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Fieste di Josef a Pradis
Venerdi 19 marzo scorso la tradizionale festa

     A ripescare quella vecchia tradizione che voleva gli agricoltori di Pradis (splendida oasi viticola immersa nel Collio cormonese) raccogliersi in preghiera presso il capitello che dall’alto guarda l’azienda di Roberto PICECH per ringraziare quanto di buono la natura aveva loro offerto nell’annata precedente (e pregare per le il benessere morale e materiale di quella entrante) furono -si narra- due personaggi emblematici di un mondo che ancora sa apprezzare tali valori.
     Uno fu senz’altro Egidio PICECH ("PONTAR"), ovvero il vignaiolo meglio noto come "IL RIBEL" per quella fierezza caratteriale spesso condita da espressioni colorite alquanto. Un autentico "personaggio" passato a miglior vita nel febbraio 2001 non senza aver prima gettato le basi affinché il figlio ROBERTO (poliedrico viticoltore, norcino, agriturista, consigliere importante del Consorzio COLLIO ecc.) potesse proseguire da solo quel cammino intrapreso insieme da anni.
     L’altro fu (ed è, alla faccia delle molte primavere) monsignor TREVISAN, pastore d’anime che con il "RIBEL" aveva un rapporto di genuina amicizia ed un vivace confronto, degno dei migliori romanzi di GUARESCHI (don Camillo e l’on. Peppone, per intenderci).
     Fu così che prese corpo, una decina d’anni fa, l’iniziativa ribattezzata LA REGINA DEI VIGNETI che, rinata in sordina, è diventata nel tempo un appuntamento irrinunciabile non solo per persone di fede ma anche per chiunque ami genuinamente rivisitare le sane usanze della gente dei campi.
     Così è stato anche venerdi 19 marzo scorso , Festa di San Giuseppe, quando, a partire dalle ore 10, fedeli ed agrituristi si sono ritrovati tra le vigne di PRADIS per sostare in preghiera (la Santa Messsa è stata officiata da Monsignor Paolo BONETTI ) al capitello dedicato alla Madonna DELLE VIGNE per poi proseguire -in clima di serenità e di amicizia- nel programma della giornata, presso la
Tenuta Paolo CACCESE.
     A confortare i protagonisti di un "pellegrinaggio" che non si limita all’Isontino ma coinvolge anche Trieste ed il Friuli intero è stato un pool d’esperti gastronomi, diretto dallo"chef" MARIO NOVELLI ed al suo fianco cuochi "fai da te" di rara professionalità, quali ADRIANO BRAIDA e l’intero staff del GRUPPO CHEJ DAL TAYUT.
     Tutti artigiani di buoni sentimenti , con le cosiddette "mani d’oro", molto vicini alla gente dei campi ed a questo modo genuino di concepire la vita; un mix di volontariato e generosità, con ROBERTO PICECH fieramente disponibile ad offrire all’ospite di turno un buon bicchier di vino brindando con lui. Nel ricordo del mai dimenticato papà GIDIO. (Claudio Fabbro)

In tanti a Pradis per celebrare San Giuseppe
(Il Piccolo del 20 marzo 2004)

Si sono ritrovati anche ieri mattina in tanti sulle alture di Pradis, dinnanzi all’ancona dedicata alla  Regina dei vigneti, per celebrare San Giuseppe e l’arrivo della primavera.
Una messa è stata celebrata dal mons Paolo Sonetti, che ha ricordato la figura di San Giuseppe.
Al termine del rito si è consumata la tradizionale merenda a base di salame, prosciutto e un buon bicchiere di vino. Un brindisi beneaugurate, insomma, all’arrivo della nuova stagione.

San Josef a Pradis

     Ricordo che l’arrivo del 19 marzo, festa di San Giuseppe (giornata festiva segnata in rosso sul calendario), era praticamente l’occasione per dare il benvenuto alla primavera e dava inizio alla  serie di sagre paesane nella nostra zona, distribuite nell’arco dei dodici mesi. Dopo la fieste di San Josef in Badia, seguita a breve distanza da Santa Filumena a Premariacco, era poi la volta di San Luigji a Ipplis, Sant’Ermacora ad Azzano, Perdon di Sant’Antoni a Orsaria e la quarte d’avost (Madonna della Cintura) a Oleis.

