Viaggio
oltre il Timavo
(Aldo Taboga - 14 marzo 2004)
Anche
il viaggio di domenica 14 marzo sul Carso triestino, non è stato molto
fortunato, dal punto di vista meteo… e come nella precedente puntata in
Valrosandra del 3 febbraio 2002, per la Messa a San Dorligo della Valle,
non ho potuto ammirare il Golfo di Trieste dall’alto, a causa della
nebbia. D’altra parte, è abbastanza normale in questa stagione imbattersi
in una giornata grigia, come anche domenica 7 Marzo scorso, nel mio
viaggio oltre il Tagliamento, quando una fastidiosa pioggerellina mi ha
accompagnato per tutta la mattinata.
Per
distribuire i miei interventi su tutto il territorio regionale, la
decisione di andare in un comune della provincia di Trieste, l’ho presa la
sera prima, dopo il controllo del percorso sulla carta geografica del FVG
ed una breve ricerca su Internet, per avere qualche info su quella
località.
Per i
viaggi di una certa importanza, è consigliabile partire almeno un’ora
prima del solito, per non correre il rischio di mancare il primo
obbiettivo in programma, indispensabile per l’allestimento di una pagina
della rubrica “biel lant a Messe”, e cioè… la registrazione del suono
delle campane.
Gli
orari ed i modi di “chiamare i fedeli” alle Sacre Funzioni, variano da
paese a paese, dato che molte comunità che una volta erano regolate dal
suono delle campane, ora si sono modernizzate e perfino i rintocchi delle
ore danno fastidio… figurarsi poi i “concerti domenicali” che annunziano
“Messe prime e Messe grande”…!
Nelle
piccole e medie località dove per il momento le campane non danno molto
fastidio, la prima scampanata “doppia”, cioè con tutte le campane (di
solito tre), avviene un’ora prima e viene ripetuta altre due volte, per
terminare 15 minuti prima della Messa con “il botto” eseguito con la sola
campana grande. Queste occasioni, anche se piuttosto rare sono molto
comode per il mio “servizio” dato che, dopo aver raggiunto il primo
obbiettivo, ho tutto il tempo per entrare in chiesa, fotografare le cose
più importanti e studiare con la massima calma la predisposizione del mio
impianto di registrazione, aiutato dalle indicazioni del sagrestano.
Nella
stragrande maggioranza dei casi, le campane suonano mezz’ora prima della
Messa, ed anche in questo caso, mi resta il tempo per un buon controllo
all’interno della chiesa.
Può
succedere anche che le campane suonino solo 15 minuti prima (nel Duomo di
Gradisca solo 5 minuti)… in questi casi i miei piani vengono completamente
stravolti, e può accadere di non riuscire a piazzare il registratore DAT
nel posto più adatto per una buona ripresa audio.
Prima
dell’inizio della Messa, è indispensabile informare il sacerdote, di
quello che stò facendo e chiedere il permesso di scattare “un flash” verso
i fedeli, senza “disturbare” eccessivamente la cerimonia. Sul momento
storcono un po’ il naso, ma quando spiego loro che …una foto verso “la
loro gente” me l’anno raccomandata “i nostri emigranti”, acconsentono
molto volentieri… Di solito il sacerdote arriva all’ultimo momento, perché
è reduce da altre Messe celebrate in qualche paese vicino ed è molto
difficile avere la sua attenzione.
Monumento intitolato "Ai lupi di Toscana", simbolo di una fulminea
avanzata militare, durante la prima guerra mondiale. |
Il
viaggio verso Monrupino è iniziato alle 07.46 come si vede dalla foto, ma
pur avendo percorso quella strada, arrivato a Monfalcone ho imboccato la
direzione sbagliata e dopo qualche chilometro ho invertito la marcia,
perché recarmi a Staranzano, San Canzian d’Isonzo o Grado non era nei miei
programmi per quella giornata.
