Principali monumenti e opere d'arte
La Chiesa di S. Martino è un piccolo edificio romanico ad
aula con portichetto e antico campanile quadrato con
bifora e terminazione a pigna. All'interno lacerti di affreschi
romanici (Teoria di Apostoli) nel catino absidale;
dipinto cinquecentesco con S. Biagio in cattedra; statua
lignea di S. Nicolò (fine secolo XV, maniera di Domenico da
Tolmezzo); altra statua con S. Martino e il povero, forse
di Vincenzo Comuzzo (secolo XVII), è stata rubata nel 1988.
La Chiesa di S. Maria delle Grazie, dei secoli XV-XVI,
contiene interessanti affreschi nella navata sinistra (Storie di
S. Biagio e Lavanda dei piedi) e destra (Scene del Nuovo
Testamento e Storie della vita di S. Maria Maddalena), nel
sottarco e nell'arco trionfale: databili al 1534, costituiscono
il capolavoro del pittore veneziano, ma abitante in Udine,
Gaspare Negro.
La Chiesa parrocchiale di S. Giuseppe, secoli XVII-XVIII,
ha affreschi moderni di Francesco Barazzutti (1907, Sacra
Famiglia e S. Carlo Borromeo che dà la comunione a S. Luigi
Gonzaga), Giacomo Monai (1951, Ultima Cena, Giuseppe
riconosciuto dai fratelli), Fred Pittino (1956) e Renzo Tubaro
(1954). L'altare maggiore barocco è stato acquistato a Venezia
nel secolo scorso. Negli altari laterali, statue ottocentesche
dovute a Vincenzo Luccardi (Madonna del Rosario) e Francesco
Catone (S. Giuseppe). In sacrestia, affollata composizione
(Madonna del Rosario, 1760 ca.) dell'abate tricesimano Giovan
Battista Tosolini, allievo di Pietro Longhi e maestro di Odorico
Politi. Il campanile settecentesco è stato costruito dal
capomastro Sebastiano Lotti di Bertiolo.
Piacevoli ancone di S. Giuseppe e della Vergine in via
Riposo e di S. Martino in piazza Volontari della Libertà.
Colonna con la statua dell'Immacolata nell'incrocio delle
vie principali del paese con la statale per Lignano: è uno dei
pochissimi monumenti del genere in Friuli.
Nella frazione di Morsano di Strada, Parrocchiale
settecentesca con vetrate di Arrigo Poz (secolo XX), altare
maggiore di Giambattista Cucchiaro (1739) e porticina del
tabernacolo dipinta da Giuseppe Canai. In località Bivio
Paradiso, un Monumento ricorda gli ultimi nove soldati
italiani morti nella prima guerra mondiale (4 novembre 1918,
poco prima dell'entrata in vigore dell'armistizio). È il primo
monumento costruito in Italia in ricordo dei caduti della guerra
del 1915-18: fu inaugurato dal Duca d'Aosta nell'aprile del
1919.
Informazioni tratte da:
GUIDA ARTISTICA DEL FRIULI VENEZIA GIULIA
dell'Associazione fra le Pro Loco del Friuli-Venezia Giulia
http://www.prolocoregionefvg.org
Altre info su
Castions di Strada - Il nome del comune ha origine dal termine
latino “Castrum”, luogo fortificato, e da “Stradalta”, l’odierna
SS 252 da cui il paese è attraversato. Questa via, altrimenti
chiamata Strada Ungaresca, corre lungo la linea delle risorgive e
segue, con ampie e continue curve, tutti i paesi da Palmanova a
Codroipo. Essa venne chiamata così perché fu percorsa, durante il
periodo delle invasioni barbariche (sec. IX-X), dalle orde che
dall’Est volevano raggiungere rapidamente la pianura. Non per
nulla questo territorio fu denominato “Vastata Hungarorum”, luoghi
devastati dagli Ungari. Ma questa via ha una storia molto più
antica; costruita nel 148 a.C. dal console S. Postumio Albino
(allora si chiamava via Postumia), essa doveva congiungere Genova,
attraverso Piacenza e Verona, ad Aquileia. Si chiamò Stradalta in
contrapposizione alla via Annia che correva più a Sud, con un
percorso ad essa quasi parallelo ma in un territorio paludoso ed
insalubre, con i secoli divenuto in seguito quasi impraticabile.
