Savogna
d'Isonzo, 27 Luglio 2003
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SAVOGNA D'ISONZO (Go)
42 metri s.l.m. - 16 km2 - 1.744 abitanti circa - C.a.p.:
34070 |
Frazioni/Località: Gabria - Peci - Rubbia - Rupa - S.
Michele del Carso
Biblioteche: Biblioteca Comunale, v. 1 Maggio 140, tel.
0481-882001 (apre lu. e me. dalle 15 alle 18 - ma., gi. e ve. dalle
10 alle 12)
Escursioni: San Michele del Carso - Carso - Grotte (solo per
speleologi)
CAMPANE
Una veduta all'interno della parrocchiale dedicata a San Martino
Al centro, l'affresco di
San Martino dell'altar maggiore, ed i due altari laterali
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Sebbene celebrata in
sloveno (lingua che non conosco), molto coinvolgente
l'Eucaristia accompagnata dal coro parrocchiale (non al completo),
con canti del repertorio liturgico di quelle zone.
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CHIESA DI S.
MARTINO
Savogna d'Isonzo (GO)
Nel triangolo di
terra formato dal fiume Isonzo e dal suo affluente Vipacco si
estende il paese di Savogna d'Isonzo (che in lingua slovena
significa proprio «confluenza di due corsi d'acqua»), composto da
vari caseggiati (Legar, Vas, Škrije, ecc.). Menzionato per la
prima volta intorno al 1200 nei catasti della Contea di Gorizia,
il villaggio si sviluppò durante i secoli successivi grazie anche
alla vicinanza dei castelli di Rubije e di Škrije (Thurn, Ediing,
Coronini, Bianchi) e della fabbrica per la conciatura delle pelli
della ricca famiglia Tosi (ricordata come benefattrice della
chiesa di Savogna e del vicino santuario di Miren).
La chiesa
parrocchiale dedicata ai santi Martino e Giovanni Battista risale
al secolo XVI. Nel 1523 fu solennemente consacrata dal vescovo di
Caorle Daniele de Rubeis. Le dimensioni e l'aspetto odierni furono
ottenuti nel 1820 con l'aggiunta della navata attuale e la
costruzione del campanile di stile aquileiese. Nel 1839 fu
consacrata dall'arcivescovo di Gorizia Francesco S. Luschin. La
parte più importante dell'edificio è senza dubbio il presbiterio
gotico (per molto tempo adibito a sacrestia, oggi trasformato in
oratorio). Con i costoloni di pietra che formano sulla volta una
bella rete a stella e le chiavi di volta dalle forme più svariate,
rappresenta forse il monumento più occidentale che si riallacci al
gusto architettonico del periodo gotico diffusosi dalla Slovenia
centrale, attraverso la Benečija, verso i limiti meridionali del
territorio etnico sloveno.
Nella prima
guerra mondiale la chiesa subì vari danni: l'affresco del pittore
goriziano Filippo Pichfu completamente distrutto, seriamente
danneggiati furono anche i tre altari marmorei risalenti
probabilmente al secolo XVIII. Dopo i restauri del 1928 la chiesa
si arricchì di varie opere del pittore goriziano Clemente Del Neri
e di Peter Butkovič-Domen, uomo di cultura eccezionale e parroco a
Savogna dal 1931 al 1953. La pala dell'aitar maggiore, che
rappresenta San Martino con il mendicante (1930), è opera della
pittrice Emma Galli.
Recentemente è
stato allestito sulla facciata della chiesa un mosaico
raffigurante San Martino, opera di Ivanoe Zavagno.
Nel 1992/93
durante i recenti lavori di restauro è venuta pure alla luce
un'interessante lapide marmorea con lo stemma dei conti d'Attems,
probabilmente del sec. XVI (nella foto).
(Tratto da "Sakralni
Spomeniki Primorske 207 di Verena Corsič" del 1993) |
Principali monumenti e opere d'arte
La Chiesa di S. Martino Vescovo, a Savogna, è un
edificio di costruzione recente (1927) per essere stato il precedente
- che risaliva al 1756 - distrutto dalla prima guerra mondiale (se ne
conserva solo l'antico presbiterio con volta costolonata, ora adibito
a sagrestia). All'esterno non offre motivi architettonici di pregio:
semplice facciata a capanna con quattro esili lesene ed un piccolo
portico; sopra il portale, una statuetta in pietra con S. Giuseppe
e il Bambino. All'intemo, ad unica navata, altar maggiore moderno
con pala raffigurante S. Martino e il povero (Emma Galli
Gallovich, 1930) e due altaroli addossati all'arco trionfale
contenenti le statue lignee di S. Giuseppe a sinistra, della
Madonna del Rosario a destra (sculture di Goffredo Moroder di
Ortisei, ca. 1930).
Nel soffitto del presbiterio, dipinto raffigurante S. Michele
Arcangelo e angeli, in quello della navata, l'Immacolata
nel riquadro centrale e, ai lati, le figure dei Ss. Anna, Caterina,
Stanislao, Carlo e Giovanni Battista. Appartengono a Clemente
Deineri, 1934, composizioni (Gesù e i bambini e Gesù pastore nel
presbiterio. Via Crucis, Gruppi di cantori nella cantoria dell'organo)
e ritratti (Ss. Francesco, Luigi, Pietro e Paolo, Ermacora e
Fortunato, David e Cecilia, ecc.) formalmente corretti e piacevoli
nel colore, a tempera o a olio: soggetti spesso rinnovati
nell'impaginazione (la Via Crucis ad esempio) ed in armonia con
le linee architettoniche dell'edificio.
Nella frazione di Gabria, la Chiesa di S. Nicolò è di
lontana origine ma di recente costruzione, con tre altari barocchi di
piacevole fattura (quello maggiore è datato 1727) che si dice
provengano dal Santuario di Monte Santo. Le pitture sono di Edoardo
Deineri (pala di S. Nicolò nell'altar maggiore, secolo XX), di
Emma Galli Gallovich (pala di S. Stefano nell'altare di destra,
1932) e di Luigi Morgari (Via Crucis, secolo XX). L'altare di sinistra
contiene la statua della Madonna del Rosario (1923, bottega
valgardenese).
A San Michele del Carso, chiesetta di non grande dimensione,
costruita dopo la prima guerra mondiale in sostituzione della
precedente, distrutta, risalente alla fine del secolo scorso (1880).
E affiancata da un campanile quadrato, non molto alto. All'interno, un
altarolo contenente una pala nella quale è raffigurata la Madonna
con Bambino e Santi (secolo XIX).
Informazioni tratte da:
GUIDA ARTISTICA DEL FRIULI VENEZIA GIULIA
dell'Associazione fra le Pro Loco del Friuli-Venezia Giulia
http://www.prolocoregionefvg.org |