gnovis
dal Friûl e dal mont
Premariacco, 21 Aprile 2001
Sala
Ricerca Culturale "San Silvestro"
Il
Gruppo Volontari "Il Natisone" ha organizzato una mostra sul
Natisone,
del noto pittore friulano Giovanni Centazzo.
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Introduzione
del Presidente dell'Associazione Volontari "Il Natisone" G.B.
Spollero
Quando si parla di ecologia viene naturale riferirsi a qualcosa che vede
protagonisti l'ambiente e la natura che ci circondano. In positivo e anche in
negativo. L'Associazione Volontari il Natisone invece, nel suo ostinato
lanciare s.o.s. per salvaguardare uno dei microambienti più belli della
nostra regione, questa volta parla di ecologia attraverso la inostra pittorica
di Giovanni Centazzo che ha per protagonista il nostro fiume, il Natisone.
Anche questo, per noi, è un modo di fare ecologia; anzi è una maniera per
coniugare arte e ambiente, dove la prima raccoglie, diffonde e amplifica il
nostro segnale di aiuto. Il Natisone diventa così protagonista sulla tela in
tanti cromatici flash; i suoi scorci diventano accessibili anche a chi non lo
ha visto mai o lo ha soltanto attraversato su uno dei suoi tanti ponti.
In sovrappiù la visione personalizzata ed elaborata che del fiume dà
l'artista, induce a una riflessione particolare: come il quadro è patrimonio
di chi lo ammira, così il fiume, le sue sponde, le sue acque, tutti i suoi
protagonisti sono patrimonio, anzi un unicum, con la nostra realtà. Non Gelosamente
significherebbe perdere questa "icona". In attesa che le condizioni
del Natisone ridiventino ideali e per le quali non ci stanchiamo di batterci
con attività dirette, la nostra associazione promuove dunque anche importanti
iniziative come l'esposizione dell'apprezzatissimo Giovanni Centazzo, al quale
abbiamo pensato di aggiungere un tocco in più: quello dato dall'intervento
del poeta di Orsaria, Giovanni Maria Basso, che con il suo verseggiare
vernacolare commenta le opere esposte.
Cretais
sinanghinadis del timp e roseadis de plôa e vuàlmin a straplomp i estros del flump. A
voltis invelegnât |
Pareti
frantumate dal tempo e corrose dalla pioggia osservano dai precipizi gli umori del fiume. A volte irritato quale orco ebbro. o a canticcchiare civettuolo i mille linguaggi del suoi guadi. |
Presentazione del critico d'arte Paolo Rizzi di Venezia
Veder limpido, dipingere limpido. Un pittore, Giovanni Centazzo, si pone sulle rive del Natisone e ritrae il senso pieno di una natura incontaminata. Lo fa per un bisogno di ordine, di pulizia mentale: per testimoniare di una posizione - etica prima ancora che estetica - dell'uomo d'oggi. Ecco il senso di questa mostra imperniata proprio su un fiume, il Natisone, e sul paesaggio che lo circonda.
Il mondo d'oggi, si sa, tende all'entropia, al disordine, al caos. Mentre le montagne di rifiuti si accumulano, fisicamente come metaforicamente, cresce la coscienza critica di chi ritiene che l'avvenire dell'umanità non può che risiedere in una riconciliazione con la natura. La pittura, in questo senso, non è un esercizio ozioso di ricerca del bello, ma anche e soprattutto una tensione verso quella "reductio ad unum" (bellezza come verità) in cui risiede l'attualità del pensiero classico. Centazzo lavora da sempre in questa direzione. Limpida è la sua pittura perché limpido è il suo ideale di vita e di arte. Il Natisone diventa un simbolo, con il blu profondo delle sue acque, della ricerca di una natura incontaminata, non sporcata dall'uomo.
Lui stesso dice: «Sono affascinato dal Natisone, che io dipingo spesso per il colore smeraldo delle sue acque e per la suggestione delle sue rocce scavate dall'acqua lungo i millenni: per me è come il segno di una simbiosi dell'uomo con la natura". Ci sono pittori che, oggi, sembrano immergersi nel disordine che si accumula nella nostra società: sono i cosiddetti pittori del "trash". Ma c'è anche chi intinge il pennello nell'aria pura, nella vegetazione nativa, nelle acque pulite dei fiumi. Centazzo è sempre stato, in questo senso, un pittore ecologico. Nei suoi quadri si sente quasi il fruscio delle fronde, il soffio del vento, l'agitarsi delle erbe, il ronzio degli insetti. I colori sono quelli di una natura pulita, come vorremmo fosse e come talvolta, per fortuna, è ancora. Per questo egli torna spesso nell'ambito del Natisone. Quando dipinge le sue acque, non fa che riflettere un desiderio di purificazione che è in noi.
