Madonna Missionaria (Tricesimo),
22 Febbraio 2004
Tricesimo - UD
Abitanti 7.140. Superficie Kmq 17,57. Metri s.l.m. 133 - 239.
Distanza da Udine Km 10.
Tricesimo, “Tresésim”, deriva il suo nome dal numerale latino tricesimus,
(trentesimo), riferito al miliario, cioè “a trenta miglia” da Aquileia.
Centro commerciale e artigianale di grande importanza conserva un ricco
patrimonio archeologico, ambientale, artistico, culturale e storico sia
nel capoluogo che nelle frazioni.
Tra le chiese più importanti: la Parrocchiale di Tricesimo del
Settecento con un bel portale in pietra di Bernardino da Bissone (sec.
XVI), la chiesa parrocchiale di Ara, la chiesa dei santi Vito e Modesto,
le chiesette di San Martino a Leonacco e di san Pelagio ad Adorgnano, la
chiesa della natività a Felettano, la chiesa di san Giuseppe a Laipacco,
la chiesetta di san Michele in borgo Monastetto.
A breve distanza dall'abitato di Tricesimo, sulla cresta di un colle,
domina su larga parte della pianura friulana il bel complesso del
Castello cinquecentesco, cappella gentilizia e cinta muraria munita di
torri agli angoli e lungo i lati, ora adibito a luogo per ritiri
spirituali con annesso il santuario della Madonna Missionaria (sec. XX).
Il castello di Tricesimo
ed il Santario "Madonna Missionaria"
Immagini
riprese durante l'Eucaristia
La statua della Madonna
Missionaria e l'Altare degli Emigranti
Casa Esercizi e
Santuario e Santuario
"Madonna Missionaria"
Oasi di
silenzio, di riflessione, di preghiera
Cenni storici
Non sappiamo se sulla Via Julia Augusta, che collegava nell'antichità Aquileia al Norico, su una delle due colline che circondavano la "statio"
al trentesimo miglio (Tricesimo), ci fosse anche una fortificazione.
Un lungo fortificato è documentato solo dal 1253, come proprietà di
una "nobilissima" famiglia di Tricesimo.
Passò in seguito sotto la proprietà del patriarca di
Aquileia. L'edificio attuale ha una pianta perfettamente quadrata e
orientata.
Con la conquista da parte della Repubblica di Venezia
della Patria del Friuli, il Castello fu abitato dal 1420 da un
capitano, che aveva come compito di riscuotere le tasse e di
amministrare la giustizia civile e penale. Fu un periodo molto triste,
da cui il Friuli si risollevò con molta fatica.
Nel 1531 fu venduto a Sebastiano di Montegnacco che
continuò i lavori di ammodernamento intrapresi dalla famiglia Prampero.
Fu costruita la cappella gentilizia ed il piccolo campanile.
All'inizio del XVII secolo, fu acquistata dai conti Valentinis, ed il
castello, divenne palazzo "Ab informi, Nicolaus De Valentinis comes
formavit".
La facciata fu sistemata come quella di un palazzo
veneziano, con le finestre rettangolari e una grande trifora al
centro. L'insieme è di grande effetto e fu un modello per altre
trasformazioni dei castelli in Friuli.
Nel XIX secolo, in pieno periodo romantico, Uberto
Valentinis, che era pittore e restauratore, riprese le torri esterne,
cercando di recuperare di nuovo un certo aspetto medioevale
dell'estero. Dal 1948 è proprietà della chiesa udinese che lo ha
trasformato in Casa Esercizi.
Dopo il terremoto del 1976 fu restaurato e portato
all'antica maestosità dalla Sovrintendenza ai monumenti del Friuli
Venezia Giulia. Le varie epoche di costruzione sono documentate da
brani di finestre, da bifore, da merli, che fanno leggere come in
un'antologia, il passato. Il Castello della Madonna offre uno stupendo
panorama e un luogo assolutamente silenzioso e tranquillo tra il verde
del parco, pur essendo facilmente raggiungibile e vicino all'abitato.
La "Madonna Missionaria", dopo gli orrori della guerra, percorse
tutto il Friuli, durante gli anni 1946-1949, invitando i suoi figli
alla riconciliazione e alla pace. A conclusione della "Peregrinatio",
il 1° maggio 1949, fu portata solennemente nel Castello ex Valentinis,
divenuto nel frattempo Casa diocesana di Esercizi Spirituali con il
nome di "Castello della Madonna".
Si rendeva però necessaria una sede più idonea
all'afflusso di tanti pellegrini, perciò si diede il via alla
costruzione del Santuario, su progetto dell'arch. Pietro Zanini di
Udine. L'inaugurazione avvenne il 25 aprile 1953, da parte di sua
Ecc.za Mons. Giuseppe Nogara, Arcivescovo di Udine.
