Dietro le quinte

Serata per Aldo
16 Giugno 2004

     Dopo la tensione dei giorni precedenti la “serata per Aldo”, ho volutamente lasciato passare una settimana prima di iniziare a scrivere le mie impressioni su quanto è avvenuto. Ho voluto avere il tempo di ascoltare i pareri di quanti vi hanno partecipato, non avendo comunque dubbi sulla riuscita di quella serata, dato che avevo avuto modo di ascoltare gli entusiastici commenti dell’ideatore di quella festa, don Dino Pezzetta, rettore dell’Abbazia.
     Preparando “la mia storia”, che contrariamente alla parte iniziale riportata nel primo articolo di “dietro le quinte”, pur spaziando dall’inizio fino ai giorni nostri, doveva necessariamente essere una veloce carrellata mettendo in risalto solo i punti più significativi dei miei 67 anni di vita.
     Per più di una settimana, gli aggiornamenti del sito si erano ridotti al minimo, essendo impegnato a preparare il materiale audio-video-fotografico, necessario ad accompagnare ed intercalare la mia relazione. Nei giorni precedenti la fatidica serata, sono stato costretto a smantellare due o tre volte il computer “Aldo1”, per fare le prove collegandolo al videoproiettore nella “sala della palma”dell’Abbazia.
     Tutte queste complicazioni sarebbero state molto facilitate disponendo di un computer “portatile”.
Le prove preliminari sono state provvidenziali, ed hanno permesso di risolvere importanti complicazioni video, in quanto le immagini dei video MPG sul monitor clone non venivano riprodotte…
     Alle 16 del pomeriggio del 16 giugno, con l’aiuto di Vittorio Sinibaldi, tutte le apparecchiature erano pronte per effettuare alcune prove ed i  test sui tempi, supportato dalla cara amica Dina Piasentin-Masarotti.
     L’intervento di don Dino, appena rientrato dalla Germania, ha scombussolato tutto il nostro  programma, indicandoci i punti non essenziali per rientrare nei tempi e raccomandando di fare il possibile per ridurre il tutto ad un’ora circa. L’aiuto di Dina è stato preziosissimo, ed è solo grazie alla sua bravura se siamo riusciti a “collegare” tra loro i vari passaggi , dopo i dolorosi tagli effettuati.
     Avvicinandosi l’ora dell’inizio, ero abbastanza calmo, ma osservare i cari volti delle mie vicine di casa sedute in prima fila in una sala quasi vuota, mi metteva a disagio. Alle 18.30, la sala era ancora semi vuota (o mezza piena?), ma si è rapidamente riempita nel giro di dieci minuti
     La serata è stata aperta da don Dino, che ha brevemente illustrato la scaletta degli interventi, raccomandando a quanti volevano intervenire, di limitare le loro testimonianze a non più di due o tre minuti, limiti che naturalmente sono stati tutti superati. 
     Ha quindi avuto inizio la prime parte del mio intervento, con una breve considerazione sullo sforzo mentale che ho dovuto superare, per trovare il coraggio di parlare ad un così vasto pubblico, anche se si trattava di tanti cari amici. Quel primo mio intervento era incentrato su una serie di ringraziamenti ad alcune Ditte che mi avevano aiutato in occasione di recenti lavori eseguiti nella mia abitazione, lavori necessari per adattare il mio pianterreno e superare alcune barriere architettoniche, in previsione degli inevitabili tempi peggiori…!
     Non ho voluto dimenticare alcune persone che in questi ultimi anni mi hanno aiutato in vario modo… Una tazza di brodo caldo, ricevuto mentre ero costretto a letto con 39 gradi di febbre, è solo uno degli episodi che ho ricordato con tanta riconoscenza. 

La storia di Aldo

Premessa
Per uno che per mezzo secolo ha vissuto nell’ombra, trovarsi questa sera al centro dell’attenzione davanti a tanta gente, non è un’impresa da poco… anche se davanti a me non ho un pubblico qualsiasi… vedo solo volti di amici che mi guardano con simpatia… specialmente le signore…!!!

Parentesi
Prima di procedere oltre, devo aprire una parentesi personale, ma legata al lavoro che da qualche anno sto portando avanti.
Abitando in un rustico ereditato da mio padre… con il passare del tempo e l’avvicinarsi della vecchiaia, si era fatta avanti la pressante necessità di modificare alcune stanze per l’eliminazione delle barriere architettoniche. 

Foto: esterno della casa… prima… 

Viste le mie limitate risorse finanziarie, per realizzare quel progetto don Dino, il Rettore dell’Abbazia di Rosazzo, mi ha consigliato di utilizzare la somma che avevo messo da parte per il mio funerale… tanto lui me l’avrebbe fatto gratis…!
Vincendo l’istinto che noi friulani abbiamo nel sangue che è quello di tignî cont, mi sono guardato un po’ attorno per decidere a chi dare l’incarico di mettere insieme un  progetto per la realizzazione dei lavori. Ancora una volta don Dino mi è venuto in aiuto, suggerendomi Gastone Piasentin… se era riuscito a ristrutturare l’orfanotrofio di Vetren...!
Gastone si è prontamente attivato coinvolgendo il suo braccio destro Olivier Diana, ed insieme hanno tracciato un progetto di massima per presentare la domanda e cominciare i lavori, che avrebbero potuto iniziare anche subito se non fosse sorto un problema… in quei giorni una coppia di rondini aveva deciso di mettere su famiglia sotto una trave del mio garage, e non ce la siamo sentiti di sfrattare quella simpatica famigliola che stava già covando le uova. 

