A.R.C.A.T.
F.V.G.
ASSOCIAZIONE REGIONALE DEI
CLUB DEGLI ALCOLISTI IN TRATTAMENTO
CHI E'?
L'ARCAT
FVG è l'associazione regionale che comprende i 266 Club degli
alcolisti in trattamento (CAT) del Friuli Venezia Giulia,
raggruppati in 21 associazioni locali ACAT: Basso Isontino,
Carnica, Cervignanese, Cividalese, Codroipese, Fagagnese, Gemonese,
Goriziana, Latisanese, Livenza, Maniaghese, Palmarina, Pordenonese,
Pordenone Nord, Pordenone Sud, Sanvitese, Sandanielese, Sangiorgina,
Spilimberghese, Triestina, Udinese. A sua volta, l'Arcat Fvg fa parte
dell'Associazione italiana dei Cat (AICAT). I Club sono presenti inoltre
in 33 paesi del mondo, distribuiti in tutti i continenti.
DOVE SI TROVA
La sede
dell'ARCAT FVG è a Basaldella (Ud) in via Zugliano 3.
Tel.
0432 562618 - Fax 0432 568205 - Cell. 335 244550
e-mail:
arcatfvg@inwind.it
LA FILOSOFIA
In Friuli
Venezia Giulia i CAT operano in collaborazione con i servizi sociali e
sanitari pubblici, gli enti locali e molte associazioni di volontariato.
Sono impegnati nella protezione e promozione della salute e nel
cambiamento della cultura sanitaria e generale, proponendo anche
programmi di formazione e sensibilizzazione della comunità.
Il primo CAT arriva in Italia nel 1979 grazie a Vladimir Hudolin,
psichiatra croato di fama mondiale, per circa trent'anni direttore della
Clinica di psichiatria, neurologia, alcologia ed altre dipendenze presso
l'Università di Zagabria e per lungo tempo consulente dell'OMS. Dedicò
gran parte della sua attività allo studio dei problemi legati all'uso
dell'alcol e di altre droghe iniziando nel 1964 ad organizzare programmi
sia ospedalieri che ambulatoriali, ma con piccoli gruppi di alcolisti di
Zagabria che chiamò, appunto, Club degli alcolisti in trattamento.
L'aspetto rivoluzionario dell'approccio di Hudolin (confermato poi
dagli indirizzi dell’OMS), definito ecologico-sociale, deriva
dal fatto che non si occupa solo dell'alcolismo di poche persone, ma del
bere di tutti. Il modello proposto dallo psichiatra interpreta,
infatti, l'alcolismo né come un "vizio" né come una malattia, ma come
un comportamento, uno stile di vita determinato da molteplici
fattori sia interni che esterni. Tra questi ultimi, particolare
importanza riveste la famiglia e la cultura generale e sanitaria delle
comunità di appartenenza.
I SERVITORI-INSEGNANTI E I CORSI DI SENSIBILIZZAZIONE
Agli
incontri settimanali del CAT partecipa un servitore-insegnante, una
figura chiave che ha il compito di favorire il processo di crescita e
maturazione del Club. Tre volte all'anno in tre aree diverse della
regione, le ACAT delle zone scelte e l'ARCAT FVG organizzano Corsi di
sensibilizzazione di 50 ore che si svolgono dal lunedì al sabato e
sono aperti a tutte le persone interessate compresi i membri di Club
per approfondire le tematiche alcolcorrelate ed per rendersi disponibili
a diventare servitori-insegnanti nei Cat. Nel 2005 sono stati 71 i
corsisti che hanno frequentato questi corsi che si sono tenuti a
Latisana, Udine e Monfalcone. Le ACAT e l’ARCAT inoltre organizzano
quattro volte all’anno corsi di formazione permanente dei
servitori-insegnanti, in zone diverse. Annualmente si organizza a
Zovello, in Carnia, un corso residenziale di tre giorni per le famiglie
dei CAT e i servitori-insegnanti, dedicato, di volta in volta ad un
tema specifico.
Infine, si predispongono le Scuole
Alcologiche Territoriali che prevedono tre moduli: il primo è
rivolto alle famiglie appena entrate nei CAT per spiegare in un ciclo di
10 lezioni la funzione dei Club e l'approccio ecologico-sociale (in
alcune Acat é organizzato in collaborazione con l'Azienda sanitaria), il
secondo è per le famiglie che già da tempo fanno parte di un CAT, per un
loro aggiornamento, mentre il terzo è rivolto a tutta la comunità locale
(nei diversi paesi friulani si organizzano incontri aperti a tutta la
popolazione per sensibilizzare le persone ai problemi alcolcorrelati e
all’approccio dei Club).
I RISULTATI DEI CAT IN ITALIA E GLI INDIRIZZI DELL'OMS
I dati
misurati sull'astinenza delle famiglie frequentanti i CAT riportano una
percentuale di successo tra il 73% e il 91%. Nei primi anni '90
l'Organizzazione mondiale della sanità aveva posto come obiettivo entro
il 2000 una riduzione del 25% del consumo di alcol in tutti gli Stati
membri. In Italia già a partire dal 1981 si è registrata un’inversione
di tendenza dei consumi nella popolazione, raggiungendo una diminuzione
pari al 35% nel 1996. Un dato indicativo, se si considera che
l'approccio ecologico-sociale di Hudolin fu introdotto in Italia nel
'79: appare evidente come ci sia un legame stretto fra l'introduzione
dei CAT e la riduzione del consumo di alcol.
In molte aree il lavoro dei programmi territoriali per i problemi
alcolcorrelati e complessi ha coinvolto più dell'1% dell'intera
popolazione, raggiungendo in questo modo il livello indicato dal
professor Hudolin come sufficiente per un reale cambiamento della
cultura generale di una comunità. La praticità e il successo
dell'approccio ecologico-sociale ha consentito ai CAT l'esportazione
fuori dai confini nazionali; oggi sono diffusi, infatti, in molti
altri paesi sia europei che extraeuropei. Per il 2015 l'obiettivo posto
dall'OMS è altrettanto ambizioso: in tutti i Paesi della Regione europea
il consumo pro capite di alcol non dovrebbe aumentare o superare i 6
litri all'anno e dovrebbe essere quasi zero nella popolazione sotto i 15
anni. Il consumo pro capite di alcol puro all’anno in Italia è oggi
di circa 8 litri. |