Non c'è voluto molto per riprendere la strada giusta, oltrepassare la zona
di San Giovanni di Duino, segnalata dai due lupi sulle rocce, che si vede
nella foto (praticamente nei pressi della foce del Timavo), ed inoltrarmi
nella provincia di Trieste.
Malgrado tutto, alle 9 ero alle pendici del Tabor, che scattavo le prime
foto in direzione della Rocca di Monrupino, offuscata da una nebbia
pesante e umida. Arrivato nei pressi della Fortezza dal lato del paese di
Rupingrande, anche attraverso i finestrini ben chiusi mi giungeva il suono
delle campane, ma non mi sono allarmato, perché non era possibile che
fosse l’ultima chiamata per la Messa, e non mi sono preoccupato quando ho
capito che da quella parte il Santuario si poteva raggiungere solo a
piedi. Ridisceso ed aggirato il colle, lentamente sono risalito dal lato
est raggiungendo l’entrata principale e parcheggiato l’auto all’interno,
anche se all’ingresso campeggiasse ben visibile un divieto di accesso.
Uscito
dalla vettura con la fotocamera in mano, a lungo mi sono guardato attorno
intimidito da quel luogo nel quale il tempo aveva lasciato chiare tracce
delle vicissitudini attraversate dai suoi abitanti dei tempi passati.
Dopo una decina di minuti, durante i quali ho ripreso qualche scorcio di
quelle vecchie mura, un signore che non poteva essere che il parroco, è
uscito dalla porta di una vecchia costruzione, attraversato il cortile si
è diretto verso la chiesa così di fretta, che ho fatto appena in tempo di
chiedergli a che ora avrebbero suonato le campane.
Poco
dopo il sacerdote è salito in auto ed è disceso in paese, io sono rimasto
in attesa della scampanata delle 9.30, mentre i primi fedeli raggiungevano
il cortile della chiesa.
I testi dei canti
vengono proiettati sul muro, e comodamente letti dai fedeli
CANTO
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Dieci
minuti più tardi ero all’interno della chiesa in attesa della Messa, che è
stata preceduta dalla recita del santo Rosario. Ho poi assistito alla
Sacra Funzione, accompagnata dai canti tradizionali di quelle zone,
eseguiti dall’intera assemblea, della quale un gruppo di signore
sicuramente fa parte di qualche coro. Alcuni esempi si possono ascoltare
nella pagina dell’apposita rubrica. Al momento della recita del Padre
Nostro, non solo il folto gruppo di bambini attorno all’altare si tenevano
per mano, ma anche gli altri fedeli all’interno della chiesa. Ho impiegato
qualche secondo per capire quello che voleva la “corista” seduta alla mia
sinistra, quando mi ha preso la mano e tenuta ben stretta per tutto il
tempo del canto OTČE NAŠ, anche quando sono salito
sull’inginocchiatoio per scattare una foto dall’alto verso la “catena” dei
bambini attorno all’altare.
Dopo la
Messa mi sono intrattenuto per qualche minuto all’interno della chiesa,
contento perché sicuro di avere raccolto materiale prezioso per la pagina
di “biel lant a Messe”, e dagli sguardi di ammirazione e di consenso della
gente che mi salutava. Ero solo dispiaciuto di non aver avuto la
possibilità di scambiare due parole con il parroco.
Scendendo da quel colle, pensavo che se qualche emigrante originario di
quelle zone scoprisse queste pagine, nel sentire il suono delle sue
campane ed il canto della sua gente, per un attimo avrà l’impressione di
essere ritornato “a casa”…!
Anche
nella strada del ritorno sono stato costretto a fare un’inversione di
marcia, perché ad un certo punto stavo viaggiando sulla costiera con il
mare alla mia destra… stavo marciando in direzione di Trieste...!
Malgrado i disguidi e sebbene abbia
fatto una breve tappa davanti al Sacrario di Redipuglia per rivolgere un breve
pensiero ai seicentomila Caduti della Grande Guerra, alle 13.20
ero a Leproso in tempo per il solito “aperitivo-tajut”.
Redipuglia
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