     Era bello vedere i gruppi di ragazze e ragazzi arrivare da Orsaria, unirsi ai gruppi di Leproso ed assieme dirigersi verso le colline dell’Abbazia di Rosazzo, per consumare sui prati tra i filari di viti, la merenda a base di uova, salame, formaggio, radicchio “cul pòc”, il tutto annaffiato con del buon vino. Le comitive rientravano all’imbrunire, ed il loro avvicinamento era anticipatamente segnalato da canti e risa gioiose. Mi vengono i brividi ed il pensiero mi riporta a quei lontani momenti, ogni qualvolta ascolto “Fiorelin del prato” e altre canzoni di quel primo dopoguerra. Anche se le possibilità finanziarie erano molto limitate, non mancava mai il ricordo della “fieste di San Josef de Badie”, che poteva essere il classico fischietto o la campanella di coccio, oppure un giocattolo molto più evoluto… una specie di uccello meccanico con una coda rotante appeso ad un filo, che facendolo roteare legato ad una bacchetta, emetteva una serie di… poco verosimili striduli gorgheggi…!
     Con l’andar degli anni San Josef ha perso importanza, anche perché è stato trasformato in giorno feriale, ed è ben noto che rimandare i festeggiamenti alla domenica successiva non è la stessa cosa.  Non per niente si dice che… passât il Sant, l’è passât ancje il meracul…
     Ci sono anche delle eccezioni come la Fiera di San Giuseppe di Percoto che dura un’intera settimana a cavallo della seconda alla terza domenica di marzo.
 

     La tradizione di festeggiare San Josef il 19 di marzo, è invece conservata in località Pradis, un borgo disseminato tra filari di viti situato ad est di Cormòns, sulla strada per Plessiva che porta in Slovenia.
     L’avvenimento mi era stato segnalato dal carissimo amico “coca-cola” (Gianni Cabas), che mi tiene costantemente informato su quello che avviene a Cormòns e dintorni. Sfortunatamente, quest’anno il 19 marzo cade di venerdì, giornata nella quale ho già due impegni fissi: la visita a mia sorella alla periferia di Udine ed il pranzo di mezzogiorno in Badia. Per fortuna verso le 10.30 ero già di ritorno dalla Capitale del Friuli, ed ho quindi pensato di fare un salto a Pradis per rendermi conto di com’era l’ambiente nel quale si festeggia San Josef.
     Come al solito, ho avuto qualche difficoltà a trovare il borgo, ma alla fine ho individuato la località, scorgendo da lontano gruppi di persone impegnate nell’allestimento di zone attrezzate con tavoli, sedie ed ombrelloni. Solo dopo una decina di minuti, attirato dalla voce metallica di un’altoparlante, ho rivolto lo sguardo verso una collina… dove si scorgeva un capitello con intorno delle persone che seguivano la celebrazione della Messa. Ho allora imboccato la strada in salita verso quel luogo, ma non ho voluto addentrarmi troppo in quella strettoia, perché non riuscivo ad individuare la possibilità di fare un’inversione di marcia. Ho scattato qualche foto a distanza mentre mi giungeva la voce del sacerdote che celebrava la Messa in friulano (un friulano con la “a” molto aperta che si usa in quella zona) accompagnato da un coro che in quel momento cantava il “Pari nestri”. Se fossi giunto almeno mezz’ora prima, avrei potuto trovare il modo di portarmi con l’auto nei pressi di quel capitello e fare un bel servizio, visto che altre due o tre vetture erano parcheggiate tra i filari di un vigna molto vicine alla gente.
     Un’occhiata all’orologio ha interrotto il mio rammarico di aver perso una buona occasione e, ripromettendomi di recuperare tutto l’anno prossimo, ho ripreso per tempo la strada del ritorno ben consapevole che all’Abbazia non sono tollerati ritardi…
     Dopo il consueto riposino pomeridiano, il mio pensiero è ritornato alla festa di Sant Josef  e prima di recarmi in Abbazia per seguire la fase finale dei cicli di conferenze sul tema “Conoscere l’Islam”, ho voluto fare di nuovo una volata a Pradis, quando una buona parte di persone aveva già lasciato la festa. Ho comunque potuto fare una serie di foto ravvicinate al capitello in onore della “Regina delle vigne”, prima di scendere presso l’azienda di uno dei promotori di quella simpatica iniziativa, dove un gruppo di persone festeggiava seduta ad una  serie di tavoli al coperto, mentre coppie non proprio giovanissime ballavano allegramente al suono di un’orchestrina.
     I piatti di pastasciutta ed affettati vari, accompagnati da bottiglie di quel prezioso prodotto locale che vedevo distribuiti sulle tavolate, erano veramente invitanti, ma essendo solo e non conoscendo nessuno, non ho avuto il coraggio di sedermi ad un tavolo e… “buttarmi” nella festa…!
     Nel lasciare quell’allegro paradiso agreste, ho giurato a me stesso che al San Josef di Pradis 2005 non mancherò… se Dio vorrà natural
mente…! (AT, 24 Marzo 2004)