Foto e filmati: nido, rondini, rondinini ecc… 

I lavori sono quindi iniziati dopo le ferie, coordinati dall’instancabile Olivier, che ha coinvolto alcuni artigiani della zona, impresa non facile trattandosi di lavori di poco conto.
Un grande vantaggio è stato l’avere a pochi metri da casa mia un’impresa edile, costituita dal titolare Enzo Marseu, e dal suo aiutante Walter, da circa due anni impegnata nella ristrutturazione di una vecchia casa, che si potevano considerare sempre disponibili…
Il mio compagno di classe delle elementari Almeo Cantarutti, mi aveva assicurato la totale e disinteressata disponibilità per quanto riguarda la sezione idro-termico-sanitaria.
Le previsioni che mi vedevano già a Natale ospitato nella nuova cameretta con bagno e riscaldamento al pianterreno, per varie ragioni non hanno potuto essere rispettate, ma già mi è parso un sogno passare l’inverno al tepore del nuovo impianto termico con tutti i servizi perfettamente funzionanti, anche se il mio dormitorio era ancora sistemato tra fornelli e computers.  
Già da Marzo i lavori si sono potuti considerare terminati, con i risultati che si possono vedere in queste foto… 

Foto: prima… dopo… 

Questo è l’elenco delle ditte e degli artigiani, che in vario modo mi hanno aiutato con donazioni o significativi sconti sul costo degli interventi, che sento il dovere di ringraziare pubblicamente: 

  • ·        Enzo Marseu - Impresa edile di Pulfero;

  • ·        Almeo Cantarutti (ed il figlio Alessandro) – Idro-termo-sanitaria di Orsaria;

  • ·        PARIED - Pavimenti in ceramica di Buttrio;

  • ·        Giovanni Andriola – Pareti in cartongesso di Udine;

  • ·        Bortolussi Luigino - Piastrellista di Bertiolo

  • ·        Elettrica DE.SA. - Di Manzano;

  • ·        GIOMA srl - Pavimenti in legno di S. Vito al Torre;

  • ·        Lucina Mazzilis – Persiane avvolgibili di Cavalicco;

  • ·        RADICI – Serramenti in legno di Premariacco;

  • ·        SA.BA. Walter Sant – Serramenti in alluminio di Dolegnano;

  •          Bruno Rossi-Picard di Terenzano:

  • ·        Studio Gastone Piasentin ed il suo staff (in particolare Olivier Diana di S. Daniele, che ha seguito con il cuore l’andamento dei lavori).

Mai riuscirò a ringraziare tutti quelli che mi hanno aiutato in questi anni, ma voglio ricordare: 

  • ·        Il dott Dosualdo, che da anni si prende cura della mia dentatura e non si decide mai a schiacciare il tasto ENTER (che tradotto significa che non vuole mai tirare le somme). E’ anche merito suo se ora posso esprimermi con maggior disinvoltura, non avendo più bisogno del Kukident per tener ben ferma la dentiera…!;

  • ·        Iris, che da tanti anni mi porta di pane;

  • ·        Lice, che mi rifornisce di radicchio e insalata di prime tôse…;

  • ·        Nicoletta che ogni tanto mi telefona per dirmi: se passi di qua, ricevi una buona pastasciutta! ;

  • ·        Valeria, che ogni venerdì al pranzo nell’Abbazia, non lascia mai mancare le patate;

  • ·        Luciana che ogni tanto mi delizia con squisite torte e focacce;

  • ·        I miei vicini di casa Rosanna e Adelino, che tra le altre cose, si all’ertano se rimango a letto mezz’ora più del solito. Mai dimenticherò la scodella di brodo caldo, che Rosanna mi ha portato quando ero a letto con l’influenza…

…e chiudo qui, chiedendo scusa ai tanti che non ho ricordato…

 Foto di oggi… 

Come vedete in questa foto scattata proprio questa mattina, la mia casetta non è una reggia, ma io ci vivo molto bene… sono sicuro che si vivrebbe benissimo anche in due…!
 

     E’ in questa fase della serata che Dina ha tetto la prima serie di quattro messaggi ricevuti via E-mail, da parte di Gustavo Mion (Ottawa), Walter Cibischino (Ottawa), Doris Foghin (Caracas) e Bruno Corva (Cavasso Nuovo). 

Ottawa (Canada), 16 Giugno 2004
Mandi Aldo, mi displâs di no vê pudût ritardà la mê partence par podê vignì a la tô fieste. Il sito alè tant biel, e quant co sint lis cjampanis, mi ven un grop tal stomi. Grasie a tê o impari a doprà l’Internet.
Ti saludi con un mandi e un salût al Friûl e a ducju i amîs.
Gustavo Mion e famee.

Ottawa (Canada), 16 Giugno 2004
Sono le quattro di mattino, non riesco a dormire e vado a dare un’occhiata al Natisone per vedere se c’è qualche cosa di nuovo, magari soltanto qualche nuova fotografia. Faccio questo perché recentemente le foto dei papaveri in fiore hanno attirato l’attenzione dei miei famigliari e dei miei amici. Leggo sulla prima pagina la data d’inizio, e mi rendo conto dei progressi che il sito e Aldo hanno fatto in questi anni, poi mi chiedo: lo avrà fatto per se stesso o per noi? E’ certo che tutto questo ha fatto bene sia lui che a noi friulani sparsi nel mondo...
Da allora il Natisone è entrato nella vita di molti di noi "Italiani all'estero". Solo chi ha provato può capire l’importanza di avere notizie ed immagini della propria terra lontana.
Perciò caro Aldo, grazie infinite per il tuo lavoro e per la tua amicizia, con l'augurio di una lunga vita felice… senza di te si romperebbe un filo che ci tiene legati al nostro Friuli e la nostra Italia. Congratulazioni!
Walter Cibischino.

