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Saletto in Val Raccolana, 28 Agosto 2005



A Saletto con gli alpini e gli amici di Vetren

     Saletto in Val Raccolana è stata una delle prime località che ho visitato all’inizio della mia avventura con internet. All’epoca avevo iniziato uno scambio di messaggi con Leonardo Della Mea, un ingegnere che insegna all’Università di Montevideo, discendente di emigranti friulani… i suoi nonni erano partiti molti anni prima dai paesi sparpagliati sulle rive del Torrente Raccolana.
     Con Leonardo era iniziata una simpatica rivalità, che si opponeva alle mie affermazioni sul primato di "paese più bello del mondo" che attribuivo ovviamente a Leproso… era quindi necessario un sopralluogo per gli accertamenti…. Avevo approfittato di quell’occasione per portare i saluti a parenti e conoscenti residenti a Saletto e dintorni. La sera stessa le foto della mia escursione in Val Raccolana erano in rete… Io e Leonardo non abbiamo cambiato parere, ma quel viaggio è stato motivo per aprire una serie di pagine chiamate "visita ai parenti", che effettuavo anche con delle riprese mobili (una specie di "video car"), che filmava la via del paese oltre alle interviste ed i saluti dei parenti ed amici che incontravo. Dopo una decina di "viaggi" la serie pian piano si è esaurita per mancanza di "soggetti" e per il grande lavoro che richiedeva, sebbene avessi speso una bella cifra (soldi della mia pensione) per l’acquisto di un videoregistratore multistandard, per inviare le videocassetta anche nei paesi con standard diverso dal PAL.
     Ultimamente il legame con gli emigranti sparsi nel mondo si è un pochino allentato, ma questo argomento meriterebbe un maggiore approfondimento che rimando ad altra occasione…

     Di andare a Saletto l’ho deciso il giorno prima trovandomi in Abbazia per il battesimo di Joss, mentre ascoltavo alcuni amici del gruppo di Vetren parlottare di una certa "cerimonia" che si sarebbe svolta l’indomani in Val Raccolana. In quel luogo che mi è tanto famigliare e con quel gruppo di cari amici, il "corrispondente del natisone" non poteva mancare…
     Poco dopo le 8.30 ho lasciato Leproso con il cielo grigio ed una leggera pioggerellina che mi ha accompagnato per l’intero percorso. Non avevo tanta fretta perchè con una telefonata la sera prima avevo saputo che la Messa si sarebbe celebrata a Saletto alle 12.30. A causa delle scarsità di sacerdoti (un sacerdote per 7 parrocchie), la Messa in Val Raccolana viene celebrata a turno nei vari paesi della vallata.
     Il traffico era abbastanza scorrevole, specialmente dopo il primo "sganciamento" che avviene poco dopo Tricesimo al bivio per Cassacco, Treppo ecc; a Gemona in direzione di Trasaghis, Bordano; dopo Stazione per la Carnia dove avviene la separazione in due importanti direzioni… Tolmezzo o Tarvisio…

     Sebbene continuasse a piovigginare, mi sono fermato all’altezza di Moggio per qualche fotografia, purtroppo "interferita" dalla presenza di una grandissima gru, probabilmente impiegata per i restauri dell’antica Abbazia.
     In quattro e quattr’otto sono arrivato a Chiusaforte ed attraversato il Fella ho cominciato ad arrampicarmi su per la Val Raccolana, percorrendo la strada che scorre mo a destra mo a sinistra dell’omonimo torrente.
     Intorno alle ore 10.00 ero all’entrata sud di Saletto, sostando per l’ennesima foto alle indicazioni stradali, ed introducendomi lentamente nel vecchio borgo senza fermarmi (nemmeno dopo aver scorto con la coda dell’occhio gli amici Corrado e Severino) e facendo finta di non sentire i loro richiami. Dopo breve tappa al Monumento ai Caduti, davanti alla chiesa e all’entrata nord del paese, ho proseguito la strada per giungere a Tamaroz e a Piani di Sotto senza scendere dall’auto, mentre la bivicje (la pioviggina) non dava tregua.


...attraversamento di Saletto con salita Tamaroz per qualche foto..
...idem a Pian di Sotto...

     Alle 10.30 ero di ritorno a Saletto dove ho finalmente potuto incontrare gli amici arrivati dalla pianura, i residenti ed i villeggianti, tutti preoccupati per il brutto tempo ma speranzosi che la situazione potesse migliorare e che la festa preparata con tanta cura potesse svolgersi nel migliore dei modi. Ho avuto modo di conoscere il programma della giornata che sostanzialmente consisteva in due o tre punti principali, con il ritrovo finale sotto il tendone per l’incontro conviviale…



