Solo leggendo i giornali ero venuto a conoscenza che il mio amico Giovanni Cismondi era figlio di un generale degli alpini, motivo in più per essere presente all'ultimo addio, prevedendo una forte presenza di cappelli con la piuma... e non solo...


Lassù nello spazio infinito,
dove Dio mi ha collocato, io ci sarò, mi troverete.
Per ascoltarmi sedetevi sul ciglio del sentiero del silenzio
io vi dirò che continuo ad amarvi... 

Oltre la luce ed oltre le tenebre,
rimarrà ancora un desiderio irresistibile e folle.
Oltre la vita ed i miei cari, nel silenzio dell'anima,
amerò ancora il volo, le mie montagne e la mia città di Busca.

                                                                   Generale degli Alpini  Giuseppe Cismondi                                                                                   (Busca 17 marzo 1929 – Udine 6 gennaio 20016)

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        L’affetto degli alpini al funerale di Cismondi - Penne nere, soprattutto. Perché nonostante fosse passato alle cronache per i suoi trascorsi da comandante di Gladio del Nordest, Giuseppe Cismondi è stato soprattutto un alpino, un generale degli alpini. Per questo la chiesa del Bearzi ieri mattina, in occasione delle esequie, era stracolma anche di penne nere. Friulane ma anche arrivate da Busca, paese nativo di Cismondi che nel 2013 gli ha attribuito l’onorificienza della città. Un riconoscimento - dirà l’ex sindaco di Busca ed ex parlamentare, Teresio Delfino - perchè Cismondi ha amato Busca e l’intera Italia e questo lo devono sapere tutti. A officiare il rito liturgico c’erano oltre al parroco del Bearzi, don Antonio Prai, anche altri due parroci militari, don Carmelo e don Rino. Nella sua omelia don Pria ha ricordato l’amico, il fratello e l’alpino Cismondi, «perché parlare di alpini - ha detto - è parlare di te. E soltanto chi è stato alpino può sentire qualche cosa che si trova soltanto sulle montagne: il vento che accarezza la fronte, la neve che imbianca gli abeti, il sole che sorge prima che nel resto dell’Italia mentre gli alpini già sudano. Sì - ha aggiunto con orgoglio il sacerdote – essere alpini significa rendersi conto delle bellezza delle montagne». Chiesa del Bearzi stracolta di gente, tra cui tantissimi alpini, per l'addio al generale Giuseppe Cismondi, che fu comandante di Gladio del Nordest . Dopo aver letto un pensiero dello stesso generale che la moglie, presente al funerale con i figli e i due nipoti, gli aveva consegnato, il sacerdote ha esortato il generale a vegliare sui familiari e sui presenti. E rivolgendosi si due nipoti, Francesco Maria e Gabriele, li ha invitati a «essere bravi perché il nonno, anche se talvolta sarà severo come lo sono gli alpini, vi aiuterà sempre e comunque». Poco dopo, l’ex sindaco di Busca, Delfino, ha definito il compianto generale un «servo della libertà e nonostante quello che accadde con la vicenda di Gladio non smise mai di credere nella Patria, nei valori della bandiera, nella solidarietà e naturalmente negli alpini. E tutti noi possiamo immaginare la sua amarezza per questa storia che poi si chiuse con la sua assoluzione». L’ex sindaco, presente con alcuni rappresentanti della locale sezione dell’Ana e con il gonfalone della città di Busca, ha voluto ribadire il grande affetto della sua cittadinanza per il generale Cismondi e la sua in particolare «che si era cementata negli anni sfociando in una vera e propria amicizia». Il feretro ha lasciato la Chiesa tra due ali di alpini. Il parroco aveva chiesto di evitare applausi. Ma la stima e l’orgoglio dei presenti per il loro generale trasudava ugualmente dai loro visi. (d.pe. - Tratto da Messaggero Veneto)