Monrupino - Repentabor (TS),
14 Marzo 2004
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MONRUPINO
(Ts) - Repentabor
418 m s.l.m. - 12,68 km2 - 843 ab. - C.a.p. 34016 - Prefisso
telefonico: 040 |
Frazioni/Località: Fernetti -
Rupingrande - Zolla
Archivi e Musei: Casa carsica - Kraska Hisa, Rupingrande 31 (riv.
Società cooperativa Carso nostro) - Museo provinciale del Carso
(galleria), Rupingrande 31
Associazioni: Società cooperativa Carso nostro - Nas Kras,
Rupingrande 31 (mostre, gestione della Casa carsica)
Escursioni: Santuario di Monrupino
Campeggi, rifugi, villaggi turistici: Camping Europa, Fernetti,
tei. 211918 (apre da aprile a Ottobre) - Camping Excelsior, Fernetti,
tel. 211906
Sport e tempo libero: Palestra comunale, Rupingrande
Le piu' antiche
tracce di insediamenti umani nel territorio del'attuale comune
risalgono al periodo mesolitico. Arroccata sulla collina e circondata
da ripidi pendii, la città di Monrupino offre al visitatore un
suggestivo panorama del golfo di Trieste e delle terre della vicina
Slovenia.
La zona è ricca di boschi e di vegetazione carsica e rimangono ancora
vive le tradizionali attività agricole ed artigianali come la
produzione vinicola e l'estrazione di pregiatissimi marmi.
Nel XVI secolo, cessate le scorrerie turche, Monrupino perse le sue
caratteristiche strategiche in favore di quelle legate al culto
mariano: sulla panoramica Rocca e' stato eretto il Santuario, dedicato
alla Beata Vergine Assunta, venerato luogo di devozione e principale
meta dei pellegrinaggi della popolazione del Carso e di Trieste fin
dal Medioevo.
Ogni due anni, alla fine di agosto, nel Santuario vengono celebrate le
Nozze Carsiche, cerimonia della comunità slovena che rispecchia
fedelmente costumi e rituale della popolazione di origine slovena.
CAMPANE
Immagini prima e durante le celebrazione dell'Eucaristia
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Principali
monumenti e opere d'arte
Sulla
panoramica rocca di Monrupino (con splendida vista sul Carso
triestino), un tempo luogo fortificato in cui già nel 1316 è ricordato
un edificio sacro, nel 1512 è sorta la Chiesa, in seguito
divenuta Santuario, dedicata alla Beata Vergine Assunta e
ristrutturata nella seconda metà del sec. XVIII. Alla facciata è
adossato uno squadrato campanile, costruito nel 1802, nella cui
base si apre l'ingresso al sacro edificio, il quale, più volte
rimaneggiato nel tempo, si presenta di piccole dimensioni. Nella
navata, affreschi del 1911 di Clemente Del Neri nel Piatto soffitto
(in tre riquadri mistilinei, Assunta e Trinità nel centrale,
angeli in quelli minori, con recuperi di stile settecentesco), due
Palette d'altare (Trinità, secolo XIX, e S. Rocco 1899,
firmata "E. Germoun") ed un dipinto (Gesù e Apostoli) del
friulano Titta Gori (secolo XX). Nel settecentesco presbiterio,
piacevole decorazione con inconsueta iconografia dei quattro
Evangelisti nel soffitto (Clemente Del Neri) e gradevole
altarolo in pietra di epoca barocca, sormontato dalla statuetta di
Mosè con le tavole della legge e contenente un dipinto ad olio
su rame di qualche piacevolezza (1794, Madonna con Bambino,
firmata "Candidus"). Accanto alla chiesa, antico Palazzo comunale
(fine secolo XV) in parte costruito sulla viva roccia, forte e severo
edificio in pietra vicino, nel tipo costruttivo, alle tante tipiche
abitazioni rurali che ancora si conservano nel comune; nel piazzale,
Casa parrocchiale in forme goticheggianti (1559). Più sotto, i
resti di un antico castelliere preistorico, il più vasto del
territorio, vantando uno sviluppo di 1600 metri di cinta.
A Rupingrande: casa carsica, tipica abitazione restaurata e
salvata a cura di un'associazione privata e trasformata in modesto
quanto significativo museo con l'arredo di uso comune; Museo del Carso,
istituito dalla Provincia di Trieste con lo scopo di ospitare
manifestazioni di carattere temporaneo in grado di far conoscere e
mantenere viva la tradizionale cultura carsica.
Informazioni tratte da:
GUIDA ARTISTICA DEL FRIULI VENEZIA GIULIA
(a cura di Giuseppe Bergamini
)
dell'Associazione fra le Pro Loco del Friuli-Venezia Giulia
http://www.prolocoregionefvg.org
Monrupino / Repentabor - Chiesa
fortificata sul Carso
La rocca di Monrupino (Repentabor in Sloveno), è collocata su una
collina del Carso triestino, circondata da numerose doline, lande,
rinomate cave di marmo e resti calcarei dell'antica superficie del Carso.
Sulla viva roccia della cima di questa collina (418 m) sorge il
santuario dedicato all'Assunta, circondato da alcuni edifici, tutti
coperti ancora con la caratteristica copertura in lastre di pietra,
circondati da mura difensive a tabor, tipico esempio di fortificazione
slovena del 15° - 16° secolo contro le scorribande turche.
