ascoltato per voi

Codroipo, 20 Ottobre 2008
Duomo di Santa Maria Maggiore

Giovanni Battista Candotti
La prima maniera e la seconda maniera
Concerto per voci, coro e organo

Coro di concerto
ISABELLA COMAND contralto - ALESSANDRO CORTELLO tenore I
ALDO MICCO tenore II - ARMANDO BADIA baritono
 
Coro di ripieno
GRUPPO CORALE DI MELS - CORO "G. B. CANDOTTI"
Maestro del coro Liliana Moro - Altri Maestri dei cori Anna Mindotti Claudio Zinutti
Organista STEFANO BARBERINO - Direttore LILIANA MORO

           La biografia 
  
Giovanni Battista Candotti, giovane di pronta intelligenza, entrò nel seminario di Udine frequentando quel ginnasio-liceo con risultati eccellenti. Assorbì tanto dal mondo classico, greco e latino, che giocando sul suo cognome Can-dotti si sottoscriveva Giovanni Battista Kynòsofos, o Cinòsofo (Cane dotto) Codropolitano.
   Le prime nozioni musicali gli furono impartite dal m° De Anna e quindi dal m° Leonardo Marzona di S. Daniele (noto per aver cantato sia le glorie di Napoleone, sia quelle di Francesco I), ma fu, se si eccettuano queste poche nozioni teoriche, in gran parte autodidatta.
   Incominciò a comporre a 17 anni; l’op. 1 (1826) è una Messa a tre voci e organo, eseguita in seminario per la festa di S. Luigi. Accanto alla Messa op. 1 e ad alcuni altri lavori di quegli anni  giovanili annoterà: «non vale niente».
   Il 30 settembre 1832 fece eseguire un mottetto a quattro voci in occasione della celebrazione della sua prima messa e il successo riportato gli procurò l’interessamento del decano del Capitolo di Cividale del Friuli, G. Ferrandini, che lo nominò organista del Duomo e poi Maestro di Cappella.
   Il suo trasferimento a Cividale, ove trascorse tutta la sua esistenza, gli permise di dedicarsi con una certa continuità alla musica, sebbene numerose incombenze legate al suo ufficio sacerdotale lo distogliessero spesso dall’attività prediletta. In oltre cinquant’anni, arrivò a produrre un ricco corpus compositivo, tanto che il suo Catalogo cronologico e tematico conta almeno 519 numeri d’opus comprendenti messe, salmi, inni, brani per organo, ecc. 
   Dopo la primavera del 1869 incominciò ad avere disturbi agli occhi, per cui era ridotto a dettare le sue creazioni, ma riacquistò la vista nel gennaio del 1873 dopo una cura fatta a Padova.
   Al ritorno nella sua Cividale fu accolto trionfalmente, anche perché oltre ad essere un musicista che dava lustro al luogo, era sacerdote tanto dotto quanto pio e cordiale, ricercato catechista e predicatore, sapendo conquistare con il ministero della parola un vasto uditorio di fanciulli, giovani e adulti che lo circondarono di stima e di amicizia. Rimase sempre un sacerdote esemplare impegnato nella educazione dei giovani e nella predicazione. Fu anche uomo di non comune sensibilità sociale, cui si deve, tra l’altro, la fondazione di un ginnasio per i ragazzi di Cividale.
    Ebbe tra gli allievi Jacopo Tomadini, grande compositore, che svolse il suo servizio di organista a Cividale accanto a lui Maestro di Cappella; insieme si adoperarono lungamente per una riforma della musica sacra e per la diffusione del movimento ceciliano.
   Candotti morì a Cividale l’11 aprile 1876.
 

          La produzione musicale
   Della sua vastissima produzione, prevalentemente di genere religioso, si ricordano almeno:
     81 messe, di cui 19 a tre voci virili con orchestra, 36 a tre e quattro voci virili con organo obbligato, alcune delle quali furono premiate in concorsi internazionali di musica sacra, 26 a voci sole o con organo ad libitum;
     99 salmi tra i quali emergono 16 Dixit Dominus con orchestra o organo;
    
