0-indie.GIF (197 byte).In viaggio a ... Barbana (fallito)
(10/05/99)


Non so' se ve ne siete accorti, ma la mappa principale del percorso del Natisone, da alcuni giorni e' diventata piu' corta ...

Gia' quando il mio principale collaboratore grafico (Marco Orgnacco) me l'ha presentata, mi son detto che forse cosi' ci saremmo spinti un po' troppo e che includere Palmanova, Aquileia e Grado significava allontanarsi un po' troppo da quello che e'  la zona "Di ca' e di la' del Nadison". Ma secondo Marco, da certi documenti storici, sembrerebbe che in origine il Natisone arrivasse fino al mare. Anche se questi fatti potevano giustificare l'inclusione di quella fetta di "bassa furlana", ero anche preoccupato conoscendo la gran mole di informazioni storiche che avremmo dovuto prendere in considerazione.

Avendo ancora in prestito il GPS che mio nipote utilizza in barca per pescare in laguna, ho deciso di accelerare i tempi ed intraprendere uno dei miei soliti viaggetti esplorativi.

Lunedi' 10 Maggio, pochi minuti dopo le 08:00, son partito in direzione Sud.

Il programma era:

1) Eseguire un rilevamento delle coordinate geografiche sulla piazza principale di Palmanova;
2) Stessa operazione ad Aquileia;
3) Idem davanti alla chiesa di ... Madonna di Barbana, con la speranza di poter registrare il suono delle campane (almeno i rintocchi delle ore).

Arrivato a Palmanova mi son subito accorto di essere partito con il piede sbagliato. Infatti, il centro della cittadella era vietato alle auto perche' ... Il Lunedi' e' giorno di mercato!

Pazienza ... essendo ad un tiro di schioppo, a Palmanova ci potevo ritornare in qualsiasi momento e, percorrendo uno degli "anelli" esterni al centro (all'interno delle mura), ho imboccato "Porta Aquileia" proseguendo il viaggio.

Superato Cervignano, pensavo di puntare direttamente verso la parte piu' "difficile" del percorso e ad Aquileia eventualmente mi sarei soffermato al rientro ... ma solo sfiorando quella localita' mi son reso conto che non sarebbe assolutamente possibile condensare in poche pagine tutti quei reperti storici e neanche un sito con 100 Mb sarebbe sufficiente a contenere le descrizioni di tutte quelle meraviglie.
E mentre vedevo scorrere quelle immagini aldila' dei finestrini, dentro di me pensavo: Ma come si puo' permettere uno che ha fatto solo la 5° elementare di decidere quali di queste meraviglie inserire e quali escludere dalle quattro pagine del nostro modestissimo sito ???
Uscendo dalla cittadina ed imboccando la strada del Belvedere, avevo gia' deciso che per non far un torto ai nostri antenati, la cosa migliore era quella di "smozzicare" la cartina del Natisone, almeno fin poco piu' a Sud di Palmanova.

Mentre ero assorto in queste considerazioni, come per inerzia ero gia' arrivato a Grado e, guardandomi attorno, mi son concentrato cercando di ricordare il punto da dove partono i "vaporetti" per l'isola di Barbana.
Per i soliti problemi, che ormai non vale la pena ricordare, io cerco sempre di trovare un parcheggio che non sia troppo distante dal punto che voglio raggiungere e piuttosto di fare 50 metri a piedi, piu' di una volta ho rinunciato e son ritornato a casa senza portare a termine la missione.
Ho incominciato a percorrere strade e stradine, con l'inconfessata speranza di non trovare il parcheggio adatto al mio scopo e, quando ... mi son ritrovato per tre volte nello stesso punto, ho deciso che ... a Barbana ci sarei andato un'altra volta ed, imboccando la strada del Belvedere con l'acceleratore della mia "127" a tutta manetta, mi son allontanato velocemente dall'Isola del Sole.