Da allora "ospita" la statua della Madonna Missionaria,
che viene illuminata dall'alto da un suggestivo fascio di luce.
Situato su una collina a 230 m. sul livello del mare, il Santuario
dista 12 km da Udine. È meta di pellegrinaggi e di visite frequenti,
anche da parte di tanti emigranti friulani; offre spazi di silenzio,
di preghiera e possibilità di celebrare il sacramento della
Riconciliazione.
Con la Casa di Esercizi Spirituali condivide
l'unico progetto di ravvivare la fede nel popolo di Dio e incoraggiare
l'apertura del cuore all'amore del Padre.
Via del Castello,
n. 28 33019 Tricesimo (UD) - tel. 0432-851245
Il
Castello di Tricesimo
Raggiungibile salendo un viale ombreggiato da alberi secolari,
il castello di Tricesimo appare quasi nascosto tra l’abbondante
verde del parco che lo circonda, su una splendida altura da cui
lo sguardo spazia nella pianura e colline circostanti. Scarsi
sono i documenti dell’epoca antica. Bisogna arrivare al XIII
secolo per avere le prime notizie certe del castello.
Nel 1253 risulta abitato dalla nobilissima famiglia di
Tricesimo, per essere poi acquistato alla fine del 1200 dai
della Torre, come feudo del patriarca d’Aquileia. Il castello
doveva avere una notevole importanza strategica, viste le
frequenti contese di cui fu della Chiesa aquileiese di
conservarne il possesso. Le strutture furono progressivamente
rafforzate nelle difese, soprattutto per opporre resistenza ai
frequenti assalti cui fu sottoposto, in particolare dai conti di
Gorizia, tenaci oppositori del patriarca.
Nel 1420 il feudo di Tricesimo, occupato dalle milizie
veneziane, venne affidato a un capitano nominato dalla
Serenissima che aveva 1 incarico di riscuotere i tributi e
amministrare la giustizia. Da allora il castello passò a diverse
famiglie nobiliari friulane: dai Prampero ai Montegnacco, fino
ai conti Valentinis, nel 1627, divenuti poi capitani di contea
di Tricesimo. I Valentinis rimasero provvedendo a ristrutturare
gli edifici nelle forme attuali. Nel 1511, il castello venne
saccheggiato dai contadini in rivolta. I nobili castellani di
Tricesimo, vista l’importanza del loro sito difensivo, sedettero
nel Parlamento della Patria del Friuli (1077-1420).
Nel 1948 il castello, acquistato dalla Curia
arcivescovile di Udine, fu destinato a luogo di ritiro per
esercizi spirituali. Pochi anni dopo, nel 1955, sui resti della
parte nord del fortilizio, i nuovi proprietari fecero edificare
il grande, moderno e discusso santuario della Madonna
Missionaria. Il castello di Tricesimo fu spesse volte ampliato e
riadattato nel corso dei secoli, ma nonostante tutto non ha
perso la severità e l’austerità delle forme antiche.
Oggi, il castello si presenta con una cinta muraria
esterna d’epoca medievale, provvista di feritoie e merli guelfi,
munita di sei torri angolari, con al centro il palazzo
secentesco, di forma quadrata, quasi nascosto dalla cornice del
recinto merlato: le strutture di questo, che era l’edificio
padronale, hanno perso quell’aspetto “difensivo" e severo
tipicamente medievale, per assumere forme più alleggerite
secondo moduli architettonici tardo-rinascimentali, dovute alla
ricostruzione effettuata dai proprietari dell’epoca.
Gli ultimi restauri hanno cercato di restituire
l’aspetto e le forme originali, ripristinandole e
valorizzandole, dove era possibile. La cinta muraria e le sue
torri sono state riconsolidate, lasciando a vista l’antica
pietra medievale. Nel palazzo, invece, si è cercato di mantenere
gli stilemi tardo rinascimentali, lasciando a vista alcuni degli
elementi più antichi. Nella facciata, accanto alle formule più
moderne, sono stati riportati alla luce resti di bifore con
archi a tutto sesto di epoca medievale. Negli interni si trovano
ancora le originarie travi cinquecentesche accanto alle volte
più antiche dei grandi saloni, mentre nelle sale dominano severi
caminetti monumentali. Accanto al palazzo, affiancata al piccolo
campanile, sorge la cappella gentilizia del XVI secolo, che dopo
anni di abbandono è stata riportata agli antichi splendori.
L’abside interna presenta un affresco del pittore friulano
cinquecentesco Pomponio Amalteo, mentre nella cripta sottostante
sono state restaurate scene bibliche anch’esse del tardo XVI
secolo.
(Tratto da
http://www.ciaofriuli.net) |
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