ascoltato per voi

San Vito al Tagliamento, 8 Aprile 2006

"I RESPONSORI DEL SABATO SANTO"
Alessandro Scarlatti e la scuola napoletana
Officium Consort
Danilo Zeni, direzione
Marco Rossi, organo - Francesco Galligioni, cello 
 

 

Officium Consort
L' Officium Consort di Pordenone è il risultalo di un progetto formativo inizialo qualche anno fa, dedicato all'interpretazione del canto corale ad indirizzo polifonico, particolarmente rivolto alla vocalità virile, tenuto dal compianto maestro Piergiorgio Righele.Superata la fase sperimentale, il gruppo, ha intrapreso con successo la strada della ricerca di progetti musicalmente e stilisticamente organici e coerenti, volgendo la propria attenzione in particolare al repertorio gregoriano, alla prepolifonia ed ai mottetti rinascimentali. L' Officium Consort  ha avuto modo in più occasioni di proporre il proprio originale ed interessante repertorio, suscitando ovunque vivo interesse ed entusiastici apprezzamenti. Nel 1999 si è aggiudicato il secondo posto (primo non assegnato) nella categoria di canto gregoriano al 38° Concorso Internazionale di Canto Corale "C.A. Seghizzi". Nel 2004 ha vinto il secondo premio nella categoria di Canto Monodico Cristiano al Concorso Polifonico Internazionale "Guido d'Arezzo" (miglior coro italiano). Nel 2005 l'Officium Consort si classifica nella fascia di ECCELLENZA alla X edizione di "COROVIVO" – Confronti Corali Itineranti del Friuli Venezia Giulia. Ulteriori informazioni all'indirizzo: www.officiumconsort.il

Danilo Zeni
Dopo aver conseguito il Diploma in pianoforte presso il Conservatorio "G.Tartini" di Trieste, il maestro Danilo Zeni ha approfondito la propria preparazione nel campo della direzione corale con i maestri Piergiorgio Righele e Giorgio Mazzucato. Dall'estate 2003 e' direttore dell'Officium Consort di Pordenone, con il quale si e' aggiudicalo il secondo premio al 52° Concorso Polifonico Internazionale "Guido d'Arezzo" nella categoria riservala al Canto Monodico Cristiano. Attualmente è componente della Commissione Artistica dell'U.S.C.I. FVG (Unione Società Corali del Friuli Venezia Giulia) e membro della Commissione per la Musica Sacra della Diocesi di Vittorio Veneto. Esercita l'attività di docente di pianoforte presso alcuni Istituti Musicali e collabora frequentemente, come cantore, con importanti cori nazionali. E' direttore, fin dalla fondazione, del Coro "San Tomaso" di Caneva.

Marco Rossi
Nato a Milano, ha compiuto gli studi musicali presso il Conservatorio "G. Verdi" della stessa città diplomandosi in Pianoforte e Clavicembalo con il massimo dei voti. Si è inoltre laureato presso la Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano nel 1985. Già organista presso la Basilica dei SS. Apostoli e Nazaro in Milano (1976-1997) e organista e consulente musicologico della "Cappella Tergestina" di Trieste, collabora con la "Polifonica Friulana Jacopo Tomadini" di San Vito al Tagliamento (PN), è inoltre consulente tecnico ed artistico per "Estudi Polifonic" (convegno di studi per una cultura polifonica vocale e strumentale) ad Alghero ed organista del "Coro Polifonico Algherese". Collabora con l'Ufficio per la Pastorale Liturgica Diocesana ed ha pubblicato tre volumi di "Versetti e Preludi d'organo" sul Cantemus Domino (Ed. Rugginenti). E' consulente della Commissione di Musica Sacra di Lugano per il restauro dell'organo della Cattedrale di Lugano. E' tra gli autori del Dizionario della Diocesi Ambrosiana (voci musicali ed artistiche) ed ha collaborato alla realizzazione del volume "Sei secoli di musica in Duomo a Milano" (NED, 1986). Alla costante ricerca musicologica, affianca l'attività concertistica come solista ed accompagnatore. Già direttore artistico della rivista "Organo nella Liturgia", è direttore editoriale di "Polyphonia, ha collaborato con la rivista "Celebriamo" nella Commissione Editoriale (con Mons. Giuseppe Liberto, mons. Felice Rainoldi e don Alberto Turco) e fa parte della Redazione della rivista "L'Offerta Musicale" fondata e diretta da Giovanni Acciai. Insegna come docente in ruolo presso il Conservatorio di Como e collabora con la "Scuola del Piccolo Teatro di Milano".

