nuove dal friuli e dal mondo

Monfalcone, 7 Agosto 2005

 Tradizionale incontro annuale dei friulani nel mondo

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Oltre 500 emigranti friulani al raduno di Monfalcone
(Cristina Visintini - MessaggeroVeneto 8 Agosto 2005)

     MONFALCONE. «Se i friulani nel mondo sono benvoluti è perché non hanno solo saputo lavorare, ma anche coltivare la fede, l'unione e la forza interiore»
     Le parole del parroco di Gemona, don Severino, colpiscono al cuore e le lacrime si sprecano nel Duomo di Monfalcone, dove ieri si sono riuniti oltre 500 emigrati friulani provenienti da ogni parte del mondo e desiderosi di raccontare le loro storie, ma soprattutto di chiedere alla Regione maggiore considerazione e rispetto: «Siamo un popolo e meritiamo attenzione e rispetto».
     Nella cittadina isontina sono arrivati da SudAfrica, Argentina, Canada, Francia, Belgio, New York per il tradizionale incontro annuale, organizzato dall'Ente Friuli nel Mondo in collaborazione, quest'anno, con il Comune di Monfalcone e la Provincia di Gorizia.
     La grande festa, iniziata sabato con la Convention dedicata a «Friulani nel mondo, partecipazione politica e statuti regionali» e quindi alla possibilità di aprire ai. friulani residenti all'estero l'opportunità di partecipare anche al voto per le elezioni regionali, è proseguita ieri con momenti meno ufficiali ma ugualmente coinvolgenti, soprattutto per la grande capacità di riunire persone e cuori in un unico spirito di appartenenza alla grande terra friulana. Spirito che è stato ricordato anche da don Severino Morandini di Gemona, che assieme al parroco del duomo Sant'Ambrogio, don Dario Franco ha celebrato la messa, rigorosamente in friulano e accompagnata dai canti del coro Grion di Monfalcone. Partendo dal vangelo secondo Matteo e l'episodio del Signore che cammina sulle acque, don Severino ha ricordato la forte fede e la ferrea volontà che hanno sostenuto i friulani che sono andati in tutto il mondo «e vi hanno portato non solo la loro lingua, ma anche il modo di fare, l'interiorità che li rende diversi e li caratterizza rispetto ad altri popoli. Se i friulani nel mondo sono benvoluti - ha detto - è perché non hanno solo saputo lavorare, ma anche portare con sé l'unione e la forza interiore tanto da far dire che sono in grado di affrontare qualsiasi difficoltà».


         

     Al termine della celebrazione sono stati il sindaco Gianfranco Pizzolitto e il presidente di Ente Friuli nel mondo, Marzio Strassolodo a portare un saluto a tutti i partecipanti. Pizzolitto ha fatto riferimento al forte senso di appartenenza dei friulani, appartenenza che non si riferisce solo ad una lingua comune, ma al fatto «che dietro c'è una storia importante, che deve essere rispettata, così come io che vengo da Concordia Sagittaria rispetto le genti che stanno in queste zone, gente che ha vissuto il confine plurale e ha subito guerre e violenze. Sono un esempio».
    «Ogni anno ci vediamo e rafforziamo i legami e i collegamenti trale comunità friulane in giro per il mondo e il Frinii stesso» ha voluto invece ribadire Strassoldo che ha confermato di trarre da queste occasioni un grande insegnamento: i friulani sono andati nel mondo e hanno fatto conoscere il Friuli per quello che è, terra di gente che lavora e che ha dentro di sé forza a determinazione, conoscenza e cultura e dignità. «I friulani sono costruttori in senso generale e la loro posizione del mondo è positiva» ha detto, riconoscendo l'ottima accoglienza avuta da Monfalcone, che ha saputo profondere la solidarietà di una comunità che pure tiene alla sua identità e dignità. L'appuntamento per il prossimo anno sarà a Sequals. Cristina Visintini

Una corona per commemorare i caduti
Pioggia e temperatura autunnale non hanno ostacolato il programma della manifestazione