31 Magnificat e altri pezzi;
    34 inni (tra essi raggiunsero una vasta notorietà l’Invictus heros numinis a voci dispari, soprani, contralti, tenori e bassi, destinato alla Cappella Imperiale di Praga, composto nel 1871, e Jesu redemptor omnium, op. 320,  per tenore, coro, orchestra e organo, che composto nel 1839, venne poi rielaborato per soprano, coro e organo ed eseguito nel 1874 con grande successo sempre nella Cappella Imperiale di Praga).
   Particolare rilievo per l’ampiezza della struttura armonica, riveste inoltre il processionarium foroiuliense op. 328 (1852), composto di 16 inni corali, poi riveduti e rielaborati nel 1873 con il numero d’opera 480; fu autore inoltre di litanie, responsori, Te Deum, antifone e varie parti isolate del Proprio e dell’Ordinario della messa.
    Si aggiungono a queste composizioni di carattere liturgico varie canzoncine e cori, musiche per organo solo o per banda, distribuite in sei volumi comprendenti sinfonie, marce, pastorali (tra le quali emerge per originalità quella denominata  «la berecchinissima», composta nel 1837 per organo e bùgul, uno strumento caratteristico del cividalese) e altri pezzi di genere diverso.
   Le musiche organistiche di Giovanni Battista Candotti coprono un periodo di tempo che va dal 1827 al 1848, l’anno della Rivoluzione, in cui molti del clero friulano si esposero manifestando le loro simpatia per l’Italia, pagando poi lo scotto di una severa epurazione.
   Le composizioni del Candotti, uscite d’istinto dalla sua penna, dove tutto è ovvio e conseguente, rivelano una fervida fantasia melodica: il suo linguaggio non si rivolge a coscienze addottrinate di alta cultura, bensì all’anima universale di ogni dove. Va però osservato che non siamo troppo lontani dalla vecchia strada del mondo barocco, della musica liturgica concepita al fine di offrire un legittimo godimento ai fedeli, che alle solennità e alle feste ci andavano per assistere ad uno spettacolo liturgico con della bella musica, tanto più se questa era del riformista Candotti, premiato a Firenze, dove egli diresse la sua Messa «formata prendendo» pezzi da cinque precedenti lavori. Ai suoi ordini aveva un complesso di «50 cantori, organo, 4 violoni e 4 violoncelli»; fra i presenti in prima fila il finanziatore del concorso S.E. il Duca di S. Clemente, Casamorata direttore del conservatorio fiorentino, numerosi maestri e dietro molto pubblico. Un edificante spettacolo sacro.  
   Per questo quando i riformisti ottocenteschi, pieni di santo zelo, scrivevano che bisognava cambiare la musica sacra fattasi frivola per ricondurla al suo vero carattere grave e religioso, bisogna prendere il loro dire cum grano salis. Non per niente Piero Pezzè, scrivendo dello stile del Candotti, dice che il suo discorso «assume alle volte modi ed accenti... vicini alla villotta friulana» e che questi elementi si alternano «con quelli di ispirazione melodrammatica e strumentalistica». È vero che il Candotti negli ultimi anni fu più attento agli aspetti di un’arte musicale in armonia con le esigenze celebrative, specie nelle composizioni vocali, meno, però, in quelle organistiche, dove resta sempre problematico capire se quanto si ascolta sia stato prodotto prima o dopo le prese di posizione a favore della riforma.
   Due curiosità: lui vivo non ebbe mai la soddisfazione di venire eseguito nel Duomo di Udine; le sue composizioni «alla Palestrina», lo stile dei riformatori, sono soltanto quattro.
   Compositore spontaneo, dotato di una scorrevole vena melodica, il Candotti fu considerato sia in Italia sia all’estero come uno dei più dotti e severi assertori della tradizione polifonica italiana e dedicò la sua vita alla riforma della musica sacra. Uomo di vastissima cultura musicale, in possesso di una eccezionale tecnica contrappuntistica, nelle sue composizioni di genere religioso sostenne la necessità di ritornare ad uno stile severo e lineare, in cui pur senza fare ricorso alle rigide formule del gregoriano, si evitasse il pericolo di cadere in uno stile arieggiante il genere profano o teatrale, secondo una consuetudine ormai da tempo entrata far parte del repertorio musicale sacro contemporaneo.
  Sostenne pertanto l’esigenza di un ritorno alla struttura polifonica tradizionale, ravvivata da brevi interventi solistici senza tuttavia indulgere ad effetti melodrammatici; allo stesso tempo giudicò più adatta al genere sacro l’adozione della fuga e del contrappunto, da usarsi con moderazione al fine di non alterare con troppi artifici il significato del testo, che doveva invece aderire alla musica.
   Deplorò di conseguenza i virtuosismi canori, gli abbellimenti arbitrari e le alterazioni ritmiche dettate esclusivamente dalla ricerca di effetti estranei alla dignità e alla severità della composizione sacra.
   Le sue composizioni ebbero larga diffusione nelle cantorie italiane per tutta la seconda metà del secolo XIX, soprattutto per la fluidità e la chiarezza della struttura armonica e contrappuntistica e gli valsero numerosi riconoscimenti e premi in competizioni internazionali.
  Nel 1854 una sua Messa a tre voci vinse il primo premio al concorso bandito dalla Société de musique religieuse di Nancy (Francia) e nel 1862 un’altra sua Messa a quattro voci virili riportò il secondo accessit  al concorso indetto dal Union Choral di Parigi e fu poi pubblicata dall’editore Repos; nello stesso anno risultò primo con un Messa a tre voci maschili a un concorso di Firenze, dirigendone poi la prima in S. Gaetano.
 