Essendo gia' le 10:00 passate ed avvertendo un leggero languorino allo stomaco, mi guardavo attorno per vedere di sfruttare quell'occasione e gustarmi un buon piatto di pesce. Purtroppo i tanti cartelli con meravigliose immagini di piatti di squisito pesce cosi' realistici che quasi quasi sembrava si sentiva il profumo di fritto, erano appesi davanti ad entrate di locali o chioschi ... chiusi per turno di riposo !!!

Percorso ancora qualche chilometro nell'entroterra, ho scoperto un cartello dove si leggeva "Pesce fritto", ed entrando in uno spiazzo tra gli alberi con un locale aperto mi dicevo ... ora un buon piatto di fritto-misto non me lo toglie nessuno...!
Alla mia richiesta, una graziosa e gentile signora mi dice dispiaciuta che purtroppo essendo fuori orario, il cuoco non e' in servizio. Piuttosto deluso, ho ripiegato su un menu' ormai collaudato al quale io sovente ricorro durante i miei piccoli spostamenti "interni" e cioe' ... un panino con il salame ed un "tajut" di nero. Anche li' mi e' andata buca e, se non volevo cadere a terra stecchito dall'inedia, mi son dovuto "consolare" con un panino al prosciutto (peraltro squisito) ... ed il solito bicchiere di "merlot".
Ripreso rapidamente le forze, salutando e ringraziando la signora per avermi impedito di mangiare quello che desideravo, gli ho consegnato alcuni bigliettini con l'indirizzo del nostro sito, perche' non si sa mai ...!
Anche questo puo' essere un sistema per far "avanzare" il counter.

Rimessomi al volante della mia alquanto "rumorosa" automobile, mi son ricordato di un particolare che ha stravolto il senso di quel viaggio, che fino a quel momento si poteva definire un completo fallimento.

Sulla strada del ritorno avrei sfiorato il paese dove vive una mia zia, classe 1916, della quale ho accennato nel mio "Viaggio nella Sdricca". Sarebbe indelicato entrare nei particolari, ma la vita di zia Guerrina si potrebbe paragonare alla "favola di Cenerentola" ... la fiaba della "bella ma povera" che ha sposato il "principe azzurro".

E' impossibile descrivere l'espressione di gioia e di gratitudine in quel volto stanco e segnato dal tempo ma dai lineamenti ancora dolci e delicati.
E' stato bello ricordare i tempi in cui la mia "bellissima zia" veniva a trovarci e stava nella casa di sua sorella per qualche giorno. Ricordo ancora lo zio che arrivava a riprendersi la "sua bella" a bordo di una grossa e potente motocicletta. Non dimentichero' mai tutte le volte che mio zio, sapendo che avevo iniziato un corso di radiotecnica per corrispondenza, al momento di salutarci e senza che nessuno se ne accorgesse faceva scivolare nella mia mano un banconota da 50 (o 500) lire e sottovoce mi diceva: Fatti arrivare qualche dispensa ...

Essendo nata durante la Grande Guerra, la zia non ha potuto darmi informazioni dirette del periodo che la sua famiglia ha abitato nella Sdricca e, mentre raccontava quel poco che sapeva, un velo di tristezza aleggiava intorno a noi al ricordo di tante persone care che ora non ci sono piu'.
E' per me molto difficile trovare le parole per descrivere l'emozione che ho provato per avere reso una persona cosi' , felice  e grata per la mia visita. Quando mi sono staccato dal lungo abbraccio della zia, dentro di me ho giurato che ritornero' a trovarla   presto e spesso, cercando di non rifare gli stessi errori del passato e di utilizzare in modo migliore il poco tempo che ci resta.

Sono rientrato a Leproso, in tempo per l'aperitivo, con una indefinibile sensazione di "leggerezza" e per niente stanco del  viaggio. Anche questo era un segnale per cui, la "missione Barbana" non si puo' considerare un fallimento.


0-su.GIF (203 byte)