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 Castions di Strada, 20 Aprile 2003

CASTIONS DI STRADA (Ud)
23 metri s.l.m. - 32,84 km2 - C.a.p.: 33050

Capoluogo del Comune: Morsano di Strada
Biblioteche: Biblioteca Comunale, v. Roma (apre ma. dalle 15,30 alle 18,30 - ve. dalle 17,30 alle 19,30)
Escursioni: Bosco Boscat, S.S. 14, località Zellina - Palude Moretto, S.S. 353


CAMPANE


L'interno della parrocchiale, prima e durante la celebrazione della Santa Messa...

...che era accompagnata dalla Corale "Le colone" di Castions di Strada

Principali monumenti e opere d'arte
La Chiesa di S. Martino è un piccolo edificio romanico ad aula con portichetto e antico campanile quadrato con bifora e terminazione a pigna. All'interno lacerti di affreschi romanici (Teoria di Apostoli) nel catino absidale; dipinto cinquecentesco con S. Biagio in cattedra; statua lignea di S. Nicolò (fine secolo XV, maniera di Domenico da Tolmezzo); altra statua con S. Martino e il povero, forse di Vincenzo Comuzzo (secolo XVII), è stata rubata nel 1988.
La Chiesa di S. Maria delle Grazie, dei secoli XV-XVI, contiene interessanti affreschi nella navata sinistra (Storie di S. Biagio e Lavanda dei piedi) e destra (Scene del Nuovo Testamento e Storie della vita di S. Maria Maddalena), nel sottarco e nell'arco trionfale: databili al 1534, costituiscono il capolavoro del pittore veneziano, ma abitante in Udine, Gaspare Negro.
La Chiesa parrocchiale di S. Giuseppe, secoli XVII-XVIII, ha affreschi moderni di Francesco Barazzutti (1907, Sacra Famiglia e S. Carlo Borromeo che dà la comunione a S. Luigi Gonzaga), Giacomo Monai (1951, Ultima Cena, Giuseppe riconosciuto dai fratelli), Fred Pittino (1956) e Renzo Tubaro (1954). L'altare maggiore barocco è stato acquistato a Venezia nel secolo scorso. Negli altari laterali, statue ottocentesche dovute a Vincenzo Luccardi (Madonna del Rosario) e Francesco Catone (S. Giuseppe). In sacrestia, affollata composizione (Madonna del Rosario, 1760 ca.) dell'abate tricesimano Giovan Battista Tosolini, allievo di Pietro Longhi e maestro di Odorico Politi. Il campanile settecentesco è stato costruito dal capomastro Sebastiano Lotti di Bertiolo.
Piacevoli ancone di S. Giuseppe e della Vergine in via Riposo e di S. Martino in piazza Volontari della Libertà. Colonna con la statua dell'Immacolata nell'incrocio delle vie principali del paese con la statale per Lignano: è uno dei pochissimi monumenti del genere in Friuli.
Nella frazione di Morsano di Strada, Parrocchiale settecentesca con vetrate di Arrigo Poz (secolo XX), altare maggiore di Giambattista Cucchiaro (1739) e porticina del tabernacolo dipinta da Giuseppe Canai. In località Bivio Paradiso, un Monumento ricorda gli ultimi nove soldati italiani morti nella prima guerra mondiale (4 novembre 1918, poco prima dell'entrata in vigore dell'armistizio). È il primo monumento costruito in Italia in ricordo dei caduti della guerra del 1915-18: fu inaugurato dal Duca d'Aosta nell'aprile del 1919.

 Informazioni tratte da: 
 GUIDA ARTISTICA DEL FRIULI VENEZIA GIULIA 
 
dell'Associazione fra le Pro Loco del Friuli-Venezia Giulia
http://www.prolocoregionefvg.org

