Pulfero,
11 Maggio 2002
Visita
guidata all'acquedotto Pojana
(di Devis Macor)
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Il
ponte che collega le due sponde del Natisone |
Per il terzo anno consecutivo, l’acquedotto Poiana è stato aperto al pubblico, nelle giornate di venerdì 11 e sabato 12 maggio 2002.
Appena giunti allo spiazzo vicino al confine, siamo subito stati “accolti” da un giovane tecnico, che ci ha invitati a proseguire con lui.
Accompagnati dal tecnico, ci siamo avviati lungo un sentiero “nascosto” nell’erba, ed abbiamo attraversato il fiume Natisone percorrendo una strettissima passerella, a cui potevano accedere solo tre persone alla volta per motivi di sicurezza, come era spiegato in un cartello appeso nelle vicinanze.
Abbiamo quindi proseguito lungo il sentiero, ammirando il bellissimo paesaggio, quando il giovane ci ha fatto notare i resti dell’antica stazione ferroviaria confinaria.
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I
resti della stazione ferroviaria che collegava Cividale con
Caporetto |
Questi resti, immersi nella vegetazione, erano veramente suggestivi, e ai tempi della guerra
costituivano l’antica stazione della linea ferroviaria che collegava Caporetto con Cividale.
Il suggestivo sentiero che collega lo spiazzo nei pressi del confine con la presa di sorgente, faceva parte della visita all’acquedotto, e vi erano numerosi “cartelli” che illustravano i punti caratteristici dello stesso.
Proseguendo lungo il sentiero, ci siamo imbattuti nel “canale di sbarramento”, che servì per deviare l’acqua raccolta, in modo da permettere la costruzione dell’acquedotto e lo scavo del tunnel, come vedremo in seguito.
Sulla destra del sentiero, un altro cartello indicava un rigagnolo, confluente nel fiume Natisone, che porta con se l’acqua in “eccesso”, che non viene utilizzata perché supera i limiti della concessione del prelievo dell’acqua potabile.
Proseguendo lungo il sentiero, nei pressi dell’acquedotto, ci siamo a lungo soffermati ad ammirare una “Olle di Risorgiva”.
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Le
sorgenti |
Vedere l’acqua che, con una sorta di “bollicine”, gorgogliava fuori dalla sabbia, è stata un’esperienza a dir poco unica.
Qui il tecnico, con molta gentilezza e pazienza, ci ha spiegato il fenomeno della “risalita” dell’acqua, che proviene dalle pendici del vicino Monte Mia e “scorre” nella sabbia, “intrappolata” sia in alto che in basso da due strati di Argilla.
Al livello delle risorgive, lo strato di argilla soprastante si assottiglia a tal punto che l’acqua riesce a “gorgogliare” fuori dallo strato di sabbia, prima ancora di raggiungere il fiume Natisone.
Una volta spiegatoci il meccanismo della risalita, ci ha fatto notare che quest’acqua risale in modo costante lungo tutto l’arco dell’anno, è perfettamente limpida e di ottima qualità.
Per sapere quanto un’acqua sia buona, è necessario fare delle analisi biologiche e batteriologice, che il consorzio Poiana effettua regolarmente, inoltre un altro indicatore di qualità “biologico” è dato dalla presenza di certi insetti molto sensibili alle sostanze inquinanti.
Si tratta dei Tricotteri, dei Plecotteri, delle Libellule e di altri insetti ancora.
Questi sono insetti molto sensibili, e se l’acqua contiene qualche sostanza indesiderata, loro si riducono di numero fino a “scomparire” del tutto, ed esiste una scala di qualità in funzione della specie e alla presenza degli insetti.
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L'acquedotto
Pojana |
Continuando la visita, siamo quindi giunti alla presa dell’acquedotto.
Qui il tecnico ha attivato un generatore per illuminare l’interno e ci ha accompagnati all’interno della struttura.
Quindi siamo giunti all’imboccatura di un tunnel scavato nella parte più interna e ci ha spiegato che in questo tunnel, lungo un centinaio di metri l’acqua proveniente dalla
sorgente viene convogliata tramite delle “bocchette”.
