biel
lant a Messe a ...
San Giorgio della
Richinvelda, 5 ottobre 2003
|
|
San Giorgio
della Richinvelda (PN)
86 metri s.l.m. - 47,52 km² - 4.400 abitanti circa - C.a.p.
33095 |
Frazioni/Località: Aurava -
Cosa - Domanins - Pozzo - Provesano - Rauscedo
Biblioteche: Biblioteca Civica, v. Richinvelda (apre lu. e
gi. dalle 14,30 alle 17,30 - ma. dalle 9,30 alle 12,30 - ve. dalle
16 alle 19)
Museo e archivi: Museo della Civiltà Contadina G. Lenarduzzi,
Pozzo (apre la mattina di do. su richiesta)
CAMPANE
L'interno della parrocchiale
A sinistra San
Giorgio, patrono del paese; a destra la statua della Madonna del Rosario
CANTI E PREGHIERE
Un flash sui fedeli, ed
una sequenza di immagini della processione per le vie del paese.
SAN GIORGIO DELLA RICHINVELDA (Pn)
Principali monumenti
e opere d'arte
La Chiesa parrocchiale
di S.Giorgio è una severa e articolata costruzione neogotica
eretta a partire dal 1885 su progetto dell'architetto Girolamo D'Aronco,
padre del più celebre Rai-mondo, e affrescata dal gemonese Francesco
Barazzutti; è esempio non spregevole di quel gusto che tra la fine del
XIX e l'inizio del XX secolo investì anche il Friuli, modificando le
strutture di tanti edifici sacri e civili.
Più conosciuta è la Chiesetta di S. Nicolò, poco
discosta dall'abitato, ricca di memorie storiche.
Allungatissima costruzione del XIV secolo, con aggiunte posteriori;
nei suoi pressi venne ucciso dagli uomini di Enrico di Spilimbergo, il
6 giugno del 1350, il Beato Bertrando di S. Genesio, uno dei più
illustri uomini del Friuli, patriarca di Aquileia dal 1334 al 1350.
Sul luogo ove il Beato fu ferito venne eretto nel 1895 un cippo in
sostituzione di quello collocato nello stesso posto pochi anni dopo il
1350. La chiesa conserva all'interno un altare in pietra di Giovanni
Antonio Pilacorte, datato 1497: consta di un'ancona tripartita da
quattro lesene ampiamente decorate e architravate, sulla quale si
imposta una lunetta ad arco ribassato. Nei tre scomparti sono, da
sinistra, le figure di S. Nicolò, della Madonna con Bambino e di S.
Fortunato, mentre nella lunetta compaiono i simboli degli Evangelisti:
sovrasta il tutto il Padre Eterno benedicente. Opera significativa del
lapicida lombardo, è tutta dipinta, ciò che, se da una parte riporta
all'originaria idea dell'artista, dall'altra nuoce ad una buona
lettura (la ridipintura infatti è di Jacopo D'Andrea, XIX secolo, e di
meno validi artisti di questo secolo). La chiesetta ha una decorazione
inizio Novecento di A. Del Toso di Udine (1901) che nei due riquadri
con la Carità e l’Uccisione del Beato Bertrando ha ripreso i temi
delle celebri tavolette gotiche conservate nel duomo di Udine.
A Domanins, Chiesa parrocchiale della metà
dell'Ottocento (1841-1854) costruita su progetto di Gio.Battista
Cavedalis: all'interno, altare barocco acquistato a Venezia e messo a
posto da Giobatta Antonelli di Dardago; splendida pala del 1595
raffigurante S. Valentino benedicente, devoti e processione della
confraternita, una delle più riuscite composizioni di Gasparo Narvesa.
