CANTI
Principali monumenti e opere d'arte
Chiesa parrocchiale: edificio di una certa imponenza,
costruito tra il 1699 ed il 1716, semplice nelle forme, sviluppato in
altezza secondo uno schema comune alle chiese del goriziano: facciata
tripartita da quattro allungate paraste e timpanata. Bel portale
sormontato da una statuina d'angelo (1710) e da una Madonna con Bambino
di buona fattura; massiccio campanile secentesco, con cupola a cipolla,
in cui è murata una statua della Madonna con Bambino, eseguita da
Antonio da Venezia nel 1467, proveniente dalla vecchia Chiesa.
All'interno decorazione a fresco nel coro dell'udinese Lorenzo Bianchini
(1876), autore anche dell'affresco con il Battesimo di Cristo e della
Via Crucis. Le decorazioni a chiaroscuro nelle lunette sopra il
cornicione nella navata sono opera di Giulio Justulin (1904: episodi
della Vita della Vergine). Scenografico altare maggiore in marmi
policromi, barocco (1719), forse di Paolino Zuliani; con elaborato
ciborio e quattro statue (tra cui l'elegante Annunciazione memore del
lavoro del Torretti nel Duomo di Udine); notevole interesse artistico
rivestono gli altri quattro altari, settecenteschi.
Nel coro, pala raffigurante la Madonna con
Bambino tra i Ss. Nicolo, Caterina, Giorgio e Martino, tempera su tavola
di pittore udinese del 1530 circa; nella navata, pregevoli pale d'altare
del XVIII secolo, tra cui quella raffigurante la Madonna del Rosario
(1714) e quella con i Ss. Nicolo, Antonio abate e Floriano, attribuita
all'udinese Francesco Pavona, seguace della cipriosa pittura di Rosalba
Carriera. In sagrestia un dipinto (S. Valentino in trono tra i Ss.
Simone, Osvaldo e Giovanni Nepomuceno) firmato dal goriziano Antonio
Paroli nel 1737.
Nella frazione di Fratta, bella
Chiesetta del XV secolo con alto campanile a vela sul muro di
facciata; all'interno, una tela di Antonio Paroli nell'altare destro
(ca. 1735, i Ss. Pietro, Paolo, Carlo e Ignazio} e notevoli brani di un
antico ciclo di affreschi con storie, non tutte leggibili, dell'Antico
Testamento e della Passione di Cristo: databili alla seconda metà del XV
secolo, propongono soluzioni formali (Lavanda dei piedi, Salita al
Calvario) che li fanno ritenere opera di un pittore itinerante, educato
forse alla scuola di Villaco, che si ispirò a stampe quattrocentesche.
Ancora da ricordare, l'arco trionfale a tutto sesto
ornato con stucchi dovuti con ogni probabilità a Giovanni Pacassi,
l'altar maggiore secentesco (1678) contenente una pala sulla quale è
raffigurato il Martirio di S. Stefano (1723) ed una Madonna con Bambino
in legno dipinto, piuttosto composta e paciosa, che può essere
ragionevolmente datata alla seconda metà del Cinquecento e collocata in
quel tipo di sculture che si credono di Francesco Floreani o della sua
scuola.
Nella Chiesa parrocchiale della
frazione di Versa, l'altar maggiore del 1685 ha un pa-liotto in
marmi policromi ed un delizioso tabernacolo a tempietto di finissima
fattura, in due nicchie del quale sono inserite le statuine dei Ss
Pietro e Paolo; le statue laterali di S. Marea e S. Giuseppe, in legno,
sono opera del 1903 di un Martiner di Ortisei. Al XVII secolo
appartengono le due pale con i Ss. Andrea, Urbano e Vincenzo, già
nell'altare, e della Crocifissione (1692), attribuita a maestro
austriaco.
L'affresco del soffitto è di Clemente Dei neri (1930)
e raffigura l'Assunzione della Vergine. La Chiesetta della Madonna
Lauretana (vulgo S. Rocco) è un piccolo gioiello d'arte per gli
elaborati stucchi dell'arco trionfale e del presbiterio e di altre parti
della chiesetta, attribuiti a Giovanni Pacassi (1682). Il complesso
altar maggiore (1736), attribuibile a qualche scultore goriziano, ha
forma inusuale: nel paliotto, deliziosa immagine in bassorilievo della
Madonna di Loreto.
Tra gli edifici civili, va ricordata la Villa del
Torre e una bella casa settecentesca in via S. Martino.