Scoprire il Friuli con
"Andamento lento"
34 itinerari raccontati
attraverso il Friuli Venezia Giulia, a piedi, in bicicletta, a cavallo
"Il vero viaggio di scoperta non
consiste nel trovare nuove terre, ma nell'avere nuovi occhi"
(Marcel Proust)
Dagli
abbeveratoi in pietra di Tribil all'altare di legno dorato di Cravero.
Dai boschi di farnie e carpini della Bassa ai labirinti carsici tra
aceri, carpini e ginestre. Dai silenzi delle due Moggesse al calore di
un'osmizza di Prebenico. Trentaquattro itinerari che sono anche
trentaquattro piccoli racconti per la riscoperta di paesaggi, atmosfere,
tracce ancora vive del nostro passato. Messi da parte per una volta i
viaggi in terre lontane, ci cimentiamo a raccontare la nostra regione,
avendo come motto la frase di Proust: "Il vero viaggio di scoperta non
consiste nel trovare nuove terre, ma nell'avere nuovi occhi".
Questo libro è una guida raccontata, ed è dedicato proprio a chi non ama
leggere le guide, nella speranza che un racconto sia meno arido di una
descrizione tecnica e quindi invogli a uscire di casa e ad andare,
mettersi in movimento con andamento lento. La narrazione intende
accompagnare il lettore lungo i percorsi e renderlo partecipe delle
sensazioni provate, degli incontri con le persone, dei racconti
ascoltati, dei ricordi e delle riflessioni nate sul posto.
Gli itinerari presentati vogliono essere soprattutto
suggerimenti, spunti, suggestioni, intendono invitare alla scoperta ma
anche all'iniziativa personale, alla modifica, all'ampliamento. Questo
non significa tuttavia che manchino dati precisi: ogni itinerario si
presenta con una foto a colori a piena pagina; oltre al testo c'è una
cartina schematica e una scheda che riporta i dati essenziali come il
punto di partenza, la difficoltà e il tipo di escursione, la sua
lunghezza in chilometri e la carta topografica da utilizzare. Il diario
di viaggio, con la data in cui il percorso è stato effettuato, si apre
spesso con una citazione in italiano o in friulano e si chiude con la
segnalazione dei punti di appoggio, quali agriturismi e bar, e con una
bibliografia essenziale o un sito internet da visitare.
Le zone privilegiate sono quelle zone collinari e
pedemontane del Friuli, con qualche puntata sul Carso e nella Bassa
pianura: sono le zone più trascurate, quelle per le quali è più
difficile trovare carte e guide, problema che invece non si pone di
solito per le zone di montagna.
La parte del leone la fanno le valli del Natisone con
ben 7 itinerari ma sono ben rappresentate anche le valli del Torre con 5
itinerari; si spazia poi dalla Bassa Friulana ai Colli Orientali, dal
Carso alla Pedemontana Pordenonese.
Abbiamo cercato di proporre numerosi itinerari
tematici, spesso del tutto inediti, come quello dedicato ai lavadors di
Buja oppure agli antichi abbeveratoi di Tribil; tre itinerari sono
dedicati ai castelli (Faedis, Albana e Purgessimo), uno ai mulini di
Remanzacco e un altro alla misteriosa grotta del dio Mithra sul Carso, e
un filo rosso ci guida alla scoperta delle moltissime e dimenticate
chiesette votive sparse nella campagna friulana.
Alla ricerca dei grandi alberi secolari, veri monumenti
naturali, sono dedicati l'itinerario 19 "Le due farnie", che si svolge
tra Fontanabona e Moruzzo, il n.12 "Sui prati di Bertrando", il n. 22
"Il castagno di Pegliano" e il n.18 "L'abbazia e la rocca", dove si
parla dei cinquecentenari cipressi della Rocca Bernarda in comune di
Premariacco. Ampio spazio hanno anche i paesi semi-abbandonati come "Le
due Moggesse" in quel di Moggio oppure Obenetto nelle valli del Natisone,
dove siamo andati alla ricerca delle opere di Jacun Pitôr. Spesso sono
degli incontri inaspettati a rivelare gli angoli da scoprire, come in
"Omar Khayyam in Friuli": su una collina che sovrasta Savorgnano al
Torre, dentro un boschetto, è nascosta una stele che riporta una
quartina del famoso poeta e filosofo persiano del XII secolo.