Altre info su Castions di Strada - Il nome del comune ha origine dal termine latino “Castrum”, luogo fortificato, e da “Stradalta”, l’odierna SS 252 da cui il paese è attraversato. Questa via, altrimenti chiamata Strada Ungaresca, corre lungo la linea delle risorgive e segue, con ampie e continue curve, tutti i paesi da Palmanova a Codroipo. Essa venne chiamata così perché fu percorsa, durante il periodo delle invasioni barbariche (sec. IX-X), dalle orde che dall’Est volevano raggiungere rapidamente la pianura. Non per nulla questo territorio fu denominato “Vastata Hungarorum”, luoghi devastati dagli Ungari. Ma questa via ha una storia molto più antica; costruita nel 148 a.C. dal console S. Postumio Albino (allora si chiamava via Postumia), essa doveva congiungere Genova, attraverso Piacenza e Verona, ad Aquileia. Si chiamò Stradalta in contrapposizione alla via Annia che correva più a Sud, con un percorso ad essa quasi parallelo ma in un territorio paludoso ed insalubre, con i secoli divenuto in seguito quasi impraticabile. Molto più tardi Napoleone, al quale per motivi strategici stava molto a cuore la possibilità di raggiungere agilmente la fortezza di Palmanova, costruì una nuova strada, la Napoleonica appunto, concepita quasi come una linea retta, molto veloce, che congiunge anch’essa Palmanova a Codroipo. Castions quindi ed il suo piccolo comune si sono trovati sempre sul percorso di grossi spostamenti di truppe e spesso ne hanno subito le conseguenze.
Nato come insediamento agricolo e di pochissime risorse naturali se non per i prodotti coltivati, il paese fu sotto i Longobardi e conobbe in quell’epoca un momento di tranquillità (sec. VI), come pure sotto il dominio dei Franchi. Le succitate invasioni barbariche, ed in particolare gli Ungheri dall’899 al 942, ridussero queste terre ad una desolazione totale, con relativo spopolamento. Infatti fu necessario, come per altri comuni del Friuli Orientale, importare popolazioni slave perché colonizzassero e abitassero nuovamente questi paesi. Il 9 ottobre 1028 l’imperatore Corrado III concede al patriarca di Aquileia, Poppone, il possesso della selva e dei territori “dall’Isonzo e lungo la strada degli Ungheri”.
Nel 1031, in occasione della riconsacrazione della Basilica di Aquileia da lui restaurata, o meglio, ricostruita, il patriarca Poppone concede al Capitolo della basilica una dote che comprendeva il possesso di Castions e dei territori limitrofi. Questa appartenenza al capitolo viene in seguito riconfermata da vari Papi e dall’imperatore Federico Barbarossa.
La durezza della storia di questi paesi non tolse però combattività ai loro abitanti, i quali sono rimasti negli annali per la loro tenacia nelle dispute; una lunga lite, che durò dal 1464 al 1567, divise gli uomini di Castions da quelli di Morsano per una questione di godimento di diritti religiosi e alla fine la contesa si compose a favore dei Morsanesi. Una curiosità architettonica: non si ha documentazione di case coperte con tegole di cotto fino al 1502; fino ad allora infatti i tetti erano di paglia. Il periodo napoleonico, che giunse dopo un periodo tranquillo e dedito solamente alla coltivazione dei campi, portò ancora una volta povertà. Nuove tasse vennero istituite ed i contadini spogliati dei loro prodotti.
Nelle altalenanti vicende di queste zone, con l’avvento dell’Austria prima e del Regno d’Italia poi (1866), la calma si ricompose.
Successivamente Castions ha seguito le vicende storiche del resto del Friuli, le lotte legate alle due Guerre Mondiali e finalmente la rinascita.
Ai giorni nostri Castions è un centro agricolo di una certa importanza, con un buon livello di occupazione. Molti abitanti si recano al lavoro nei vicini centri più grossi. Nel complesso, si può definire il Comune di Castions come di media economia a carattere prevalentemente agricolo-artigianale. Da una serie di ricerche sul territorio si sono trovate tracce di un castelliere dell’età del bronzo. Da questa primitiva fortificazione presero il via successive costruzioni romane e medioevali che in ogni modo non raggiunsero mai una grossa importanza. E’ stato trovato anche un reperto erratico celtico: una spada di bronzo.
La Chiesa di S.Martino, risalente al secolo XIII ma fortemente rimaneggiata nel secolo XV, ha una torre campanaria caratteristica al centro della facciata ed un altare ligneo intagliato del sec. XV-XVI. La Chiesa della Madonna delle Grazie (1533) ha un alto campanile a bifora al centro della facciata. All’interno il capolavoro di Gaspare Negro; un ciclo di affreschi dipinti nel 1534.
Lungo la SS. 353, per Latisana, al Bivio di Paradiso c’è il cippo a ricordo degli ultimi soldati italiani caduti nella Prima Guerra Mondiale (alle ore 15 del 4 novembre 1918).