Ancora a Domanins, Villa Spilimbergo-Spanio, modesta
nella sua parte architettonica ma arricchita nell'atrio scenografico
ed in due stanze con affreschi dell'inizio del XIX secolo (1808) di
Giovanni Battista Canai e di Giuseppe Borsaio (che si vuole essere
nato nella vicina Toppo, anche se la maggior parte degli studiosi lo
fa nativo di Venezia): affreschi di buon gusto, talvolta monocromi,
illusionistici e decorativi ad un tempo, tra i più significativi dei
due richiestissimi artisti veneti; ritratto di Taddea di Spilimbergo
di Isaak Fischer e tre tele di Jacopo D'Andrea (1819-1906).
A Rauscedo, nell'ottocentesca Parrocchiale
(costruita a partire dal 1845 su progetto dell'architetto veneziano
Francesco Lazzari) una bella Incoronazione della Vergine, seicentesca
di ignoto maestro veneto: proviene (1881) dalla Galleria
dell'Accademia di Venezia come deposito. Inoltre, buon dipinto a olio
di Michelangelo Grigoletti, il Transito di S. Giuseppe, databile al
1868 circa.
Provesano conserva nella Chiesa parrocchiale
un'acquasantiera del 1497 ed un fonte battesimale del 1498, modeste
esecuzioni di Giovanni Antonio Pilacorte, un dipinto del veneziano
Luigi Bello (i Ss. Sebastiano, Floreano e Rocco, 1846, accademico) ed
un affresco del 1513 di Pietro da S. Vito (Madonna con Bambino,
S.Rocco e un angelo, composizione abbastanza modesta), ma soprattutto
- nel coro - uno dei cicli d'affreschi più belli e più conosciuti del
pittore Gianfrancesco da Tolmezzo, qui operoso nel 1496.
Gli affreschi coprono l'arco trionfale (Resurrezione, S. Rocco, S.
Sebastiano, mezze figure di Sante nell'intradosso) e l'intero
presbiterio della chiesa. Nella volta i quattro Dottori della Chiesa e
Profeti; nella parete di fondo la Crocifissione, nelle altre, scene
della Passione di Cristo (Ultima Cena, Orazione nell'orto, Cattura,
Cristo davanti ad Erode, Cristo davanti a Pilato, Flagellazione,
Salila al Calvario, Deposizione), Paradiso, Inferno ed Apostoli.
L'accentuato nordicismo delle scene della Passione è dovuto al fatto
che il pittore ne copiò il soggetto da stampe tedesche (di Martin
Schongauer ed altri) secondo una prassi abbastanza diffusa.
A Provesano, nella Villa Sabbadini-Truant-Hind, dal
cordiale aspetto esteriore, una bella sala rettangolare al piano
superiore conserva dipinti murali ad olio del 1872 dovuti al pittore,
storico, patriota e critico d'arte udinese Antonio Picco: raffigurano
il Golfo di Palermo, un Panorama di Napoli, scene allusive alle
stagioni e decorazioni varie. Il loro stato di conservazione non è
molto buono.
A Cosa una Circoncisione di Gesù del 1703 del veneto Giovanni
Maria Bittini ed una statuetta lignea con la Madonna della Salute sono
le opere d'arte di maggior pregio; a Pozzo un altare in pietra
del 1531 eseguito dal lapicida Donato Casella con le figure della
Madonna con Bambino al centro e dei Ss. Urbano e Sabina ai lati; ad
Aurava, nella ottocentesca Parrocchiale, un bel
dipinto, con la Carità di S. Lorenzo, opera del pittore di Dardago
Umberto Martina (1880-1945), uno dei più importanti artisti della
prima metà del Novecento.
A Pozzo, infine, in una vecchia stalla riadattata (progetto
arch. Roberto Truant e Isidoro Martin) è stato da poco allogato il
Museo Civico del Lavoro Agricolo e Artigianale di San Giorgio della
Richinvelda, con esposizione di materiale raccolto in zona riguardante
le abituali attività lavorative della comunità locale.
Informazioni tratte da:
GUIDA ARTISTICA DEL FRIULI VENEZIA GIULIA
dell'Associazione fra le Pro Loco del Friuli-Venezia Giulia
http://www.prolocoregionefvg.org
|