Frazioni/Località: Manzinello - Oleis -
Rosazzo - San Lorenzo - San Nicolò - Soleschiano
Informazioni turistiche: Pro Loco Manzano
Biblioteche: Biblioteca Comunale C. Percolo, p.zza della
Repubblica (apre i pomeriggi e sa. mattina)
Escursioni: Fiume Natisone - Sentiero naturalistico «dal bosco
della Sdricca ai colli della Manzanizza» - Colline di Manzano -
Rosazzo - Case - Poggiobello - Abbazia di Rosazzo - Palazzo Ottelio
- Palazzo Martinengo - Casa natale di Caterina Percolo - Castelliere
della Sdricca - Ruderi del Castello di Manzano

CAMPANE

Immagini e suoni raccolti
prima e durante la celebrazione della Santa Messa, che in assenza del
parroco titolare,
è stata officiata dal missionario saveriano padre Roberto.


Principali monumenti e opere d'arte
La Chiesa parrocchiale di Manzano, dedicata a S.
Maria Assunta, ottocentesca, conserva un altar maggiore in marmo
costruito nel 1897 dai fratelli Paron di Ontagnano ad imitazione di
quello di Latisana, con statuette del Redentore e dei due angeli nel
ciborio scolpite da Temistocle Sarti di Pietrasanta in Toscana; le
statue laterali dei Ss. Giuseppe e Giovanni Evangelista sono della
ditta Busnelli di Seravezza in Toscana. Di maggior pregio gli altari
laterali, settecenteschi, in marmi pregiati, provenienti dalla chiesa
dei Barnabiti di Udine. Gli affreschi del soffitto del presbiterio e
dei due altari laterali sono opera di Giuseppe Barazzutti di Gemona
(1921); la Crocifissione nella lunetta è di Giovanni Pittini di
Tarcento (1959). In sagrestia, un bel mobile intagliato da Matteo
Deganutti cividalese(1790).
A Manzinello, la Chiesa di S.
Margherita ha un affresco nella lunetta raffigurante la
Crocifissione (probabilmente di Giovanni Fantoni, ca. 1920); nella
parete destra è appeso un affresco, staccato e montato su pannello,
con i Ss. Antonio Abate con il maialino, Elisahetta e Giacomo, opera
di modesto pittore friulano della fine del secolo XV. Nella
Chiesa di S. Lorenzo, del 1890, altare marmoreo della fine del
XVIII secolo dovuto ad Adeodato Pariotti scultore udinese; le statue
raffigurano i Ss. Lorenzo e Giovanni Battista. Ad Oleis,
Chiesa parrocchiale costruita su progetto di don Leonardo Piva
con strana facciata gotica (1888-1890); nella Chiesa di S.
Tommaso a Case, bell'altare settecentesco con statue di S.
Eurosia e S. Tommaso Apostolo e gradevole dipinto con la Madonna con
Bambino nell'ovale.
Il monumento storico più conosciuto del Comune è la
celebre Abbazia di Rosazzo che domina, dall'alto
del colle su cui è costruita, su largo tratto del Friuli orientale. Vi
si giunge attraverso una amena strada che si insinua tra estesi
vigneti, che danno vini prelibati, tra i quali il nobile Picolit, e
prati soleggiati, ricchi in primavera e in estate di profumati fiori (Rosazzo
prende il nome dalle rose selvatiche qui abbondanti, tanto che nel
1161 venne chiamato «Monasterium Rosarum»).
Il complesso degli edifici, una sorta di borgo
fortificato, si incentra attorno alla Chiesa di S. Pietro,
riattata nel XVI secolo; e conserva ancora un suggestivo sapore
medioevale che fa pensare a tempi lontani, quando qui esisteva un
oratorio del IX secolo; e quando nell'XI secolo gli Eppenstein
munirono il sito, che fu dunque rocca militare prima di essere
assegnato agli agostiniani e, successivamente, ai monaci benedettini.
Secoli di storia sono passati attraverso l'Abbazia di Rosazzo, che
visse l'ora più tragica quando il duca di Brunswich, nel 1509, prese
d'assalto il castello e, massacrati gli abitanti, ne ordinò la
distruzione.
Dell'antico complesso originario ben poco rimane:
un edificio rustico adiacente all'ingresso attuale, il possente
torrione ad ovest alto sei piani e parte del tracciato della cinta
abbassata e distrutta nell'Ottocento, quando il complesso fu
trasformato in residenza arcivescovile estiva.
La Chiesa ed il chiostro furono restaurati nel 1533
per volere del commendatario e vescovo di Verona, Giovanni Matteo
Giberti.
In tale occasione venne affidato al pittore
Francesco Torbido, un veronese seguace del Giorgione, il compito di
affrescare il coro della chiesa. Fu quanto il Torbido fece, nel 1535,
dipingendo i simboli degli Evangelisti nelle vele, la Trasfigurazione,
la Vocazione di S. Pietro e la Pesca miracolosa nella pareti. Madonna
con Bambino e Santi nell'arco trionfale. Affreschi tutti, nei quali la
narrazione pacata, lo spazio dilatato, i colori tenui, mostrano il
pittore non insensibile alla poetica del Lotto. Nell'ex refettorio,
una Crocifissione a fresco recentemente restaurata viene attribuita al
veronese Battista dell'Angelo detto il Moro, cognato del Torbido
(1535). L'altare maggiore è degli scultori udinesi Mattiussi e risale
al 1756.
Tra le ville, la più spettacolare è Villa
Brazzà Martinengo a Soleschiano, settecentesca, con
imponente parte centrale; hanno qualche motivo architettonico di
rispetto Palazzo Ottelio (XVII secolo, con bella
inferriata sulla vera da pozzo), Palazzo di Trento, Palazzo
Deciani, Palazzo Morelli de Rossi. Esempio di architettura
eclettica di periferia è Palazzo Braida ad Oleis
(fine secolo XIX).