L'organista Stefano Barberino ha illustrato nei dettagli
le composizioni di G.B. Candotti in programma...

ISABELLA COMANO - Mezzosoprano
Si avvicina alla musica giovanissima e dopo il diploma in canto presso il Conservatorio 'J.Tomadini' di Udine si perfeziona musicalmente con importanti nomi del panorama lirico internazionale quali Pavarotti, Capuccilli, Stella, Bergonzi, Verret, Ricciarelli, Polidori. Da anni è seguita nella preparazione tecnica dal baritono americano m.o Loewe Sherman. Si è affermata in prestigiosi Concorsi nazionali ed internazionali ed è stata selezionata per la finale mondiale del Luciano Pavarotti Voice Competition a Philadelphia tra 1500 cantanti come una delle voci giovanili più talentuose. Molto attiva nella musica sacra ha eseguito lo Stabar Mater di Scarlatti, Vivaldi e Boccherini, la Messa di Stravinsky, la Petite Messe Solemnelle di Rossini, la Salve Regina di Haydn e Pergolesi, il Requiem di Paure, il Gloria e il Magnificat di Vivaldi. Entra giovanissima a far parte del progetto del "Laboratorio del Teatro Grande" di Brescia debuttando nel ruolo di Cherubino nelle Nozze di Figaro di W.A.Mozart e Leonora nell'Oberto Conte di San Bonifacio di G.Verdi. In seguito ria partecipato a vari corsi di perfezionamento tra cui il Rossini Opera Festival di Pesaro, l'Accademia lirica internazionale di Mantova, l'Accademia Musicale Chigiana di Siena, l'Accademia della Fondazione Toscanini di Parma. Ha cantato quale Mamma Lucia nella Cavalleria Rusticana con l'orchestra del Teatro G.Verdi di Mantova, come Suzuki nella Madama Butterfly di G. Puccini con l'orchestra di Pesaro sotto la direzione del m.o Agiman e la regia di L. Golat, Alisa nella Lucia di Lammermoor di G. Donizetti, la Zia Principessa nella Suor Angelica di G.Puccini. Dal 2005 ad oggi ha interpretato i ruoli di Azucena nel Trovatore, Amneris nell'Aida, Fenena nel Nabucco, Adalgisa nella Norma, Isabella nell'Italiana in Algeri, Leonora nella Favorita, Rosina nel Barbiere di Siviglia per le produzioni di "Opere di Concerto". Da alcuni anni è direttore artistico della F&B Promotion dell'Associazione Culturale Le Note Curiose con cui organizza importanti eventi e rassegne. I critici la definiscono una delle più belle voci del nostro panorama lirico.

ALESSANDRO CORTELLO - Tenore
Alessandro Cortello si è avvicinato al canto lirico con la guida della soprano C. Fusco. Si è diplomato in pianoforte sotto la guida del m.o M. Bisighini presso il Conservatorio di Ferrara. Studia composizione con il m.o B. Pradal. Nel luglio 2005 ha vinto l'XI Concorso cameristico "Seghizzi" di Gorizia per il ruolo del titolo nell'oratorio Jephte di Carissimi, eseguito poi con la direzione del m.o W. Themel. Ha cantato nel ruolo del Conte d'Almaviva nel Barbiere di Siviglia di Rossini e di Ernesto nel Don Pasquale di Donizetti nell'ambito delle "Serate musicali di Villa Codelli" a Mossa (Go). Nel maggio 2007, presso il Teatro Giovanni da Udine, ha partecipato a Il fuoco del mondo e a luglio ha vinto il XIII Concorso Seghizzi per la categoria liederistica in duo con il pianista Alessandro Sica, con il guale si esibisce dal 2004. A novembre ha cantato la parte del tenore solista nella prima esecuzione italiana di The Armed Man di K. Jenkins a Mariano del Friuli (Go) sotto la direzione del m.o G. Grün. Ha sostenuto le parti solistiche dei Requiem di Dvorak e Verdi e dei Carmina burana di Orff. Ha affrontato il repertorio liederistico anche in duo con i pianisti F. Lovato, D. G. Leonardi e A. Rucli. Attualmente studia con il m.o A. Mariotti

