nuove dal friuli e dal mondo

Vavasone (PN), 29 Settembre 2013
Auditorium "Erasmo da Valvason"

90° Congresso della Società Filologica Friulana
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 INTRODUZIONI


...dopo il benvenuto iniziale, della brava presentatrice, nel bel friulano che si parla "di là da l'aga",
ha dato la parola ad una serie di personalità politiche ed istituzionali, ma noi daremo spazio solo...


...al Sindaco di Valvasone Marcus Maurmair, al Presidente di Ente Friuli nel Mondo Piero Pittaro, al Presidente della S.F.F. Federico Vicario, a mons.
Ferruccio Sutto testimone della precedente edizione del Congresso a Valvasone di trent'anni prima, e Federico di Valvasone con la sua relazione "Siete la patria mia"...
 

 
...interventi applauditi dal pubblico in sala...


...è seguita una serie di letture con accompagnamento musicale...


...e la presentazione del Numero Unico "Voleson"
da parte dei curatori del volume Pier Carlo Begotti e Paolo Pastres...


..i premiati del "Concorso Luigi e Andreina Ciceri", nella foto Lorenzo Casadio, Tania Borta e Enrico Minati...
...ed infine la consegna del Numero Unico al piccolo Elia, risultato il Socio più giovane...


...l'ultimo quadro con la foto di gruppo...
...con l'arrivederci al 91° Congresso che si terrà a Lignano Sabbiadoro...

«Friuli, la Regione punta sulla Filologica»
(Nicola Cossar - Messaggero Veneto del 30 settembre 2013)

          VALVASONE. Il futuro della Filologica ha i capelli ricci e soffici nascosti sotto un fiero berretto. Il futuro della Filologica si chiama Elia, ha 3 anni ed è il più giovane socio della quasi secolare e benemerita istituzione culturale friulana che ieri è tornata nella magnifica Valvasone – dove mancava dal 1979 – per celebrare il suo novantesimo congresso. Un numero che non fa paura: non soltanto per delizioso siparietto regalatoci da Elia Pasutto, salito sul palco con mamma e papà per essere premiato dal proprio sindaco.
          Ma anche per la benedizione dell’assessore regionale Torrenti nell’enunciare le linee della sua politica linguistica e perché ieri ci è parso di capire che esiste in modo inequivocabile – finalmente – un’orgogliosa e trasversale consapevolezza che il futuro si costruisce soltanto facendo gruppo, squadra, famiglia oseremmo dire, (ri)costruendo un modello di civiltà su radici culturali fatte certamente di lingua, costumi e tradizioni, ma anche vivendo pienamente il presente e trasmettendo (come fanno i genitori del baby-socio) una visione del mondo frutto di valori senza età, di uno spirito identitario libero, aperto e forte.
          Un messaggio che profuma di pulito e che va molto oltre le ideologie per mandare un segnale urgente al mondo alieno della politica (visti anche gli scenari nazionali tragicomici di questi giorni).
Quale Filologica? Per Federico Vicario questo è stato il primo congresso da presidente della Filologica. Misurato, preciso ed essenziale, nel suo intervento ha messo al centro il cuore della Filologica e la perenne gratitudine per i tremila soci e per chi ha avuto prima di lui l’onore e l’onere di guidare la SFF (affettuoso e applaudito il riferimento a Lorenzo Pelizzo, instancabile timoniere per 12 anni).
          Vicario ha proposto una riflessione sul progetto della Regione per la politica linguistica, centrato su due punti: la scuola e i soggetti impegnati nella promozione della lingua e della cultura friulane.
«È dagli anni Quaranta, con Marchetti, che la Filologica si occupa della formazione degli insegnanti in servizio – ha ricordato il presidente –. Quest’anno ne abbiamo preparati ben 500 su lingua, didattica, storia, tradizioni e musica».
          E poi i ruoli: chi fa cosa? Vicario: «Torrenti ha sottolineato l’importanza dell’Arlef per la sua funzione di programmazione della politica linguistica, ma soprattutto ha confermato che la Società Filologica Friulana rimane il soggetto centrale di questa partita, con la sua struttura, con i suoi collaboratori, con le decine di volontari impegnati sul territorio, con i suoi oltre tremila soci, con la qualità e la continuità delle sue iniziative: corsi pratici, pubblicazioni di qualità, collaborazione con associazioni ed enti espressione della comunità friulana, ma anche collaborazione con le altre comunità linguistichee, partecipazione a progetti europei. Noi ci siamo!».
          Oltre la politica. Nell’affollato auditorium delle scuole medie non c’è spazio per le retorica, neanche dietro le quinte. Gli schieramenti e le visioni politiche magari sono diversi, ma a Valvasone si è andati oltre la politica: il sindaco Markus Maurmair, l’assessore provinciale di Pordenone, Stefano Zannier, il suo collega udinese Beppino Govetto, il consigliere regionale Gino Gregoris e il presidente di Friuli nel Mondo, Piero Pittaro, sono sembrati un coro intonato e orgogliosamente innamorato delle proprie radici, tutti pronti a difendere il prezioso tesoro della Filologica da qualsiasi accusa di ente inutile, anzi a promuoverla e a sostenerla ancora di più.
          Un impegno che si è allargato poi all’economia (Gregoris) e ai nostri talenti che lavorano all’estero e trovano sempre il tempo per fare friulanità più di noi e fondare addirittura nuovi fogolârs (Pittaro). Tutto è legato insomma, ma in tempi difficili da leggere e da vivere come questi – si è detto – dobbiamo fare squadra e costruire il nostro futuro sulle basi solide di un’appartenenza e di una visione che il friulano forse ha più di altri. Non perché si sente migliore, ma perché è finalmente orgoglioso della propria storia a delle proprie radici. Parlare la propria lingua (in tutte le sue declinazioni) conoscere e far conoscere la propria cultura, le tradizioni, la storia (puntualmente documentate nel Numar unic: quello su Valvasone è stato curato da Pier Carlo Begotti e Paolo Pastres). Essere friulani nel mondo senza perdersi: la sfida del futuro è proprio questa.
          La meglio gioventù. Il futuro vuole e deve essere giovane, in Filologica, in Friuli, e oltre. I segnali da Valvasone sono chiari: con il piccolo Elia, che in casa e fuori parla il suo friulano, con le magnifiche note del maestro della fisarmonica di Paolo Forte, con i premiati del concorso Luigi e Andreina Ciceri (presentati da Giulia Scodellaro): Lorenzo Casadio, Enrico Minati e Tania Borta. Giovani di oggi e di ieri. Accanto alle memorie di monsignor Ferruccio Sutto, sono semi di cultura, di identità, di speranza. Per tutti.         

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