Flambro di Talmassons (UD), 29 Ottobre 2017
Chiesa di Santa Maria Annunziata



CAMPANE

Messa in ricordo dei Caduti
nel 100° Anniversario della "Battaglia di Flambro"
presieduta dal Vicario Generale Mons. Guido Genero
e accompagnata dal locale Coro Parrocchiale



INTRODUZIONE



CANTO DI APERTURA



NEL NOME DEL PADRE


...panoramica sulla navata con le autorità nei primi banchi...


...immagini alle Letture...


...e dal fondo...


...all'omelia di Mons. Genero...


...dalla liturgia eucaristica al Padre Nostro...


Frutto della nostra terra, del lavoro di ogni uomo:
pane della nostra vita, cibo della quotidianità .
Tu che lo prendevi un giorno, lo spezzavi per i tuoi,
oggi vieni in questo pane, cibo vero dell’umanità .
E sarà pane, e sarà vino nella mia vita,
nelle tue mani. Ti accoglierò dentro di me,
farò di me un’offerta viva,
un sacrificio gradito a Te.
Frutto della nostra terra, del lavoro di ogni uomo:
vino delle nostre vigne, sulla mensa dei fratelli tuoi
Tu che lo prendevi un giorno, lo bevevi con i tuoi,
oggi vieni in questo vino e ti doni per la vita mia.
E sarà pane, e sarà vino...


...dopo la Comunione...


         
...preghiera del granatiere e del soldato austro-ungarico...


...è stato ricordato il sacrificio del comandate Pinucci con un dono al Sindaco di Talassons...


...che ha contraccambiato con un ricordo dell'importante evento...


         
BENEDIZIONE E CANTO FINALE

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La cerimonia civile si è svolta sul piazzale davanti al Monumento ai Caduti...



..con i vari interventi che hanno preceduto la deposizione delle corone...
 

La Battaglia di Flambro

         Dopo Io sfondamento di Caporetto il 24 ottobre 1917, lo Stato Maggiore Italiano cercò di rallentare l'avanzata austro-tedesca giunta a Udine, creando la linea di sbarramento Mortegliano - Pozzuolo del Friuli - Pasian Schiavonesco (Basiliano) che, dal 29 al 31 ottobre 1917, fu teatro di sanguinosi scontri. Il primo fu proprio a Basiliano, dove i cavalleggeri, disposti sull'incrocio con la Pontebbana, arretrarono fino al torrente Lavia per poi ritirarsi, con pochissimi uomini rimasti, verso Basagliapenta e Codroipo.
          L'inattesa resistenza italiana rese prudenti i tedeschi, che ripresero a muoversi il giorno dopo piegando verso Orgnano e perdendo tempo nel giungere ai ponti sul Tagliamento. Sempre il 29, a Mortegliano, le truppe italiane allestirono una precaria difesa del nodo stradale nel centro del paese, vicino alla chiesa. Qui, il pomeriggio del 30, ebbe luogo la violenta battaglia di Mortegliano, meno celebrata di quella di Pozzuolo del Friuli ma parimenti importante per la ritirata italiana.
          Il colonnello Spinucci era invece in licenza quando il suo reparto II Reggimento Brigata Granatieri ricevette l'ordine di attestarsi a Flambro per fronteggiare il nemico. Raggiunti i suoi attraversando il ponte di Codroipo intasato da soldati e civili in fuga, raccolse il reggimento a Lestizza e si diresse verso Flambro dove, fuori dal paese, li fermò l'intenso fuoco di mitragliatrici FIAT italiane e cannoni delle truppe tedesche. Il nodo stradale di Flambro, parallelo a quello sulla Pontebbana, era ormai in mano austro-tedesca e Spinucci decise di attaccare. La battaglia, tanto cruenta che i cannoni spararono ad altezza d'uomo, infuriò dalle prime ore della sera. I Granatieri entrarono a Flambro con un furioso combattimento casa per casa e i feriti furono raccolti nella chiesetta di San Giovanni Battista. Quest'azione permise ai compagni del Battaglione di ripiegare verso Sterpo e Rivignano. Alla fine dello scontro, la popolazione e i profughi uscirono dalle cantine e seppellirono gli oltre 250 caduti - tra cui Spinucci - nel cimitero di Talmassons.
          Mentre si ritirava da Flambro, parte del  I Reggimento del Battaglione Granatieri si asserragliò a Bertiolo, dove il 30 sera ci fu un unico scontro: le avanguardie tedesche entrarono in paese ma, trovandovi una forte resistenza, si ritirarono. Ciò permise agli italiani, guidali da genti bertiolesi, di proseguire per Rivolto e i ponti di Madrisio di Varmo. Nel frattempo a Rivolto le truppe italiane del generale Ferrero si difesero dai tedeschi, giunti da Villacaccia, resistendo fino notte quando, contrattaccando, si aprirono un varco di fuga. Gli italiani riuscirono così a rompere l'accerchiamento e a dirigersi verso i ponti sul Tagliamento che, dopo il loro passaggio, vennero fatti saltare.
          Questi, in estrema sintesi, sono i fatti occorsi nei Medio Friuli dopo Caporetto. Un'importante pagina di storia poco nota che reclama, per i soldati e la popolazione che ne furono protagonisti; la giusta attenzione.

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