato inugurato nel 2000, in occasione delle celebrazioni per il 70° anniversario della Prima Scuola di Acrobazia Aerea Collettiva e il 20° anniversario di fondazione dell’Associazione Arma Aeronautica Nucleo di Campoformido.

Breve storia dell'acrobazia aerea militare

L'acrobazia aerea militare collettiva ha avuto la sua prima espressione presso la scuola di Campoformido, sede del 1° Stormo, alla fine degli anni '20. Il Comandante, Colonnello Rino Corso Fougier, pioniere ed iniziatore del volo acrobatico collettivo in Italia, convinse lo Stato Maggiore dell'allora Regia Aeronautica che il perfetto pilota militare avrebbe potuto utilizzare l'aeroplano con la
massima efficacia nell'impiego bellico solo avendo acquisito sicurezza, padronanza, sensibilità e coordinazione in qualsiasi assetto di volo. Da allora si formarono nei vari reparti da caccia numerose pattuglie con compiti addestrativi e dimostrativi in occasione delle più importanti manifestazioni in Italia ed all'estero.
Molti ricordano ancora nomi come Cavallino Rampante, Getti Tonanti, Diavoli Rossi e Lancieri Neri, entrati ormai nella leggenda. Lo Stato Maggiore dell'Aeronautica Militare decise nel 1961 di costituire una sola pattuglia acrobatica nazionale composta dai migliori elementi disponibili. A Rivolto, in Friuli, sotto la sapiente guida del Maggiore Mario Squarcina, prende vita il 313° Gruppo Addestramento Acrobatico "Frecce Tricolori" che oggi, con la formazione di nove velivoli ed un solista, costituisce la più numerosa compagine acrobatica del mondo, universalmente riconosciuta tra le più prestigiose. Da allora "le Frecce" sono state praticamente adottate dalle generosi genti friulane che la considerano parte integrante della realtà regionale, partecipando ai successi con orgoglio e offrendo sempre il loro incondizionato sostegno.