Francesco Galligioni
Diplomato in violoncello al Conservatorio "C. Pollini" di Padova con il Mº Gianni Chiampan; fin dal 1986 ha approfondito la conoscenza dello strumento seguendo corsi di perfezionamento in Italia e all'estero con Michael Flaksman e Teodora Campagnaro. Ha successivamente proseguito gli studi con il Mº Franco Maggio Ormezowski sia presso l'Accademia Nazionale di S. Cecilia in Roma, diplomandosi in soli due anni con borsa di studio, che presso la fondazione A. Toscanini di Parma nei corsi per "solisti e prime parti d'orchestra". Ha poi partecipato a corsi di perfezionamento di violoncello barocco tenuti da W. Vestidello e G. Nasillo e collaborato molto presto con solisti e direttori di fama internazionale (Anner Bylsma, Giuliano Carmignola, Agnes Mellon, Sergio Azzolini, Sara Mingardo, Angelika Kirschlagher, Andrea Marcon, Sir J. E. Gardiner, Diego Fasolis, Sergio Balestracci) sia in veste concertistica che discografica. Membro fondatore dell'Accademia di S. Rocco e successivamente di Venice Baroque Orchestra, ha suonato in qualità di primo violoncello nelle più prestigiose sale. Ha effettuato registrazioni discografiche per le più importanti etichette.

     Dobbiamo ricordare che la sequenza completa dei ventisette Responsori scarlattiani rispetta inoltre una precisa sequenza di tonalità, ogni giornata dei Responsori è infatti in «crescendo»: do minore, re minore, mi minore caratterizzano retoricamente e affettivamente ogni triade di composizioni che compongono la serie di nove Responsori per i tre «notturni» della Feria V in Coena Domini (Giovedì), Feria VI in Parasceve (Venerdì) e Sabbato Sancto.
    
Nella proposta esecutiva i nove responsori del Sabbato Sancto si avvicinano alla sequenza completa, ogni Nocturno è introdotto da una breve lettura e da un’opera organistica scelta opportunamente per tonalità e per ambito compositivo.
     A due rare composizioni «accademiche» di Alessandro Scarlatti, tratte rispettivamente da un manoscritto della Biblioteca Santini di Münster (Westfalia) e dalle fonti settecentesche del Fondo Noseda conservato presso la Biblioteca del Conservatorio di Musica di Milano, sono affiancati due autori particolari legati alla scuola napoletana.
     Leonardo Ortensio Salvatore Leo, originario di S.Vito degli Schiavi (ora dei Normanni) fu attivo a Napoli come primo organista della Cappella Reale e maestro del Conservatorio, ma soprattutto come autore di numerosi melodrammi, attività che lo portò per un breve periodo in diverse parti dell’Italia.
     A Milano in occasione di alcuni allestimenti teatrali, Leonardo Leo conobbe Gian Andrea Fioroni, ricordato nei dizionari musicali come suo allievo. Fioroni fu maestro di cappella nella Cattedrale milanese dal 1747 al 1778.

     Se la toccata del compositore pugliese ci mostra severità di impostazione, ma scioltezza esecutiva nel giusto equilibrio tra contrappunto polifonico e episodi virtuosistici, il suggestivo «Andante» di Fioroni si presenta con tutta la cantabilità che sembra derivare dal lirismo napoletano del XVIII secolo.

Marco Rossi

I Responsori per la Settimana Santa
di Alessandro Scarlatti
 

I Responsori per la Settimana Santa di Alessandro Scarlatti fanno parte di un corposo volume manoscritto di «Musiche per la Settimana Santa» che è conservato nel Fondo Antico dell’Archivio della Accademia Filarmonica di Bologna con la segnatura 443 ed è composto da cinque parti così distinte: 

Prima parte (cc. 1r.-15v.)
Musiche per il tempo di Quaresima, Le carte contengono undici Mottetti (Graduali e Offertori) a cappella

Seconda parte (cc. 17r.-112v.)
Lamentazioni per la Settimana Santa

Terza parte (cc. 113r.-149v.)
Responsori della Settimana Santa

Quarta parte (cc. 151r.-158v.)
Inni e Improperi per la Missa Praesanctificatorum della Parasceve

