LA FESTA DELL'ASCENSIONE A
LEPROSO
(16/05/99)
Una volta le sagre paesane erano molto piu' sentite di oggi. Per quanto riguarda l'Ascensione, festa che si svolge a Leproso, la differenza tra ieri e oggi si è potuto notare leggendo la poesia "LE SAGRE DI LEVRONS" di Tonj Del Çuet morto alla fine del secolo scorso.
Dai racconti di quelli ... che erano vecchi prima di noi ... si hanno notizie di liti furibonde, perche' dai paesi vicini (principalmente Orsaria e Oleis) i giovanotti piu' baldanzosi si presentavano ai festeggiamenti con all'occhiello un ramoscello di assenzio. Non si sa' il perche', come per il toro che si infuria vedendo un fazzoletto rosso, i giovanotti di Leproso se la legavano al dito e se dopo la Messa i temerari "foresti" non se ne tornavano velocemente nei loro paesi, per loro finiva male ... Piu' tardi, complice l'atmosfera surriscaldata da qualche tajut di troppo, poteva finire con "bottis di ueli sant" che si puo' tradurre anche con "botte da orbi" ...! Naturalmente la meglio l'avevano sempre i locali, perche' ... giocavano in casa ...! In qualche modo "si tornavin la farina" quando i Levronârs si recavano ... in trasferta ...!
Ma sicuramente queste rivalita' avevano anche altri motivi ... erano frequenti gli sconfinamenti nel tentativo di conquistare il cuore di una bella ragazza "in territorio nemico". Dal racconto di uno degli "eroici incursori", ho saputo che in quei casi la miglior tecnica era quella di farsi amico un fratello della ragazza e questo poteva costare piu' di qualche litro di vino. La seconda fase era quella di ripetere la manovra con "lo zoccolo duro del paese" e questo ahime' poteva costare parecchie "sbornie" in compagnia, specialmente nel tentativo di convincere il "locale" che aveva messo gli occhi sulla stessa ragazza.
Naturalmente trionfava sempre l'amore, ma tante volte ... con quanti sacrifici ...!
Anche nei miei ricordi, ci sono immagini di grandi festeggiamenti con archi davanti alla chiesa, Messa cantata nella mattinata e dopo le funzioni vespertine del pomeriggio ... tutti nell'osteria di Delchi e "Marie ustere", dove era sempre pronta la fisarmonica di Provino.
Ritornando ai giorni nostri, dovete sapere che da qualche anno, nel giorno dell'Ascensione fin dalle 8 di mattina, la mia modesta ma tranquilla dimora viene presa d'assalto da un gruppetto di giovani e graziose signore di Leproso. Questo perche' due finestre di casa mia sono rivolte proprio verso la piazzetta a pochi metri dalla chiesa, quindi un'ideale "base logistica" per il deposito e smistamento di materiale mangereccio vario, comprese bottiglie e bottiglioni di bevande di vario colore e gradazione.
Tutto questo ben di Dio, gran parte "roba fatta in casa", viene offerto dalle varie famiglie che fanno a gara per presentare il piatto piu' ben preparato e ... invitante. Vassoi con torte, crostate, tartine ed altri "cosi" che non saprei definire, man mano che arrivano vengono infilati in tutti gli spazi disponibili. Salami affettati e non, pezzi di formaggio, pane, tost e materiale vario sono "in attesa" in scatoloni depositati sotto i tavoli. Insomma un caos indescrivibile e tutto accompagnato dalla confusione di voci femminili, insolito per le mie orecchie, tanto che per difendermi sono costretto a rifugiarmi nell'unico angolo dove quelle "simpaticone" non osano avvicinarsi: l'angolo computers.
Anche "Briciola" pare frastornata da tutto quel tranbusto, tuttavia intuisce che tutti quei profumini aleggianti nell'aria possono portare a qualche risultato positivo.
Mentre a casa mia si svolge questo dramma, i mariti delle gentili signore, terminati i lavori di predisposizione dello spiazzo a fianco della chiesetta con lo spiegamento di un tendone di plastica blu ed il montaggio di una serie di tavolate, uno alla volta si presentano davanti alla finestra che da' sulla piazzetta, per chiedere alle rispettive mogliettine il permesso di ritirarsi per indossare il vestito della festa ed andare poi a Messa. Sicuramente questi poveretti, prima di passare per casa fanno una capatina nell'osteria a tracannare uno o due "taglietti", per rifarsi di quelle due ore passate a lavorare "a stecchetto" sotto il vigile controllo delle loro amate consorti.Mentre i lavori di preparazione di piatti procedono e mentre il concerto di campane intervalla i suoi classici tre brani, a casa mia continua la processione di uomini, donne e bambini, che prima di recarsi in chiesa, depositano scatole e borse stracolme di materiali vari tanto da non saper piu' dove metterli.
Anche quest'anno visto che la situazione diventa critica, e avendo deciso di non andare a Messa per lasciare il poco spazio all'interno della nostra chiesetta per i "forestieri", ho preso la bicicletta e me la sono svignata quatto quatto lontano da quella bolgia infernale. Anch'io ho trovato rifugio nell'osteria tra lo stupore generale perche', pur non avendo che l'imbarazzo della scelta senza muovermi da casa (e in compagnia di cotanta bella gente), ho preferito il mio classico "aperitivo" ... il "tajut" di bianco con uno schizzo di bitter.