In questa mostra ci sono i quadri suoi forse più belli. Ecco "Il Natisone tra le rocce": l'acqua scorre in fondo, coi suoi toni cangianti; ed il blu diventa ancor più intenso nel rapporto con i dirupi biancastri. Ma eccolo anche, il fiume amato, come tino specchio lontano che s'intravvede tra le erbe mosse dal vento: è il "Risveglio lungo il Natisone". L'occhio ora s'avvicina, ora s'allontana; il profumo resta sempre qualcosa di percepibile, paradossalmente, anche nella pittura. I quadri scorrono davanti ai nostri occhi come finestre aperte sulla natura. "Luci e riflessi sul Natisone", "Lungo il Natisone", "Tramonto sul Natisone". 1 titoli si ripetono perché unico è il sentimento che muove gli scorci di pittura. Talvolta compare la traccia dell'uomo: nelle "Vecchie case lungo il Natisone" o, più da vicino, in "Case sul Natisone a Premariacco". L'itinerario del viaggio di Centazzo va appunto da Cividale a Prernariacco, fino alla frazione di Orsaria. Quel che colpisce l'artista è, appunto, il senso del primitivo, dell'incontaminato: persino le case sembrano uscire dall'alveo della natura.
La qualità della pittura è alta, anche se sembra semplice il suo processo esecutivo. La scansione delle forme mira all'ordine stesso della natura: magari un ordine nascosto, persino "selvaggio" ma biologicamente vero. Qui sta lo straordinario potere di suggestione di questi quadri. L'artista ausculta quasi i battiti del cuore del fiume, si immedesima nei suoi ritmi. capta la profondità delle sue acque, percepisce le carezze del Vento. Tutto, alla fine, vibra: non c'è inerzia, non c'è passività. Il rapporto stesso tra la densità e trasparenza delle acque, tra le erbe inclinate dal vento e la fermezza del cielo, tra i toni caldi della terra e quelli freddi del fiume: tutto è espresso nella sintesi pacata e serena della pittura. Il Natisone è vissuto come momento di vita: non soltanto come contemplazione del paesaggio. Quando poi Centazzo arriva a taluni cangiantismi cromatici, magari sui verdi o sugli azzurri, inserendo contrappunti preziosi di toni rossi, l'armonia della natura viene intesa come un'orchestrazione perfetta che riflette il sentimento stesso della Creazione.
Ciò che ci colpisce e ci riempie di ammirazione, al di là stesso dell'abilità tecnica innegabile di Centazzo, è la sua capacità di inserire - torniamo al concetto primo da cui siamo partiti - la fenomenologia della natura in un ordine che ci rimanda al di là, oltre ciò che lo sguardo può abbracciare.
Forse è la geometria cosmica; o, per chi ha fede, la presenza invisibile di Dio. Da qui una sensazione di calma solenne che pervade ogni quadro, anche laddove il vento pare smuovere la vegetazione. E' una calma che significa equilibrio, fisico come mentale: quindi armonia. Cosa chiedere di più alla pittura, se non questa conciliazione che l'uomo ricerca ma troppo spesso, affannosamente, non trova?
E' nata legalmente 7 anni fa, nel marzo '94, l'Associazione di Volontariato il
Natisone", nel rispetto delle finalità della Legge-quadro sul
volontariato, per operare senza fini di lucro nei diversi settori
dell'ecologia e delle difesa dell'ambiente naturale, qui in particolare di
quello del Natisone e suoi affluenti.
Molteplicii ed assai varie le iniziative realizzate concretamente. Ad esempio
non sono mai mancate le operazioni di pulizia delle sponde del fiume, con
raccolta di quei rifiuti di ogni genere dovuti all'inciviltà e al disprezzo
per l'ambiente di non pochi incoscienti. Qui sono stati coinvolti soprattutto
gli studenti di tutti i livelli scolastici, dalle materne alle medie, quali
futuri, maturi e responsabili cittadini; di volta in volta, ed anche in
ulteriori incontri specifici, gli insegnanti accompagnatori hanno garantito
utili supplementi dì lezioni in classe sull'ecologia e sulle raccolte
differenziate, grazie ad adeguati materiali informativi messi a disposizione
dall'associazione Volontari. Per queste attività, costante è stato il
patrocinio del Comune di Premariacco e la collaborazione di altri gruppi di
volontari, della Croce Rossa, della Lega Ambiente, della Riserva di Caccia,
dei Pescatori, degli Alpini.