Quinta parte (cc. 159r.-190v.)
Salmi 

     Il corpus musicale del compositore palermitano presenta ancora oggi molti problemi di completezza e di datazione rispetto alla cronologia compositiva del musicista. Molte le partiture che mancano nei cataloghi scarlattiani compilati da diversi musicologi (Antonio Garbelotto, Giancarlo Rostirolla, e, più recentemente, Malcolm Boyd).
     In ambito musicologico le opere sacre di Alessandro Scarlatti sono state solo in minima parte studiate ed analizzate, saggi ed articoli, oltre a rare edizioni musicali sono state dedicate solo ad alcune messe. Le composizioni sacre rappresentano comunque una sezione rilevante nella catalogazione scarlattiana.
     In particolare i Responsori del «manoscritto 443» di Bologna necessitano di un duplice approccio introduttivo: anzitutto si deve valutare il riferimento cronologico delle composizioni, la loro gestazione, quindi tenere in considerazione l’aspetto esecutivo, con un particolare accenno alla presenza del basso (in parte numerato) nella partitura originale.
     Il primo problema è collegato alla esistenza di un documento definito «memoria Casini» che molta luce ha fatto sul repertorio in oggetto, ma che oggi, in mancanza dell’originale, lascia aperti numerosi dubbi.
     Giovanni Maria Casini (Firenze, 1652-1719) organista di S. Maria del Fiore, della Corte Medicea e Maestro della Cappella di Violante Beatrice di Baviera sembra essere l’autore di un documento che ricorda il periodo nel quale probabilmente vennero eseguiti a Firenze i Responsori di Scarlatti
     «Ricordo per mia memoria di me Giovammaria Casini, adì 13 di febbraio 1707 (in realtà 1708), ... per l’avvicinarsi della Santissima Pasqua di Resurrezione, fui chiamato dal Serenissimo Sig. Principe (Ferdinando)... Il Ser.mo Principe mi comandò che riferissi di una lettera del Sig. Alessandro Scarlatti (il grande Musico, mio amicissimo che onora anco Firenze, città che istima quasi come sua Patria ...). Perchè a me fu data cura di dirigere i sacri Concerti in Santo Lorenzo per questo tempo di Quaresima e per la Settimana Santa, facendo comporre le Musiche al detto Sig. Scarlatti. Lessi a voce distesa il viglietto, a me pervenuto con le Musiche, che diceva “Forse Sua Altezza Reale si degnerà di accettare l’offerta di questo debole parto della mia corta abilità nel porre in Musica li Mottetti Sacri, allo stile sodo del Palestrina...”
     Questo è tempo di Penitenza e di tenebre e, per i divoti, di severità e di humile raccoglimento... Se piacerà, li Responsi potranno trovar sostegno nel basso per l’Organo, quantunque le voci  in solitudine mi sembrino talvolta più convenienti al dramma del Redentore, che fu senza sostegno, solo e rinnegato».
Le precise note della Memoria Casini ci permettono una collocazione temporale delle musiche, intorno al 1708, oltre che numerosi accenni ai criteri compositivi. Resta il dubbio della datazione del manoscritto «si pensa qui soprattutto agli anni in cui A. Scarlatti era maestro di cappella a Roma. Recenti studi hanno dimostrato che Scarlatti era impegnato a Roma presso quattro diverse chiese dal 1678 al 1683 e dal 1703 al 1708. Tuttavia finora non è stato possibile trovare dei documenti che attestino un’esecuzione delle musiche per la Settimana Santa a S. Giacomo in Augusta (dove Scarlatti è stato attivo dal dicembre 1678 al dicembre 1682), S. Girolamo della Carità (novembre 1682-novembre 1683), S. Maria in Vallicella (gennaio 1703-maggio 1705), o ancora S. Maria Maggiore (gennaio 1703-dicembre 1708) ...» (B.Poensgen)
    
Un altro interessante documento settecentesco, a firma di Giovanfrancesco Beccatelli (dal 1704 maestro di cappella e organista della cattedrale di Prato) a proposito delle Musiche per le Tenebre così ricorda: «Per comporre musiche sacre ispirate alla sofferenza ed alla morte (siano Mottetti Penitenziali o Responsi della Settimana Santa o Passioni o Improperia o qualsivoglia altro suggetto similare), doverebbe star avvertito il Compositore di non fare solo Musica buja e arabbiata in falsa larghezza, forzando la penna oltr’il naturale, perchè per i sentimenti di dolore o di preghiera penitente o di pianto le oportune Armonie et i sani Contrapunti non dovrebbon perdere mai la luce, la vaghezza e l’affectione (come dev’essere per i divoti che anche ne’ patimenti giamai scordano la speranza) havendo cura particularissima degli Accidenti e delle Pause (che della Musica sono il colore e’l respiro): doverebbe insomma la Composizione riescir naturale e profonda, dittata affatto dalle spinte della Fantasia e della Passione, e non dal solo gradimento del Publico, spesso mal’istruito e male guidato ...».
    
