Casarsa della Delizia, 11
Gennaio 2004
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CASARSA DELLA DELIZIA (Pn)
38 metri s.l.m. - 20,41 km2 - 7.737 abitanti - C.a.p.: 33072
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Frazioni/Località: S. Giovanni di Casarsa - Versutta - Centata - Villa
Sile - Comunale - S. Floreano - Boscat
Informazioni turistiche: Pro loco Pro Casarsa della Delizia, v. Segluzza
28, tel. e fax 0434-871031
Biblioteche: Biblioteca Civica Comunale, v.
11 Febbraio, teL. 0434-868648 (apre da lu. a ve. dalle 11 alle 12 e
dalle 14 alle 18.30)
Musei e archivi: Centro Studi P. P. Pasolini, v. Pasolini, tel.
0434-870593
Escursioni: Itinerario Pasoliniano - Località «Boscat»: area
naturalistica «Pulisuta» - Rive del Tagliamento
CAMPANE
Immagini
dell'interno della parrocchiale, prima...
...e
durante la celebrazione della Santa Messa...
...accompagnata dall'organo e dal coro parrocchiale
Principali monumenti e opere d'arte.
La vecchia Chiesa di S. Croce, già
parrocchiale del paese, è il monumento artistico più importante di
Casarsa; presentava il coro completamente affrescato da Pomponio Amalteo.
Purtroppo nei bombardamenti aerei del 1945 la volta andò distrutta e
quindi il ricordo degli affreschi che vi si trovavano (e che erano in
massima parte attribuiti al Pordenone) è affidato ad alcune riproduzioni
fotografiche. Le pitture delle pareti, invece, con Storie di Nostro
Signore e della Santa Croce molto (troppo) restaurate, sono attribuite a
Pomponio Amalteo il quale, nel 1536, si obbligò con i camerari della
chiesa e con i rappresentanti del comune di Casarsa a dipingere entro
tre anni "totam cubam et faciam foris cube usque ad altaria bene et
diligenter et cum bonis ac diversis coloribus". Si tratta di una delle
opere minori dell'Amalteo, anche se qualche critico ha voluto vedere, in
alcuni brani, l'intervento del Pordenone. È possibile che il Pordenone
abbia solo iniziato il lavoro e l'abbia lasciato poi finire all'Amalteo.
Ciò troverebbe una conferma nel citato documento del 1536, in cui, senza
che se precisi l'autore, si dice che nel coro la pittura era già stata
cominciata.
Un affresco nella navata sinistra, raffigurante la Vergine col Bambino e
i Ss. Valentino e Luigi e una figura di donatore appartiene sempre all'Amalteo:
è opera di un certo prestigio che potrebbe anche essere stata suggerita
o impostata dal Pordenone.
Certamente dell'Amalteo è invece la pala con la Deposizione di Cristo
(in cattivo stato di conservazione) del 1562, nella quale si ritrova la
stessa iconografia utilizzata per gli affreschi di Bagnarola, Lestans e
Baseglia oltre che per una tela di S. Vito e una di Udine. Un frammento
d'affresco, in cui si vedono le teste della Madonna e del Bambino porta
la firma di Pietro da Vito (inizio XVI secolo).
Su una parete della chiesa è murata una lapide votiva
del 1529 che ricorda come i Turchi fossero passati vicino al paese il 30
settembre 1439 risparmiandolo: lapide che ha dato lo spunto a Pier Paolo
Pasolini per un suo atto teatrale in lingua friulana: "I Turcs in Friul".
La
nuova parrocchiale, dedicata a S. Croce e S.
Rosario, ultimata nel 1877-80 con soluzioni che ricordano la romana
Trinità dei Monti e decorata qualche decennio dopo, conserva un elegante
altare barocco attribuito a Giovanni Trognon ed Enrico Merengo,
affreschi di Umberto Martina (secolo XX) ed una Madonna con Bambino di
Jacopo D'Andrea di Rauscedo (1818-1906). Le statue dei Ss. Pietro e
Paolo nell'altare maggiore sono opera del modesto Francesco Zugolo,
inizi secolo XX.
La vicina frazione di S. Giovanni di Casarsa un'antica Loggia con archi
gotici (XIV secolo) ed una Chiesa recente, costruita su progetto
dell'architetto Domenico Rupolo di Caneva di Sacile tra il 1896 ed il
1904 dall'impresa Girolamo D'Aronco.
E' un edificio in stile neogotico di grandi dimensioni, in mattoni, con
facciata tripartita da lesene, archetti pensili che corrono sotto la
linea di gronda, e pinnacoletti a coronamento. L'alto campanile che
affianca la chiesa e che giunge fino a 56 metri d'altezza, è opera
dell'architetto Raimondo D'Aronco, materialmente costruita Girolamo D'Aronco.
