Il
nome di Malisana appare per la prima volta nella storia in un
documento del 1161, col quale Megenhardo di Malisana
faceva una donazione di terreni; appare poi, per questioni di possesso
di terreni, nel 1162 (Varnerio di Malisana) e nel 1184 (Enrico di
Malisana); nel 1293 un certo Vitaluccio di Malisana ottiene in affitto
dal Patriarca di Aquileia una casa sita a Marano.
Dai "libri di conti" dei Signori di Strassoldo, proprietari della
"Villa di Malisana" dal XIV al XVIII secolo, risulta che in
questa località vivevano parecchie famiglie, tutte dedite
all'agricoltura; coltivavano frumento, segala, fava, miglio e sorgo;
praticavano la coltura delle viti ed allevavano animali da cortile,
suini e bovini.
Col trattato di Wormazia (1520-1521), Malisana veniva assegnata
alla Repubblica di Venezia, sotto cui rimaneva fino alla fine del
'700; dopo la breve dominazione napoleonica, passava all'Austria facendo
parte del Regno Lombardo Veneto, finché nel 1866 era
annessa al Regno d'Italia. A Malisana affiorano in grande copia i resti
dell'epoca romana e ciò è comprensibile perché tutto il suo territorio
era attraversato dalla Via Annia, intorno alla quale non potevano non
sussistere, come abbiamo visto, attività industriali e commerciali di
rilievo.
Varie
sono le interpretazioni del nome "Malisana": potrebbe derivare da "Malsana"
per la sua aria un tempo paludosa ed insalubre, come da "Mala Sana",
cioè guaritrice di malattie, per le proprietà curative che avrebbero le
acque solforose che vi sgorgavano e sgorgano tuttora in abbondanza; lo
si farebbe derivare anche da "Malus Anniae" cioè dall'albero del
"melo" piantato lungo la Via Annia, e da "Malum Anniae",
ciò che starebbe ad indicare come il tratto della Via Annia che
attraversava la località, sarebbe stato in modo particolare la parte in
cattivo stato e pericolosa della via stessa in quanto soggetto a
continue invasioni delle vicine paludi.
Il paese sorgeva intorno al cimitero, il quale, a sua volta, circondava
una vetusta chiesa, che era anticamente la "pieve" di un vasto
territorio quasi deserto, infestato dalla malaria e dalle paludi, e
constava di poche case che, alla fine del '600, furono abbattute,
divenendo la località sempre più soggetta ad allagamenti, e quindi
ricostruite in un luogo più elevato e più protetto dalle acque, nel
posto cioè dove ora si trova il ridente villaggio. Ivi fu edificata una
cappella che attualmente forma il vasto presbiterio dell'attuale chiesa,
mentre da parrocchiale continuava a funzionare l'antica chiesetta che,
pur abbandonata dalle case, era rimasta sola in mezzo all'umile
camposanto, quasi a custodire le povere tombe che la circondavano.
Alla
fine del 1700, la chiesa della nuova Malisana era ancora
formata solamente dall'abside dell'attuale; non vi si conservavano le
Sacre Specie ed era divenuta insufficiente per l'aumentata
popolazione (nel 1737 Malisana contava 240 abitanti). Mentre era parroco
Don Domenico Dell'Oste (1784-1789), i parrocchiani rivolsero
all'Arcivescovo di Udine una istanza chiedendo il permesso di ingrandire
la loro cappella, motivandone la richiesta col fatto che la vecchia
parrocchiale era troppo discosta dal paese, che per la sua ubicazione
solitaria era soggetta a furti come già era avvenuto e che, talvolta, la
strada diveniva impraticabile per le acque che la sommergevano,
impedendo in tal modo ai fedeli di recarvisi per le sacre funzioni.
Ottenuto il permesso, alla fine del 1700, la cappella veniva ampliata
con l'aggiunta della navata mentre con l'ampliamento del 1908
veniva portata nella forma attuale; il campanile è stato costruito nel
1890. Malisana, con Zuino e Fornelli, si era costituita in
parrocchia ancora nel 1555, staccandosi da Porpetto. La chiesa di
S. Antonio Abate di Fornelli, che era filiale della parrocchia di
Malisana, si separò da questa nel 1721, passando alle dipendenze di
quella di S. Maria Assunta di Torre di Zuino, costruita ed
elevata alla dignità parrocchiale, nello stesso anno.
In
ricordo della antica dipendenza, questa parrocchia era tenuta a versare
ogni anno un tributo alla vecchia matrice di Malisana; la consuetudine
cessò verso la metà del secolo scorso. Fino alla fine del 1800, i
capifamiglia di Malisana effettuavano, annualmente, da epoca
imprecisata, ma che doveva avere origini molto antiche, un
pellegrinaggio votivo a Marano, mentre il pellegrinaggio votivo al
Santuario di Barbana ebbe inizio nel 1657 ed è legato ad un
atto di carità verso il santuario stesso.
Dopo il XIII° secolo, troviamo Malisana citata spesso nei documenti dei
suoi proprietari, i Signori di Strassoldo, e in vari atti
stipulati fra la Repubblica di Venezia e l'Austria per la
delimitazione dei rispettivi confini.
LA
CHIESA 'NUOVA' DEI SANTI APOSTOLI PIETRO E PAOLO - Gli affreschi
risalgono al 1944-1946, e sono stati realizzati dal maestro PAVON di San
Giorgio di Nogaro. Sfortunatamente la pavimentazione 'antica' è stata
recentemente rimossa e sostituita con lastre di marmo.
Tratto da:
www.comune.torviscosa.ud.it/paese/malisana.htm