Dopo una mezz'oretta, ho ripreso la mia due ruote dirigendomi verso est, decidendo di rientrare dalla parte sud di Via Pasubio. Percorrendo quel tratto in mezzo ai campi di un incredibile colore verde, mi sono pentito di non avere con me il mio inseparabile borsello, dentro il quale sono sempre "ready" la Pentax e la videocamera digitale. Pazienza ...!
Avvicinadomi alla mia pineta, ho incominciato a percepire il brusio della gente che, con la chiesa stracolma, sosta all'esterno aspettando il termine della cerimonia. Anche in casa mia le acque si sono calmate, dato che piu' della meta' del "personale femminile" è in chiesa. Non sapendo cosa fare, ho preferito accendere i due computer e mi sono distratto a tal punto che, pur percependo un strano movimento di persone, mi sono perso il momento piu' interessante della giornata. Infatti, senza che me ne accorgessi la Messa era terminata e in pochi minuti piu' dell'80% del materiale è gia' "volato" dalle mie finestre ed è preso d'assalto da tutta quella gente che, essendo quasi ora di pranzo, è particolarmente predisposta. Divertente è vedere quelle persone che, come le api, "svolazzano" e pizzicano un po' a destra e un po' a sinistra delle tavolate per prelevare i pezzettini migliori. Non capisco perche' non mi e' passato per la testa di fare qualche ripresa o qualche foto.
Anche quest'anno non ho potuto presentarmi in piazza, dato che vicino alle tavolate non sono stati allestiti "posti a sedere" e io purtroppo non resisto in piedi per piu' di 5 minuti.Cominciando le derrate alimentari a scarseggiare, mi sono piuttosto preoccupato, temendo non rimaresse niente per me, ma i miei timori sono risultati infondati dato che le addette alla distribuzione dei viveri, non mi hanno dimenticato ed hanno "conservato tutto per me" un vassoio mix ed una bottiglia di "tocai friulano".
Sono stato costretto ad interrompere piu' volte lo spuntino perche' in diverse ondate ho avuto la visita di persone, perlopiu' genitori che accompagnavano ragazzi curiosi di vedere i miei computer ed ammirare le pagine del nostro sito. Devo riconoscere che ho fatto colpo sia sui genitori che sui figli.
Mentre esibivo le piu' spettacolari pagine del nostro sito, all'esterno i bicchieri si tocai e di merlot incominciavano a fare il loro effetto e si sentivano le prime intonazioni eseguite da un coro improvvisato.
Man mano che il tempo passava, i solisti aumentavano di numero ed anche il repertorio si allargava ai generi piu' vari ... dalla classica "Romagna mia" a "Quel mazzolin di fiori" fino a "Vagabondo" ma sono rimasto stupito nell'ascoltare anche "pezzi" usciti di recente. Insomma ... una "compilation a largo respiro". Dando una sbirciatina fuori dalla finestra, sotto i "cocolars" di Cignacco, tra i solisti piu' impegnati ho potuto riconoscere Don Edoardo che come ben sappiamo e' un raffinato esperto musicale. L'attivazione di un supporto elettronico infine, contribuiva a dare al coro un tono semi-professionale.
Dopo un'oretta, anche l'abbondante bicchierozzo che avevo centellinato tra una tartina e un dolcetto, incominciava a farsi sentire e approfittando di un momento di calma, senza che le mie provvisorie "padrone di casa" se ne accorgessero, io e "Briciola" abbiamo infilato le scale esterne e siamo riparati nel reparto notte. Di quello che sarebbe accaduto durante la nostra assenza non dovevo assolutamente preoccuparmi.
Prima di cadere fra le braccia di "Morfea" udivo il coro sfogliare il suo repertorio ma lo percepivo con intervalli di "bianco" sempre piu' lunghi fino a sparire nel nulla.Come se la mia quotidiana pennichella fosse programmata con un computer, alle 15:00 lo swicking del mio cervello riceve un misterioso input e la "vecchia carcassa" del povero Aldo si rimette in moto ...
Dopo il bit iniziale e quando il "monitor" del mio cervello ha incominciato a mettere a fuoco le situazione, mi sono stupito nel riascoltare gli stessi brani audio di prima. Si notano benissimo pero' le numerose assenze e che qualche elemento aveva delle tonalita' incerte anche se non si possono definire vere e proprie "stecche".
Dopo aver resistito una decina di minuti a quelle voci strazianti che entravano dalla finestra, notando un silenzio di tomba al piano inferiore, con circospezione io e "Briciola" abbiamo ridisceso le scale.
Dopo aver infilato la chiave nella toppa e aperto la porta, non credevamo ai nostri occhi vedendo che, come per incanto, non esisteva piu' traccia di quel terremoto che avevamo lasciato solo un'ora prima. Ho avuto la certezza che non stavo sognando solo perche' mi sono accorto che era stato invertito qualche soprammobile e che tutto era molto piu' pulito di come era questa mattina, prima dell' "invasione".
Spiazzo a fianco della chiesetta di Leproso, dove ogni anno si svolgono i festeggiamenti per l'Ascensione.
Foto scattata attraverso una finestra di casa mia.