ALDO MICCO - Tenore
Aldo Micco divide la sua attività artistica tra il canto e le arti plastiche figurative. Appassionato al canto fin da bambino, muove i primi passi musicali in una compagine di voci bianche. Fa parte in seguito dell'organico di diversi cori amatoriali, tra i quali il "Fiorano Candonio", diretto dal compianto don Gilberto Pressacco. Affronta gli studi di canto da privatista e, nel 1992, entra nell'organico del Coro del Teatro "Verdi" di Trieste. Collabora, in modo gratificante, con ensembles vocali regionali e partecipa come solista in vari concerti di musiche di compositori friulani quali Candotti, Tomadini, Pigani. Da alcuni anni affianca al canto la direzione corale, ottenendo lusinghieri risultati.


ARMANDO BADIA - Baritono
Conseguita la maturità classica, si dedica allo studio del canto frequentando il corso ordinamentale presso il conservatorio "Jacopo Tomadini" di Udine e il biennio specialistico di secondo livello presso il conservatorio "G. Tartini" di Trieste concludendo entrambi i percorsi di studio con il massimo dei voti e la lode. Parallelamente al canto, studia composizione con il maestro Roberto Cittadini e direzione d'orchestra con i maestri Corrado De Sessa e Adriano Martinolli D'Arcy, prediligendo sempre la musica vocale e particolarmente l'opera lirica. Fondamentale per la propria maturazione tecnica ed artistica è l'incontro con i maestri Beniamino Prior e Rita Susovsky. Partecipa a diversi concerti sia come solista, sia in formazioni da camera, spaziando dalla musica antica alla contemporanea, con un repertorio che abbraccia l'oratorio, la musica vocale da camera, l'opera. Per la Fondazione Teatro Lirico "Giuseppe Verdi" di Trieste si esibisce ne Le prove avanti il dì di festa con il gruppo di musica antica "Li festinanti"; alcuni concerti nella Messa in Sol di Schubert; ha inoltre interpretato il ruolo di Mihaly nell'operetta La Duchessa di Chicago di Kalmann. Ha eseguito, in prima esecuzione moderna, la cantata Il vaticinio di De Zorzi (nel cido delle manifestazioni napoleoniche organizzate dal comune di Udine) e la Messa da morti di B. Cordans. Tra le prime assolute, ha interpretato il ruolo di Jeroni nell'opera friulana Il viaz di gnocis di Lieto Candussi e, per quanto riguarda la musica da camera, collaborando con il "Diapason chamber choir", alcune composizioni di Vladimir Mendelssohn. Ha debuttato nel ruolo di Enrico ne Il campanello e di Belcore ne L'elisir d'amore di Donizetti; di Ben, ne Il telefono di Menotti; del Maestro Campanone ne Le prove di un'opera seria di Gnecco; del conte Gil ne Il segreto di Susanna di Wolf - Ferrari; di Guglielmo nel Così fan tutte di Mozart.

STEFANO BARBERINO - Organista
Nato nel 1980, inizia lo studio del pianoforte e dell'organo con Umberto Tracanelli e Giorgio Molinari. Conseguita la maturità scientifica, completa gli studi musicali presso il conservatorio "J.Tomadini" di Udine, diplomandosi nel 2003 con il massimo dei voti in organo e composizione organistica, sotto la guida del m.o Lino Falilone. Ha vinto il 1° premio al terzo concorso organistico nazionale di Anguillara Veneta (PD) ed il 1° premio al nono concorso nazionale d'organo "Città di Viterbo". Impegnato in intensa attività concertistica, si è esibito in diverse stagioni concertistiche, festival nazionali ed internazionali. Si interessa, oltre che allo studio del repertorio organistico, anche alla ricerca archivistica rivolta alla riscoperta di musiche inedite di autori friulani. Frutto di queste ricerche è stato il CD recentemente realizzato e la stampa delle opere inedite per organo del compositore friulano Giovanni Battista Candotti. Ha seguito masterclass e corsi di perfezionamento tenuti da diversi rinomati docenti tra cui: Michael Bouvard, Andrea Marcon, Naji Hakim, Roberto Antonello, Lorenzo Ghielmi, Marie-Claire Alain. Ha studiato inoltre clavicembalo nella classe del m.o Ilario Gregoletto presso il Conservatorio "J.Tomadini" di Udine. Recentemente ha concluso il corso di "Konzertexamen" nella classe del m.o Paolo Crivellaro presso l'università delle Arti di Berlino, ottenendo il massimo dei voti e la lode. Attualmente prosegue lo studio dell'organo con Leo van Doeselaar, Erwin Wiersinga ed improvvisazione con Dirk Elsemann sempre presso l'università di Berlino. Dal 2006 è organista titolare della chiesa di San Canisius, sede della comunità Cattolica Gesuita di Berlino.

