PREGHIERE INIZIALI 


...alcuni momenti della cerimonia...


...fino all'omelia di Don Giovanni Straulino...



 ESTRATTO 


...dalle preghiere dei fedeli...


...a dopo la Comunione...



...intervento di Luciano Sandron dell'Associazione "Ricordate Izourt"


...la Benedizione finale...

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Invitiamo a visionare i nostri precedenti servizi effettuati alle date:

 25 OTTOBRE 2012>>>       24 MARZO 2013>>>       10 GIUGNO 2013>>>

È morta a 104 anni Emma Pellis Gregorutti
(Mariarosa Rigotti - Il Messaggero Veneto)

          CASSACCO. Il “Messaggero Veneto” ha perso una delle sue lettrici più anziane: si è spenta, infatti, a 104 anni, compiuti a gennaio, Emma Pellis di Montegnacco. «Aveva partecipato anche alle festa degli anziani a Santa Lucia – ricorda il sindaco di Cassacco Ornella Baiutti -. È stata attiva fino alla fine. Come amministrazione, a nome di tutta la comunità, esprimo il cordoglio per la sua scomparsa ». Le qualità di nonna Emma erano state sottolineate proprio in occasione del suo 104° compleanno festeggiato con figli, nipoti, pronipoti, amici e anche rappresentanti del Comune; si ricordava, appunto, il suo essere una assidua lettrice, “senza occhiali” del “Messaggero Veneto”, ma anche, l’essere tifosa dell’Udinese che seguiva in tv. Emma Pellis era nata a Montegnacco “tal bosc”, in borgo Boschin dei Pellis, seconda di due fratelli. Aveva iniziato a lavorare giovane, impegnandosi per alcuni anni nelle fornaci senza trascurare il lavoro nei campi. Nel 1934 aveva sposato Ercole Gregorutti che l’aveva resa madre di due figli, Emi ed Ercolina. Purtroppo era rimasta vedova presto: nel marzo del 1939 il marito morì sepolto da una valanga sui Pirenei francesi dove lavorava . Un lutto che la colpì mentre aspettava la secondogenita che chiamò Ercolina proprio in ricordo dello sposo. I funerali di Emma Pellis sono fissati per domani, alle 10.30, nella chiesa della frazione.

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Luciano Sandron ed Emanuela Ortis,
rappresentanti dell'Associazione "Ricordate Izourt"

Izourt, tragedia da non dimenticare
Tra i morti c'erano anche 8 friulani che stavano lavorando alla costruzione di una diga

          Ci sono nomi, eventi destinati all'oblio della memoria se qualcuno, parenti e associazioni, non ponesse con forza il loro ricordo di fronte alle comunità cui proprio questi nomi, questi avvenimenti appartengono.
          È il caso della tragedia d'Izourt nei Pirenei francesi. Avvenne 75 anni fa, esattamente il 24 marzo 1939, e vi trovarono la morte 31 operai di cui 29 italiani, 8 erano friulani. Questi i loro nomi Umberto Braida di Travesio, Aurelio Del Fabbro di Pagnacco, Giuseppe Giampaoli di Pagnacco, Ercole Gregorutti di Cassacco, Vincenzo Pezzetta di Buja, Settimo Serbosini di Tricesimo, Vincenzo Tassan Caser di Aviano, Carlo Zat nato a Zurigo ma da genitori di Caneva.
          La località di Izourt é tra le montagne al limite tra Andorra e Francia a 1650 m di altezza, il quel periodo una diga era in costruzione per sbarrare un laghetto, il cantiere comportava dei baraccamenti per gli operai ed é qui che alle 7.30 del mattino una tormenta di neve di una incredibile intensità si abbatté sul cantiere, dei venti violentissimi ed il peso di oltre sei metri di neve scoperchiarono e fecero crollare le baracche malgrado fossero state costruite solidamente, in pietra, dagli operai stessi.
          I superstiti tentarono di soccorrere i compagni feriti sotto la neve e le macerie, il freddo era polare, le condizioni meteorologiche estreme, le installazioni elettriche, teleferica distrutte, senza l'elettricità nessun mezzo di comunicazione possibile: la tormenta impedisce ogni tentativo.
          I primi soccorsi arriveranno solo nel pomeriggio, si poté evacuare i primi feriti l'indomani 25 marzo, la sera stessa il prefetto ordinò l'evacuazione della zona, lasciando sul posto della catastrofe, i corpi dei deceduti, che saranno evacuati a valle, dai militari francesi, più giorni dopo, i morti avevano tra i 23 e 52 anni e furono inumati nel piccolo cimitero accanto alla chiesa, del paese di Vicdessos. La seconda guerra mondiale sta per scoppiare, gli italiani diventeranno, per un periodo, dei nemici della Francia, le tombe degli operai italiani verranno dimenticate ed eliminate.
          Dal 2002 qualcosa si muove per ricordare quei morti. In Friuli tutti nomi dei defunti furono trovati, ed anche i loro familiari. Oggi nel cimitero c'é una bella lapide, con tutti i nomi dei morti, dei gemellaggi sono stati concretizzati tra comuni italiani e francesi.
L'Ente Friuli nel Mondo, tramite Danilo Vezzio del Fogolar Furlan di Lione, ha voluto essere presente alle commemorazioni svoltesi nel 2012, per l'inaugurazione del Cammino della Memoria, che parte da fondovalle per salire su, alla diga d'Izourt.
          E anche quest'anno quei morti saranno ricordati qui in Friuli dove oggi alle 11 al santuario della Madonna del Monte a Marsure di Aviano verrà celebrata una messa in occasione dell'anniversario.
          L'Izourt non sarà il nome di una battaglia della Grande guerra e nemmeno una cronoscalata, ma forse proprio per questo vale la pena di non essere dimenticato.