Duomo di Gemona
(7 Giugno 2000)


Facciata del Duomo di Gemona - Sopra, la Gallera dell'Epifania e sotto a destra,
San Cristoforo, opere di Giovanni Griglio (1280-1293)

Con la distruzione e il dolore del 1976, il Friuli ha patito gravi perdite anche nel suo patrimonio artistico e culturale, soprattutto nei centri più antichi. Il duomo di Gemona, il più insigne dei monumenti danneggiati, è però risorto. L'opera di ricostruzione, seguita con partecipazione ed affetto da tutta la comunità, è stata curata dalla Soprintendenza ai beni culturali della Regione.

Ma quali sono le radici del duomo gemonese, e a quando risalgono le sue origini?

La fede in Cristo arriva a Gemona nei primi secoli della nuova era, quando la città è già un centro importante del sistema di collegamento tra l'Italia ed il Norico. L'opera più insigne di quel periodo è la vasca battesimale ricavata da un'ara funeraria romana, ornata da un bassorilievo che rappresenta un delfino cavalcato da un genietto alato; sui suoi fianchi minori sono state scolpite, nell'alto medioevo, scene illustranti il battesimo.

L'ara funeraria non è l'unico monumento romano del duomo: sul perimetro esterno del sagrato è infatti murata una stele 46 che ritrae due coniugi, databile al III-IV secolo. Accanto ad essa è inserito un bassorilievo romanico raffigurante due coniugi e un marchio di cameraro del '400.

Un altro documento del cristianesimo dei primordi è una croce a racemi in marmo bianco, realizzata nel periodo della dominazione longobarda, di cui è probabilmente una delle pochissime testimonianze gemonesi. E' incastonata sulla facciata, sopra il portale maggiore.


Pala di San Tomaso di M. Widmar


Crocifisso del terremoto (XV secolo) - Crocifisso quattrocentesco, estratto dalle macerie irrimediabilmente mutilato, divenuto simbolo delle distruzione del terremoto del 1976.