Ruda, 21 Dicembre 2003
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RUDA(Ud)
12 metri s.l.m. - 18,80 km2 - 2.905 abitanti -
C.a.p.: 33050 |
Frazioni/Località: Alture - Cortona - Mortesins - Perteole -
Saciletto - San Nicolo
Biblioteche: Biblioteca Comunale, v. Mosettig 2 (apre i
pomeriggi di lu., ma. e me. - ve. e do. mattina)
CAMPANE
L'interno della
parrocchiale prima e durante la Messa
CANTI
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Un flash sui fedeli
e sul coro giovanile che ha accompagnato l'Eucaristia
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Principali monumenti e opere d'arte
La Parrocchiale di S. Stefano data
probabilmente al XVIII secolo, ma l'attuale sistemazione risale al 1833,
come si legge in una lapide che ricorda che in tale anno la chiesa fu
consacrata dall'Arcivescovo di Gorizia e Metropolita del "Regno Illirico"
Giuseppe Walland.
Di particolare pregio, all'interno, sono gli affreschi
che vi condusse - pochi anni dopo la consacrazione - Sebastiano Santi
pittore muranese vissuto tra il 1789 ed il 1866: raffigurano
l'Annunciazione, il Cristo risorto attorniato da una schiera di
angioletti ed i quattro Evangelisti nella lunetta e nella volta del
presbiterio, l'Assunzione, la Gloria di S. Stefano e la
Gloria dei Ss. Sebastiano e Rocco nel soffitto della navata. Pitture
discorsive, prive di magniloquenza e di forza, corrette nel disegno,
stese con i soliti colori non squillanti che il Santi adopera in tante
altre composizioni nel Friuli e fuori. Al pittore appartiene anche la
pala, nella quale è dipinto il Martirio di S. Stefano con la
luminosa figura del martire al centro della composizione, sita
nell'altar maggiore del 1688 acquistato dal soppresso monastero di
Aquileia.
Altre decorazioni abbelliscono la chiesa, e sono dei goriziani Clemente
Delneri (1898, grisaglie) e Giulio Justulin (festoni a tempera, del
primissimo Novecento); la Via Crucis è stata dipinta all'inizio di
questo secolo dai fratelli Filipponi di Udine.
Antichissima la Chiesa di S. Nicolò, l'antica S. Nicolò
di Levada, luogo in cui tra il 1204 ed il 1218 il Patriarca di Aquileia
Wolfger fece erigere un ospedale affidandolo all'ordine dei Templari. Il
piccolo edificio sacro, che poggia su una preesistente costruzione dell'XI
secolo nella quale furono utilizzate, come materiale di riporto, pietre
di una costruzione romana, venne modificato nel periodo rinascimentale e
poi ancora nel XX secolo.
Conserva interessanti affreschi di scuola friulana
(derivanti da modelli bassaneschi) con un'ariosa Annunciazione nell'arco
trionfale, una mutila Adorazione dei Magi ed una più leggibile
Adorazione dei pastori. Sull'altarolo, tozze statue in pietra dei Ss.
Nicolò, Giovanni Battista e Antonio abate. Risalgono al XVIII secolo.
A Perteole, la Chiesa parrocchiale dalla
bella facciata scandita da alte lesene (in seguito agli ampliamenti ed
alla modifica del 1769) è dedicata ai Santi Tommaso e Andrea. L'altar
maggiore, settecentesco, è stato eseguito da Simone Pariotto, con statue
dei Ss. Andrea e Tommaso di Francesco Zuliani (1799); la pala, dipinta
nel 1603 da Pomponio Secante per 240 lire venete, è affollata
composizione con la Trinità e la Madonna circondata da angioletti nella
parte superiore ed i Ss. Tommaso, Andrea e Giovanni Battista in quella
inferiore.
È una delle poche opere conosciute di questo esponente
della numerosa famiglia dei Secanti.
La Via Crucis ed i coloratissimi, dolci affreschi del soffitto della
navata con S. Tommaso ed angeli sfarfallanti, sono dei fratelli
Filipponi di Udine (1903).
Sempre a Perteole, ha qualche pregio la
Chiesetta di S. Andrea (purtroppo in pessimo stato di
conservazione), ricca di memorie storiche (vi si trovano iscrizioni
romane in materiali di riporto), ed artistiche: rilievi massenziani ed
affreschi del XIII (martirio di S. Andrea) e XV-XVI secolo (figure di
Santi nell'arco trionfale) bisognose di pronto restauro.
Si trova anche una iscrizione con il nome di un pittore
fino ad oggi sconosciuto, tale Tomaso da Salò che qui avrebbe lavorato
nel 1505.
Nella Cappella del cimitero costruita subito
dopo la prima guerra mondiale con modi che paiono desunti da Raimondo D'Aronco,
ci sono all'interno alcune tempere in stile liberty di notevole
bellezza, purtroppo deperite per l'umidità. Sembra siano state eseguite
da un pittore romano (così vuole la tradizione): costituiscono il più
bell'esempio di decorazione a figure degli anni Venti esistente in
Friuli.
A Saciletto, Castello di lontana origine
storica (è citato già nel 1263) appartenuto a vari proprietari e poi per
quattro secoli, fin dopo la metà dell'Ottocento, agli Antonini che lo
trasformarono in palazzotto ornato da due torri, oggi ottimamente
conservato, con suggestivo porticato e magnifico parco.
Informazioni tratte da:
GUIDA ARTISTICA DEL FRIULI VENEZIA GIULIA
(a cura di Giuseppe Bergamini )
dell'Associazione fra le Pro Loco del Friuli-Venezia Giulia
http://www.prolocoregionefvg.org
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