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L'interno
dell'acquedotto |
L’acqua confluisce nel tunnel e, grazie alla pendenza, arriva ad un’ampia vasca di raccolta.
Qui viene prelevata da due grossi tubi, con un prelievo dell’acqua di 130 l/s, pari alla concessione del prelievo permessa all’acquedotto Poiana.
Tutta l’acqua in eccesso confluisce nel “rigagnolo” del troppo pieno che costeggia il sentiero e che confluisce nel fiume Natisone.
L’acqua quindi giunge ad un grosso tubo e viene clorata con un apposito dispositivo che mescola l’acqua a una soluzione di Ipoclorito Sodico, e viene convogliata fino ad un primo serbatoio di raccolta, dove viene clorata una seconda volta.
Il tecnico ci ha quindi mostrato delle saracinesche, azionate da delle manovelle, che servono a chiudere il flusso dell’acqua, in modo molto graduale (variabile dalle 15 alle 24 h), per evitare il famoso “colpo d’ariete”, cioè il ritorno d’onda dell’acqua che potrebbe distruggere i tubi e le apparecchiature presenti all’interno dell’acquedotto stesso.
A questo punto il tecnico si è recato nel tunnel e ne è uscito con una brocca piena di acqua fresca e limpida, che ci ha invitato ad assaggiare.
Nel frattempo ci ha consegnato un depliant con la storia dell’acquedotto (che si può trovare anche sul sito
www.poiana.it), ed altri con i dati tecnici e le diverse attività svolte dal consorzio.
Ci ha spiegato che il consorzio, nato nel lontano 1911, comprende 12 comuni:
Buttrio, Cividale Del Friuli, Corno di Rosazzo, Manzano, Moimacco, Pavia di Udine, Pradamano, Premariacco, Remanzacco, San Giovanni al Natisone, Trivignano Udinese e S.Pietro al Natisone.
L’acquedotto Poiana distribuisce 6.200.000 m³ di acqua all’anno, per un fatturato di 1.859.000 €, distribuendo l’acqua a circa 19.000 utenti e gestisce 780 km di rete.
Le tubazioni sono principalmente in acciaio e ghisa sferoidale, mentre l’adduttrice principale del Pojana è costituita da ghisa grigia.
In realtà la sorgente del Poiana in comune di Pulfero non è l’unica, anche se è la più importante. Vi sono sorgenti minori in comune di S.Pietro al Natisone, il sollevamento di S.Nicolò in
comune di Manzano, il sollevamento di S.Giorgio in comune di Cividale, il C.A.F.C, ed un sollevamento in costruzione a Ziracco, per una portata complessiva di 420 l/s. I principali serbatoi di accumulo sono quelli di Monte dei Bovi in comune di
Cividale, Tre Pini in comune di Manzano e quello di Rocca Bernarda in comune di Premariacco.
In realtà il consorzio acquedotto Poiana, non si occupa solo della distribuzione dell’acqua, ma anche della depurazione e del sistema di fognature nei comuni di Cividale del Friuli, Corno di Rosazzo,
Moimacco, Manzano, Pradamano, Premariacco, Remanzacco e S.Pietro al Natisone, con 18 impianti biologici gestiti e 4 primari (Imhoff).
Dopo le spiegazioni, noi e gli altri componenti del gruppo, siamo stati invitati in un prato nelle vicinanze dell’acquedotto, dove con nostra grande sorpresa i responsabili dell’acquedotto ed altri volontari, avevano allestito una tavolata dove ci è stato servito un ottimo pranzo a base di Salsiccia, bistecche e polenta cucinate alla griglia, accompagnate da pane, sottaceti, formaggio e per finire dell’ottimo cabernet.
Un ringraziamento particolare al tecnico che ci ha accompagnati, per la pazienza e la gentilezza nei nostri confronti, ed agli organizzatori per l’ottimo rinfresco.
Concludendo, la visita all’acquedotto è stata molto istruttiva e ci ha permesso di saperne qualcosa di più sull’acqua che noi utilizziamo ogni giorno ed a capire l’importanza di un bene così prezioso che la natura continua ad offrirci con tanta generosità, e che per questo non va sprecato ma utilizzato correttamente.
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