Ci riteniamo fortunati a vivere in una regione come il
Friuli che oltre alla ben nota varietà di paesaggi offre ancora, e
speriamo per molto, una discreta rete di strade bianche e strade d'erba
su cui avventurarsi alla scoperta del territorio. Girovagando
riscopriamo l'importanza e l'utilità dei campanili, uno diverso
dall'altro a indicare i vari paesi; riscopriamo l'importanza delle
fontane, per rinfrescarsi e per abbeverare i cavalli, il piacere di
trovare un bar aperto in un piccolo paesino, un bell'albero ombroso
sotto cui fare una sosta... Proviamo spesso anche il piacere di perderci
nella campagna, di muoverci a caso, di lasciarci sorprendere dalla curva
imprevista di una stradina, ci lasciamo tentare dalla curiosità di
vedere dove andrà a finire un sentiero promettente. E ' questo il
fascino dell'esplorazione del territorio, il piacere della scoperta di
piccoli luoghi segreti, angoli di realtà sospesi tra passato e presente.
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Dario Masarotti e Antonietta Spizzo
Abitiamo a
Premariacco, un piccolo paese della provincia di Udine. Siamo sempre
stati due appassionati
viaggiatori:
dal 1979 al 1991 abbiamo effettuato numerosi viaggi e trekking in
paesi extraeuropei (Tunisia, Algeria, Marocco, Turchia, Egitto, Nepal,
India, Thailandia), traversate escursionistiche sulle Alpi e viaggi di
lunga percorrenza in bicicletta (in particolare la discesa del Danubio
dalla sorgente a Budapest). Abbiamo inoltre gestito per molti anni il
Rifugio alpino Grauzaria sulle Alpi Carniche.
Dal 1993 abbiamo dedicato tutto il nostro tempo libero
a realizzare dei viaggi a cavallo che ci permettessero di abbinare la
nostra passione per l’equitazione al desiderio di viaggiare in modo
alternativo, del tutto indipendente da ogni appoggio motorizzato, e
soprattutto con un ritmo lento, l’unico che consente di riscoprire il
territorio e di avere un rapporto autentico con le persone che si
incontrano.
A dire il vero eravamo sempre stati dei viaggiatori
"alternativi", usando per i nostri spostamenti i mezzi pubblici, la
bicicletta o soltanto... le nostre gambe, ma da anni ormai eravamo
stanchi di essere bene o male sempre dei turisti e avevamo quasi
abbandonato i viaggi in paesi lontani, cercando di trovare piuttosto
un modo diverso di vedere i posti vicini. E questo é stato davvero
possibile grazie al cavallo.
Dopo esserci messi alla prova in Italia nel ‘93 e nel
‘94, saggiando le nostre forze e le nostre possibilità, nell’estate
del ‘95 abbiamo attraversato in 50 giorni l’Austria e la Germania,
portando i nostri cavalli a bagnare gli zoccoli nel Mare del Nord
(dopo 1600 km circa).
L’ottima riuscita di questo viaggio ci ha dato
l’entusiasmo necessario per programmare quello successivo, un sogno di
…3000 km che si è poi trasformato nel libro "C'era una volta l'Est",
in libreria dal 29 marzo 2002.
Nel 1999 sempre partendo dal Friuli in sella ci siamo
recati in Francia, in Alvernia, mentre nel 2001 è stata la volta della
Romania (2000 km).
Abbiamo effettuato tutti i nostri VIAGGI IN PERFETTA
AUTONOMIA, SENZA ALCUN IMPIEGO DI MEZZI MOTORIZZATI COME ASSISTENZA E
CON TUTTO IL BAGAGLIO SUL CAVALLO.
per altre informazioni:
http://www.equidistanze.it |