Molto più tardi Napoleone, al quale per motivi strategici stava
molto a cuore la possibilità di raggiungere agilmente la fortezza
di Palmanova, costruì una nuova strada, la Napoleonica appunto,
concepita quasi come una linea retta, molto veloce, che congiunge
anch’essa Palmanova a Codroipo. Castions quindi ed il suo piccolo
comune si sono trovati sempre sul percorso di grossi spostamenti
di truppe e spesso ne hanno subito le conseguenze.
Nato come insediamento agricolo e di pochissime risorse naturali
se non per i prodotti coltivati, il paese fu sotto i Longobardi e
conobbe in quell’epoca un momento di tranquillità (sec. VI), come
pure sotto il dominio dei Franchi. Le succitate invasioni
barbariche, ed in particolare gli Ungheri dall’899 al 942,
ridussero queste terre ad una desolazione totale, con relativo
spopolamento. Infatti fu necessario, come per altri comuni del
Friuli Orientale, importare popolazioni slave perché
colonizzassero e abitassero nuovamente questi paesi. Il 9 ottobre
1028 l’imperatore Corrado III concede al patriarca di Aquileia,
Poppone, il possesso della selva e dei territori “dall’Isonzo e
lungo la strada degli Ungheri”.
Nel 1031, in occasione della riconsacrazione della Basilica di
Aquileia da lui restaurata, o meglio, ricostruita, il patriarca
Poppone concede al Capitolo della basilica una dote che
comprendeva il possesso di Castions e dei territori limitrofi.
Questa appartenenza al capitolo viene in seguito riconfermata da
vari Papi e dall’imperatore Federico Barbarossa.
La durezza della storia di questi paesi non tolse però
combattività ai loro abitanti, i quali sono rimasti negli annali
per la loro tenacia nelle dispute; una lunga lite, che durò dal
1464 al 1567, divise gli uomini di Castions da quelli di Morsano
per una questione di godimento di diritti religiosi e alla fine la
contesa si compose a favore dei Morsanesi. Una curiosità
architettonica: non si ha documentazione di case coperte con
tegole di cotto fino al 1502; fino ad allora infatti i tetti erano
di paglia. Il periodo napoleonico, che giunse dopo un periodo
tranquillo e dedito solamente alla coltivazione dei campi, portò
ancora una volta povertà. Nuove tasse vennero istituite ed i
contadini spogliati dei loro prodotti.
Nelle altalenanti vicende di queste zone, con l’avvento
dell’Austria prima e del Regno d’Italia poi (1866), la calma si
ricompose.
Successivamente Castions ha seguito le vicende storiche del resto
del Friuli, le lotte legate alle due Guerre Mondiali e finalmente
la rinascita.
Ai giorni nostri Castions è un centro agricolo di una certa
importanza, con un buon livello di occupazione. Molti abitanti si
recano al lavoro nei vicini centri più grossi. Nel complesso, si
può definire il Comune di Castions come di media economia a
carattere prevalentemente agricolo-artigianale. Da una serie di
ricerche sul territorio si sono trovate tracce di un castelliere
dell’età del bronzo. Da questa primitiva fortificazione presero il
via successive costruzioni romane e medioevali che in ogni modo
non raggiunsero mai una grossa importanza. E’ stato trovato anche
un reperto erratico celtico: una spada di bronzo.
La Chiesa di S.Martino, risalente al secolo XIII ma fortemente
rimaneggiata nel secolo XV, ha una torre campanaria caratteristica
al centro della facciata ed un altare ligneo intagliato del sec.
XV-XVI. La Chiesa della Madonna delle Grazie (1533) ha un alto
campanile a bifora al centro della facciata. All’interno il
capolavoro di Gaspare Negro; un ciclo di affreschi dipinti nel
1534.
Lungo la SS. 353, per Latisana, al Bivio di Paradiso c’è il cippo
a ricordo degli ultimi soldati italiani caduti nella Prima Guerra
Mondiale (alle ore 15 del 4 novembre 1918).
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