ascoltato per voi
Cervignano del Friuli, 15 Gennaio 2003 TE
DEUM Corale San
Vito di Marano Lagunare Raffaella Beano,
soprano
La "Corale San vito" Maestro Giulio Tavian |
IL PROGRAMMA
ALBINO PEROSA
Nato nel 1915, compiuti gli studi musicali in Seminario, si diplomò nel 1946 in organo e nel 1955 in composizione. Maestro di musica in Seminario, tenne dal ‘66 la Cappella Musicale del Duomo di Udine e, fino al ‘75 la Cattedra di Organo al Conservatorio.
Tutta la sua opera cercò di dare nuova dignità alla musica sacra in linea con i dettami del Concilio Vaticano II°, intento realizzatosi con la rinascita, sotto di lui, della Scuola Diocesana di Musica e con la composizione di brani dal gusto sobrio, attenti al significato del testo, inclini al modello gregoriano ma senza rifiutare audaci e moderne dissonanze. Forte fu il suo impegno nel pubblicizzare la produzione letteraria e musicale dell’Aquileia medioevale, senza trascurare la polifonia e i canti popolari di cui fu abile e proficuo armonizzatore.MESSA SOLENNE IN ITALIANO DEDICATA A PAOLINO D’AQUILEIA.
Si è creduto indicato proporre quest’opera di Albino Perosa dedicata a S. Paolino d’Aquileia di cui si sono celebrati nel 2002 i 1200 anni dalla morte.
La Corale S. Vito vuole quindi dedicare questa prima parte del concerto a questa figura, la cui perizia nella grammatica, nella poesia, nella composizione di musiche fu ammirata da Carlo Magno che lo volle presso la sua corte.
Questa Messa presenta ogni singola parte in lingua italiana (Signore Pietà, Gloria, Santo, Agnello di Dio), a rimando delle disposizioni post-conciliari dal Perosa osservate e divulgate. L’intreccio polifonico dell’organico corale a 3 parti è assai visibile, come chiari sono gli interventi di matrice gregoriana disseminati un po’ ovunque nella composizione. Ciò che traspare, come in quasi tutte le composizioni dell’autore, è una melodia serena e non perturbatrice che induce ad una visione poetica del rapporto tra Dio e l’uomo.UBI CARITAS - GIULIO TAVIAN
A conclusione di questa prima parte dedicata a S. Paolino di Aquileia si propone, forse l’inno piu’ famoso della produzione paolina: l’UBI CARITAS.
Composto nel 2000 dal nostro maestro, esso dichiara, attraverso l’esposizione di due strofe dell’inno, uno stile asciutto marcato da pause melodiche alternate a momenti in cui emerge un accenno di gregoriano arioso.
La sottile ossatura armonica che regge le singole parti rivela volutamente alcune scabrosità, per appianarle poi di conseguenza fino all’Amen conclusivo, ripieno ed appagante.MICHEL - RICHARD DE LALANDE
Nato nel 1657, quindicesimo figlio di un sarto, salì con rapidità la scala sociale e musicale e, grazie all’abilità nella sua arte, fu colmato di cariche e onorificenze da Luigi quattordicesimo (Re Sole) che lo stimò come proprio compositore di corte. Stimato come il piu’ rappresentativo compositore del reame di Francia, con Lully e dopo di lui, egli accordo le sue preferenze al campo religioso, conferendo un particolare splendore al grande mottetto a doppio coro (inteso come coro e solisti), esempio caratteristico della cappella di Versailles all’inizio del secolo diciottesimo. Costruito secondo lo schema classico della cantata (recitativi, arie, duetti, terzetti e coro in opposizione ai solisti, il tutto preceduto da una ouverture) il grande mottetto, destinato alla Messa domenicale del Re, commenta le scritture, salmi, inni, e antifone con un carattere maestoso che doveva adattarsi alla prorompente architettura della cappella barocca di Versailles.
Del Te Deum di M. R. Delalande sono conservate alcune versioni manoscritte presso la Biblioteca Reale di Versailles, contenenti ciascuna diverse varianti per quanto riguarda gli interventi solistici. In questo caso si è preferito utilizzare una versione, data alle stampe negli anni ’50 che radunava grosso modo tutti gli interventi del coro, con le parti d’organo e della tromba.
L’intero Te Deum si divide in 17 versetti (a loro volta divisi in 7 arie, 3 duetti, 10 cori e un’ouverture organo e tromba): la scrittura semplice ma frizzante di Delalande emerge con particolare fulgore nelle parti corali dove le pienezze sonore, tutte barocche, non fanno che conferire grandiosità alle parole del mottetto. Le zone omoritmiche si miscelano adeguatamente con gli intrecci contrappuntistici a dare l’idea di un blocco marmoreo rifinito nei suoi intagli e nelle sue decorazioni; lo squillante intervento della tromba rende vivo e saettante il percorso armonico e sottolinea la trionfante gloria del ringraziamento al Signore.
Cervignano del Friuli, 15 Gennaio 2003
TE DEUM
di M.R. de Lalande (1657-1726)Corale San Vito di Marano Lagunare
diretta dal M° Giulio TavianRaffaella Beano, soprano
Paola Lazzarini, mezzo soprano
Roberto Caterini, tromba
Giorgio Filippo, organo
1 07.59 Messa Solenne di A.Perosa 2 03.27 Ubi Caritas di G.Tavian 3 33.52 Te Deum di M.R. de Lalande