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Udine, 13 Novembre 2009
Salone del Consilio di palazzo Belgrado

         

          Il Palazzo della Provincia sorge nella centrale e fiorita piazza del Patriarcato, che prese questo nome al principio del XVII secolo quando fu qui elevata la sede del Patriarca di Aquileia.
          Non si conosce con esattezza il periodo in cui avvenne la costruzione dell'edificio che, secondo la cronaca Asquini, fu ristrutturato alla fine del XVII secolo dal conte Antonio Prospero Antonini, la cui famiglia, che si crede proveniente dal Salisburghese, apparve a Tolmezzo nel XIV secolo con Girolamo, detto Thunin (da cui il nome di Antonini). L'agiatezza di questa famiglia, arricchitasi con il commercio, si rese ben visibile a Udine tramite la costruzione di altri lussuosi palazzi quali le attuali sedi della Banca d'Italia, dell'Università e dal CISM.
          Il Palazzo della Provincia prese il nome di Antonini Belgrado quando il conte Orazio di Belgrado, unitosi in matrimonio con la contessa Margherita Eleonora Costanza Antonini, prese dimora nelle casa della sposa.
          Dai Belgrado passò poi alla famiglia Tellini e da questa all'Amministrazione Provinciale di Udine che lo acquistò nel 1891.
          (Tratto da www.provincia.udine.it)

Incontro per celebrare i 25 anni
della prima edizione della Bibbia in friulano

L'incontro moderato dal giornalista Silvano Bertossi,
ha avuto inizio con il saluto del Presidente della Provincia di Udine Pietro Fontanini...


         
 BERTOSSI - FONTANINI

la provincia celebra i 25 anni della bibbia in friulano

          «Ricordare i 25 anni dalla presentazione della Sacra Bibbia in lingua friulana non è una semplice celebrazione ma un modo per riaffermare l'identità del popolo friulano». Così il presidente della Provincia on. Pietro Fontanini in occasione dell'incontro pubblico organizzato a palazzo Belgrado "Bibie: 25 anni dopo. Celebrazione dell'anniversario di presentazione della Sacra Bibbia in lingua friulana". «Una grande impresa, un grande traguardo tagliato da due grandi uomini, pre Checo Placerean e pre Antoni Beline, due uomini di Chiesa fermamente convinti che un popolo abbia il diritto di avere la massima espressione del suo credo in marilenghe». Sul significato, 25 anni dopo, di celebrare questo anniversario, Fontanini sottolinea come «sia un dovere per chi rappresenta oggi la maggior parte della terra friulana ricordare pubblicamente questo momento coinvolgendo i maggiori rappresentanti religiosi. E devo confessare che sono molto onorato di avere qui insieme a noi il neo Arcivescovo di Udine, sua Eccellenza monsignor Mazzocato, il quale, pur appartenendo da poco a questa comunità, ha saputo cogliere il valore dell'identità friulana. Per me questo incontro - ha aggiunto - è motivo di profonda commozione in quanto, proprio sugli scranni di questo Salone, erano seduti i due protagonisti che oggi non ci sono più. Dalla stessa sede vorrei lanciare un monito alle generazioni future, affinchè non dimentichino cosa hanno fatto i nostri intellettuali per la loro identità. Affinchè il vento della globalizzazione non strappi quelle radici profonde dalla nostra terra».

          Oltre al presidente della Provincia, per ricordare la pubblicazione delle Sacre Scritture in marilenghe, sono intervenuti il vescovo di Udine monsignor Andrea Bruno Mazzocato, gli arcivescovi emeriti Pietro Brollo e Alfredo Battisti, il presidente dell'Arlef Lorenzo Zanon, monsignor Marino Qualizza, il professor Giuseppe Bergamini, monsignor Duilio Corgnali, Mario Ribis e di pre Tonin Cappellari.
          Un percorso lungo e travagliato quello che portò alla pubblicazione nella prestigiosa edizione Ribis, uscita in 8 volumi - dal Pentateuco alle Lettere dagli Apostoli e l'Apocalisse -. Era il 1593 quando a Francoforte fu pubblicata in friulano l'Oratio dominica - il Pater noster -. Un atto che, di fatto, inseriva il friulano tra le 40 lingue europee. Tra il '700 e l'800 si tradussero poi libri di preghiere e catechismi e, successivamente, i salmi. Nel 1860 a Londra l'editrice Strangeways and Walden tradusse un Vangelo; nel 1866, tuttavia con il passaggio all'Italia, in Friuli si proibì' l'uso del friulano e delle parlate slave nelle Valli del Natisone. Divieto di predicare in friulano anche sotto il regime fascista. Bisognerà aspettare gli anni '70 perché il friulano riprenda terreno con il Concilio Vaticano II che invitò i parroci a riscoprire e a valorizzare tutte le identità culturali. Nel 1979 pre Toni Bellina e pre Checo firmano il contratto con Ribis: tra l'84 e il '93 sarà prodotta una serie di fascicoli che saranno riuniti in otto volumi.


...alcune inquadrature del salone nel corso dei lavori...


...il pubblico presente all'incontro...

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Quando ne abbiamo la possibilità, è nostra abitudine predisporre ed attivare uno dei nostri sistemi di registrazione digitale per incrementare il nostro archivio, e se necessario, l'eventuale utilizzazione di estratti utili all'implementazione delle nostre pagine. Considerando l'incontro odierno un evento di una certa importanza, abbiamo creduto opportuno elaborare i vari interventi caricandoli in due CD, nell'ordine rappresentato nel retro della copertina creata per l'occasione.

Udine, 13 Novembre 2009
Salone del Consilio di palazzo Belgrado

Incontro per celebrare i 25 anni
della prima edizione della Bibbia in friulano
 

1 2.04 Introduzione del moderatore Silvano Bertossi

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1

2 4.56 Benvenuto del Presidente Pietro Fontanini
3 4.59 Intervento di mons. Andrea Bruno Mazzocato
4 5.43 ...monsignor Pietro Brollo
5 4.26 ...monsignor Alfredo Battisti
6 3.22 ...presidente dell'Arlef Lorenzo Zanon
7 7.17 ...monsignor Marino Qualizza
8 4.59 ...professor Giuseppe Bergamini

 

1 17.25 Relazione di monsignor Duilio Corgnali

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2

2 17.55 ...editore Mario Ribis
3 13.02 ...monsignor Antonio Cappellari
4 3.49 Chiusura del presidente Fontanini