nuove dal friuli e dal mondo

Casa Turoldo - Coderno di Sedegliano, 4 Novembre 2005
Dulintor Pier Paolo Pasolini
Leture seniche des plui bielis poesiis furlanis

     Pasolini, sono passati trent’anni. Il grande intellettuale moriva proprio il 2 novembre del 1975. L’Istitût Ladin Furlan “Pre Checo Placerean” e www.lenghe.net lo hanno ricordato dedicandogli la prima serata di “PUINTS 2005".

     Si tratta di due serate che, com’è nello spirito consueto dell’iniziativa, affondano nei temi più caldi dell’attualità friulana. Il primo appuntamento, nel trentennale della sua scomparsa non poteva non confrontarsi con la figura di Pier Paolo Pasolini e con le suggestioni a tutto tondo che ancora oggi emana e rende controverse.
     Nel corso della prima serata, intitolata “Dulintor Pier Paolo Pasolini”, è stata proposta una lettura scenica delle più belle poesie friulane dell’autore grazie agli attori dell’Accademia degli Sventati, Giuliano Bonanni, Nicoletta Oscuro e Luca Zoratti, con musiche scritte per l’occasione ed interpretate da Silvio Donati (piano) e Daniele D’Agaro (clarinetti e sassofoni). L’introduzione al Pasolini poeta, letterato, ai suoi rapporti con il Friuli coevo è stata affidata ad Anna Bogaro e a Gianfranco Ellero.

          Pier Paolo Pasolini: Notizie biografiche
     Pasolini nacque a Bologna nel 1922. Dopo un'infanzia trascorsa in varie cittadine del Veneto e dell'Emilia, al seguito del padre ufficiale dell'esercito, compì gli studi liceali e universitari a Bologna. Il forte legame con la madre, friulana di origine contadina, e gli studi di filologia romanza, lo spinsero a cercare nel dialetto materno un mezzo con cui esprimere un delicato e fantastico mondo poetico. Nacquero così le sue prime poesie, in friulano. La guerra costrinse Pasolini e la madre a riparare a Casarsa, nell'estate del 1943. Qui organizzò un periodico di letteratura in dialetto friulano, «Il Stroligut», che diventerà nel 1945 organo dell'Accademiuta de lenga furlana, a difesa delle lingue regionali come forme specifiche della coscienza storica nazionale. Nel 1947 si iscrisse al Partito Comunista Italiano. Inizia a pubblicare opere in italiano. Nel frattempo insegna nella scuola media, collabora a diverse riviste locali. Nel 1949, accusato di corruzione di minorenni è sospeso dall'insegnamento e espulso dal PCI.
     Si trasferì a Roma con la madre. Visse in estrema indigenza, a contatto con il sottoproletariato romano. La pubblicazione dei due romanzi ambientati nel mondo delle borgate romane, e la reazione scandalizzata che ne seguì lo portarono alla notorietà.
     Nel 1955 fece parte della redazione di «Officina». Si intensifica la sua attività di saggista e polemista, attraverso anche interventi politici pubblicati sul settimanale [verificare] e sul quotidiano «Il Corriere della sera» (dal 1974). In questo passaggio dalla letteratura all'analisi dei fenomeni sociali e di costume accentuò la sua vocazione a porsi come voce diversa, anticonformista, alla ricerca continua di una verità, in politica come in arte, nei rapporti umani come nel linguaggio quotidiano. Teorizzava un suo ruolo di totale disomogeneità rispetto ai valori borghesi della società italiana.
     Fu ucciso il 2 novembre 1975, alla periferia di Roma, in circostanze tragiche e oscure. La sua morte sancì la sua estraneità, chiuse una vicenda esistenziale e umana che, come poche altre, testimonia il trauma prodotto dalle trasformazioni della società e della cultura tra gli anni '50 e '60.
Tratto da http://www.girodivite.it/antenati/xx3sec/_pasolin.htm)