Caracas (Venezuela), 16 Giugno 2004
Mandi Aldo: Innanzitutto ricevi i nostri più affettuosi saluti e auguri di buon lavoro per il presente e per il futuro.
Desideriamo esprimerti di nuovo il nostro ringraziamento per la tua perseveranza nell’allestire il bel sito da noi denominato con affetto: "la magica finestra del Friuli". Non potremo mai dimenticare quel giorno in cui guardammo nello schermo i nostri vicini e parenti, il nostro paese e la nostra casa di Castelnovo del Friuli.
Sono trascorsi ben 5 anni dalla meravigliosa sensazione che provammo nel vedere attraverso quella "magica finestra", il paese natale di Meneto, mio padre.
Grazie tante Mandi mandi, famiglia Foghin

Cavasso Nuovo (PN), Giugno 2004
Caro Aldo. Mentre penso alla tua festa attorniato da tanti amici, mi viene in mente quando ci siamo visti per la prima volta a Cavasso Nuovo, poi a Fanna, a Poffabro, e al Santuario della Madonna di Strada di Fanna, per alla festa per quel mitico padre Alfonso, tutte cose che hanno visto i miei paesani sparsi per tutto il mondo. Per tutti loro ti dico grazie.
Avrei voluto essere presente e conoscere anche i Tuoi amici di là de l’âghe, ma per il solito problema non potrò esserci.
Un bicchiere certamente lo berremo a Fanna assieme ad Elio.
Mandi, ed un saluto anche da mia moglie e da Elio.
Bruno Corva.

Sono poi seguiti gli interventi di amici e conoscenti presenti in sala, con ricordi e testimonianze…
Walter Peruzzi,
don Adriano Menazzi (parroco di San Marco di Mereto di Tomba);
Giovanni Paoloni (Jenco);

Pel miò amî Aldo >>>

Chista jè un’occasion speciâl
par cjacarà di un personagjo eccecionâl

lui e le piçul e al stà a Levrôns
ma lu cognosin in duç i cjantôns

si clama Aldo chel del internet
e cjacarin di lui ancja a Malborghet

la sò passion e la su voa di fà
e jè di aiût ai furlans che son lontans di cà

e pei furlans che son lontan
el sito di Aldo el e’ come l’odôr del pan

e sintì li cjampanis del propit paîs
el sglonfa el cûr come in paradîs

la su vita e je stada un poc tribulada
ma cà in Abbazia la su famea el ha cjatada

contornât di amîs e di int che lu sà scoltà
ogni difficoltât el ha savût superà

cumò el gira e lè via ogni moment
che par cjatalu el è come el miedi el ûl l’appuntament

jo o cîr di judâlu di dai una màn
ma e savêis el è vedràn

cun la scusa des fotos e de rubrica de messa
el cognòs feminis parfin a Spessa

e a fuarça di là a messa cun la religjon e la cuasi capît
el è de politica chel à sbagliât partît

ma o soi sigûr el è migliorât
di cuant che nus à incontrât

chel piçul segnâl chel partìs di Levrôns
chel svola in tel mont in tantis regjôns

e je una vetrina de nestra regjon
par fà cognosi el Friûl e ce che vin di bon

e chista fiesta Aldo el è un atestât
par dutis li emosions che tu nus as dât

e par dut el lavôr che tu varâs di fà
pei furlans di chinti e chei lontans di cà

cumò o hai dit vonda o finis durmàn
e o domande a duç par Aldo un batimàn.”

Claudio Fabbro;
Livio Felluga;
Marisa Ninino;
Presidente del Coro Monte Nero di Premariacco;
Giovanni Zuliani IV3MKG;
Antonio Piasentin;
Evaristo Casonato con il Coro "Fogolâr" di Corno di Rosazzo... >>>

A questo punto ha avuto inizio il racconto della mia storia...

I primi 50 anni 
Ora posso raccontarvi la storia dei miei primi cinquant’anni, condensata nei tre o quattro punti più importanti, che hanno accelerato la mia progressiva chiusura ed isolamento.

L’inizio
Sono nato nel 1937 a Carlino (all’epoca Comune di S. Giorgio di Nogaro), dove i miei vissero per qualche anno. Avevano già fatto ritorno a Leproso, quando si sono accorti che “non stavo crescendo bene”… Non ho mai capito come la mia famiglia abbia potuto sostenermi per sei mesi in un ospedale ortopedico al Lido di Venezia. Di quel periodo ho solo qualche breve e confuso flash, che mi vede in un letto strettamente legato con delle cinghie. 

Foto: io e mio padre a Venezia… 

La scuola
La prima “chiusura” è avvenuta quando è arrivato il momento di fare il primo volo fuori dal nido protettivo della mia famiglia: la scuola e la parrocchia.
Il primo contatto con i miei compagni di classe, i loro sguardi, le prese in giro e certe parole che descrivevano il mio aspetto, erano come delle pugnalate al cuore… era l’inizio del mio calvario. 