LILIANA MORO - Direttore
Diplomatasi in Canto presso il Conservatorio "J. Tomadini" di Udine e in Musica Vocale da Camera presso il Conservatorio "A. Pedrollo" di Vicenza, ha approfondito gli studi del repertorio d'opera e da camera con maestri di chiara fama (R. Crosatti, F. Delbianco, Ch. Ivaldi, F. Maronese, L. Petrozziello, R. Kabaivanska, L. Cuberli, C. Dubosc, T. Scandaletti). Vincitrice di vari concorsi internazionali di canto lirico e cameristico (Càscialinca, AGIMUS di Firenze, ecc.l, si è esibita in rinomate sedi concertistiche (Istituto Tostiano di Ottona, Institut Français de Florence, Teatro Nuovo G. da Udine, Comunale di Monfalcone, Borgatti di Cento, Strehler di Milano, ecc.), riscuotendo lusinghieri consensi di pubblico e critica. Ha partecipato alla registrazione di Nediska Fara di D. Zanettovich, presso la RAI di Trieste e alla registrazione e prima esecuzione di Silk Road Bolero di V. Mendelssohn e di Serenade con jazzisti di fama mondiale quali G. Venier, K. Gesing, E. Rava, K. Wheeler. Ha, inoltre, eseguito in prima esecuzione composizioni cameristiche di autori contemporanei (S. Colombo Taccani, P. Longo, M. Querzola, D. Pitis, ecc.) Dal 1997 fa parte del Coro Stabile del Teatro lirico "G. Verdi" di Trieste. Contemporaneamente, in qualità di insegnante di Canto, svolge attività didattica presso alcune Scuole di musica e tiene corsi di vocalità per gruppi corali amatoriali. Sia come cantante, che come direttore di coro, ha collaborato con varie compagini. Attualmente dirige il Gruppo Corale di Mels di Colloredo di Monte Albano ed il Coro "G.B. Candotti" di Codroipo.


(foto a risoluzione di stampa)


 

IL PROGRAMMA DELLA SERATA

Codroipo, 20 Ottobre 2008
Duomo di Santa Maria Maggiore
Giovanni Battista Candotti
(Codroipo 1809 - Cividale del Friuli, 1876)
La prima maniera e la seconda maniera
Concerto per voci, coro e organo
Coro di concerto
Isabella Comand, contralto - Alessandro Cortello, tenore I
Aldo Micco,
tenore II - Armando Badia, baritono
Coro di ripieno
GRUPPO CORALE DI MELS - CORO "G. B. CANDOTTI"
Maestro del coro Liliana Moro - Altri Maestri dei cori Anna Mindotti e Claudio Zinutti
Organista, Stefano Barberino - Direttore, Liliana Moro
 

Composizioni per organo "LA PRIMA MANIERA"
1 06.13 SINFONIA 18 - op. 110 (1834)
2 02.22 ADAGIO V - op. 15(1830)
3 02.32 RONDÒ BRILLANTE - op. 116 (1834)
4 02.03 ADAGIO VII - op. 15 (1832)
5 04.58 SINFONIA 3 - op. 26 (1829)
Composizioni per organo e coro "LA SECONDA MANIERA"
Messa a doppio coro
6 07,31 KYRIE - op. 315 (1850)
7 16.28 GLORIA - op. 316 (1850)
8 10.34 CREDO - op. 266 pel giorno di S.Donato (1847)
9 06.20 SANCTUS - op. 265 idem (1847)
10 04.14 AGNUSDEI - op. 265 idem (1847)
11 03.56 Exultate Deo (fuori programma)