Abbazia
di Rosazzo, 24 Marzo 2002
Concerto di
Pasqua
Franz Schubert
Ottetto in fa maggiore D.803 (op. post. 166)
Per clarinetto, fagotto, corno, due violini, viola, violoncello e contrabasso.
|
|
Presentazione del Concerto di Pasqua, da parte
del rettore dell'Abbazia don Dino Pezzetta, Valter Peruzzi
Assessore alla Cultura del Comune di Manzano e
dall'esperto musicale David Giovanni Leonardi. |
Orchestra della
Società Filarmonica
"Virtuosi di Aquileia Ensemble"
Francesco Omassini si è diplomato con lode al Conservatorio di Venezia ed ha seguito parallelamente i corsi e le Masterclasses di P. Vernikov e Z. Gilels presso la Scuola di Musica di Fiesole e l¹Accademia di perfezionamento di Portogruaro, proseguendo successivamente gli studi alla Hochschule di Vienna ed alla Fondazione Romanini di Brescia con D. Schwartzenberg. Ha suonato in qualità di solista e in varie formazioni da camera per importanti stagioni concertistiche e come violino solista con l'ensemble
"I Solisti Veneti" in alcune delle maggiori sedi concertistiche internazionali. Dal 1996 ricopre il ruolo di primo violino dei secondi nell'orchestra della Fondazione Arena di Verona, collaborando inoltre come spalla con la Sinfonica Abruzzese e come primo violino dei secondi e concertino con l¹orchestra del Teatro La Fenice di Venezia. Suona un violino Celeste Farotti del 1899.
Vincenzo Quaranta, dopo aver frequentato il Conservatorio di Salerno, si è diplomato con il massimo dei voti presso il Conservatorio di Milano nella classe di Felice Cusano. Conseguiti prestigiosi riconoscimenti quali il primo premio al concorso
"C. Vidusso" di Messina e la borsa di studio "S.Dragone" con concerto presso la Società Umanitaria di Milano, risulta nel 1996 idoneo ai concorsi per violino di spalla presso le orchestre del Teatro La Fenice di Venezia e dei Pomeriggi Musicali di Milano, con le quali ha collaborato sino alla vittoria del posto stabile di primo violino dei secondi nell'orchestra della Fondazione Arena di Verona, parallelamente svolgendo intensa attività solistica e cameristica.
Alfredo Zamarra ha compiuto gli studi musicali presso il Conservatorio di Piacenza sotto la guida di Claudio Pavolini, diplomandosi in seguito con Fedor Druzinin e Bruno Giuranna. Ha fatto parte negli anni 1995-7 della G. Mahler Jugend Orchester e dell'Orchestra da Camera Italiana su personale invito di Salvatore Accardo. Si è esibito in ambito cameristico nelle maggiori città italiane, in numerosi stati europei, Cipro, Tunisia e Giappone, collaborando anche con Bruno Giuranna, Rocco Filippini, Franco Petracchi, Massimo Quarta e Salvatore Accardo. Vincitore di vari concorsi internazionali, ricopre il ruolo di prima viola presso l'orchestra del Teatro La Fenice di Venezia, con la quale ha avuto il suo debutto solistico
sotto la bacchetta di Jeffrey Tate.
Sara Airoldi si è diplomata con il massimo dei voti nel 1995 presso il Conservatorio di Milano nella classe di Rocco Filippini, frequentando parallelamente i corsi di perfezionamento e le Masterclasses di A. Meunier, Trio di Trieste, P. Farulli, M. Skampa e Trio di Milano presso la Scuola di Musica di Fiesole e l'Accademia W. Stauffer di Cremona e partecipando alle Masterclasses di J. Starker presso l'Indiana University di
Bloomington. Svolge intensa attività solistica e cameristica per importanti istituzioni concertistiche, è stata solista ospite al Festival Internazionale
"Onziemes Musicades-Mozart et aprés" a Lione ed ha inciso per la Dinamic con il Trio Joachim e il Quartetto Rolla. Ha collaborato come primo violoncello con l'orchestra Toscanini di Parma, l'Orchestra Sinfonica di Sanremo, Orchestra
stabile di Como e Orchestra Internazionale. Dal 1998 ricopre il ruolo di secondo violoncello presso l'orchestra della Fondazione Arena di Verona.
Claudio Bortolamai si è brillantemente diplomato nella classe di A. Soliman presso il Conservatorio di Verona e si è prefezionato con G. Klaus alla Hochschule di Frankfurt am Main, dove si è diplomato con menzione di merito nel 1984. Ha inoltre studiato con L. Streicher e F. Petracchi ed ha fatto parte dell'orchestra dell'Ente Lirico Arena di Verona, quindi è stato primo contrabbasso solista presso l'Opera Reale di Liegi ed il Teatro La Fenice di Venezia. Titolare di cattedra presso il Conservatorio di Verona, svolge intensa
attività di primo contrabbasso con diverse orchestre sinfoniche e da camera e tiene regolarmente recital in duo con pianoforte e arpa.
Davide Teodoro si diploma a Venezia con Giovanni Bacchi e si perfeziona per la musica da camera con il Trio di Trieste. Premiato nei concorsi internazionali di Trapani, Caltanissetta e Stresa, è docente di clarinetto al
Consevatorio di Udine. Ha collaborato con prestigiosi direttori quali D.Masson e Ed Spanjaard e registrato numerosi lavori per le principali radio
europee, realizzando prime registrazioni mondiali di musica di F. Busoni per la Dynamic. Ha inciso inciso importanti composizioni di Rossini e Donizetti per le case discografiche Arts e Giulia, registrando anche per Ricordi, Stradivarius, ASV, Edipan, ASdisc, Velut Luna. È uno dei fondatori dell'Ex Novo Ensemble, gruppo cameristico con il quale dal 1979 svolge un'intensa attività concertistica nei principali Festival europei e negli Stati Uniti.