Ed ancora: sono state realizzate 3
"Feste degli Alberi", con il costante contributo finanziario del
Comune e la concreta collaborazione della Direzione Didattica, in quanto
coinvolta nel progetto ministeriale "Scuola sicura". Due le
"Feste", nel '97 e '98 attuate presso l'area sportiva della scuola
Media di Premariacco, la terza nel '99 nel giardino della Materna di Ipplis.
Gli studenti, anche i più piccini, hanno attivamente collaborato alla messa a
dimora, complessivamente, di 18 alti tigli, pianta scelta perché simbolo
delle popolazioni delle Valli del Natisone e della vicina Slovenia.
In relazione all'allarmante stato di
salute del Natisone, forte e costante, sino dal '94, è stato l'impegno dei
"Volontari" per un riesame del progetto di captazione delle acque
della sorgente Arpit e per un'indagine sugli scarichi inquinanti nel
territorio a monte di Premariacco. Ed è proprio su sollecitazione
dell'Associazione che il Sindaco si è fatto promotore di riunioni con
rappresentanti di tutti i Comuni rivieraschi per attuare un piano comune di
interventi. Un primo intervento è stato affidato ad uno Studio Tecnico
specializzato di ingegneria sanitaria per attuare un monitoraggio delle acque
del fiume, premessa indispensabile per realizzare un piano di bonifica perchè
il Natisone possa ritornare al suo antico splendore, con acque perfettamente
idonee alla balneazione.
Sempre in tema delle acque del Natisone,
l'Associazione è riuscita a portare il contestato progetto della captazione
dell'Arpit all'attenzione della Facolta di Scienze Politiche dell'Universitá
di Trieste in quanto un socio-Gianni Cantarutti-ha inserito appunto questo
progetto nella sua tesi di laurea su "Problemi e conflitti sull'uso delle
acque". Ed è lo specifico tema "La Forra del Natisone" anche
la tesi di laurea della socia Eleonora Carletti presso la Facoltà di
Magistero dell'Università di Trieste.
Nel 2000, ancora a proposito del
Natisone, l'Associazione si è attivata provvedendo a rettificare certe
informazioni di stampa in merito ad una presunta balneabilità delle acque,
dimostrando - dati alla mano - l'inattendibilità di certi valori di analisi.
Non è mai mancato negli anni, un
particolare aspetto dell'attività dell'Associazione, quello della
presentazione di raccolte filateliche su tematiche naturalistiche. in
collaborazione con l'Associazione Collezionisti "Forum Iulii" di
Cividale. Raccolte presentate sia a Premariacco, alla tradìzionale Sagra di
Santa Filomena, che in altre sedi: a Udine, Tavagnacco, Reana, Prestento, San
Giovanni al Natisone, Cussignacco. I temi sono stati diversi, tutti con
francobolli e foglietti nuovi e buste con annullo "di primo giorno":
francobolli con soggetti su animali in via di estinzione, sugli uccelli, dai
rapaci agli acquatici e di costa, colibrì e pappagalli, anche su stupende
orchidee e sul Natale.
Premesso che è rimasto costante negli
anni l'appoggio dell'Associazione all'opposizione alle molteplici discariche
del territorio di Firmano, si segnalano altre iniziative realizzate: ad
esempio le due serate, nel '94, con proiezione e illustrazione di centinaia di
diapositive -originali, di un socio - su fiori e piante nei parchi, nelle
Mostre, negli orti botanici, nelle zone archeologiche. Poi la raccolta di
fondi e partecipazione, tutti gli anni, alla "marcia della 'Lucciolata",
a favore della Via di Natale del C.R.0. di Aviano. Nel '97, tre assai
interessanti serate sono dedicate l'una ad un documento su Fiore dei Liberi,
notoriamente originario di Premariacco, autore - nel XIV secolo-del primo
manuale di scherma medievale, l'altra alla "Compagnia de Malipiero",
nel contesto del progetto intercomunale "Noi cultura" mentre come
terza serata è stato curato anche un supporto alla Mostra "Napoleone,
immagini di un mito", nell'antica Chiesa di Premariacco. Nel '99, una
serata è stata dedicata a "Passaggi di Millennio", l'anno 1000 ed i
Giubilei, con relatori del Dipartimento Scienze storiche dell'Università di
Udine e della Direzione Liturgica Diocesana.
Nel 2000, alla Sagra d'Estate, accanto
ai quadri filatelici, sono stati esposti pannelli con giornali d'epoca
originali che riportavano alcune tragiche fasi della II^ Guerra Mondiale: dal
I° settembre 1939, inizio delle ostilità con l'invasione della Polonia da
parte della Germania, al 17 giugno 1940, resa della Francia.
Un'ultima serata, nel luglio 2000, in
collaborazione con l'Assessorato all'Ambiente del Comune, è stata dedicata al
corretto compostaggio domestico.