Il panorama, che si gode dal colle e incantevole. A sud la vista scorre
lungo l'altopiano carsico e si perde verso il castello di San Servolo (Socerb)
e il monte Taiano (Slavnik). A ovest si possono scorgere il mare
Adriatico con le foci del fiume Isonzo, la cittadina di Grado e l'isola
di Barbana. Quando non ce foschia, si riescono a intravedere le lagune
di Venezia e Marano e le Dolomiti sopra la pianura padana. A est si vede
l'imponente sagoma del monte Nanos, più a sinistra il monte Caven e
l'altopiano occupato dalla Selva di Tarnova (Trnovski gozd). A volte si
intravedono le cime del monte Canin (Kanin) e del Monte Nero (Krn).
Cenni storici
La rocca e le rovine sulle pendici del colle Tabor, recano le
testimonianze di una storia ricca e tormentata, iniziata più di
quattromila anni fa. Già alla metà del secondo millennio avanti Cristo,
infatti, sul colle Tabor era situato un castelliere, abitato
protostorico fortificato, molto diffuso sul Carso, i cui valli si
possono osservare tuttora, attorno alle pendici del colle.
L'iscrizione presente sul ingresso ovest (punto A della pianta)
attribuisce le prime vestigia del tabor all'anno 911, periodo delle
invasioni ungare, quando la popolazione slovena era già insediata in
questi luoghi da tre secoli. La posizione dominante del tabor,
controllava la sottostante strada per la Carniola, di tracciato già
romano e verosimilmente protostorico. Vicino all'entrata principale
(punto D della pianta) si vedono ancora i resti della torre di difesa
(punto F), mentre sulle pendici del colle sono ancora visibili i resti
di altre due cinte murarie, che assieme a quelle ancora visibili,
cingevano il forte.
La chiesa viene menzionata per la prima volta in un documento vescovile
dell'anno 1316 con il nome di "Sancta Maria Reypen". Nello stesso
documento vengono citati anche altri villaggi, che ancora oggi portano
gli stessi nomi sloveni di allora, attestando così l'antica presenza
slovena in questi luoghi.
La chiesa venne ricostruita tra la fine dell '400 ed il 1512, quando fu
riconsacrata dal vescovo di Trieste Pietro Bonomo (celebre umanista e
diplomatico, patrono del riformatore sloveno Primoz Trubar), con uno
speciale regime di di indulgenze per i pellegrini e i devoti. Nel
medesimo periodo, lo stesso in cui le incursioni turche raggiunsero e
cominciarono a devastare anche questa regione, vennero erette le
fortificazioni del tabor, da cui il luogo prese il nome, e gli edifici
dell'attuale canonica, dove il portone ad arco reca incisa la data 1559.
Questa costruzione, oggigiorno adibita ad attività parrocchiali, venne
intitolata all'amato parroco Emil Wester (1878-1946).
Un piccolo edificio (punto E della pianta) sulla rupe più alta del
colle, divenuto poi sede della srenja (comune, vicinia) locale, potrebbe
essere stato il sito della chiesetta originaria.
La chiesa attuale (punto G della pianta) è frutto di rifacimenti ed
interventi settecenteschi, effettuati su quella del 1512 a cura del
pievano di Tomadio (Tomaj), Klepse. Il campanile di 19 metri, che è
rimasto tale, fu aggiunto nel 1802. La bella pala d'altare di Maria,
Madre del Redentore, posta sull'altare principale del 1764 (che vediamo
sotto a destra), fu dipinta su rame dalla pittrice triestina Maria
Candido e donata dal vescovo di Trieste, conte Sigmund von Hohenwart,
nel 1794.
Nella seconda metà del XIX sec. l'interno della chiesa è stato
arricchito con la Via Crucis, mentre gli affreschi del soffitto
risalgono all'inizio del XX sec. I due altri laterali sono stati rimossi
negli anni '60.
L'aspetto esteriore della rocca è rimasto immutato sino al 1983, quando
sotto la guida del parroco Anton Bedencic, venne iniziato un restauro
completo della rocca. I lavori, ultimati nel 1990, hanno restituito al
colle tutto il fascino originale, rimediando inoltre ad alcune modifiche
improprie degli anni '50 e '60
Tradizioni
Sin dal Medioevo, Monrupino rappresenta la principale meta di
pellegrinaggi per la popolazione slovena e per buona parte di quella
italiana di Trieste e del suo territorio. Il culto mariano nel santuario
è certamente antico ed è collegato ad una tradizione di prodigi mariani
(raccolta a fine '800 dal parroco Mitja Sila).
La festa parrocchiale cade il 15 agosto, mentre il giorno dopo viene
festeggiato il Santo Patrono della parrocchia San Rocco.
Ogni due anni, di norma alla fine di agosto, si celebrano le Nozze
Carsiche. In tale occasione una coppia di giovani generalmente carsolini,
dopo una settimana di festeggiamenti e avvenimenti che fanno rivivere
l'antico rituale nuziale e che coinvolgono tutti gli abitanti dei paesi
di Zolla (Col) e Rupingrande (Veliki Repen), insieme a tutta la
popolazione, vestiti con i costumi tradizionali, si sposa nel santuario.
Monrupino, splendida consonanza di viva roccia e di pietra innalzata
dalla mano dell'uomo verso l'azzurro del cielo, come una perla sul Carso,
da secoli invita gli esseri umani a rallentare il proprio passo e a
cogliere per un attimo il battito dell'eternità e la sua bellezza.
(Tratto dall'opuscolo informativo della parrocchia di Monrupino)
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