gnovis dal Friûl e dal mont

DICEMBRE 2000

       Mandi Aldo, cimûnt sino cul gnûf an?
Ormai a sin ta ultimis oris dal Grant Gjubileo dal doimîl.
Come ca tu sâs, l’an passât, a sin stâz dôs voltis a Rome come volontaris e contant a dôs nestris cusuvrinis, Miriam e Renata Ponte di Flambri cimunt ch’a nus ere lade, ur vin fat vignì vôe di là a provà ancje a lôr. Quanche a son tornadis è àn scrit le lôr esperience che nô ti mandin cun qualche fotografie.
        Pal moment ti saludin e stanûs ben. Clelia e Natalino Glovaz.

Anno Santo Giubilare del 2000

        Se ne è parlato tanto prima che iniziasse questo Anno di Grazia. Tutti hanno seguito l’evento su stampa e TV e tanti hanno raggiunto Roma in veste di pellegrini per vivere più da vicino questo momento così particolare.
        Personalmente non avevo pensato di fare questo viaggio. Ero alquanto scettica e disincantata fino al giorno in cui, casualmente, ho incontrato degli amici che al Giubileo erano andati non come pellegrini ma come Volontari, mettendo a disposizione tempo, capacità, voglia di fare ed entusiasmo. Un entusiasmo che mi ha contagiato al punto da decidere, come loro, di fare questa esperienza. Subito invio la mia richiesta al Centro Volontariato per il Giubileo di Roma. Uno scambio di telefonate con il Center Call dello stesso mi anticipa la conferma dell’accettazione della domanda. In seguito avrò quella scritta con relativa documentazione. Sarò operativa a Roma dal 20 al 30 ottobre, assieme a mia sorella. E’ fatta!
        Manca meno di un mese alla partenza, l’entusiasmo è al Top. La cosa, tra i parenti e gli amici, non ha mancato di suscitare stupore e incredulità, persino un po’ di sarcasmo e quasi certamente una punta d’invidia.
        Con l’avvicinarsi il giorno della partenza sono presa da una sensazione strana, uno scoramento che ha visto traballare molto da vicino i miei buoni propositi. Ma giovedì sera, dopo molte ore di treno, arrivata a Roma e salita sul bus con i miei bagagli, sto per scendere di fronte al colonnato di S. Pietro. Qui, benché stordita, ritrovo la spinta per dare inizio a quella esperienza unica che raccontando, ora, cerco di rivivere.


Tramonto romano

        Mi avvio a piedi al "Check Point" in via delle Fornaci, non molto distante. Prima di giungervi incontro le due persone con le quali, poi, avrei sperimentato un bel rapporto di amicizia. Anche loro, come me, lamentano il peso del bagaglio sotto il sole di Roma, troppo caldo sui nostri indumenti quasi autunnali. Ci presentiamo velocemente: piacere, piacere. Strette di mano calorose e sguardi interrogativi. Certamente l’età ci accomuna. Tutte over 50!


Miriam e Renata Ponte

        Al Check Point, dopo aver controllato la nostra identità, ci forniscono la divisa insieme alla chiavetta per la colazione, i buoni pasto e il Pass per circolare sui mezzi pubblici. Ora stiamo attraversando Roma ( incantevole al tramonto ) sul pulmino che ci porta verso la nostra definitiva destinazione. Da oggi per dieci giorni saremo ospiti in un ex convento ( Santa Margherita) vicino alle Terme di Caracalla sull’Aventino. L’edificio, in ristrutturazione, non è il massimo del comfort, ma la cosa non ci preoccupa, anche perché sappiamo che alcuni di noi alloggiano in caserme, e allora? Va benissimo così. L’indomani mattina, brevissimo corso d’informazione su come si svolgerà il nostro servizio. Nel pomeriggio incontro a S. Pietro, per il primo turno operativo.
        Il lavoro si svolge pressappoco così: ogni Area Operativa (basiliche, catacombe, aeroporto, caselli autostradali ecc…) dispone di un Capo il quale è responsabile dei volontari assegnati a quell’area e li dispone ( sempre a due) secondo le esigenze del momento. I turni sono di sei ore: al mattino 8-14, al pomeriggio 14-20, salvo possibili variazioni.
  
     Tutti i volontari, la sera al rientro nei propri alloggi dopo aver firmato la scheda presenze, trovano in bacheca " L’ordine del giorno dopo", così l’indomani al posto designato si presentano al Capo Area per l’appello e la dislocazione al servizio assegnato. Io, come tutti i Volontari, ho svolto vari servizi. Dalla distribuzione del Giornale del Pellegrino, Video-Cassette e Vangeli fuori delle Basiliche, alla piccola pulizia ( spolverare i pavimenti con larghi scoponi) all’interno delle stesse; dalla questua durante le Messe alla guardia al portale delle varie Cappelle o Altari centrali; dall’aiuto ai disabili costretti in carrozzella all’orientamenti del flusso dei Pellegrini nei loro spostamenti in entrata o in uscita dai luoghi di culto. Poi c’era la rimozione delle sedie e il loro ricollocamento sia dentro le chiese che fuori negli appositi spazi; la guardia alle Porte Sante, alla Scala Santa e altro e altro ancora: come l’alzataccia alle 5 del mattino per prepararci all’accoglienza dei Pellegrini in S. Pietro nel piazzale antistante la Basilica per l’udienza Papale del mercoledì.

        Oppure il servizio serale fino a tardi per un Concerto di Canti Gregoriani in una delle tante bellissime chiese romane. Tutto questo svolto sempre in mezzo a fiumane di pellegrini in continuo movimento.
Insomma, una vita frenetica che ti assorbe completamente, tanto che ora mi pare di aver vissuto un sogno, dove le immagini si sovrappongono indefinite, così che al risveglio si fatica molto a riordinarle, anzi, non si riesce affatto.
        Per me è stata questa una realtà intensa, stancante, ma anche esaltante, sostenuta dall’entusiasmo, il sorriso e il cameratismo degli altri mille e più giovani Volontari sparsi per Roma in ogni dove, sempre pronti al servizio come un festoso " Esercito" di fraterno sostegno.
        Questa esperienza, indubbiamente positiva, mi ha permesso di conoscere tante persone, tante storie, tante situazioni diverse. Ho visto volti segnati dall’ansia nella ricerca del Sacro ma anche tanta indifferenza. Pellegrini, Turisti, Viaggiatori curiosi e Uomini qualunque sono giunti a Roma certamente spinti da una motivazione. Che idea si sono fatti del vissuto di questi giorni? Chissà!
        Qui il sacro e il profano coesistono e si intersecano molto più che in altri luoghi. Trovare una linea di demarcazione è difficile. Come è difficile rapportarsi con le cose che trascendono la nostra piccola umanità.
        La Chiesa attraverso il Papa si è rivolta a tutti con la parola dello Spirito. A noi il compito di interpretarla ed applicarla alla quotidianità. Non è poco, per chi ha l’assillo del dubbio e ogni giorno si rimette in discussione. Comunque dopo Roma ognuno riprende la sua strada, che sarà sempre un cammino in salita ma, forse, con una speranza in più e la consapevolezza che Eventi come quello vissuto non si raccontano: si vivono! Punto e basta.
                    Miriam Ponte - Flambro di Talmassons , dicembre 2000