Foto: Udine, 1944 

Ricordo le sofferenze quando durante la permanenza alla colonia estiva della POA, ero costretto a passeggiare in fila per due a torso nudo… solo dopo cinquant’anni ho ritrovato il coraggio per ritornare a Lignano… 
 

Il mestiere.
     Non potendo raggiungere ogni giorno Cividale in bicicletta per continuare gli studi, sono andato ad imparare un mestiere più adatto alle mie condizioni: il sarto… era inevitabile, dato che nella  piccola Leproso, i Taboga gestivano ben due laboratori di sartoria e anche mio fratello (classe 1925) aveva preso la stessa strada ed aveva una sua bottega ad Oleis, trasferita poi a Cormòns. Nella sartoria di Leproso detta di “Cinio Poldo”, per quasi quattro anni ho fatto il garzone.
Attraverso una vecchia radio a 5 valvole, abbiamo seguito l’evoluzione della musica leggera del primo dopoguerra. Amante da sempre della musica e del ritmo, dopo un’esperimento con una piccola fisarmonica ad 8 bassi, mi sono procurato uno strumento più completo… con ben 48 “bottoni” alla tastiera dei bassi, che suonavo ad orecchio… 

Foto: con la fisarmonica 

L’adolescenza e la prima giovinezza
     Il periodo più doloroso è stato quello dell’adolescenza e della prima giovinezza… Non c’è voluto molto a capire che la mia presenza era imbarazzante per i miei compagni, quando le loro attenzioni cominciavano ad essere rivolte alle ragazze, le quali non mi degnavano di uno sguardo.  
Non ho mai dimenticato un fatto accaduto a Oleis nel cortile di un’osteria dove i ragazzi di incontravano per ballare al suono di un giradischi, quando una ragazza mi ha sorriso scambiando qualche frase di circostanza... provo sempre grande commozione ricordando quei due occhi azzurri ed il suo volto dolcissimo… 
     Non potendo seguire i miei compagni, non sapevo dove passare le mie serate del sabato e della domenica. Sarei stato volentieri chiuso in casa, ma non volevo far soffrire mia madre, che osservava tutto in silenzio. L’unico rifugio era il buio di una sala cinematografica.


Radioriparatore e radioamatore
     E’ in questo periodo che un fatto apparentemente insignificante ha cambiato il corso della mia vita. Incuriosito dagli articoli riportati su una rivista tecnica, sono stato affascinato nel vedere reclamizzate radio, giradischi, amplificatori, microfoni ed apparecchi ricetrasmittenti per radioamatori.  
     Pur continuando a lavorare di ago e di filo, ho iniziato un corso per corrispondenza per diventare “riparatore di apparecchi radio” e dopo un periodo di prove sulle apparecchiature dei malcapitati amici e parenti più vicini, mi sono sentito sufficientemente preparato, ho fatto un periodo di perfezionamento in un laboratorio di Cividale. Dopo un anno di esperienze  nella Città Ducale, mi sono messo per conto proprio costituendo la “Ditta Aldo Taboga”. 
     Nello stesso periodo ho iniziato ad interessarmi di collegamenti via radio sulla frequenza dei CB (banda cittadina), e più tardi ho voluto fare il salto di qualità, sostenendo l’esame teorico e pratico a Trieste ed ottenendo il nominativo ministeriale  IV3TKI.  
     Ho quindi effettuato i primi collegamenti a grande distanza, e stabilito i primi contatti con alcuni emigranti friulani in Argentina, Colombia, Venezuela, Australia e con un missionario originario di Latisana che operava in Sierra Leone. 

La perdita dei genitori e la malattia
     La perdita di mia madre nel 1974 è stato un duro colpo… senza le sue attenzioni e  raccomandazioni mi sono lasciato andare, non preoccupandomi della mia salute, della cura della mia persona, né del numero di sigarette e dei tajuz bevuti in compagnia degli amici. 
     Approfitto per rispondere a una secca domanda di don Dino, che un giorno mi chiedeva:
Ma di zovin bevevistu ? (Da giovane bevevi?)
Certamente bevevo molto meno della media dei miei amici, ma sicuramente più di quanto il mio fisico era in grado di sopportare. 
     A distanza di tanti anni, devo ammettere che oltre ai miei già seri problemi respiratori, complicati da una precedente bronchite non curata e dal catrame delle mie sigarette preferite, l’alcool abbia avuto un ruolo importante nel mio crollo e conseguente ricovero nel reparto di terapia intensiva nell’ospedale di Udine, dove mi avevano dato per spacciato.
     In Terapia Intensiva ci sono ritornato quattro anni dopo, ed anche in questa occasione l’ho scampata per il rotto della cuffia… si vede che l’Onnipotente aveva altri progetti per me, c’era “il natisone” da inventare.  

La vita tra radio e computer
     Avendo chiusa l’attività lavorativa qualche anno prima, sono diventato radioamatore a tempo pieno, concentrando l’attenzione al traffico via satellite ed aggregandomi ad un gruppo di OM friulani, all’avanguardia in questo campo. Sui tetti e sui terrazzi di casa mia sono cominciati a spuntare vari sistemi di antenne, all’inizio comandati manualmente ma poi controllati dai primi computer.  

Foto: Antenne e OM 

Nelle nostre stazioni radio, il computer diventava sempre più importante, sia per il controllo delle antenne che per le ricetrasmissioni digitali via etere. Abbiamo iniziato con il TRS80 con 16 kb di RAM, poi con gli M-24 della Olivetti, “bussolotti” messi insieme riparando le schede trovate sulle bancarelle dell’usato, nelle varie fiere dell’elettronica. Il computer era diventato anche un mezzo per coltivare le altre passioni che mi hanno sempre accompagnato nella vita: la musica e la fotografia…
Certamente tutti questi passatempi non colmavano il grande vuoto, ma dopo il difficile momento della malattia, la mia visione del mondo era cambiata. Nel vedere i miei amici vivere felici in una bella casa, con una bella moglie e dei graziosi bambini, non provavo più invidia ma ero contento per loro… Ero ormai rassegnato a vivere una vita ritirata e tranquilla nella mia vecchia casa, e mai mi sarei aspettato che di li a poco sarebbe scoppiato un terremoto...!
 

