.visita a parenti e amici...
... a Caporiacco
(22 Marzo 2000)

        Questa mattina, il livello dei bioritmi personali si trovava ad un basso valore e questo, l’avevo capito dallo sforzo sostenuto per riuscire a staccarmi dal letto… Mentalmente mi stavo preparando ad una giornata tranquilla davanti al computer, ed inoltre volevo perfezionare il sistema di supporto per fissare la telecamera sul cruscotto della mia automobile. Invece, una buona tazza di caffè mi ha fatto cambiare idea e tra le possibili mete "spuntate" mentalmente nel mio subconscio, ho optato per la località più vicina: Caporiacco.
        Partito da Leproso, comportandomi come se la telecamera fosse già in funzione, mi stavo esibendo in una telecronaca che commentava e spiegava ad ipotetici spettatori i particolari del percorso che stavo effettuando. Le mie orecchie captavano il commento ad alta voce, che recitava pressappoco così:

"Siorre e siorri, stiamo per immetterci sul breve rettilineo che porta all’imboccatura del Ponte Romano… come vedete si tratta di un ponte dal percorso curvilineo e molto pericoloso. Infatti, il parapetto è stato più volte sfondato ed è solo per un miracolo che nessuno fin'ora sia precipitato in quella forra profonda".

        La telecronaca è proseguita anche nell’attraversamento di Udine, poi per la periferia di Feletto e quindi per il centro di Pagnacco, ma quando all’orizzonte ho cominciato ad intravedere il castello di Colloredo di Monte Albano, ho deciso che era giunto il momento di fare sul serio e studiare le posizioni migliori per effettuare alcune riprese fotografiche. Anche se era una bella giornata di sole, persisteva una leggera foschia, ma questo non ha ostacolato alcune buone riprese a fotogramma singolo ed a "panorama".
   
     Per i meno esperti preciso che, settando opportunamente la mia fotocamera digitale, si ha la possibilità di memorizzare una serie di immagini, iniziando da sinistra verso destra, che poi il computer "incollerà" in modo perfetto. Rispettando i limiti fissati nel libretto d’istruzione, si potrebbe riprendere una sequenza per coprire a 360 gradi. Dalle prove fin’ora effettuate, la misura limite per i nostri usi è una foto formata dalla fusione di tre immagini che, con una risoluzione di media qualità (la penultima sulla scala delle quattro opzioni possibili), si riesce a contenere in un file di circa 700 Kb.
        Dopo aver scattato una serie di foto a varie distanze, ho proseguito in direzione di Cjaurià, ma i vari ed interessanti soggetti che mi si presentavano davanti agli occhi, mi hanno costretto ad effettuare numerose tappe. A Luzzana ci sono passato altre volte, ma probabilmente il "mio occhio" non era ancora allenato per apprezzare le opere d’arte che abbondano in Friuli.
   
     Non voglio ritornare sui motivi che mi spingono a farlo, ma di solito non mi allontano mai dalla mia vettura e cerco di portarla nella migliore posizione per effettuare le riprese. Per fotografare la bella chiesa dedicata a San Biagio di Luzzana, mi sono infilato in una stradina dalla quale si poteva inquadrare il Sacro edificio nella sua interezza. Ho effettuato l’inversione di marcia in uno spiazzo a fianco di un magazzino che esponeva una fiammante bandiera del Friuli. Puntando la fotocamera verso la bandiera, ho dovuto attendere che si gonfiasse sotto l’effetto di una leggera brezza per permettermi di fotografare l’aquila… con le ali spiegate…! Dopo una serie di fotografie alla chiesa di San Blâs ed ad un’altra chiesetta all’uscita del paese, ho proseguito fino a Caporiacco senza altre soste. 
        Essendoci stato anche l’anno scorso, non ho avuto difficoltà a ritrovare la borgata dove abita la famiglia Di Bez.

La Parrocciale di Caporiacco e la chiesetta votiva di San Martino

        Prima di recarmi a salutare Provino, il padre di Santo, mi sono intrattenuto a riprendere la chiesetta di San Martino ed i resti di un’imponente palazzo in rovina, uno dei pochi esempi ancora visibili (per fortuna), della potenza distruttiva del terremoto del 1976, aggravato da quasi 25 anni di abbandono. Successivamente ho saputo che il nuovo proprietario è intenzionato a riportare quelle mura ai vecchi splendori.

        Assorto nel mio lavoro, riprendendo la chiesetta da diverse angolazioni, non mi ero reso conto di trovarmi proprio davanti al cancello di Provino Di Bez.
   
      Attraverso l’inferriata del cancello, ho fotografato la bandiera del Friuli che sventolava sul poggiolo, mentre Provino aveva già azionato il congegno elettrico per permettermi di entrare nel cortile con la mia automobile. Dopo che il padrone di casa era riuscito a convincere ad entrare in un apposito serraglio un grosso cane lupo, ho potuto stringere la mano a quella simpatica persona. Quello che è poi successo lo potete facilmente indovinare… e qui cominciano i dolori…!

        Certo che in queste occasioni, non accettare quello che con entusiasmo e simpatia ti viene offerto, potrebbe sembrare maleducazione se non un affronto, ma se non mi invento qualche scusa, và a finire male per la mia salute…
   
     Tra salami (con o senza muffa bianca), formaggi, vini ed altre specialità, corro il rischio che il grasso accumulato mi occupi lo spazio che deve rimanere libero per i miei precari polmoni e che il mio naso diventi rosso come un peperone.


Io e Provino Di Bez.
(Confrontant la mê muse cun chê di Provino, mi sà tant che mi tocjarà bevi qualche tajut di mancul...)

        Comunque, un buon bicchiere di "verduzzo" dei Colli orientali per brindare alla salute di Santo e della sua famiglia, l’ho accettato molto volentieri. Nella mezz’ora di permanenza in casa Di Bez, ho avuto modo di ammirare diverse fotografie di Santo che, con la sua famiglia, è residente in quel di Rimini. Per quello che ho potuto sapere, il pensionato dell’Arma Azzurra, sta raccogliendo il materiale per la sua storia di "emigrato" da inserire nelle nostre pagine.
  
     Prima di congedarmi, ho promesso a Provino che se avessi avuto l’occasione di passare in quelle contrade, non avrei mancato di fargli visita.

        Sulla strada del ritorno, ho voluto cambiare itinerario, e come conseguenza mi sono perso in aperta campagna. Devo dire che questa è stata una vera fortuna, perché, in località Fontanabona, ho scoperto altri interessanti "gioielli" di friulanità che meritano un servizio a parte, probabilmente nelle pagine di "ho visto per voi".

Le foto migliori, a giorni saranno disponibili per una settimana circa, nelle pagine "foto album". E questa è una prassi che si ripeterà anche in avvenire, dopo ogni mio viaggio attraverso il Friuli.

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