gnovis
dal Friûl e dal mont
Ottawa, Ottobre 2001
Il Friuli-Venezia Giulia ad Ottawa È con particolare orgoglio che il Fogolar Furlan e la comunità friulana d’Ottawa, si sono adoperati per l"organizzazione e la gestione di questa esposizione. Per cinque giorni ha costruito un osservatorio privilegiato sulla regione Friuli-Venezia Giulia per i numerosi visitatori che ne hanno varcato la soglia. Orgoglio soprattutto, perché la mostra sintetizza attraverso le sei grandi aree tematiche un divenire della terra Friuli d’origine tra passato e futuro, tradizione e modernità, spirito di sacrificio e raggiungimento d’obiettivi quasi impensabili solo pochi decenni fa. Un’esposizione dinamica, quindi articolata in un percorso ed una presentazione originali che hanno saputo catturare l’attenzione e l’interesse del visitatore. I diversi oratori hanno rilevato la grande importanza della mostra intesa non solo a rinnovare, oserei dire "rimodernare" la coscienza storica della diaspora, ma soprattutto a far meglio conoscere in tutto il mondo, una terra e una comunità che hanno avuto un percorso storico. Travagliato, ma che sono approdati ad un presente di cui vanno giustamente orgogliosi e che lascia presagire un futuro prospero. Le cerimonie d’apertura si sono concluse con una degustazione di vini,. formaggi friulani, e la famosa Gubana. La mostra e stata organizzata dall"Ente Friuli nel Mondo, artefice e coordinatore, L’Azienda regionale per la promozione turistica del Friuli-Venezia Giulia, L’ambasciata Italiana di Ottawa e L’Associazione Fogolar Furlan di Ottawa.
|
Il discorso di Alberto Picotti
A sinistra: Gustavo Mion, Romeo Pignat (EFNM) Enrico Ferarrin (Pres. Fogolar Furlan di Ottawa), Walter Cibischino. A destra: Viudude furlane cun bandieris... |
Gustavo Mion al lavoro...
Articolo apparso sui giornali italiani in Canada
DINAMISMO
NELLA TEMATICA "LE RADICI DEL FUTURO" OTTAWA - Sono pochi i gruppi etnici che possono superare i friulani quando si parla di solido legame alle loro radici, di coscienza precisa e inconfondibile della loro identita', orgoglio sentito del loro retaggio culturale. Siano essi friulani sparsi nel mondo o canadesi (americani, australiani, ecc.) di origine friulana, viaggiano il globo terrestre, conoscono altra gente, si inseriscono anche bene in altre culture, ma rimangono pur sempre e principalmente "friulani", un distintivo che due milioni di anime sparse in cinque continenti, portano all' occhiello con orgoglio. E tutto questo non e' frutto di vuota presunzione, ma la piena consapevolezza della grande rivoluzione socio-politico-culturale che negli ultimi 30 anni ha strutturalmente e profondamente trasformato il Friuli-Venezia Giulia. Si parla di "miracolo del Nord Est" e non e' una grossolana esagerazione: basta visitare quella meravigliosa zona dell' Italia per toccare con mano il progresso economico e non solo economico di tale regione, una volta e si vuole sottolineare una volta povera e senza risorse. Chiaramente il Friuli-Venezia Giulia, dal trattato di Osimo al crollo del muro di Berlino, un' altra determinante pietra miliare della strada verso il futuro, e' oggi una regione dinamica dove convivono in armonia tradizione e slancio verso il futuro, dove il paesaggio antico non soffoca ma lascia generosamente spazio all'urbanistica funzionale moderna. Proprio in queste ultime parole troviamo il centro focale, il motivo conduttore di questa mostra itinerante appena chiusasi qui a Ottawa dal titolo di grande spessore: "Friuli - Venezia Giulia: le radici del futuro". La mostra che e' stata ospitata presso le principali citta' dell' Australia, il nord e sud America e l' Europa, ha dato al visitatore la preziosa opportunita' non solo di una rassegna completa del Friuli - Venezia Giulia di oggi, ma di una visione di come appunto il passato convive in armonia con il presente ed il futuro. Un veicolo moderno e attuale dello spirito della mostra e' stato un CD-ROM di facile e piacevole navigazione che ha consentito un viaggio interattivo attraverso sei sezioni, ricostruendo con suoni, musica, commenti, clip e animazioni, i contenuti della mostra, integrandoli con approfondimenti tematici, sottolineando un profondo legame di continuita' tra mostra e catalogo multimediale. Da non sottovalutare poi l' importante interazione tra i diversi media, che trova conferma nella diretta on-line con i vari "Fogolar Furlan" durante la fasi salienti dell' esposizione: un collegamento cioe' "per far vivere l'evento oltre l'evento". A conclusione della significativa manifestazione, a sigillare egregiamente tale pregevole esperienza, non poteva mancare la cena, presso il ristorante "Mamma Teresa", preparata del bravissimo chef friulano Roberto Gruder. Vale la pena di riportare qui il menu' che hanno potuto degustare gli intervenuti: Aperitivo: Frico La parola e' passata poi a Ivano Cargnello che oltre ad una precisa descrizione della mostra, dei suoi scopi e dimensioni, ha detto tra l' altro: ".....Il Friuli, questo piccolo ma armonioso "compendio dell' Universo", come lo defini' Ippolito Nievo per la sua straordinaria complessita', il Friuli che si estende dalle Alpi al mare fra i fiumi Timaro e Livenza, fino a ieri era una regione marginale a sussistenza autarchica, quasi esclusivamente agricola e quindi povera e aperta alle lacerazioni di massicci esodi. Ma negli ultimi 30-35 anni questa regione e' diventata protagonista di una incredibile evoluzione, di uno straordinario progresso con mutamenti che hanno intensamente modificato il suo tessuto economico-sociale. E da una regione multietnica di confine, alla confluenza in Europa delle tre civilta' - latina, germanica e slava - particolarmente dopo il crollo del muro di Berlino, e' diventata una realta' non solo geografica nel cuore dell' Europa, ma un' espressione di civile convivenza, un' importante "zona-ponte" quale efficace e prezioso strumento di cooperazione e di pace........." "Cooperazione e pace": ecco due parole che in questo difficile momento della storia dell' umanita' si dipingono di impellente necessita': due parole che risolverebbero tutte le discordie, le guerre piccole e grandi, le ostilita' che mettono l' uomo contro il suo simile. La cena del 21 ottobre ha dato opportunita' a vari esponenti della stampa e di organismi rivolti all' arte della cucina e del vino come Halina Players dell' Ottawa Wine and Food Show; Peter Ward, wine consultant; Ron Eade,food editor Ottawa Citizen; Gay Cook, Ottawa Citizen; Michael Botner, wine and food critic, Ottawa Sun; Ray Angus , Vic Harradine e Peter Collis del National Capital Sommelier Guild; Elio Coppola della Agenzia Nazionale Stampa Associata (ANSA) , agli altri esponenti dell'Ambasciata e agli altri ospiti come Marco Pagani del Comites di Ottawa , Luigi Mion di Villa Marconi, e ai presenti tutti di avere un'ulteriore conferma della vasta gamma di pietanze delicate e squisite della nostra buona cucina della nostra "buona terra d' Italia". E' doveroso, si vuole sottolineare,
che senza l' intervento, collaborazione e assistenza dei seguenti
organismi e persone, tale evento non avrebbe essere portato ad
attuazione: |