E' seguita la lettura degli altri quattro messaggi arrivati via E-mail, da parte di Dina:

Vacile di Spilimbergo (PN), 16 Giugno 2004
Caro Aldo, mi è venuto in mente di collegarmi al tuo sito cosa che faccio  di tanto in tanto per tenermi al corrente di quello che fai. Questa volta ho avuto la sorpresa di trovare un sito sempre più invitante. I suoi progressi si sono susseguiti fin dall’inizio ma mi è sembrato che questa volta abbia fatto un passo eccezionale forse perché la foto in primo piano di Rigolato, nella sua sfolgorante bellezza, dà un senso di pace e di tranquillità, porta i pensieri lontano dalla triste realtà del momento e cancella le ore buie passate ma non dimenticate.
La presentazione, i link ed il resto meritano un plauso perché alla base di questo prestigioso sviluppo stanno la tua presenza, la tua personalità, la tua vita senza nulla togliere ai bravissimi collaboratori del tuo team.
Apprendo inoltre che il giorno 16 di questo mese festeggerai il quinto anno del sito alla nascita del quale paragoni l’inizio della tua vita.
Noi ci siamo conosciuti via radio da Napoli quando ero là trasferito per lavoro, e tra noi, a parte la stima, è nato un affetto fraterno che si è rinsaldato quando, con l’amico Fulvio, ci siamo conosciuti di persona qui in Friuli. Da questo momento Adriana ed io abbiamo conosciuto la parte migliore di te, la tua forza di volontà la tua perseveranza e tenacia che ti hanno fatto superare tanti ostacoli e che, penso, ti abbiano dato anche molte soddisfazioni.
Ogni persona dovrebbe essere orgogliosa della tua amicizia perché la tua personalità è capace di arricchire chiunque. Noi che facciamo parte di questa schiera, ti auguriamo di poter proseguire per tanti anni ancora in questa tua opera che nella sua essenza dà merito a te e valore a chi ti vuol bene.
Un mandi di cûr   da Adriana e Armando.

Campana (Argentina), 16 Giugno 2004
Mandi Aldo: non mi ero mai messo a cavillare fino a questo momento, che in appena 5 anni ti sei fatto conoscere, grazie alla tua bella, calida e friulanissima pagina web, nei 5 continenti (niente di meno).
Pensare che, oltre montagne ed oceani, c’é un grande mucchio di friulani (e non solo) che ti terranno in mente il giorno d’oggi e ti faranno arrivare i suoi complimenti, basterebbe per farti venire i brividi e la pelle, non giá di gallina ma si come "che dal d’indiát".
Lo sai bene che non sono persona di aggettivare facilmente, compiacevolmente, ma in questo caso si diró che stasera sará la grande festa dei friulani per un grande friulano: Aldo Taboga.
Per dirlo in "buon romanzo" e per che rimanga chiaro alla scelta ed amabile concorrenza di questa sera, riassumo ció che penso di questa festa per te: Sei meritevole di questo meritato merito che ti meriti meritamente.
Mandi di cûr. Il tô amî Carlo Zilli

16 Giugno 2004
Potrei dire diverse cose su Aldo, almeno su come mi appare.
Le parole, però, sono buone a descrivere, tutto, ma soprattutto a descrivere, riferire; sono come un lungo nastro sforacchiato di una telescrivente che solo traduce quanto appartiene al nostro essere più profondo, che è intraducibile.
Cercavo il respiro del Friuli sul web: luci, colori, palpiti...; ho letto tante storie, ho guardato tanti paesaggi... solo descrizioni.
Poi  ho trovato Aldo e Briciola: e mi sono emozionata.
Claudia

Santa Fè (Argentina), 16 Giugno 2004
È difficile tradurre in parole i propri sentimenti, specialmente in questo mio particolare momento. Quando si è giovani si crede di avere tutto il tempo per realizzare i propri desideri... ma gli anni passando e i nostri desideri rimangono tali…
I sentimenti che Aldo trasmette giorno per giorno ai friulani sparsi nel mondo, e a chi come me è discendente di friulani, è inesplicabile. Ogni giorno che passa scopriamo qualcosa di nuovo, e per me che non ho visitato la patria di mio padre, è una scoperta continua. Ogni angolo che ci mostra, è una gioia nuova, ogni suono è come un brivido che ci percorre… sono sensazioni che non si possono tradurre in parole… è un sentimento profondo, è amore per le proprie radici.
Quasi senza accorgerci è entrato nelle nostre vite per farci felici con le storie, i suoni e le foto che pubblica quotidianamente nel suo "Natisone", che a volte sento un pochino mio, nonostante stia al di là dal mare.
Che Dio benedica a questo infaticabile friulano ed il popolo che rappresenta: il Friuli.
Maria Inès Castellani.

Montevideo (Uruguay), 16 Giugno 2004
Caro Aldo. Vogliamo anche noi, dall’altro lato del oceano, essere presenti in questo omaggio che tanto meriti. Non solo per la tua opera che avvicina tanti emigrati sparsi nel mondo, e che fa sentire le loro care radice friulane, ma anche per la tua amicizia.
Un saluto grande da tutti noi con il nostro desiderio di continuare navigando sul bel "Natisone" per tanti anni in più e con tanti amici in più.
Un caro abbraccio di Orestes, Diver, Renzo, Luca. Ivana e Leonardo Della Mea di Montevideo,
PS) Ribadisco ancora una volta che non è Leproso, ma Saletto in Val Raccolana, il paese più bello del mondo…

Il programma all'interno della "Sale della palma", si è conclusa con il racconto della seconda fase della mia storia: La rinascita.