In particolare piace ricordare una citazione dello stesso Beccatelli che chiude quanto sopra riportato: «... ho speranza di poter continuare l’argumento con maggior calma in altra prossima ... sopra tutto sperando di poter comentare il ricordo sul Responso delle Tenebre, udito or sono molt’anni in Santo Lorenzo - col Tenore solo e senz’organo, celato in alto, e col coro giù in basso -, che fu impressione grande, più mai havuta dopo ...».  
Ci associamo alla conclusione del musicista settecentesco ripensando al «Tenebrae factae sunt» del maestro palermitano che lascia la voce del tenore sola, e senza accompagnamento strumentale; nei versetti «Deus, Deus meus ut quid dereliquisti me?» e «Pater, in manus tuas commendo spiritum meum».
     I Responsori delle Tenebre sono liturgicamente collocati all’interno del «mattutino», la preghiera corale che apre la giornata del cristiano secondo la struttura della Liturgia delle Ore. L’Ufficio divino o Liturgia delle Ore è la preghiera pubblica comune del popolo di Dio, il modo in cui i cristiani santificavano i momenti della giornata attraverso la lettura dei salmi e la meditazione sulla Sacra Scrittura.
     Il Breviarium Romanum di Pio V (1658) articola la preghiera giornaliera in diversi momenti e prevede l’esatta sequenza di formule introduttive, letture, salmi, responsori e inni da seguire per ogni officiatura. Prima della riforma degli anni ‘50 l’ufficio della mattina (con le lodi) è stato anticipato alla sera del giorno precedente (Ufficio delle Tenebre).
     La proposta della serie di Responsori del «Sabbato Sancto», che è in programma questa sera, prevede l’uso dell’organo per la realizzazione del basso continuo. E’ naturale che il rispetto della giusta prassi sia sostenuto da una attenta lettura testuale, retorica, da un coerente uso del «basso continuo» e, non ultimo, da una possibile interpretazione “registica” ante litteram nella esecuzione drammatica dell’opera.

 

PROGRAMMA

 

Sabbato Sancto

In I nocturno
Lettura: Lectio I - De Lamenlatione Jeremiae Prophetae

Leonardo Leo (1694-1744)
Toccata n.1 2 in do minore per organo

Alessandro Scarlatti (1660-1725)
Fuga in do minore per organo
(dalla "Toccata terza", manoscritto di Münster, Fondo Santini, trascr. M. Rossi)

Alessandro Scarlatti (1660-1725)
Resp. 4 (in j. Noct. Resp. I) - Sicut ovis
Resp. 5 (in j. Noct. Resp. II) - Jerusalem surge
Resp. 5 (in j. Noct. Resp. IlI) - Piange quasi virgo

In II nocturno
Lettura: Ex Tractatu Sancti Augustini Episcopi super Psalmos

Alessandro Scarlatti (1660-1725)
Trattenimento in reminore per organo
(manoscritto di Milano, Fondo Noseda, Irascr. M. Rossi)

Alessandro Scarlatti (1660-1725)
Resp. 6 (in ij. Noct. Resp. I) - Recessit pastor noster
Resp. 8 (in ij. Noct. Resp. II) - O vos omnes
Resp. 4 (in ij. Noct. Resp. IIII) - Ecce quomodo moritur

In III noclurno
Lettura: De Epistola Beati Pauli Apostoli ad Hebraeos

Gianandrea Fioroni (1716-1778)
Andante in mi minore per organo
(manoscritto di Wien, Archiv dei' Musikfreunde, trascr. M. Rossi)

Alessandro Scarlatti (1660-1725)
Resp. 8 (in iij. Noct. Resp. I) - Astiterunt
Resp. 8 (in iij. Noct. Resp. II) - Aestimatus sum
Resp. 4 (in iij. Noct. Resp. III) - Sepulto Domino