 SCAMPANOTADA

     La prima azione in programma era una serie di scampanottate, eseguite da Severino Piticco (elemento di spicco del gruppo dei volontari "per Vetren"), arrivato tra i primi con la moglie da Galleriano di Lestizza.
      Intorno alle 11.15, Severino ha iniziato alcuni virtuosismi sonori, battendo con gli appositi martelli di legno sulle due campane piccole mentre la grande a movimento elettrico, era comandata a terra da Francesco Ninino, uno degli "alpini di Vetren", che nel frattempo era arrivato da San Giovanni al Natisone con la moglie appresso. Il povero Severino è stato costretto ad eseguire numerosi bis, perché Francesco (forse per bere un tajut) aveva abbandonato la consolle dei pulsanti per raggiungere il monumento distante una cinquantina di metri, ed unirsi al gruppetto di amici che si stava ingrossando. Solo quando Dio ha voluto, è stata tolta la corrente alla campana e Severino ha potuto scendere dal campanile.
     Mentre continuava a bivicjà, il gruppo di alpini arrivati dalla pianura tra i quali Fiorenzo Bernardis e Francesco Ninino, coadiuvati da elementi locali tra i quali Ignazio Della Mea (il promotore dell'iniziativa) e Giulio Degli Uomini (un vecjo alpin di 88 anni), hanno iniziato i lavori per la collocazione del pennone alzabandiera in ferro al Monumento ai Caduti che ne era sprovvisto.

 
...lavori per fissare il pennone della bandiera...

     I lavori si sono dilungati più del previsto, anche perché non era disponibile "il plomp", il semplice ma indispensabile attrezzo per collocare in esatta posizione perpendicolare l’asta della bandiera... ma Gianni, che il mestiere lo conosce molto bene, ha trovato una semplice e geniale soluzione… in fondo allo spago, una bottiglia di "cabernet del roncâr" ed il gioco è fatto…
     Con la presenza del parroco di Chiusaforte, intorno alle 12.15 finalmente si è potuto collaudare il meccanismo dell’alzabandiera ed il tricolore ha raggiunto la cima del palo, restando assolutamente immobile perché nel frattempo si era appesantito per la grande umidità.


...alzabandiera e lettura della preghiera dell'alpino...

 

     Dopo la lettura della preghiera dell’alpino da parte di due bambine figlie di villeggianti di Roma, e la simbolica proclamazione di Corrado Piussi sindaco onorario di Saletto (con tanto di fascia tricolore), la cerimonia si è conclusa, giusto in tempo per raggiungere la chiesa per la fase più seria dei festeggiamenti: la Santa Messa.


...convivio con canti e suoni sotto il tendone...


     Saranno state le 14 quando ci siamo ritrovati tutti sotto il tendone preparato dagli alpini salettani, per fare onore al lavoro di tante persone del luogo che hanno lavorato in condizioni precarie a causa del maltempo, ma hanno dato prova ancora una volta di grande generosità ed ospitalità di quelle genti.
     A metà convivio, quando il cielo ha finalmente cominciato a riempirsi di luce, da un nero astuccio è spuntata una fisarmonica suonata da un signore dal simpatico sorriso, che ha elettrizzato alcune coppie le quali hanno occupata la sede stradale al suono di valzer e polche, ricreando così una scena che sicuramente si era ripetuta altre volte nella notte dei tempi. Avendo subito intuito che quel fisarmonicista sapeva manovrare molto bene il suo strumento, ho prelevato dalla mia Clio il registratore ed ho digitalizzato alcuni simpatici momenti con canti e suoni.
     Non è mancata la presenza del Presidente della Sezione ANA di Chiusaforte, che si è intrattenuto sotto il tendone per brindare in compagnia con un buon tajut.


...l'incontro con Marianna, Alessandra e Alba,  parenti di Marie Ester Piussi e di Oreste Della Mea,
residenti rispettivamente in Argentina e in Uruguay...

     Ad un certo punto ho pregato il gruppo canoro di eseguire alcune villotte friulane dedicate agli emigranti, e dopo alcune prove per trovare l’intonazione hanno dato inizio ad una simpatica rapsodia furlana, che in fase di montaggio ho dovuto tagliare… perché c’era troppa roba…!
     Fin dal mio arrivo ho avuto modo di conoscere alcuni parenti degli amici che collego o/e collegato via internet, promettendo che la sera stessa avrei messo in rete le loro foto, cosa che ho puntualmente fatto.
     Intorno alle 16.15, alla chetichella ho raccolto i miei attrezzi deponendoli con cura al loro posto nel borsone (una specie di censimento per non dimenticare niente), lasciando pronta all’uso solo la Olympus 50/60, che aveva ancora un po’ di spazio nella sua compact-flash. Mi sono avviato lentamente verso l’uscita del paese, mentre l’eco dei canti e suoni si affievoliva fino a sparire…


...un'ultimo saluto a Saletto e...

     Sebbene stanco e frastornato (visto che era "saltato" il mio consueto riposino pomeridiano), ho puntato direttamente verso l’Abbazia di Rosazzo per la Messa delle 18, perché avevo in programma di registrare l’omelia di don Dino per proporla poi nel sito nella pagina del "Vanseli de Domenie". Purtroppo l’intervento di don Dino è stato breve perché alle 19 ad Oleis doveva svolgersi la processione con la statua della Madonna per il Perdon de Cuarte d’Avost… che io ho parzialmente ripreso con la telecamera...

     Il sole era sceso ben oltre l’orizzonte quando, imboccando Via Pasubio mi si è riempito il cuore vedendo il musetto di Briciola, accovacciata sulla piazzetta che mi aspettava con le orecchie tese.
     E' bello rientrare a casa dopo una lunga giornata e trovare una creatura che ti aspetta, anche se nel mio caso si tratta solo di una cagnetta…

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