“Cjavêi di Lûs”
Nuova raccolta di poesie di
Domenico Zannier
Dodicimila versi compongono “Cjavêi di Lûs” la nuova raccolta di
poesie in friulano di Domenico Zannier, opera letteraria fresca di
stampa del poeta, sacerdote, intellettuale e profondo conoscitore
della storia del Friuli (ha ottenuto numerosissimi riconoscimenti
per la sua attività letteraria e tra questi anche la candidatura a
Premio Nobel per la letteratura nel 1986). Il lavoro sarà presentato
nel salone del Consiglio di palazzo Belgrado giovedì 28 maggio alle
17.30. In tale occasione il presidente della Provincia di Udine
Pietro Fontanini gli consegnerà la medaglia istituzionale dell’Ente.
“Un riconoscimento all’impegno culturale profuso da pre Meni Zannier
attraverso una ricca produzione letteraria in particolare in
marilenghe ma anche alla sua manifesta e schietta difesa del Friuli,
delle sue radici storiche e amministrative, della sua lingua e della
sua identità contro la lacerazione prodotta dalla riforma degli enti
locali” spiega Fontanini.
Nelle riflessioni
introduttive, Domenico Zannier presenta la sua realizzazione
compositiva, che “quanto a grandezza ed estensione di temi - sono le
sue parole - ,vorrebbe quasi porre un sigillo alla mia operosità
letteraria. Ci potranno essere eventuali altri esiti, ma non credo
in questa dimensione. Riconosciuto o non riconosciuto, penso di aver
avuto con i miei scritti e con l’arte poetica un ruolo incisivo e
non marginale nella cultura locale e globale, nella lingua ladina
friulana, nel mondo di una poesia di universalmente intesa umanità".
Sessant'anni di attività poetica e letteraria si arricchiscono
dunque di “questi miei quasi dodicimila versi che costituiscono una
operazione analoga a quella di “Creps Umans” (Cocci Umani), ma il
titolo che porta è gioioso e fluttuante “Cjavei di Lûs” (Capelli di
Luce), indicante una consacrazione allo Spirito e alla Bellezza. È
stato composto in tre anni e cinque mesi, in parallelo, ad altri
testi poetici e letterari, dall’agosto del 2010 al febbraio 2014”.
Zannier chiarisce lo stile e l’obiettivo delle sue liriche. "La mia
poesia popolareggiante mira al mantenimento
della tradizione e della vitale continuità linguistica, serve spesso
per la composizione musicale, sacra e profana, ed esprime una
identità etnica".
Chiude la presentazione
con un bilancio del suo percorso letterario e umano. "Con la mia
opera testimonio e riaffermo la latinità fondante del Friuli sulla
cerniera delle tre grandi stirpi indoeuropee-germanica, slava e
latina. Ripropongo e difendo la concezione giudaico-cristiana della
vita e la visione mediterranea della famiglia, della naturalità
autentica degli esseri umani, che una non troppo velata barbarie
pseudo-scientifica e sociologica, soffiante in particolare con i
gelidi venti nordici e d’oltre Oceano, tende a rimuovere e a
distruggere. Natura e cultura non si identificano, si integrano".
Alla presentazione
interverranno, oltre al presidente Fontanini e all’autore, il
professor Roberto Iacovissi che si soffermerà sul tema “Persona,
arte e friulanità”, mons. Nicolino Borgo (“Umanità cristiana” il
titolo del suo intervento), il professor Renzo Lorenzini del Circolo
Culturale Laurenziano e Pietro Mantero delle Edizioni “Segno”. |