La scoperta di INTERNET

     Mentre il mio passatempo era rivolto principalmente all’attività di radioamatore, si faceva sempre più insistente il fenomeno “internet”, tanto da essere trattato sempre più diffusamente sulle riviste tecniche e sulla
 stampa.
      Quando la TIN “Telecom Italia Network”, ha offerto 1Mb di spazio gratis per costruirsi un sito WEB personale, anch’io ne ho approfittato. Ho quindi iniziato a mettere in rete alcune rudimentali pagine web con qualche fotografia di Leproso e dintorni. La nuova tecnica diventava sempre più interessante, e le pagine sempre più numerose e cariche di foto, tanto che il Mb disponibile si è velocemente riempito. L’avventura con internet si sarebbe fermata lì, se le mie pagine non fossero state “scoperte” da Andrea Cecotti di Cividale, che mi ha prospettato la possibilità di continuare gli esperimenti nel server della ditta presso la quale lavorava.  
     E’ grazie alla Cyberqual di Gorizia se ho potuto decollare verso la straordinaria avventura del “natisone”…
     All’inizio il sito non aveva un proprio dominio e si accedeva tramite l’indirizzo: http://quacks.cyberqual.it/aldo, che aveva solo tre pagine dedicate a Leproso.
     Successivamente, quando la mia attenzione si era allargata ed ormai comprendeva tutta l’area “Di ca e di là dal Nadison”, con l’appoggio della SOMSI di Orsaria, siamo riusciti ad accaparrarci l’attuale indirizzo: www.natisone.it , che per i nostri emigranti è semplicemente “il nadison”.
E’ stato allora che ho scoperto l’Abbazia…

Visione delle prime edizioni del sito…

La scoperta dell’Abbazia
     Pur abitando a non più di tre chilometri ed averla sfiorata in varie occasioni, non ero mai entrato nell’Abbazia di Rosazzo, se non tanti anni prima, quando con mio padre ed il mio padrino (mio fratello), ci siamo recati a Rosazzo in bicicletta in occasione della mia Cresima.
    Sono risalito su quella collina con l’intenzione di scattare qualche foto e possibilmente raccogliere informazioni per la pagina web che avevo in progetto di creare. Mentre con la mia Pentax analogica mi aggiravo all’interno della chiesa per dare un’occhiata preventiva, sono stato intercettato da Dario, l’addetto alle pulizie che ha subito segnalato alle suore la presenza di un tipo piuttosto sospetto… Ho poi spiegato a suor Luigia il motivo della mia presenza.  Prima di ritornare in  pianura, ho fotografato l’esterno dell’Abbazia da tutte le angolazioni possibili. Quando a Rosazzo ci sono ritornato, consegnando una copia di una serie indovinata di foto riprese pochi giorni prima, ho  potuto ritirare la busta con le informazioni storiche di quel “santuario fortificato”. Da quel giorno, per me le porte dell’Abbazia si sono spalancate.  
     Entrando in quel chiostro, mi sentivo bene… camminando in chiesa su quella pietra consumata dai secoli al centro della navata, o ammirando il panorama sul belvedere, cercavo di immaginare quante persone hanno provato le stesse sensazioni che in quel momento provavo io.
     La disponibilità del Rettore, le attenzioni delle suore, dei collaboratori e degli occasionali visitatori di quel luogo, mi hanno fatto sentire “persona” ed ho capito che in quell’ambiente avrei trovato spazio per rendermi utile, con le  esperienze accumulate in quegli ultimi anni.
      Mi sono offerto di gestire un sito web dedicato alla Parrocchia Oleis-Rosazzo, che si è aggiunto a quelli della Parrocchia di Orsaria, della Parrocchia di Anduins (PN), della Sezione ARI di Manzano, oltre naturalmente al “Natisone”, che diventava sempre più importante e cominciava ad essere “scoperto” dagli emigranti.

Le prime registrazioni
      E’ stato 17 luglio 1999, in occasione della rassegna corale organizzata dal Coro A.Tavagnacco di Manzano che ospitava il coro sardo "Oches de s'Annossata" di Bitti, che mi ha dato l’opportunità di effettuare la prima registrazione e dare inizio alla rubrica “Ascoltato per voi” del  nostro “natisone”.
      Le prime registrazioni audio e le prime immagini fotografiche digitali erano ricavate dalle videoregistrazioni effettuate con una piccola telecamera JVC, e la qualità non poteva certo definirsi eccellente. Un primo passo avanti l’ho fatto nel settembre 1999, quando l’Abbazia ha finanziato l’acquisto di un un Digital Audio Tape-Recorder della Sony, ed un microfono stereo della stessa casa. Un mese più tardi, con un gesto di grande generosità, il mio amico e compaesano Paolo Gruppioni, mi ha donato una Fotocamera Digitale 2 Megapixel della Olympus. Con queste due apparecchiature ho portato avanti un grande lavoro… Solo nella rubrica “ascoltato per voi”, si contano oltre 300 registrazioni, di cui gelosamente conservo copia digitale su CD.
 