MONFALCONE. Nonostante la pioggia, il raduno dei Friulani è stato animato come di consueto dalla felicità e allegria dei tanti friulani che, provenienti da tante parti del mondo, per una giornata hanno potuto stringersi idealmente in un abbraccio fraterno. Dopo il concerto della banda Tita Michelas di Fiumicello spostato dalla zona pedonale di via Sant'Ambrogio al Mercato Nuovo di via della Resistenza, il corteo guidato dal gonfalone di Monfalcone e in rappresentanza delle autorità il sindaco Gianfranco Pizzolitto, il vicepresidente del consiglio regionale Carlo Monai, l'assessore regionale Roberto Antonaz, il Presidnete della .Provincia di Pordenone Elio De Anna; oltre al Presidente di Ente Friuli nel mondo nonché della Provincia di Udine Marzio Strassoldo, si è recato al momumento ai caduti vicino al duomo di Sant'Ambrogio, dove, nonostante la pioggia battente è stata deposta una corona.
E' stato dopo la celebrazione delle messa, che il cielo ha lasciate filtrare tra le nuvole un raggio di sole che ha consentito di proseguire la festa con maggiore serenità. Oltre 500 persone hanno partecipato al pranzo, organizzato dalla Prò Loco di Monfalcone e il catering di una ditta di Susegana, nel Mercato nuovo. Per i commensali un menù in cui era previsto un antipasto di fesa di tacchino con verdurine e crostino di crema di funghi, due primi piatti lasagne al ragù e tortelli al burro, seguiti da bocconcini di vitello al pepe verde, contorno e una golosa crostata al limone. Non sono  mancati naturalmente i brindisi vista la grande tradizione friulana di bere buon vino. Nel pomeriggio poi sono seguite visite al cantiere navale, a Redipuglia, al Monte Sei Busi e ai luoghi della Grande Guerra, (cri.vi.)

Il voto è solo un primo passo
La richiesta alla Regione: siamo un popolo, meritiamo più attenzione

     MONFALCONE. Tra cori e ricordi, brindisi e allegria, nella lunga e allegra tavolata che ha festeggiato l'annuale raduno dei Friulani nel Mondo si è vista anche qualche lacrima e si è percepita tanta commozione sia da parte di chi è ancora all'estero e pensa al Friuli e di chi invece in Friuli e alle origini è dovuto tornare. «Vengo dall'Argentina, da da un posto vicino Buenos Aires - spiega un signore che non dice il suo nome -I miei nonni erano arrivati in Argentina in cerca di lavoro, la nonna proveniva da Talmassons e il nonno da Basiliano. Là si sono creati una vita, ma ora le difficoltà di quella terra hanno obbligato me e la mia famiglia a tornare indietro». Guarda la moglie, argentina e la figlia e nonostante la gioia di essere tra friulani, si vede una lacrima.
     Si riferisce invece al tema della convention di sabato Luigi Dogano, 71 anni, emigrato 50 anni fa in Francia da Bressa di Campoformido e che sottolinea come ai friulani all'estero, oltre al voto, servano altre cose. Luigi Degano vive a StEtiennee, ma rappresenta il Fogolar di Lione. Ha lavorato con i migliori architetti francesi (uno su tutti Le Corbusier) ed è stato direttore di una della principali società di costruzioni edili francesi. «Il voto è sacrosanto, ma servono anche altre cose. Siamo un popolo, una lingua, una nazione e abbiamo una densa rete di Fogolars, ma serve maggior impegno della Regione» dice, aggiungendo neanche sottovoce che tanti si sentono «un po' abbandonati a se stessi. Quindi oltre al voto, un altro obiettivo devono essere i maggiori mezzi di promozione della Regione. Non sono simboli ma azioni efficaci e serve la metamorfosi dei Fogolar in organismi collegati da vincoli duraturi in modo che non sia più questione di quantità, ma qualità».

Appunti personali - Da quando ho cominciato a seguire l'annuale incontro degli emigranti friulani nel mondo, per la prima volta ho assistito alla celebrazione delle Messa in friulano, anche se non al 100%. Ho però notato l'assenza di un rappresentante (con la fascia azzurra) della Provincia locale, ed in tutta la vasta zona che circonda il Duomo (ed anche al suo interno), non ho visto uno striscione o un logo di EFM, di una bandiera del Friuli o di un semplice Tricolore...


Sulla strada del ritorno, breve sosta davanti a Redipuglia
per un omaggio mentale ai Caduti nella Grande Guerra.

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