Moggio
Udinese, 15 Giugno 2003
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MOGGIO UDINESE (Ud)
340 metri s.l.m. - 143,84 km2 - 2.075 abitanti circa - C.a.p.:
33015 |
Frazioni/Località: Bevorchians - Campiolo - Dordolla -
Grauzaria - Moggessa - Ovedasso - Stavoli - Pradis - Val Aupa -
Chiaranda - Zais - Fassoz - Virgulins - Drentus - Saps – Mattanins -
Val Alba - Riolada - Val Fella - Val Glagnò - Monticello - Badiuz -
Poldos - Morolz
Informazioni turistiche: Pro Loco Moggese, p.zza Pertini 5,
tel. 0433-51485
Biblioteche: Biblioteca Comunale, e/o Scuola Media, v. Roma
(apre i pomeriggi di ma. e sa.)
Escursioni: Monte Grauzaria - Monte Semio - Monticello - Zuc
Dal Bor - Val Aupa
Campeggi e rifugi: Rifugio Grauzaria in Creta Grauzaria (m.
1250), aperto tutto l'anno, tel. 0433-51205
Panoramiche
incrociate: Dalla Strada Statale 13 verso l'Abbazia di San Gallo e
viceversa

Moggio di Sotto... visto
da Moggio di Sopra...
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Chiesa della
Trasfigurazione di Moggio di Sotto |

CAMPANE


La Santa Messa è stata celebrata in un tendone attrezzato, montato nelle
vicinanze della "Baite ai fradis", sede del Gruppo A.N.A. di Moggio
Udinese. Partendo dalla piazza principale di Moggio di Sotto, e dopo la
deposizione di una corona al Monumento ai Caduti, intorno alle dieci il
corteo è giunto sul posto, preceduto dalla Banda di Venzone.

...l'arrivo della banda...
...alcuni flash durante la
celebrazione della Messa...

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...preghiera
dell'Alpino... |
...l'intervento del
Sindaco... |

...i brani finali...

...il "vecjo alpin"...

Moggio Udinese - Principali monumenti e opere d'arte
Il terremoto del 1976 ha inferto
un colpo durissimo al patrimonio monumentale ed artistico di Moggio
Udinese, località di antica origine, forse romana, sviluppatasi poi
intorno alla storica abbazia fondata per una donazione del 1084-86 e
consacrata nel 1119 (dipendente dall'abbazia di S. Gallo).
La Chiesa abbaziale, gravemente lesionata ma poi felicemente
restaurata e riaperta al culto nell'ottobre del 1981, è un vasto
edificio con aula rettangolare ad unica navata costruito nel 1763 su
progetto dell'architetto udinese Luca Andrioli jr. Adiacenti alla chiesa
sia il campanile che il bel chiostro benedettino cinquecentesco con
luminose arcate a tutto sesto nella parte inferiore e linda al primo
piano con pilastrini a sostegno della copertura.
All'interno, altar maggiore barocco di notevole dimensione e di bella
fattura (1757-1763 ca.) con statue dei Ss. Gallo e Carlo in pietra
d'Istria, affreschi medioevaleggianti di Leonardo Rigo (1893), con scene
di carattere storico alle pareti (La visita del cardinal Carlo Borromeo
all'abbazia: la donazione del conte Cacellino al patriarca di Aquileia),
composizioni sacre nella volta e nelle pareti dell'aula. Al pittore
restauratore padovano Clauco Benito Tiozzo invece l'affresco del
soffitto della navata (Resurrezione di Cristo e ristrutturazione dell'
abbazia, con soluzioni tecniche e formali derivate dal Tiepolo) e la Via
Crucis.
Nel primo altare a sinistra, pala d'altare (Madonna con Bambino tra i
Ss. Antonio e Nicola, modesta nell'impaginazione ma gradevole per il
morbido chiaroscuro) firmata dal pittore veronese Antonio Buttafogo (ca.
1780); nel secondo, statua lignea secentesca attribuibile a Girolamo
Comuzzo ed ovali con misteri del Rosario dipinti su tela da anonimo
pittore.
Nel presbiterio, organo di Pietro Nacchini (il più grande di tutto il
Friuli) inserito in una pregevole struttura lignea del secolo XVIII (ne
fu autore Matteo Deganutti, cividalese) con bei motivi ornamentali.
Insolito il lampadario in legno intagliato e ferro battuto, decorato e
dorato, alto più di tre metri e fissato al soffitto per mezzo di uno
stelo in ferro a tortiglione dorato; composto da oltre millecinquecento
pezzi smontabili (fiori, foglie, fregi, steli e angeli) risale al secolo
XVIII. Desta meraviglia il gigantesco Cristo ligneo in noce dipinto,
datato 1466. Fa parte del patrimonio della chiesa anche un altare ligneo
policromo del 1631, eseguito dall'intagliatore venzonese Giovanni
Saidero e recentemente restaurato: è costituito da una mensa con
paliotto e da un'alzata a trittico sormontato da un'edicola posta tra
due tronconi di timpano. Contiene nella parte mediana statue del Cristo,
del Battista e di un altro Santo non identificato, nell'edicola, la
Madonna con Bambino e due angioletti. Modesta la fattura delle figure e
grossolana la decorazione: tuttavia l'insieme è gradevole.
È andata distrutta la Chiesa di S. Spirito, ma si è salvato (in
quanto conservato nella sagrestia dell'Abbazia) il pezzo più conosciuto,
l'altare ligneo dorato e dipinto del 1631 dovuto al venzonese Giovanni
Saidero, trittico sormontato da un'edicola posta tra due tronconi di
timpano, a sua volta sormontata da un timpano spezzato. L'esecuzione sia
delle parti figurate che di quelle ornamentali è abbastanza rozza.
Demolita in seguito al terremoto anche la Chiesa della
Trasfigurazione a Moggio di Sotto, per la quale il carnico Nicola
Grassi aveva eseguito intorno al 1735 il bei ciclo di tredici dipinti
raffiguranti gli Apostoli e il Redentore, con buon uso del colore e con
tocco abile e vivace (similmente a quanto aveva fatto per il duomo di
Tolmezzo); e l'osovano Domenico Fabris la pala della Madonna della
Salute dopo l'epidemia di colera del 1855. L'edificio è stato
ricostruito, su progetto dell'architetto Pietro Marchesi, a pianta
centrale in forma di ottagono. All'interno, tempere su muro (S. Chiara e
S. Vigilia) e Via Crucis in rame sbalzato, recenti lavori di C.B. Tiozzo
(1989); colorate vetrate di Arrigo Poz.
Riveste qualche interesse la colonna in pietra della berlina, con la
scritta «supplicio di malfattori» (1653). Posta all'inizio del viale che
conduce al convento, serviva per le fustigazioni dei condannati ed è la
testimonianza del potere giudiziario esercitato dall'abbazia sul feudo
di Moggio.

Informazioni tratte da:
GUIDA ARTISTICA DEL FRIULI VENEZIA GIULIA
dell'Associazione fra le Pro Loco del Friuli-Venezia Giulia
http://www.prolocoregionefvg.org |