Nella facciata, da rimarcare il grande rosone, il portale in pietra
strombata con lunetta contenente un Battesimo Cristo in bassorilievo
(scultore Luigi De Paoli di Cordenons, 1909) e porta in rovere di
Slavonia con riquadri contenenti statuine in bronzo (ditta Antonio
Perosa di S. Vito al Tagliamento). Di maggior bellezza, la porta
laterale destra, con ventiquattro formelle in legno contenenti le figure
intagliate di altrettanti Santi, sculture del 1908 di Giovanni
Costantini di S. Michele al Tagliamento (1875-1917).
All'interno - a tre navate - la chiesa presenta una
nutrita serie di opere del primo Novecento, dall'altare dell'Immacolata
di Domenico Rupolo alla notevole decorazione dell'abside di Tiburzio
Donadon (pittore e restauratore di Motta di Livenza); dall'altare
maggiore disegnato dal Rupolo (con sculture degli Evangelisti
dell'udinese Liso) all'altare di S. Giovanni Battista con statua di
Policronio Carletti, al pulpito di Cesare Lovisatti con bellissimo
bassorilievo in legno di Giuseppe Scalambrin di Portogruaro (1886-1966)
in cui è raffigurata la Predica di Gesù ai pescatori.
Nella chiesa si conservano anche opere d'arte
appartenenti alla precedente costruzione: in particolare, una pala di
Pomponio Amalteo con la Decollazione di S. Giovanni Battista (1577) con
splendidi dettagli architettonici e momenti di vivace quotidianità; una
pala di Giuseppe Moretto (genero dell'Amalteo) raffigurante la Discesa
dello Spirito Santo (1592), affollata composizione spenta nel colore;
l'altare del Rosario del 1714, in marmo, con elegante mensa recante un
ovale centrale con Madonna del Rosario in policroma tarsia marmorea; una
tela con la Crocifissione ricca di personaggi, attribuita a Baldassar
d'Anna (ca. 1560-1639) ed una tela di Gian Carlo Bevilacqua (ca. 1840)
raffigurante Cristo nell'orto degli ulivi.
La Chiesetta di S. Floreano a S. Giovanni di Casarsa conserva un
ciclo d'affreschi dedicato alla vita di S. Floreano, che secondo la
leggenda nacque vicino a Vienna, fu funzionario romano a Centium,
l'odierna St. Pölten, fu processato nel 304 d.C. a causa della
professata fede cristiana e gettato con una pietra al collo nel fiume
Enns. I dipinti, databili al 1590, sono opera di Cristoforo Diana, cui
spettano gli altri affreschi della chiesa, salvo alcuni riquadri di tipo
devozionale nelle pareti della navata e nell'arco trionfale (Madonna con
Bambino e figure di Santi).
Anche la Chiesetta di S. Antonio abate a Versutta riveste una
certa importanza nel mondo dell'arte friulana. Modesta nella struttura
architettonica, presenta in una nicchia in facciata la figura di S.
Antonio abate scolpita da Carlo da Carona (ca. 1540) con la consueta "terribilità";
all'interno, oltre ad un dipinto fine Settecento di Pietro Antonio
Novelli (Madonna con Bambino S. Antonio) ha affreschi di buona fattura
assegnabili a maestranze diverse.
Ad un artista post-vitalesco (che abbia anche
presente la poetica di Tommaso da Modena) attivo intorno al 1370-80, ed
alla sua bottega, possono essere attribuiti gli affreschi della parete
destra dell'aula, con affollate scene nelle quali compaiono manierate
figure maschili e femminili e rudimentali architetture (Salvatore in
gloria tra Giuseppe, Maria, Santi Sante; S. Orsola e le Vergini). Ad un
altro maestro operante nel secondo quarto del XV secolo devono invece
essere attribuiti gli affreschi dell'intradosso dell'arco trionfale
(figure Santi e Sante entro riquadri a compasso mistilineo) e del coro
(Evangelisti nella volta, Incoronazione della Vergine e Storie di S.
Antonio abate nelle pareti). Un riquadro con la Madonna con Bambino e S.
Rocco dell'inizio del Cinquecento, mostra i caratteri della pittura di
Giampietro da S. Vito.
Tra gli edifici moderni, merita attenzione il Municipio di Casarsa
(costruito tra il 1966 ed il 1974 su progetto di Gino Valle, con Piera
Ricci Menichetti) in cui si avvertono suggestioni altiane.
Informazioni tratte da:
GUIDA ARTISTICA DEL FRIULI VENEZIA GIULIA
(a cura di Giuseppe Bergamini
)
dell'Associazione fra le Pro Loco del Friuli-Venezia Giulia
http://www.prolocoregionefvg.org |