Le amicizie
     E’ in questa fase della mia vita che ho iniziato a “sciogliermi”, grazie alle nuove amicizie acquisite dentro e fuori l’ambito dell’Abbazia, e con l’inizio dei miei viaggi nelle varie località del Friuli, dove mi recavo per portare i saluti ai parenti ed amici degli emigranti.
    Ho cominciato a conoscere persone straordinarie, che dall’apparenza sembrava avessero tutto dalla vita, mentre invece stavano passando  momenti molto difficili. Capivo che la mia amicizia era per loro di grande conforto.
     Alle tantissime amicizie acquisite fino a quel momento, si è aggiunto il gruppo dell’allora costituenda Associazione “per Vetren”, persone di grande generosità, ma che all’inizio avevo considerato un pochino incoscienti, considerando l’ardua impresa che di apprestavano ad affrontare. Con loro mi sono ritrovato in una grande famiglia, condividendo le piccole apprensioni  e le immense gioie, specialmente ora che l’avventura “per Vetren” sta per concludersi, con i festeggiamenti del prossimo Agosto in Bulgaria. 
     Certamente le amicizie femminili sono state molto importanti nelle prime fasi della mia “rinascita”… i gesti affettuosi delle suore, le attenzioni di Valeria, Annamaria, Nicoletta, Rosanna, Loredana, Maria ed altre, erano un formidabile input per vincere la mia timidezza e nel contempo un forte stimolo ad avere maggior cura della mia persona. Ricevere tante espressioni di affetto mi faceva sentire importante, ma in certi casi sono anche state motivo di sofferenze, che comunque apparivano gioie se confrontate con i lunghi anni passati in solitudine.
     Erano anni che, dopo alcune esperienze negative, non avevo mai trovato il coraggio di entrare in un ristorante, da solo o in compagnia. Alcuni amici si sono offerti di aiutarmi a rompere il ghiaccio, accettando alcuni miei inviti a pranzo.  

Foto: A pranzo in compagnia di amici… 
Non mi sono mai sentito tanto bene come quando mi sono ripresentato in un locale… solo con una donna. Ho fatto un figurone… solo io sapevo che quella graziosa signora era una religiosa…!
     Anche Internet è stato ed è un mezzo per coltivare profonde amicizie, rapporti che solitamente restano virtuali, ma come per un colpo di bacchetta magica improvvisamente possono diventare reali e concreti. E’ quanto mi è accaduto allorquando, dopo uno scambio di E-mail durato alcuni mesi, una cinquantenne mi ha telefonato esprimendo il desiderio di fare una gita in Fiuli per potermi conoscere. Non è una storia segreta, dato che è stata pubblicata ed è da parecchio tempo visibile sul nostro sito, con il titolo “Incontri telematici”. La storia è stata scritta dalla stessa protagonista…  

Lettura di: Incontri telematici 

Incontri telematici

Viveva, un tempo, in un paesino in una ridente vallata del Friuli un uomo che era stato molto provato dalla vita: difficoltà economiche, menomazioni fisiche, mancanza di affetti; ed era giunto alla veneranda età di 65 anni, solo, triste e deluso.
Unico conforto alla sua esistenza piena di avvilimento è l'impegno per un sito Web che è riuscito a rendere abbastanza importante.
E non solo questo lo aiuta a vivere, ma anche l'affetto di una sua cara amica, della sua cagnetta e di tutti coloro che lo conoscono e lo stimano. 
Un bel giorno, però, tramite Internet, conosce una donna che inizia con lui una corrispondenza sincera anche se saltuaria e che, in men che non si dica e sconvolgendo la sua abituale routine, lo va a trovare dimostrando simpatia e affetto.
Il nostro eroe è sgomento… come è potuta accadere una cosa così? E proprio a lui così depauperato di tutto? Allora comincia a pensare e a pensare e a pensare; e pensa che forse è arrivato anche per lui l'amore, quell'amore che non ha mai conosciuto, e fantastica, fantastica, fantastica.
Tutto il paese si accorge della sua aria un pò svanita e tutti si interrogano l'uno con l'altro: cosa mai sarà successo? Ne sai niente tu? No, io no, ma Maria ha detto che lo ha visto in macchina con una donna. Una donna ? E chi sarà mai?
E insomma, la chiacchiera diventa sempre più grande fino a ricoprire l'intero paese ed anche quelli vicini mentre il nostro eroe, un pò perchè troppo autoesaltatosi un pò perchè provocato, inizia a raccontare, raccontare, raccontare della donna venuta dal sud che non gli ha detto nè fatto alcunchè: no, niente di serio, ma che, comunque, gli ha fatto intuire che, insomma,  tra loro potrebbe nascere una storia e che lui, capirete bene, non sta in sè dalla gioia.
Al sentire l'evento, tutti se ne fanno partecipi, e chi gli consiglia questo e chi quest'altro, chi dà già per scontato un matrimonio molto prossimo e chi lo invita a esser più cauto; la confusione è al culmine e il nostro eroe, ogni giorno che passa, è ora alle stelle ora travolto dai dubbi e dall'angoscia fintantochè decide di chiarire tutto con quella sventata che, come una folata di bora, gli ha travolto e sta per rovinargli quell'esistenza quieta e rassegnata che si era faticosamente e dolorosamente costruito.
"Mi vuoi o non mi vuoi?" le chiede con tono implorante "Voglio sapere cosa ne sarà della mia vita, ne ho diritto dopo tante delusioni!"
E la perfida, incurante di tutto lo scombussolamento provocato, gli risponde che la fantasia va tenuta a freno.
Così, improvvisamente, tutto torna buio in quel paesino del Friuli e tutta la vallata si ripiega quasi su se stessa mentre il nostro eroe torna mestamente, e sempre più sconsolato, alla vita di prima...