Paolo Guelfi si diploma con il massimo dei voti presso il Conservatorio di Vicenza sotto la guida di Eros Adami e segue Masterclasses con S. Azzolini, O. Danzi e M. Turkovic. Nel 1986 è primo fagotto dell'Orchestra Giovanile Italiana di Fiesole e nel 1987 vince il primo premio al concorso internazionale di Cesena e la selezione per un posto di primo fagotto
nell'orchestra sinfonica della Galizia. Ha al suo attivo numerose collaborazioni con teatri nazionali, formazioni orchestrali e cameristiche, ha vinto il concorso ministeriale per l¹insegnamento nei conservatori di stato e dal 1993 è primo fagotto dell'orchestra della Fondazione Arena di
Verona.
Andrea Leasi ha conseguito il diploma presso il Conservatorio di Brescia nel 1987, perfezionandosi in seguito con G. Nalli e I. James. Collabora come primo corno con le orchestre Haydn di Bolzano e Trento, RAI di Torino, Teatro Carlo Felice di Genova, Regio di Parma, Festival di Brescia e Bergamo, Orchestra da camera di Padova, Teatro Comunale di Bologna, I
Virtuosi Italiani, Orchestra da camera di Mantova, Solisti Veneti ed è membro del quintetto a fiati Avant-Garde. Dal 1993 è primo corno dell'orchestra della Fondazione Arena di Verona.
NOTE SUL PROGRAMMA
Il valore eccezionale della musica
strumentale di Franz Schubert, noto in vita quasi soltanto per i suoi Lieder, è
rimasto pressoché sconosciuto per lungo tempo e le più importanti composizioni
cameristiche sono state eseguite e divulgate soltanto dopo la sua morte.
Schubert trovò relativamente tardi, attorno al 1820, un proprio, peculiare
stile strumentale, originale tanto rispetto ai classici modelli dei Haydn e
Mozart, quanto a Beethoven, suo inarrivabile punto di riferimento, essendo in
effetti il vero obiettivo di Schubert la Sinfonia, incarnazione dell'opera
musicale più rappresentativa e monumentale.
Scriveva Schubert il 31 marzo 1824 al suo
grande amico, il pittore Leopold Kupeiwieser: "Ho fatto poche cose nuove in
materia di Lied; sto invece lavorando ad alcune cose strumentali. Ho scritto due
quartetti e un ottetto ed ho in mente di scrivere un altro quartetto, tutto
questo per aprirmi la strada verso la grande sinfonia".
Malgrado la successione piuttosto
disinvolta dei movimenti, l’Ottetto fu scritto di getto e rimane una delle sue
opere strumentali più perfette, nella quale ogni passaggio risulta
squisitamente schubertiano tanto per il flusso delle idee quanto per la
sconcertante originalità dell'organico e dei dettagli; nessun'altra
composizione di Schubert testimonia come Schubert fosse pervenuto in quegli anni
a sbarazzarsi dei suoi complessi nei confronti dei prestigiosi modelli
preesistenti.
Nonostante ciò l'Ottetto in fa maggiore
possiede un inconfutabile modello che viene ricalcato sia nel numero dei
movimenti che nella loro successione e nell'organico prescelto, il Settimino op.
20 (1799/1800) di Beethoven. Schubert unisce caratteri personali al modello già
trasformato da Beethoven partendo dallo schema classico della serenata per archi
e fiati in più movimenti, con l'aggiunta di un secondo violino. Gli ampi
movimenti estremi si impongono con le loro introduzioni lente, l'ultimo in
particolar modo, dalla complessa struttura e dallo slancio ritmico
irresistibile. Il Tema con sette variazioni del quarto movimento apparteneva
già al Singspiel "Die Freunde von Salamanka del 1815 ed ha carattere di
Intermezzo, spartiacque tra l"Adagio" e l’ "Allegro vivace e
Trio" ed il "Minuetto-Allegretto-Trio" che prepara il vasto
finale. I presupposti strutturali dei sei movimenti appaiono dunque quali
ampliamento dei canonici quattro tempi della sinfonia ed il fatto che Schubert
fosse pervenuto a questa sintesi felice in tempi di profonda depressione e
disperazione non traspare che in qualche raro passaggio, nella variazione in
minore del quarto movimento e, soprattutto, nell'introduzione, "Andante
molto", del finale. In ogni caso la verità profonda dell'Ottetto si trova,
come ogni grande capolavoro, al di là della superficiale realtà.
Abbazia
di Rosazzo, 24 Marzo 2002
Concerto di
Pasqua
Orchestra della
Società Filarmonica
"Virtuosi di Aquileia Ensemble"
|
01 |
11.23 |
Adagio - Allegro |
Franz Schubert
Ottetto in fa maggiore D.803 (op. post. 166)
|
02 |
13.42 |
Adagio |
03 |
05.58 |
Allegro - Vivace - Trio |
04 |
12.26 |
Thema andante - Variazioni
Primo - Settimo |
05 |
07.33 |
Minuetto - Allegretto - Trio |
06 |
12.05 |
Andante molto - Allegro |
|