appunti di viaggio

Blave di Mortean

 
 Il Tôr del Domo di Mortean
(Chiedo scusa se mi sono permesso di togliere il traliccio del trasmettitore telefonico)

Lo avevo promesso a Marcello di Barbora, un friulano originario di Mortegliano, ma da tanti anni residente a Kingston (Canada), che sarei ritornato nei dintorni del suo paese natale a caccia di immagini fotografiche particolari di quei luoghi e che potessero essere utili alla sua straordinaria vena artistica. Sebbene colpito da una grave forma di sclerosi multipla, Marcello riesce a dipingere i suoi quadri tenendo il pennello con la bocca.

Il mio progetto era alzarmi alle cinque e partire subito verso la bassa per fotografare il maestoso campanile di Mortegliano illuminato dai primi raggi del sole… ma anche se la sera precedente ero andato a dormire abbastanza presto, non sono riuscito ad alzarmi prima delle sette.

Alle sette e mezzo ero già nelle stradine ad est della provinciale 353 statale in cerca di un’inquadratura del campanile che spuntava da un primo piano formato da una rigoglioso campo di mais… ma non sempre si trova quello che si cerca…

Una prima stradina sterrata che scorre tra campi di mais intervallati da ampie zone alberate, mi ha dato la possibilità di fare qualche foto abbastanza importante, ma era sempre difficile trovare uno spiazzo che permettesse di intravedere la punta del campanile emergere da quelle gigantesche distese di granoturco e dalle numerose macchie boschive. Alla fine del primo itinerario campagnolo mi sono ritrovato sulla provinciale, ed a questo punto ho pensato di attraversarla ed entrare nel centro del paese per fare un giro intorno al campanile e riprenderlo in varie inquadrature, in previsione di un’eventuale "fotomontaggio"… Ma anche perché interdetto alle automobili per "giorno di mercato", mi sono ritrovato nel solito parcheggio vicino ad un supermercato a riprendere le solite inquadrature. Anche un ampio giro nella parte ovest del centro, non ha dato buoni risultati a causa del forte controluce, ed allora ho attraversato di nuovo la sp353 per immergermi di nuovo nel verde.

Saranno state le 8 e un quarto, quando percorrendo quella stradina in mezzo ai campi (in certi tratti cosparsa di pozzanghere), ho capito perché in quelle zone la vegetazione è così rigogliosa… tutta la campagna è servita da una capillare rete di canali d’irrigazione. Mi sono più volte fermato per fare delle foto in quel verde e fresco paradiso, a sentire il gorgoglio della corrente che scorreva nelle canalette di cemento. Sarebbe interessante sapere quando sono state progettare e realizzate queste opere, che hanno permesso di rendere così famosa la "Blave di Mortean", un nome che secondo me nessuno avrebbe il diritto di appropriarsene.

Percorrendo il secondo itinerario, una svolta a destra mi ha riportato sulla provinciale all’altezza del cimitero, ma non mi sono arreso; fatta retromarcia e ritornato al precedente bivio, ho girato a destra in direzione sud, continuando a godermi quel verde spettacolo, fino ad arrivare sulla "napoleonica" (a fianco dell’omonimo ristorante), all’entrata di Castions di Strada. Sentendomi pago del materiale raccolto e dello spettacolo goduto, ho puntato decisamente verso quel paese della bassa, dove ho tanti amici ed alcuni collaboratori del nostro sito, come Clelia Codarin Gloazzo, che avendo vissuto per diversi anni in Argentina è anche un’eccellente traduttrice dallo spagnolo… era questo uno dei motivi della mia calata nella Bassa furlana".

Quando ho premuto il pulsante sul cancello, Natalino era indaffarato con il "sborfadôr", e Clelia era davanti al computer, ed aveva appena ricevuto messaggio in lingua spagnola che gli avevo inviato il giorno prima. Era un testo di una certa ampiezza e per questo mi sarei accontentato di una veloce traduzione orale… in tempo reale…

Mentre seduti sotto il porticato Clelia mi leggeva e traduceva il testo scritto su due-tre fogli stampati di fresco, in casa Gloazzo e arrivato un signore che il padrone di casa ha fatto accomodare in salotto. Prima che la traduzione fosse giunta al termine, dalla finestra aperta si sono diffuse le note dell’Ave Maria di Gounot eseguita al pianoforte da Natalino, che accompagnava una bella e potente voce da tenore.

              
...improvvisazioni...

Ho poi saputo che Natalino con le tastiere ci sa fare davvero, e Adriano Tuan (vincitore di una passata edizione del Festival della Canzone friulana), si stavano preparando per cantare durante uno sposalizio che si celebrerà prossimamente.

Mentre il repertorio dal Sacro scivolava verso il profano, ho pensato bene di prelevare dal bagagliaio delle mia vettura il MiniDisk, il mio "digital record system" di emergenza che mi porto sempre con me, e di catturare per voi alcuni pezzi eseguiti in via del tutto improvvisata, ad esempio della loro bravura. Il risultato è un CD con 9 brani, alcuni dei quali vi propongo in questo servizio.

Pensavo di intrattenermi a Castions solo fino alle 9 o 9.30, ma come sempre accade, quando si è in buona compagnia il tempo vola… sono partito "puntando" il Matajur poco prima delle undici, con il cuore gioioso e contento di avere buon materiale per uno dei miei servizi, e… con una borsa piena di pomodoros e cudumars.


 ...i pomodoros e i cudumars di Natalino...

Giunto alla periferia di Leproso, il mio sguardo è caduto sul nostri poveri campi di granoturco, che eroicamente tentano di sopravvivere al lungo periodo di siccità, e mi è stata spontanea la tentazione di riprendere qualche immagine per fare un doloroso confronto.

La "blave di Mortean e la "blave di Levrôns" - Basta un'occhiata per capire che la "blave di Levrôns" ha più grinta, perchè costretta a crescere e maturare in fretta, pregando ed imprecando contro una natura stravolta dalla follia degli uomini.

Certamente non potremmo reggere un confronto in termini di quantità, ma per quanto riguarda la qualità… con tutto il rispetto per la "blave di Mortean"…

…la polente fate cu la blave di Levrôns aiè tant, ma tant plui sauride…!!!

Alduti - 230703