Aldo su Rai3
Video: sequenze del filmato…

Biel lant a Messe
     Una indovinata serie di pagine, è quella dedicata alle Messe domenicali che io documento recandomi nei vari paesi sparsi in tutta la Regione FVG, che mi dà la possibilità di raggiungere i luoghi più remoti, e di “scoprire” località incredibili, delle quali ignoravo l’esistenza.
     Ormai avevo trovato il coraggio di operare e muovermi con una certa disinvoltura nelle chiese, nei teatri ed in altri luoghi pubblici, sotto gli sguardi della gente. Scrutavo i loro volti, quando dopo aver “sparato” un potente flash dall’altare principale delle chiese, con disinvoltura raggiungevo il primo banco della navata. Cercavo di immaginare i loro pensieri… ero certo che si domandavano che cosa stava facendo quello strano individuo che armeggiava con quelle apparecchiature. Capivo comunque che l’impressione era favorevole, dagli sforzi delle persone più distanti, per raggiungere la mia mano al momento dello scambio di un “segno di pace”.  

Visione di varie sezioni del sito… 

Conclusione
Recentemente don Dino, durante le conversazioni al pranzo del venerdì, riferendosi alla mia attuale situazione ha affermato: caro Aldo, nascere così per te è stata una fortuna…
All’inizio, pensando ai brutti momenti che ho passato, non ero tanto d’accordo… avrei preferito nascere e crescere come un Aldo qualsiasi, formarmi e vivere in una famiglia come tutti i miei amici e coetanei…   ma forse non avrei vissuto straordinarie esperienze come quest'oggi… 
Nei giorni scorsi don Dino ha anche detto: beh, dopo questa grande festa puoi morire contento…!
Contento lo sono sicuramente, ma di morire ancora non ci penso…  chissà che l’Onnipotente non abbia altri progetti per me…
Fintantoché ne avrò la forza, continuerò il mio cammino lungo le strade di questo giardino chiamato Friuli, in mezzo a tante fiori… tante magnifiche rose come vedo in questa sala! 

Une bussare a ducju e un mandi di cûr…

     Dopo il mio intervento conclusivo, don Dino ha ripreso la conduzione della serata, invitando tutti nel chiostro, dove ci sarebbe stata una sorpresa. Io indugiavo ancora nella sala della palma, attorniato da tanti amici che si complimentavano e mi ringraziavano per la bellissima ora passata insieme, ma sono stato invitato ad uscire nel chiostro anch'io, perchè era me che attendevano...
     Mentre tutti si piazzavano al limite dello spiazzo erboso del chiostro, io mi sono avvicinato al vecchio pozzo per avere una solida base di sostegno, mentre dal portoncino d'ingresso è improvvisamente comparso un fisarmonicista in costume, seguito da un gruppo di danzerini in costume, che al suono di una mazurca, hanno iniziato una serie di danze figurate. Ho capito subito che si trattava del gruppo di danzerini di Capriva ed ho capito anche chi aveva organizzato "la sorpresa"... Si tratta di mia nipote Viviana e di suo marito Antonio Roversi, già Assessore alla Cultura ed ora Sindaco del Comune di Capriva del Friuli, che seguono da vicino le attività del
Gruppo Folclorico Primavera.
Per una mezz'oretta il simpatico gruppo ha polarizzato l'attenzione dei presenti, con canti e danze, meritandosi entusiastici applausi, specialmente quando sono entrati in azione una mini coppia di danzerini, alti poco più di due spanne...!
     I festeggiamenti si sono poi trasferiti sul belvedere, dove su una serie di tavolate era sistemato cibo e bevande in abbondanza. Mentre la penombra calava su quello scenario, lo spettacolo delle migliaia di luci di varie intensità,  disseminate nella pianura friulana era veramente piacevole, anche per uno che aveva avuto occasione di ammirarlo più volte.
     Il servizio prestato dalla ditta di servizi di ristoro che opera spesso in Abbazia era svolto con intelligenza, con gli affettati, i formaggi ecc, preparati e distribuiti in tempo reale, quindi senza correre il pericolo di un loro esaurimento. Oltre ai cibi e fari tipi di frutta, alcune signore del gruppo "per Vetren" avevano portato alcune specialità pasticcere  preparate con le loro mani.
     La serata è proseguita in allegria, allietata dal complesso musicale "I Bintars" (per l'occasione era composta da Angelico, Francesco e Liso, il "Cantore delle Valli"), intervallata dal Coro "Fogolâr" di Corno di Rosazzo, diretto da Evaristo Casonato.
    Anche se piano piano alcuni partecipanti lasciavano la festa, le voci della persone che rimanevano si facevano sempre più sostenute, forse sotto l'effetto del buon "vino per gli amici", pigiato con i propri piedi dall'amico Claudio Fabbro (il curatore della rubrica "vini e vigneti"), o dal "refosco dal peduncolo rosso" fornito dal "Patriarca del vigneto Friuli", Livio Felluga, entrambi presenti alla festa.
    Soprafatto dallo stress, mi sono dovuto ritirare prima delle ore 22, ma mi risulta che lo zoccolo duro abbia resistito fino ed oltre le 23...! Da alcune indiscrezioni ho saputo che, oltre al vino portato da Claudio Fabbro e Livio Felluna, si sia seriamente intaccata anche la scorta della cantina abbaziale!
    Complice il dolce tepore di un magnifico inizio d'estate la "serata per Aldo" è stata una festa nella quale... amicizia, fratellanza e amore, erano gli ingredienti predominanti...

Grazie all'Abbazia e a tutti gli amici presenti, ed ai tanti presenti con il pensiero.
(Aldo Taboga - 17 Giugno 2004)

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