Clauiano (Trivignano
Udinese), 15 Febbraio 2004
CAMPANE
L'interno della parrocchiale
dedicata a S. Giorgio, prima e durante la Santa Messa.
A sinistra la statua di S. Valentino, pronta per essere portata in
processione per le vie del paese.
CANTO1
CANTO2
CANTO3
CANTO4
La Santa Messa in onore a San
Valentino è stata accompagnata dal coro giovanile.
Prima di iniziare la
Messa, il sacerdote si è recato presso l'altare di San Valentino (senza
Santo), per la benedizione del pane, che alla fine della Messa tutti
potevano prendere e portarsi a casa, in cambio di una piccola offerta.
La cerimonia si è conclusa con la processione con la statua del Santo
per le vie dell'antica borgata medioevale di Clauiano
LA CHIESA DI S.
GIORGIO MARTIRE
La parrocchiale di S. Giorgio si trova sulla via principale del paese,
all'altezza del bivio per Jalmicco.
L'edificio attuale, risalente alla prima metà del sec. XVIII, presenta
diversi caratteri in stile barocco, alquanto sobrio, sia in interno
che in esterno.
La sua origine è invece più antica: anche se le vicende storiche circa
la sua fondazione non ci sono note, la dedicazione della chiesa al
Santo guerriero conferma sia l'ipotesi sulla arcaicità del luogo di
culto originario, sia l'importanza della collocazione geografica del
sito.
Biasutti testimonia come il culto tributato a S. Giorgio fosse
paleocristiano e poi venisse diffuso ampiamente dai Longobardi.
Dal punto di vista architettonico, la facciata è dominata dalla torre
campanaria che, interrompendo il timpano, prosegue innalzandosi in
corrispondenza del portale d'ingresso; l'intervento è stato effettuato
certamente in occasione dell'ampliamento dell'edificio cultuale
preesistente e della conseguente costruzione del campanile in epoca
settecentesca (metà del sec. XVIII).
La cella campanaria con bifora è sormontata da una cupola in rame che,
per tipologia e fattura, ricorda comunque canoni ottocenteschi. La
muratura dell'intero complesso è in sasso intonacata; la copertura è
realizzata con una struttura di legno ed il manto in coppi.
L'edificio, a pianta longitudinale, è composto da un aula
rettangolare, dal coro e dall'abside poligonale; a sud della è posto
un corpo minore accessorio (sagrestia).
La navata presenta una copertura a botte unghiata e si articola con
quattro cappelle; la copertura del presbiterio, invece, è di tipo a
crociera.
Nella zona absidale (visibile dall'esterno) trova collocazione un
motivo tondo in pietra che rappresenta una stella: una simbologia
cristiana della luce per annunciare la venuta di Gesù.
Considerando l'orientamento dell'abside e della facciata - poste
rispettivamente verso est ed ovest - si può osservare come esso
ricalchi fedelmente la tipologia cultuale classica antecedente al
Concilio di Trento.
L'interno è decorato secondo canoni barocchi e sono presenti diverse
opere d'arte; un'iscrizione lapidea ricorda che la consacrazione
dell'edificio avvenne nel 1757 e si ha notizia che fra gli anni
1687-1724 nella chiesa vi erano solo due altari: uno dedicato alla
Beata Vergine e uno intitolato ai Ss. Giuseppe, Valentino e Nicolò.
L'orchestra è laccata in bianco e mostra nei bassorilievi le storie di
S. Cecilia; eseguiti nel 1899, sono opera dell'intagliatore Luigi
Piccini. Probabilmente il suo sito originario era in corrispondenza
del portale d'ingresso, dove oggi si trova la statua di S. Luigi.
Entrando, il primo altare a sinistra è dedicato a S. Giovanni Bosco;
vi è conservata una pala del pittore Ernesto Mitri datata 1947; di
fronte si trova quello di S. Valentino con la statua del Santo.
Il successivo - secondo a sinistra - è intitolato a S. Sebastiano e
risale al 1772; qui è posta una pala raffigurante il Crocifisso tra i
Ss. Sebastiano, Carlo, Nicolò e Rocco e nella sua parte inferiore si
nota la rappresentazione di anime purganti o peccatori; l'opera può
essere ritenuta coeva alla data di dedicazione.
Di fronte - secondo a destra - è l'altare ligneo - dipinto a motivi
marmorei - intitolato alla Madonna della Cintura con il Bambino,
risalente al 1757.
L'altare maggiore, consacrato a S. Giorgio Martire, custodisce un
dipinto del 1699 raffigurante il Santo che libera la principessa dal
drago; è attribuito al pittore Pasquale Lazzarini.
Nel coro trova collocazione un dipinto su tela rappresenta
l'Adorazione dei Magi; è stata probabilmente eseguita attorno al 1690
da Osvaldo Gortanutti; il pittore ripropone particolari delle vesti e
delle oreficerie in maniera molto accurata e tale da rendere l'opera
una precisa testimonianza della cultura friulana di quel secolo.
L'opera più antica conservata nella parrocchiale è il fonte
battesimale cinquecentesco, situato in una nicchia a sinistra
dell'ingresso, in esso si può riconoscere la mano del lombardo Carlo
da Carona; la coppa soverchiata da una cupola di rame dipinta, è
sorretta da putti.
La cupola è formata da quattro formelle sbalzate e dipinte risalenti
al sec. XVIII; solo due di loro appaiano decorate: la prima
rappresenta S. Giorgio, la seconda un Vescovo.
S. Giorgio è a cavallo nell'atto di uccidere il drago (l'animale non è
del tutto riconoscibile); con effigi da cavaliere, impugna la lancia
con la mano destra; in alto a destra si nota la presenza di una figura
umana, che potrebbe essere la principessa, salvata dal Santo.
Un'iscrizione riporta la data 1719.
La seconda formella raffigura un Vescovo con la mitra ed il baculo
pastorale a riccio; porta la barba e benedice con la mano destra.
Nella chiesa, inoltre, vengono conservati il settecentesco "pinèl",
ossia il gonfalone usato per la processione e raffigurante la Madonna
con il Bambino fra un Vescovo ed un Santo ed una antica acquasantiera
in pietra, alla base della quale si trova una decorazione musiva; da
notare anche la presenza di alcune tombe di fedeli e tra queste quella
di un membro della famiglia Calligaris, defunto nell'anno1712.
All'esterno, infine, l'area del sagrato, rialzata rispetto alla
strada, è lastricata con scalinata d'accesso in pietra.
(Tratto da
http://193.42.81.170/trivignano/territorio/clauiano10.htm)
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